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Tutto chiede salvezza

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Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un'estate di Mondiali.

Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura.

Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all'uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro.

Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati. Nei precipizi della follia brilla un'umanità creaturale, a cui Mencarelli sa dare voce con una delicatezza e una potenza uniche.

Dopo l'eccezionale vicenda editoriale del suo libro di esordio - otto edizioni e una straordinaria accoglienza critica (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima) -, Daniele Mencarelli torna con una intensa storia di sofferenza e speranza, interrogativi brucianti e luminosa scoperta. E mette in scena la disperata, rabbiosa ricerca di senso di un ragazzo che implora salvezza: "Salvezza. Per me. Per mia madre all'altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza".

193 pages, Kindle Edition

First published February 25, 2020

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Daniele Mencarelli

17 books291 followers

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Profile Image for Orsodimondo.
2,413 reviews2,391 followers
December 8, 2022
TRA MATTI CI SI DÀ DEL TU



Le altre persone crescono, fanno la conoscenza della morte, dell’amore, di come è fatta la vita in generale, e se ne fanno una ragione, convivono tranquillamente co’ tutto. Io no. Non riesco a facce l’abitudine. Ogni giorno nasco e rifaccio i conti da capo, di notte è come se morissi, pe’ rinasce la mattina dopo, forse èper questo che soffro d’insonnia. Il collega ieri ha parlato di alfabeti, di codici che c’insegnano da ragazzini, e come considera’ una persona che non riesce ad apprendere l’alfabeto? Un ritardato appunto.



Si scrive pazzia, si legge malattia mentale, oppure disturbo psichico. Ma si pronuncia dolore.
I matti soffrono.
Non si divertono, non giocano a fare i pazzarielli: semplicemente, stanno male, non riescono a venire a capo dell’assurdità della vita, a far l’abitudine all’esistenza. Ad apprendere l’alfabeto del vivere.
Scompenso che genera in loro patimento.



Daniele Mencarelli mette in scena un io narrante che si chiama allo stesso modo, Daniele Mencarelli, ventenne che per una crisi di rabbia con deriva violenta, è sottoposto a una settimana di TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio, in un reparto psichiatrico dei castelli romani.
Sette capitoli per sette giorni. Dalla colazione alla cena, passando per il gran caldo in quelle stanze, lo schifo del bagno, cosa si vede dalla finestra e cosa in televisione (i mondiali di calcio in USA), approdando all’insonnia notturna.



Nella stanza ci sono cinque ricoverati, oltre Daniele: uno in stato catatonico, uno pressoché catatonico, gli altri tre forniscono il corpo maggiore al racconto, all’inter-relazione con Daniele, che è il più giovane del lotto.
E, dopo un po’ mi sono dimenticato di essere in mezzo a un diario, o memoir, dal forte tratto autobiografico: dopo un po’ leggevo magnifica narrativa. Piena di vita vera e umanità e profondità, come succede con la migliore letteratura.
Mencarelli autore e Mencarelli narratore trasudano pietas contagiosa che si trasmette al lettore, mi contagia: avrei voluto stringere quelle creature, chi sessantenne, chi checca isterica, chi orco di pane, abbracciarle, proteggerle, schermarle dalla vita che a loro riserva meno salvezza che ai “normali”, ai “sani di mente”.



Togliersi un poco da se stessi, placare il motore impazzito che gira nel petto, quello che esplode dentro: ecco cosa vuol dire Salvezza.
Mencarelli s’inventa dialoghi in romanesco (romano?) che tolgono ridondante pathos al tormento e gli regalano statura titanica.
E vogliamo dirlo che per tutti i “picchiatelli” sembra essere il rapporto con la madre a generare il disagio? La mamma assente, quella troppo presente, quella scappata, quella sensitiva…



Forse, questi uomini con cui sto condividendo la stanza e una settimana della mia vita, nella loro apparenza dimessa, le povere cose di cui dispongono, forse loro, malgrado tutte le differenze visibili e invisibili, sono la cosa più somigliante alla mia vera natura che mi sia mai capitato d’incontrare.

Che magnifica sorpresa questo libro. Che dono.

Profile Image for Baba Yaga Reads.
121 reviews2,854 followers
January 20, 2025
Se penso che quest’anno, quando in finale al premio Strega c’erano questo libro e il memoir di Bazzi, il premio è andato all’ennesimo romanzo di Veronesi su un uomo borghese in crisi di mezza età... ecco, se ci penso mi viene da dire che l’editoria italiana si merita pienamente i tempi bui che sta vivendo.
Noi lettori, però, ci meritiamo di leggere un libro intimo e struggente come Tutto chiede salvezza.

"Vorrei avere una corazza, un’armatura del miglior ferro, capace di tenermi distante dalle cose, vorrei non disperarmi per la disperazione degli altri, non sentire la madre di Giorgio come mia madre, la vita degli altri saldata alla mia con un patto di sangue. Perché il dolore costa fatica."
Profile Image for Pietrino.
160 reviews179 followers
May 24, 2021
Non sto piangendo, mi è solo entrato un pezzo di questo libro nell'occhio.

Peace Off
Profile Image for Dagio_maya .
1,075 reviews338 followers
September 1, 2020
“Un uomo che contempla i limiti della propria esistenza non è malato, è semplicemente vivo. Semmai è da pazzi pensare che un uomo non debba mai andare in crisi.”


Giugno 1994.
Il giorno dopo un episodio di rabbia aggressiva, Daniele si sveglia in un reparto psichiatrico dopo una richiesta di TSO.
Sette giorni di ricovero coatto. Una convivenza in stanza con altre quattro persone; altre storie, altri demoni che si assommano ai propri.
E’ come vivere costantemente s’un precipizio e tutto dipende da dove si volge lo sguardo.
Daniele ha vent’anni e la sua sofferenza è un fardello che fa propria ogni lacrima ed ogni dolore.
E’ il peso di una propria sofferenza assommato a quella del mondo: un sentire amplificato del male e dell’inutilità del vivere.
La vita scorre sul filo delle contraddizioni...
Essere felice. Perché Daniele, a differenza degli altri, è protetto dai suoi cari.
Una famiglia che è presente, non è castrante, non è soffocante ma cosa viva che ti avvolge e soccorre.
Al tempo stesso, però, sentirsi come oggetto guasto che non si capisce come sia possibile aggiustarlo

Vivere chiedendo salvezza per tutti per potersi salvare
Forse la salvezza è una pagina bianca su cui scrivere...


” La mia malattia si chiama salvezza, ma come? A chi dirlo?
O forse questa cosa che chiamo salvezza non è altro che uno dei tanti nomi della malattia, forse non esiste e il mio desiderio è solo un sintomo da curare. A terrorizzarmi non è l’idea di essere malato, a quello mi sto abituando, ma il dubbio che tutto sia nient’altro che una coincidenza del cosmo, l’essere umano come un rigurgito di vita, per sbaglio.”


Profile Image for Come Musica.
2,025 reviews607 followers
June 30, 2020
Daniele, 20 anni.
Il suo sistema nervoso, una sera, al rientro a casa dal lavoro, va in cortocircuito. E tutta la rabbia che aveva in corpo si riversa all'esterno: un'onda d'urto si abbatte sulla sua famiglia. Lo ricoverano in ospedale, al reparto psichiatrico e gli riservano un TSO (trattamento sanitario obbligatorio): sarà sotto osservazione per capire cosa c'è che non funziona nella sua mente.

E poi al lettore capita la stessa cosa che descrive Daniele, quando ascolta i racconti degli altri pazienti ricoverati come lui nel reparto psichiatrico: “Vorrei avere una corazza, un’armatura del miglior ferro, capace di tenermi distante dalle cose, vorrei non disperarmi per la disperazione degli altri, non sentire la madre di Giorgio come mia madre, la vita degli altri saldata alla mia con un patto di sangue.
Perché il dolore costa fatica...”

Controllare l'ingovernabile, sprofondare negli abissi del proprio io, avvertire la frattura dentro di sé, causata da alterazioni chimiche e quindi psichiche. Chimica e Psiche, strettamente interconnesse. Come se sistemare la cosa dal punto di vista chimico possa bastare per riequilibrare la psiche. Come se l'uomo funzionasse per compartimenti stagni. È qui il male della medicina. Non siamo la somma delle parti: il nostro Tutto va ben oltre la Somma di tutte le nostre Parti.


“La rabbia sa sedurre, mi chiama, la sento montare dentro le vene, scalda la fronte. Ne sono invaso.
Non c’è niente qui dentro che non odi profondamente.
Vi odio. Per quello che siete.
Ma ancora di più per quello che rappresentate.
La visione di ciò che potrebbe essere.
L’incarnazione del mio futuro.
Ecco quello che mi aspetta.
Vi odio.
Mi odio.”

“Eccola la mia ossessione, il mio desiderio patologico.
Salvezza.
Dalla morte. Dal dolore.
Salvezza per tutti i miei amori.
Salvezza per il mondo.”

Daniele, Daniele e le sue ossessioni, Daniele e le sue poesie, Daniele e la sua fragile umanità, come quella di tutti, del resto.

“Sei sempre tu che vieni a riprendermi
ne è piena la memoria
di te che spunti e mi porti via,
alle scuole tutti i malori
li fingevo per vedere il tuo arrivo,
fino a oggi dove niente si finge
ed è vero il male che mi spezza,
e quanto più è atroce aspettarti,
passato dai banchi
a questo bianco lettino.”

E poi alla fine basta solo stringere la mano di chi si è perso nei meandri della sua mente.
Serve il calore umano di un contatto, non solo la chimica. Ma a volte quel calore umano manca, perché “La paura d’impazzire è peggio della pazzia.” E Mario risponde a tutti e non tranquillizza solo Daniele, ma tranquillizza anche il lettore: “Non farti sedurre dalla paura, pensa al fuoco, se lo guardi per troppo tempo, se ti avvicini troppo, alla fine ti brucia.»
Cerca di tranquillizzarmi con un sorriso.”

Forse lo squilibrio nasce da come si guarda alle cose. Sembrano enormi, gigantesche, insormontabili. E poi forse basterebbe cambiare punto di vista, per ridimensionarle. Per frenare i pensieri, per evitare che la vita si muova su montagne russe.
“La mia vita scorre su questa altalena impazzita.
A nessuno, come per quel desiderio di salvezza che mi prende quando la pietà mi spezza, dico di queste cose. Sono il mio segreto, la mia parte inaccessibile agli altri.”

Eppure la condivisione è in qualche modo una forma di terapia, ha in sé i semi della guarigione: “Quei cinque pazzi sono la cosa più simile all’amicizia che abbia mai incontrato, di più, sono fratelli offerti dalla vita, trovati sulla stessa barca, in mezzo alla medesima tempesta, tra pazzia e qualche altra cosa che un giorno saprò nominare.”

Condividere, per trovare ciò che unisce e non ciò che separa: “Dal corridoio mi fermo a guardarli.
Eccoli, ognuno nel proprio angolo di stanza, indifesi di fronte alla propria condizione, di esposti alle intemperie, di uomini nudi abbracciati alla vita, schiacciati da un male ricevuto in dono.
I miei fratelli.”

Daniele entra nel reparto psichiatrico il 13 giugno 1994 ed è pieno di rabbia trasbordante. Il 20 giugno 1994, giorno delle sue dimissioni, alla rabbia subentrano la rassegnazione, un'amarezza straripante.
Mario è al San Camillo, Giorgio è dietro le sbarre a Velletri. La situazione nel giro di poche ore è precipitata in quella stanza. Eppure...
“Bastava talmente poco.
Bastava ascoltare, guardare negli occhi, concedere.
Una volta, una sola volta.
Invece non lo hanno fatto.
Perché per loro non eravamo degni di essere ascoltati.
Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è merce riservata ai sani.
Questo abbrutimento è la scienza?
Non aprirsi mai alla pietà, svuotare l’uomo sino a farlo diventare un ingranaggio di carne. Sentirsi padroni di tutte le risposte.”

E poi la libertà, l'aria aperta per respirare e ritornare alla normalità.
Riprendere il cammino. Fermarsi e riprendere fiato. Voltarsi, giusto un attimo, per guardare indietro.

“Dall’alto, dalla punta estrema dell’universo, passando per il cranio, e giù, fino ai talloni, alla velocità della luce, e oltre, attraverso ogni atomo di materia. Tutto mi chiede salvezza.
Per i vivi e i morti, salvezza.
Salvezza per Mario, Gianluca, Giorgio, Alessandro e Madonnina.
Per i pazzi, di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della storia.”


Tra 4 e 5 stelle.
Profile Image for Giuls (la_fisiolettrice).
173 reviews28 followers
October 22, 2022
// “Non si vivere in un altro modo, non riesco a sfuggire a questa ferocia: se c’è una vetta la devo raggiungere, se c’è un abisso lo devo toccare.”

Il ritmo dei giorni scandito dalla voce di Daniele è stato un tuffo profondo dentro me stessa, dentro le acque agitate che abitano la mia anima.

Interrogarsi sul senso della vita, non trovare risposte e per questo essere animati da inquietudine e rabbia.

Daniele racconta la sua settimana in TSO e mentre i medici cercano un modo di curarlo e restituirlo alla vita, lui il senso lo trova nelle persone con cui condivide lo stanzone bianco.

Un libro per chi vive la nostalgia come un dolore fisico, per chi s’interroga sul senso della vita ma custodisce i pensieri in un angolo del cuore, incapace di esprimerli, troppo diffidente per affidarli a qualcun altro; per chi sente tutto, troppo.

Ancora una volta riflettere e riflettersi nelle parole è balsamo.
Profile Image for Meike.
Author 1 book4,688 followers
December 28, 2022
This autofictional work about a 20-year-old man who is involuntarily committed to a psych ward is Mencarelli's English-language debut: Mainly crafted as a chamber play set in the hospital room where the protagonist and narrator spends seven days with five other patients, the text displays the failings of a system that is supposed to treat mental illness. Fictional Daniele hopes for salvation from his psychological state, but can the doctors achieve that?

Now the question what "normal" even means and to pose it in the context of psychiatric treatment is not exactly new, but it is still relevant - this novel might be set in 1994, but fortunately, more and more people are willing and able to discuss mental health in a non-discriminatory, constructive way, and we need literature that reflects and pushes these discussions. Mencarelli introduces troubled, deeply affecting characters, like former teacher Mario, queer Gianluca, and traumatized Giorgio, people stuck in a hellish circle of mental torment that we as readers can hardly stomach - which also goes for the narrator, who struggles with the random cruelty of the world, bouts of aggression and self-medication with drugs and alcohol.

What bothered me about the book was that it doesn't quite illuminate how the system of mental health treatments in such hospitals does not only tend to fail patients, but also the staff responsible for taking care and helping those patients - it is worth pondering what it means to have this job under the given circumstances: It is a mental health hazard in itself. The personnel needs support and better working conditions to be able to do their job properly over long periods of time.

So granted, this short novel does not make groundbreaking statements, but as someone who has spend quite some time in a psych ward (fortunately, only as a visitor), I believe that this deeply emotional novel adds to an important conversation and is crafted in a way that even people who never set foot in a mental hospital can relate.

Apparently, Netflix has turned the book into a series, and I hope they haven't transformed it into cutesy uplifting nonsense. Here's the trailer: https://www.youtube.com/watch?v=vhJT5...
Profile Image for Myricae ♡.
126 reviews29 followers
July 21, 2020
Tra le parole di Mencarelli, in quella mano stretta nel buio, fra le urla e le risate, tra gli uccellini appollaiati sui rami degli alberi più lontani e le parole vergate con furia su un quaderno ... mi arrendo e piango anch’io, tutte le lacrime di chi non vede e non sente, che non siamo che esseri che viaggiano nel tempo a cuore scoperto.
Ci esplode nei polmoni la speranza di salvezza, eppure in queste strade che percorriamo con fatica non vediamo che un misero scorcio del miracolo che abbiamo dentro.

Stavolta sono io a ringraziare.
Le parole che ho dentro le tengo per me.
Le assorbo nel buio della mia notte personale e le restituisci all’universo, perché qualcuno all’altro capo possa afferrarle e non sentirsi solo.


DOVETE leggere questo libro
Profile Image for ☆LaurA☆.
466 reviews140 followers
August 2, 2025
"Possibile che nessuno s’accorge che semo come ’na piuma? Basta ’no sputo de vento pe’ portacce via"

La pazzia o meglio, malattia mentale, arriva quando meno te lo aspetti.
Che poi più che arriva diciamo si manifesta. Può essere per colpa delle droghe, per un muro storto, un amore sbagliato o semplicemente il dolore accumulato nel corso della vita.
I matti non giudicano, i matti sono sinceri, i matti quando vogliono bene lo fanno per davvero. Ma soffrono e la sofferenza loro è silenziosa, tanto chi li ascolta? Sono matti no?
Mencarelli ti mette davanti un mondo che per la maggior parte delle persone è sconosciuto, un luogo dove un giorno arrivi sulla più alta vetta della montagna e il giorno dopo sei nel più buio e profondo abisso.
Perché un ragazzo di vent’anni dovrebbe esse felice, Tu invece vai avanti a tristezza.

Letto in poche ore, come tutti i suoi libri Daniele entra nel mio animo e ci resta, resta lì a donare quelle sensazioni tanto agoniate, quel dolore che è liberatorio, quell'ansia che fa bene (a volte sia chiaro).
Bello da togliere il fiato e, come suo solito, far scendere la lacrimuccia....sto diventando una pappamolla con certi libri e certi autori, ma siamo pur sempre umani no? Umani e un po' pazzi, perché sai che noia se no la vita.
Profile Image for Ludovica.
34 reviews29 followers
April 24, 2021
Letto in poche ore ... sto libro credo sia meraviglioso! ❤ aiuta tanto a riflettere...
Profile Image for Gabril.
1,000 reviews248 followers
July 6, 2020
“Bastava talmente poco.
Bastava ascoltare, guardare negli occhi, concedere.
Una volta, una volta sola.
Invece non lo hanno fatto.
Perché per loro non eravamo degni di essere ascoltati.
Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è merce riservata ai sani.
Questo abbrutimento è la scienza?
Non aprirsi mai alla pietà, svuotare l’uomo fino a farlo diventare un ingranaggio di carne. Sentirsi padroni di tutte le risposte.
È questa la normalità? La salute mentale?”

Toccante, vero. Da leggere. Da non dimenticare.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,241 reviews137 followers
September 2, 2020
Fatico a trovare le parole per descrivere la bellezza di questo libro.
Un’esplosione di sentimenti, dallo smarrimento alla paura passando per il disagio, il dolore fisico e psicologico, ma anche l’empatia, la complicità, l’affetto, in uno degli ambienti ospedalieri più paurosi e discriminati: il reparto psichiatrico. E’ qui che, in una notte estiva del 1994, Daniele, ventenne romano, viene portato per sottoporsi a un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) dopo che la sua rabbia è esplosa, in maniera improvvisa, contro la famiglia, in particolare contro il padre. Per una settimana Daniele viene tenuto sotto osservazione e sottoposto a un trattamento farmacologico per capire che cosa non funziona nella sua mente e perché la sua rabbia è esplosa. Durante questi sette giorni Daniele incontra i volti e le storie dei suoi compagni di stanza coi quali instaura, dopo l’iniziale diffidenza, un rapporto fatto di umanità e di complicità, fino a considerarli come suoi fratelli. Attorno a loro gli infermieri (che non sempre dimostrano comprensione ed empatia) e i medici, che, agli occhi di Daniele, sono incapaci di aiutarlo veramente, e lo considerano semplicemente un numero, da imbottire di farmaci in maniera meccanica, fino a quando uno più uno fa davvero due e tutto può proseguire. Sinceramente, nonostante la buona volontà che diversi di loro, nella storia (e sicuramente nella realtà) comunque dimostrano, gli addetti al personale medico in generale qui non ne escono sotto una buona luce, appaiono limitati forse in maniera indipendente da loro, considerate anche le enormi difficoltà dell’ambiente in cui lavorano. Daniele, invece, non sembra avere bisogno (solo?) di medicine: ha bisogno di affetto, di amore, di comprensione, di ascolto costante, come tutti, lui particolarmente. E’ di una sensibilità spiccata Daniele, si sente addosso i mali del mondo, soffre per la sofferenza che reca alla famiglia, vive sulla sua pelle il disagio suo e dei suoi compagni, da Alessandro, risucchiato nel nulla di quel punto del muro che continua a fissare, a Mario, ex insegnante, pacato e pronto alla comprensione verso chiunque, ma che nasconde dentro di sé un peccato inconfessabile. Ho sempre pensato che i pazzi e i pazienti affetti da turbe psicologiche celino dentro di sé una sensibilità al di fuori del comune, e questa lettura me l’ha confermato. Il fatto che poi qui si tratti di un romanzo autobiografico lo rende ancora più prezioso, più necessario per capire, per tentare di farlo.
Profile Image for Greylain.
141 reviews58 followers
June 5, 2023
“Tutto mi chiede salvezza. Per i vivi e i morti, salvezza. Per i pazzi, di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della storia.”

È la soffocante estate dei mondiali del '94, quando Daniele viene sottoposto a un TSO, un trattamento sanitario obbligatorio.

Daniele è appena ventenne, ma di medici e farmaci ne ha visti già tantissimi, così come tantissime sono le diagnosi che ha ricevuto, sempre diverse e mai efficaci.

Depressione. Bipolarismo. Di nuovo depressione. Di nuovo bipolarismo.

Eppure, se di diagnosi ne ha avute a bizzeffe, ciò che Daniele non ha mai avuto sono compagni di stanza come quelli che gli donerà il TSO.

Cinque persone tenere, spezzate, sensibili e spaventate, a cui la vita non ha mai rivolto un sorriso, ma che vedono bellezza e gentilezza ovunque, persino in un uccellino fuori dalla finestra.

Cinque persone sì spezzate dalla vita, ma pregne di una dignità straordinaria, di una rispettabilità inarrivabile.

Cinque persone che, nel giro di una settimana, passeranno dall'essere estranei a fratelli nell'anima, uniti da un'umanità e una sensibilità spiazzanti.

Con “Tutto chiede salvezza”, Daniele Mencarelli parla ai pazzi, ai folli, a chi sente un po' di più il peso del mondo, a chi cerca il senso della vita e a chi si lascia sopraffare da esso.

Ma soprattutto, Mencarelli parla a chi soffre della malattia più grande di tutte: a chi vede la propria follia brillare di profonda umanità.

A chi, quotidianamente, “implora salvezza”.

5 stelle 🌟
Profile Image for Luigi .
19 reviews7 followers
November 1, 2022
So di essere in minoranza, e mi dispiace, ho provato davvero a farmelo piacere questo libro. Forse le aspettative erano troppo alte, complice anche il bel titolo.
Scrittura semplice, vocabolario striminzito. Il che non è necessariamente un difetto.
Ma il resto?
Gli infermieri sono scortesi. I dottori si fingono interessati ma per loro "siamo solo statistica". Il gigante incute timore ma in realtà ha il cuore d'oro. Il catatonico non si sveglia neanche coi pizzichi. Il professore pazzo fa filosofia. Il trans (si, IL, perché Dio ci salvi dal gender) parla, canta e strilla "con la sua voce di ragazza" mentre si smalta le unghie, e naturalmente ha la mamma oppressiva...
Praticamente la sagra del cliché.
Assurdo e anticlimatico il fatto che i personaggi (compresi gli infermieri) ci mettano tipo tre pagine a conoscere il narratore e raccontargli i loro segreti o l'origine della loro malattia mentale.
C'è il tentativo di comunicare l'empatia del protagonista, ma a me ha dato solo l'impressione di pietismo artificiale, uno sguardo stereotipato da fiction all'italiana.
Di positivo c'è che è breve e per quando comincia a stufare è già finito. A lettura terminata mi ha dato l'impressione di aver letto l'aria (e non è una immagine poetica).
Profile Image for Evi *.
390 reviews302 followers
June 30, 2021
In realtà trovavo il titolo quasi cacofonico o forse grammaticalmente improbabile.
Tutto chiede salvezza per me era tutti chiedono salvezza.
Poi Mencarelli sembra chiarire: è un tutto in cui ogni atomo dell'esistente è immerso, fuso, in relazione, sempre alla ricerca della propria salvezza al riparo da ciò da cui si si sta scappando.

Dall'alto, dalla punta estrema dell'universo, passando per il cranio, e giù, fino ai talloni, alla velocità della luce, e oltre, attraverso ogni atomo di materia. Tutto mi chiede salvezza.

Per i vivi, i morti, salvezza.
Salvezza per Mario, Gianluca, Giorgio, Alessandro e Madonnina.
Per i pazzi, di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della storia.

Con gli occhi puntati verso il bianco del soffitto, mi ritrovo a ripetere quella parola, accessibile a me soltanto [...]
Eccola la mia ossessione, il mio desiderio patologico.
Salvezza.
Dalla morte. Dal dolore.
Salvezza per tutti i miei amori.
Salvezza per il mondo.


Daniele Mancarelli scrive una storia (a suo dire autobiografica, una specie di autofiction ma direi molto credibile) di amicizia, di partecipazione, di emarginazione, senza retorica, non cedendo mai alla banalità.

Una settimana in un reparto di psichiatria in un ospedale in provincia di Roma dove per un Trattamento Sanitario Obbligatorio, (il tanto discusso TSO in molti casi umani invocato dalla società) sei pazienti condividono la stessa stanza e si ritrovano a percorrere un breve spicchio di dolore di vita insieme.

Persone, con una crepa nella loro esistenza, lieve o immensa che nasconde un precipizio di dolore, persone accidentalmente o sostanzialmente malate psichiche ma semplici nomi sulle cartelle cliniche dei medici che li hanno in cura e cui la contiguità quotidiana con la malattia ha reso impermeabili e cinici, completamente sordi all'ascolto dell'altro.

Pazzi, Tso, reparti di psichiatria, disagio mentale sono temi che finiscono per avere una presa facile sulla parte del cervello che presiede l'emotività, e poi chi può ritenersi in salvo, al sicuro dentro i binari della normalità.

Sarò pertanto ovvia, ma era qualche tempo che un libro non mi faceva velare gli occhi di commozione, come è accaduto con Tutto chiede salvezza.
Profile Image for Grazia.
494 reviews214 followers
October 25, 2022
"Vivrò da infelice, prima o poi il dolore avrà la meglio, ma non siete voi quello che voglio diventare."

Commossa, lascio la parola a Daniele.

"Bastava talmente poco. Bastava ascoltare, guardare negli occhi, concedere. Una volta, una sola volta. Invece non lo hanno fatto. Perché per loro non eravamo degni di essere ascoltati. Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è merce riservata ai sani.
Questo abbrutimento è la scienza? Non aprirsi mai alla pietà, svuotare l’uomo sino a farlo diventare un ingranaggio di carne. Sentirsi padroni di tutte le risposte. È questa la normalità? La salute mentale? La vera pazzia è non cedere mai. Non inginocchiarsi mai."


[25 ottobre 2022 - A visione terminata della Serie TV, nonostante gli interpreti siano davvero bravi, posso dire che è stato snaturato il senso complessivo del libro, pur riportando frasi citate testualmente nei dialoghi della sceneggiatura. Della love story completamente assente nel libro, io non sentivo affatto la necessità]
Profile Image for Gauss74.
459 reviews92 followers
May 17, 2021
Un piccolo libriccino, di una delicatezza e di una precisione assolute su quella tragedia contemporanea che è il disagio mentale. Io veramente non avrei mai creduto che su un tema così difficile e poco conosciuto si potesse scrivere così bene, raccontando così tante cose in così poche pagine, e soprattutto senza mai scendere sul dramma un tanto al chilo. era la ragione per la quale ho esitato davvero molto prima di mettere "tutto chiede salvezza" in pila, decidendomi solo quando ho scoperto l'uscita della versione audio, per la lettura di Dario Sansalone.

A seguito dell'ennesima crisi depressiva, Daniele (porta lo stesso nome dell'autore, ma per sua stessa dichiarazione non c'è identità assoluta), drogato e farmacodipendente viene sottoposto a TSO obbligatorio per una settimana. Questo nome così burocratico nasconde una esperienza umana fortissima, la reclusione forzata che lo porterà a condividere un piccolo pezzo di percorso con altre persone sofferenti, ciascuna che si porta dietro il suo pezzo d'inferno, e non ci si riferisce solo ai pazienti: bellissime sono anche le figure degli infermieri, dei dottori.
Quello che davvero colpisce è che il libro riesce ad essere grande, a restituire una profonda umanità, senza che di fatto succeda nulla a parte l'imprevisto finale. Daniele Mencarelli ha la mia età. ma deve averne vista veramente tanta, di umanità ai margini, per poter scrivere un libro come questo.

La solitudine profonda, la mancanza di senso, il perpetuo sentirsi incompresi, il rischiare costantemente il giudizio sono condivisi da tutti i degenti del reparto psichiatria, ma ciascuno a suo modo. E' stato un autentico pugno nello stomaco il realizzare come veramente il sistema interpreti il disagio psichico molto di più come un malfunzionamento, che non come una diversità. L'incapacità di adeguarsi al modo di essere di tutti nasconde anche grandi potenzialità, ma questo non viene mai riconosciuta. Il disagio psichico è la polvere che viene nascosta sotto al tappeto, l'asse che scricchiola, l'ingranaggio che cigola: una organizzazione sociale che pretende di essere perfetta cataloga troppo in fretta tutto come "malattia", anzichè guardarsi allo specchio ed ammettere che forse, davvero qualcosa non va.

Nel catalogo delle pene, davvero degne di nota la discesa graduale, raccontata con analitica precisione, del narratore nell'inferno della droga e della farmacodipendenza, nonchè il racconto del bellissimo personaggio di Gianluca, omosessuale e bipolare, obbligato come Sisifo a portare avanti il supremo sforzo di distinguere se stesso con le sue particolarità, dalla malattia che porta. Qualunque cosa un uomo od una donna tacciati di disagio mentale decidano di fare, pensare o dire, è sempre la malattia che parla. L' anima non c'è mai. C'è solo la malattia. Specialmente nei pensieri dei loro cari.

Accanto a questo, la fame e la sete più intense di quelle di tantalo, di rapporti sociali. Di vivere qualcosa insieme, di essere ascoltati. Il bisogno del gigante Pino di addormentarsi mano nella mano col vicino, il bisogno di Mario di legarsi col suo uccellino canoro e di mostrarlo a Daniele, il bisogno di Gianluca di abbracciare tutti i presenti, il bisogno di tutti (infermiera inclusa) di guardarsi la partita insieme mangiando (fortuna delle fortune!) la pizza, si traducono nella bruciante coltellata della scoperta dell'indifferenza degli altri, nella figura del dott. Cimaroli. L'unico professionista che sembrava riconoscere l'umanità alla sua controparte, viene atteso da Daniele per giorni e notti, per lui ha anche con fatica scritto una poesia, salvo poi accorgersi che anche per lo psicologo lui non è altro che un altro nome sulla scheda.

Ma davvero, davvero, in "Tutto chiede salvezza" non c'è giudizio contro nessuno. Come potrebbe, uno psicologo di professione, non ridurre almeno in parte la persona al suo caso clinico? Chi può farsi carico di tanta miseria continuamente, giorno dopo giorno? Come non vedere nello spaventoso meccanicismo di Mancino, che vuole risolvere tutti i problemi a suon di pasticche, una forma di difesa?

Un libro lungo il giusto, di una intensità fortissima, che racconta tanto nonostante succeda poco, che accarezza l'anima di chi certe difficoltà le ha vissute e le vive.

Profile Image for Simona.
961 reviews225 followers
November 29, 2022
"Bastava ascoltare, guardare negli occhi, concedere.
Una volta, una sola volta.
Invece non lo hanno fatto.
Perché per loro non eravamo degni di essere ascoltati.
Perché i matti, i malati, vanno curati, mentre le parole, il dialogo, è
merce riservata ai sani.
È questa la normalità? La salute mentale?"

Struggente, doloroso, profondamente umano.
Profile Image for Andrea Samorini.
820 reviews34 followers
April 10, 2021
I sette giorni di un TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio, narrati con sensibilità e tatto.
Toccante e stimolante, mi spinge a riflettere sul disagio, a lavorare sulla comprensione.

«Il prossimo mese faccio sessantaquattro anni. Ho vissuto tanto, qualcosa l'ho capita, qualcun'altra no. Per esempio ho capito che l'intelligenza è sopravvalutata, come la stupidità sottovalutata, che bene e male esistono veramente, che l'uomo può perdere tempo prezioso in mille modi stupidi, il più stupido di tutti è giudicare gli altri, perché è troppo facile, perché non serve né a noi né agli altri.»
Profile Image for melissabastaleggere.
157 reviews669 followers
January 11, 2023
2.5 ✨

Meh. Lo definirei un D’Avenia con la depressione. Prosa a tratti adolescenziale e asfittica (bonus: punteggiatura alquanto dubbia), personaggi caricaturali e stereotipati (sul trattamento della transessualità glisso, che é meglio) a cui però è facile affezionarsi. Non trovo che il romanzo dia chissà quale prospettiva sulla malattia mentale, il tutto rimane abbozzato e non c’è nessuna riflessione innovativa o che spicchi. Tante frasi da sottolineare (probabilmente sono vicina al TSO anch’io), ma non bastano a fare un romanzo riuscito. Lascia il tempo che trova.
Profile Image for Lark Benobi.
Author 1 book3,662 followers
October 21, 2022
I didn't connect with this novel in any meaningful way. I felt the trauma of the protagonist but I didn't feel the book offered new insights to me about mental illness either in terms of its message or its literary choices. Mental illness and the taking away of individual autonomy because of it are themes that writers have been drawn to for so many centuries and this puts an added burden, I think, on the author to make something new from this age-old story.
Profile Image for La contessa rampante.
154 reviews94 followers
May 15, 2020
Parlare della propria vita non è certamente semplice, soprattutto non lo è raccontare un'esperienza difficile, sviscerarla e in qualche modo esorcizzarla all'interno di un romanzo.

È questo che fa Daniele Mencarelli in "Tutto chiede salvezza", dove si spoglia delle sue insicurezze, mostrando ai lettori l'altra metà di sé stesso, un Daniele del passato che affronta la sua settimana di TSO obbligatorio, dopo l'ennesima crisi di rabbia.

In questi 7 giorni del 1994, Daniele incontra i volti e le storie dei suoi compagni di stanza con i quali instaura un rapporto di complicità e di umanità.
Tutti ambiscono a quell'agognata salvezza che forse troveranno solo lasciandosi alle spalle il reparto di psichiatria o che più probabilmente non troveranno mai.

Ma che cos'è la salvezza? Conoscere sé stessi, le proprie mancanze e sapere di per certo chi non si vuole diventare.

Leggere questo romanzo significa imbattersi nella litania di Madonnina, aspettarsi le uscite spinte di Gianluca, commuoversi davanti all'incredibile umanità di Mario e sperare in un futuro migliore per tutti loro.

Daniele Mencarelli è un'anima pura, scrive questo romanzo con la lingua dei poeti - quella che utilizza da più di 20 anni - ma con la consapevolezza di un esperto narratore. Non utilizza un linguaggio aulico e artificioso, ma particolare, diretto, vero.

Ho amato questo romanzo, che mi ha commossa e fatto anche molto ridere perché tutto il racconto è impreziosito dal dialetto romano, che gli conferisce un pizzico di ironia e soprattutto lo rende ancor più reale.
Profile Image for Marte.
60 reviews11 followers
February 5, 2021
Il miglior libro che abbia letto negli ultimi anni, posso dire un 5 stelle più, un romanzo meraviglioso, capace di raccontare la diversità, la malattia, il differente modo di sentire. L'autore riesce a coinvolgere il lettore e a fargli sentire e toccare con mano le emozioni di un mondo diverso. Tutto chiede salvezza, tutto chiede pietà e un occhio di clemenza, uno sguardo nuovo per non cadere nel giudizio. E scritto con tanta semplicità, riesce persino ad essere comico in alcuni passaggi seppur incentrato su un argomento così complesso. Bravo l'autore!!!
Profile Image for Ermocolle.
461 reviews43 followers
October 12, 2022
" Ma non è l'aspetto provato a stringermi il petto, a farmi chiudere per un istante gli occhi, invasi di compassione. Il suo aspetto è una triste conseguenza, è la cera consumata della candela. Quello che mi fa piangere è la brace nera che gli consuma gli occhi. Un'angoscia profonda tanto da togliere il fiato. Quale malattia può mettere sulle spalle di un uomo un peso così enorme?"

Una testimonianza preziosa, per chi soffre terribilmente, indipendentemente dalla parte che la vita ha scelto di fargli interpretare.

Solo vivere permette di capire, il resto sono chiacchiere.
Profile Image for Ilaria Quercia.
399 reviews109 followers
April 26, 2021
Non so contare i motivi per cui questo libro mi ha rapita.
Uno 𝘀𝘁𝗶𝗹𝗲 di scrittura perfetto, frasi asciutte e brevi alternate al dialetto romanesco, un'emotività forte, devastante ha toccato tutte le corde più profonde del mio pensiero, tanti frammenti di 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮❜ spezzate, dimenticate, rassegnate al non ascolto, ma capaci di grande altruismo.
Questo è il punto più intimo di tutta la narrazione: il 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘀𝘁𝗼 𝗳𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗳𝗿𝗲𝗱𝗱𝗮 𝗲 𝘂𝗻❜𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮❜ 𝗳𝗿𝗮𝗴𝗶𝗹𝗲, 𝗺𝗮 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗮𝘁𝗮.
Un gruppo di derelitti che si aiuta vicendevolmente nella propria debolezza molto più di ogni terapia medica.
Mi ha ricordato Milos Forman e il suo 𝗻𝗶𝗱𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝘂𝗰𝘂𝗹𝗼.
Straziante e bellissimo
Profile Image for Leggendo cose belle.
324 reviews37 followers
March 28, 2024
“Oggi non si cura più solamente la malattia mentale, oggi è l'enormità della vita a dare fastidio, il miracolo dell'unicità dell'individuo, mentre la scienza vorrebbe contenere, catalogare.”

“Un uomo che contempla i limiti della propria esistenza non è malato, è semplicemente vivo. Semmai è da pazzi pensare che un uomo non debba mai andare in crisi.”

“Curati. Chiedi aiuto quando ti serve. Ma lascia il tuo sguardo libero, non farti raccontare il mondo da nessuno.”

Daniele, in seguito ad uno scatto di rabbia, viene sottoposto ad un TSO (trattamento sanitario obbligatorio). I compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento sono cinque uomini diversi da loro ma accomunati da un disagio psichico molto forte.

Si tratta di un romanzo autobiografico breve ma intenso; capace di essere delicato e crudo allo stesso tempo, quando più opportuno. Un romanzo che è un mix di sentimenti diversi, che ci permette di vedere il mondo da prospettive diverse. Una critica sociale, una critica al sistema sanitario, una richiesta di aiuto, di miglioramenti per aiutare le persone.

La sensibilità del protagonista ci permette di entrare in contatto non solo con lui ma anche con gli altri personaggi del libro, in quanto vuole conoscerli a fondo, e noi li conosciamo con lui.

Una lettura che forma, che insegna, che mostra parti della vita spesso nascoste.
Profile Image for Laura Gotti.
548 reviews618 followers
May 16, 2020
Ho amato molto di più il precedente ma Mencarelli è uno davvero bravo. Racconta di dolori e sofferenze, di disagio psichico e fisico, di amore e di morte e riesce a farlo senza sembrare patetico o scontato, mai banale e con una scrittura sorretta dalla poesia che ti porta lontano ad ogni paragrafo. Poi sa farti tornare a casa, prendendoti per farmi, senza forzarti e ti fa complice di un dolore sordo che attraversa ogni pagina lasciandoti attonita ma mai senza speranza. È un libro che ti riappacifica con tante cose, con le storie raccontate, con le storie che ti racconti, con gli uomini che hai incontrato, con i dolori che non hai affrontato.
Ecco, quando dico che la letteratura mi ha salvato spesso, penso a libri come questi che sono stati scritti per salvarsi e per salvare.

Succo di pompelmo rosa, in accompagnamento, perché l'ho letto quasi sempre di giorno, in terrazza, e ogni tanto serviva alzare gli occhi verso gli alberi scossi dalla bora che non se ne va nemmeno se è maggio.

Libro potente, non per tutti.
Profile Image for Anna Ricco.
188 reviews31 followers
June 2, 2021
Cosa si cela dietro un TSO?Chi sono veramente i malati mentali? Queste tematiche sono raccontate attraverso gli occhi di Daniele,un ragazzo ventenne che trascorre una settimana in un reparto psichiatrico di Roma,agli inizi degli anni 90, per una grave e profonda depressione,che gli causa notti insonni, pensieri oscuri e violente crisi di rabbia. Ma quella che Daniele non si aspetta è che trova una sorta di strana famiglia: cinque persone che condividono esperienze di esclusione, un senso di fratellanza che li porterà ad analisi consapevoli sul proprio malessere. Consigliatissimo,scorre molto bene.
Profile Image for Fedezux.
206 reviews217 followers
September 30, 2022
“Curati. Chiedi aiuto quando ti serve. Ma lascia il tuo sguardo libero, non farti raccontare il mondo da nessuno.”

ma poi ci si riprende?
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