I libri contengono storie, ma hanno sempre a loro volta una storia. Letti più volte o dimenticati su uno scaffale, ridotti a sottopentola o elevati a oggetto di studio e venerazione, molto spesso infine approdano a una libreria dell’usato. «In ogni singola ammaccatura, in ogni parola sottolineata o nota a margine, un libro usato ti ricorda che qualcuno ha scoperto quell’opera prima di te, l’ha masticata e digerita prima di te, e poi l’ha risputata fuori, rimettendola in circolo nell’organismo della grande biblioteca del mondo, sterminata e desolatissima. In qualche modo, comprare un libro usato è fare i conti con questo: che i libri ci sopravvivono, assai meno deperibili della nostra carne, e che intessono un dialogo tra loro lungo i secoli, appostati sugli scaffali delle librerie come la mia.» Questo è il particolarissimo punto di vista di Giovanni Spadaccini, che a Reggio Emilia ha aperto Libri Risorti, una piccola libreria dove vende libri vecchi, antichi e rari, e che ha scritto un prezioso repertorio di storie, raccolte in anni di lavoro e passione. Le dediche, le foto e i biglietti che rimangono impigliati tra le pagine, documenti di incerta e struggente bellezza, tramandati a posteri sconosciuti. Ma anche gli incontri surreali con chi i libri usati li raccoglie, li compra, li vende: rigattieri dall’apparenza ferina ma in realtà coltissimi, sepolti vivi dentro cumuli di ex bestseller e rarità per bibliofili; cantine piene di libri ceduti in blocco da eredi incuranti della passione libresca del caro estinto; intere biblioteche dismesse a malincuore dai legittimi proprietari, vittime della lotta senza quartiere tra i ridotti metri quadri di una casa e lo sconfinato spazio dell’immaginazione – ovvero, per farla breve, tra vita e letteratura. Se Compro libri, anche in grande quantità fosse un romanzo, sarebbe come Madame Bovary: all’inizio pensi che il protagonista sia il libraio, ma presto capisci che è piuttosto un comprimario, e un testimone. In fin dei conti, se questo è un romanzo, non può essere altro che il romanzo dei libri.
Giovanni Spadaccini (1980), dopo un Dottorato di ricerca in Antropologia ha lasciato l'Università per aprire una libreria di rarità e curiosità letterarie.
Collabora con la rivista Doppiozero e il blog Il primo amore.
Casa d'altri, i libri degli altri. Le loro vite, la tua vita. Citando Pennac: "un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso". Questo è un libro ben scelto.
Un libro che dovrebbero leggere tutti i bibliofili, quelli che quando vedono un banchetto dell'usato vi si gettano a capofitto e che si emozionano nel trovare in mezzo ai loro acquisti vecchie cartoline, scatti di famiglia, lettere d'amore, liste della spesa, dediche e biglietti di ristoranti dall'altra parte del mondo; o ancora appunti sparsi, sottolineature, timbri, ex libris...insomma, se amate i libri non potete perdere questa raccolta di pensieri sparsi che lasciano trasparire la profonda passione dell'autore per i libri e per la letteratura. Assolutamente coinvolgente.
Non c'è dubbio: Spadaccini scrive molto bene. Lo si vede già dall'introduzione. E non mi lamento nemmeno più di tanto dei pezzettini riempitivi alla fine dei capitoletti - che nascono di solito come articoli indipendenti pubblicati in rete; secondo me non era necessario dare una parvenza di continuità perché sarebbe bastato parlare di storie, ma quella è una sua scelta di per sé innocua. Quello che invece non mi è piaciuto è il tentativo di mischiare una parte più descrittiva - le storie sui libri e sulle persone - con una parte più narrativa che dal mio punto di vista è completamente avulsa, come l'estratto del suo romanzo mai portato a compimento. (Parlare del suo rapporto con i libri ha invece senso nel contesto). Insomma il risultato è stato qualcosa che non è né carne né pesce.
Nasciamo tutti, direi senza eccezione, lettori di libri usati: li scopriamo sugli scaffali di casa, transitati da occhi e pupille di genitori o fratelli/sorelle più grandi, ordinati in un modo che si sembra misterioso e che fatichiamo a rispettare, una volta completata la lettura, perché non capito.
Poi, se ti prende la passione per oggetti certamente dotati d’anima che ti trascineranno nello spazio e nel tempo, cominci a farti la TUA personalissima selezione, papà aggiunge qualche scaffale in camera, poi cederà alla necessità di una/due/tre librerie, a rubare spazio agli armadi. E siccome i soldi della paghetta quelli sono, se sei fortunato nella tua città ci sono librerie “remainders” (quando sono arrivato a Milano si diceva così, e ci si riferiva a uno spazio su due piani ormai scomparso in piena Galleria). Ci ho passato interi pomeriggi, ricordo istanti di rivelazione.
E ricordo di essermi domandato come ci arrivassero lì, quei libri. Immaginando magazzini e patrimoni perduti, separazioni sofferte ed eredità non volute.
Giovanni Spadaccini in “Compro libri anche in grandi quantità” racconta come i libri finiscono nel circuito dell’usato: è la storia di vite perdute, di biblioteche smembrate, di anziani che vorrebbero lasciare un segno nel mondo, di eredi litigiosi, di scoperte fortunate, di polvere e schiene doloranti, di segnalibri. Sono pagine che inteneriscono, a volte divertono, più spesso commuovono (su un Diario ho singhiozzato un po’). Memorabile.
E poi c’è il fatto che Spadaccini racconta e quindi consiglia, quasi inevitabilmente e quasi per inciso: mi sono appuntato alcuni titoli e autori che non conoscevo, li comprerò usati, ci mancherebbe altro.
“Compro libri anche in grandi quantità” è, infine, un bellissimo prodotto editoriale: magnifica sopracoperta, splendida copertina, carta godibile, font e spaziature che agevolano la lettura.
Lo stile dell'autore è molto gradevole e infatti mi sarebbe piaciuto che il libro fosse stato più ricco di racconti e sue esperienze personali. Invece purtroppo è solo un breve sguardo nell'assurda vita di un libraio dell'usato.