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224 pages, Paperback
First published May 1, 1993
Uetatsu: «Oh, meno male. Non mi piace tagliare gli alberi... hanno un'anima. Perciò ci ascoltano e si sforzano. Davanti a un albero che non fa frutti, o fa pochi fiori... uno dice: "Questo non va, lo taglierò". Allora l'albero fiorisce. Quindi anche loro hanno un'anima.»
Harada: «Ho capito... se quest'anno ha fatto dei germogli così belli... è perché ci sta supplicando con tutto il suo cuore.»
Iwasaki. «È lei. È mia figlia. Sono tuo padre. Non ti ho mai dimenticata»
Il quadro che si trovava davanti a lui, "La bambina con la bambola", era diverso dagli altri, nonostante l'uso del colore fosse simile. Quella bambina non mostrava la tenerezza che era presente in tutti i soggetti degli altri dipinti. Si ricordò del Pierrot che teneva in braccio. Si trattava della bambola costruita dalla ex moglie per il primo compleanno della figlia. Allora... quella bambina era sua figlia? Gli occhi della bimba sembravano interrogarlo... "Non ti sei mai dimenticato di me? Credi di essere un vero padre?"
Rispondendogli, Hiroshi si ricordò delle parole di un compagno di classe. Ma fu una cosa che non raccontò al fratellino. "Il mio cane è stato portato al centro sanitario. Sì... il cane che avevamo... si chiamava Daisuke. Non si può tenere in una casa comunale e non abbiamo trovato nessuno che lo prendesse. Perciò lo abbiamo dovuto sistemare". Quando sentì queste parole, Hiroshi lo odiò tanto che gli venne voglia di picchiarlo.