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256 pages, Unknown Binding
First published January 1, 1860
Sappiano dunque la gente di mondo e gli ignoranti, curiosi di conoscere gioie eccezionali, sappiano che non troveranno nell'hashish nulla di miracoloso, assolutamente nulla che non sia la loro natura portata all'eccesso. Il cervello e l'organismo sui quali opera l'hashish non produrranno altro se non i loro fenomeni ordinari, individuali accresciuti, è vero, in quantità e in energia -, ma pur sempre fedeli alla loro origine. L'uomo non sfuggirà alla fatalità del suo temperamento fisico e morale: l'hashish sarà, per le impressioni e i pensieri familiari dell'uomo, uno specchio ingranditore, ma pur sempre uno specchio.
Ecco la droga, sotto i vostri occhi: un po' di confettura verde, quanto una noce, dall'odore particolarmente penetrante, tanto da suscitare una certa repulsione e accenni di nausea come, d'altro canto, accade per qualsiasi odore acuto, e anche gradevole, portato al massimo della sua forza, della sua densità, per così dire. Ecco, dunque, la felicità! sta in quanto può contenerne un cucchiaino! La felicità, come tutte le sue ebbrezze, tutte le sue follie, tutte le sue puerilità! Potete inghiottire, senza paura; non si muore. I vostri organi fisici non ne riceveranno alcun danno. Più tardi, forse, un troppo frequente ricorso al sortilegio farà diminuire la forza della vostra volontà e, forse, sarete un po' meno uomini di quanto siate oggi, ma il castigo è così lontano
Ritorniamo al decorso regolare dell'ebbrezza. Dopo quella prima fase di allegria infantile, si verifica come un acquietamento momentaneo. Ma, ben presto, nuovi eventi s'annunciano con una sensazione di fresco alle estremità (che può anche trasformarsi in freddo molto intenso in alcuni individui) e con una grande debolezza in tutte le membra; vi sentirete quelle che si chiamano mani di ricotta, sentirete una pesantezza alla testa e in tutto il vostro essere avvertirete un imbarazzante stupore. Gli occhi si dilatano; sembrano quasi esser tirati in tutti i sensi da un'estasi implacabile. Il viso è invaso dal pallore. Le labbra si restringono e rientrano nella bocca, con quell'anelito che caratterizza l'ambizione d'un uomo in preda a grandi progetti, oppresso da pensieri profondi, che trattiene il respiro per prendere lo slancio. La gola si chiude, per così dire. Il palato è secco per una sete che sarebbe infinitamente dolce poter soddisfare, se le delizie della pigrizia non fossero ancor più gradevoli, e non si opponessero al più piccolo movimento del corpo. Sospiri rochi e profondi vi sfuggono dal petto, come se il vostro antico corpo non potesse più sopportare i desideri e l'attività della vostra anima nuova. Di tanto in tanto, siete percorsi da una scossa che vi provoca un movimento involontario, come quei sussulti che, alla fine di una giornata di lavoro o in una notte tempestosa, precedono il sonno definitivo.