Negli ultimi cento anni matematica e letteratura hanno incrociato il loro cammino innumerevoli volte, troppe perché si tratti soltanto di incontri casuali. Se è vero che entrambe sono attività di "finzione" e consistono principalmente nell'invenzione di mondi possibili, non stupirà questo continuo e fecondo rispecchiamento. Sensibili in modo particolare al fascino della matematica si sono dimostrati poeti, narratori, romanzieri che nulla accomuna l'uno all'altro, se non il fatto che nelle loro opere, con frequenza e in misura maggiore o minore, emergono idee o strutture matematiche, affiorano riferimenti ai numeri transfiniti o alle geometrie non euclidee, balenano metafore costruite su concetti tratti dall'algebra o dalla logica. Tale fascinazione ha prodotto straordinari racconti; questa antologia ne propone ventisei, da Il libro di sabbia di Borges a La biblioteca universale di Kurd Laßwitz, da Tennis, trigonometria e tornado di David Foster Wallace a un Breve ritratto di Alan Turing di Carrière.
C'è dunque un punto di contatto tra la regina di tutte le scienze astratte e la madre delle discipline umanistiche? Come succede molto spesso, una delle più grandi realizzazioni della filosofia della scienza nel ventesimo secolo, è che la matematica è un realtà una disciplina umanistica.
Tutta la sua pretesa oggettività e tutto il rigore del suo metodo, non è che un fragile involucro che ne nasconde la profonda umanità. E' umana sia negli obiettivi nascosti con imbarazzo più o meno grande, che nelle fragilità e perchè no, nei sogni.
Può l'eleganza essere un obiettivo primario della matematica? La realtà è che un modello vero ma astruso è assai meno interessante che uno falso ma potente e semplice, che sarà continuamente oggetto di sempre nuove riproposizioni generazione dopo generazione. Peraltro "entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", e Johannes Euler, il più grande matematico dell'illuminismo, deve molta della sua fama agli innumerevoli risultati tanto grandiosi quanto "belli" nella loro semplicità che ha consegnato ai posteri.
Da Cartesio e Galileo in avanti il lavoro della matematica è stato un lungo cammino verso la granitica coerenza e completezza da sempre millantata come possibile. Ma proprio ad un passo alla fine, quando David Hilbert nei primi anni del novecento potè contare i passi che mancavano all'arrivo, il primo teorema di godel la condannò al caos. Dietro una formula astrusa si nasconde la resa: l'amissione che proprio il fatto di essere prodotto umano per gli uomini rende il sogno della completezza un'utopia.
Perchè la più rigorosa e fredda ricerca umana si può definire sogno? Perchè manipolando simboli astratti dall'esperienza reale essa crea nuovi mondi, e può guardare a ciò che per l'esperienza è inconoscibile o incomprensible. Quanti teoremi, quante proprietà del numero infinito! Ma lo "capiamo" noi veramente cosa sia l'infinito? Altrettante le proprietà dello zero, ma chi di noi non prova un senso d'angoscia pensando al nulla? Da dove vengono e come abbiamo fatto ad afferrare le nostre conoscenze sulla quarta dimensione, sulla quinta, o addirittura sugli spazi proiettivi a dimensione infinita? La capacità di creare mondi nuovi, il riconoscimento in termini formali dell'enigma dell'uomo, il mai ammesso tentativo di preferire risultati "belli" a risultati "veri" portano ad uno storico avvicinamento la matematica e la letteratura.
Questa raccolta parla di quest'incontro.
Vasta e assortita è la platea degli scrittori che hanno deciso di accostarsi al regno della matematica, sia in modo deliberato, perchè ne hanno riconosciuto le potenzialità per capire meglio se stessi, sia come corollario per indagare aspetti diversi.
Non sorprende che tra i primi ci siano i più famosi scrittori della fantascienza e del fantastico: come la matematica cosi la fantascienza genera mondi. Se Stanislaw Lem resta affascinato dal bagliore di comprensione dell'infinito che abbiamo raggiunto ricavandone cardinalità e numerabilità, Italo Calvino riconosce in PI e nel numero di Nepero E i fondamenti dell'universo ultimo e nel loro carattere irrazionale la sua matrice caotica e inconoscibile, mentre Henlein non esita a ricorrere ai risultati della geometria N-dimensionale per farci entrare in una misteriosa casa quadridimensionale che non ci risparmia una serie di sorprese.
A fianco a loro i maestri della letteratura universale a cui non poteva sfuggire il grande risultato della matematica del novecento nel ridurre a formule e teoremi gli infiniti ma anche i paradossi dell'età classica. Saramago, Borges, ancora Calvino, Wallace non vedono nella matematica una macchina che crea strumenti per i fisici e gli ingegneri, ma un prezioso occhio aggiuntivo sul nostro lato più oscuro. E la feroce contestazione che nel suo fantasticare Umberto Eco fa a Pitagora non ne è che il manifesto: non più l'indagine del mondo deve adeguarsi all'iperuraneo matematico ma i numeri, adeguandosi con modelli sempre nuovi a descrivere l'indescrivibile, ci aiutano a capire l'incomprensibile. Non mancano storie brillanti e piacevoli scritte da autori di cristallino talento come McEwan ma soprattutto Cortazar, il cui incontro tra le pagine di un libro è sempre un gran piacere, in cui il mondo dei numeri ci fa l'occhiolino da un angoklo mentre in realtà si sta parlando d'altro.
Proporre un libro simile a chi in anni passati era stato preso per strambo perchè trovava "bella" la geometria proiettiva semplicemente non è leale. Equivale a prendere per la gola con un vassoio di babà un inguaribile goloso. E' pur vero che non tutti i pasticcini in salsa algoritmica di questo libro hanno lo stesso gusto (ci sono racconti che non sono a livello degli altri e che sono tutto sommato inutili), ma il gran numero di autori di alto livello, il fascino di indagare l'irrazionale, il gusto di scoprire il perfetto che supera se stesso ammettendo la propria imperfezione, rendono inevitabile come l'n-esima cifra di PI una quinta, sfolgorante stella sopra questo libro.
La letteratura si scopre qui intrisa di linguaggio matematico. Per chi fosse interessato a come la matematica guarda se stessa scoprendosi "letteraria" suggerisco due grandi libri. "Cos'è davvero la matematica" di Reuben Hersh. "Godel, Escher, Bach. Un'eterna ghirlanda brillante" di Douglas Hofstadter.
Un pò specialistico, ovvero molti racconti si possono apprezzare meglio avendo davvero una qualche infarinatura in matematica. Un pò dispersivo, ovvero la qualità dei racconti è abbastanza variabile. Ma, anche se non ero in fase di racconti, ho trovato delle belle chicche. Come i racconti di McEwan e il Libro di sabbia di Borges, la Casa nuova di Heinlein e una biografia breve di Turing. E tanti altri.
“Fra i dodici e i quindici anni, io ero un quasi-campione di tennis nella categoria juniores. Mi feci le ossa sul campo lavorandomi i figli di avvocati e di dentisti ai piccoli tornei del Country Club di Champaign e Urbana e di lì a poco ammazzavo intere estati scarrozzato in macchina all’alba alla volta di vari tornei per tutto l’Illinois, l’Indiana, e l’Iowa. A quattordici anni arrivai al diciassettesimo posto nella classifica della Sezione Occidentale della United States Tennis Association (dove “occidentale” è l’antico e decrepito termine con cui l’USTA indica il Midwest: ancora più a ovest c’erano la Sezione del Sudovest, del Nordovest e del Nordovest Pacifico). Il mio flirt con l’eccellenza tennistica ebbe molto più a che fare con la zona dove prendevo lezioni e mi allenavo e con una strana propensione per la matematica intuitiva che con il talento atletico.” Un debolissimo filo conduttore, quello della matematica, per una raccolta eterogenea che mi permette di approcciarmi per la prima volta ad autori come David Foster Wallace (che ho citato sopra) e Jorge Luis Borges, a ritrovare autori che conosco bene, da Asimov a Buzzati, e altri che conosco poco come McEwan. Come naturale in questo genere di raccolte, si alternano racconti meravigliosi, racconti belli, racconti così così e racconti brutti. In particolare, ho apprezzato molto Naturalmente, di Fredric Brown, che è spiazzante e sorprendente come sanno essere molti racconti di questo autore, da Sentinella a Esperimento a Questione di scala. Molto belli anche quello di Asimov (che già conoscevo), i due di Borges, quello di Wallace e quello di Bioy Casares. Spicca anche una breve ma completa biografia di Turing, scritta da Carrère.
Matematica e letteratura, letteratura e matematica. Connubio difficile? Assolutamente no, si potrebbe dire fortunato. I racconti divisi per categorie (numeri, spazi, ritratti) raccontano parti diverse di uno stesso mondo, in maniera fantasiosa a volte, inaspettata altre. Bellissima l'introduzione di Bartocci. Disclaimer :) forse in quanto matematica sono di parte.
Come tutte le raccolte di racconti di autori vari, sono alternati dei piccoli gioielli a delle storie di scarso valore letterario e scarso coinvolgimento. Ho apprezzato molto l'introduzione di Bartocci, per la quale vale la pena comprare il libro se siete appassionati di scienze "dure" (specialmente la matematica). Libro nel complesso godibile a tratti.
Dopo averlo perso misteriosamente, e riapparsomi in brandelli altrettanto misteriosi, me ne è stata regalata una nuova e bella edizione da una bella persona. Riletto con piacere. Molti racconti è banale dire che siano bellissimi visti gli autori ma ho rivalutato "Geometria solida" di McEwan e la mini biografia di Turing scritta da Carrere. Chiude Musil con uno dei suoi testi forse migliori (hai detto niente)
Antologia eterogenea che accosta racconti celebri (Il libro di sabbia), a piacevoli scoperte (Ragazzo). Il tema comune, la matematica, in alcuni è elemento pregnante (L'hotel straordinario), in altri sfumatura da addetti ai lavori (Continuità dei parchi), mai pregiudicando il piacere della lettura.
Questo libro è stato una mezza delusione. Non tanto per il valore letterario che mediamente è più che buono (tra gli autori ci sono Borges, Calvino, Lem, Saramago, Asimov per fare qualche nome), quanto per la pertinenza con la matematica, più spesso relegata a pretesto che non a fulcro della narrazione. I racconti in cui la scrittura diventa strumento di indagine dei concetti matematici si possono contare sulle dita di una mano: Il libro di sabbia di Borges, L'hotel straordinario di Lem, Geometria solida di McEwan e La Biblioteca Universale di Lasswitz. Tutti gli altri oscillano tra una blanda contaminazione con concetti logico-geometrici a una più o meno altrettanto debole assonanza con strutture razionali, regolarità o simmetrie.
Oltretutto i racconti migliori, per colmo d'ironia (ma forse neppure troppo...), sono quelli che meno hanno a che fare con la matematica, primo fra tutti il toccante Riflusso di Saramago, che descrive la follia di un sovrano che voleva depurare i suoi domini da ogni segno di morte, relegandoli tutti in un immenso cimitero edificato al centro del regno. Intrigante anche il racconto di Foster Wallace Tennis, trigonometria e tornado sull'anomala abilità nel tennis di un ragazzino dell'Illinois, o quello di Calvino Il conte di Montecristo, suscettibile di molteplici interpretazioni. Deludente invece il racconto Nove volte sette di Asimov che fallisce proprio lì dove di solito eccelle, ovvero nell'elaborazione di una convincente idea di fondo, in questo caso, al contrario, particolarmente insulsa.
Discorso a parte invece per i ritratti alla fine del libro, tutti godibili e suggestivi, con una menzione particolare per il Breve ritratto di Alan Turing di Carrère, che riesce a tracciare con mano leggera un profilo straordinariamente umano e vivido di uno scienziato di prima levatura ma molto poco noto al grande pubblico.
Il volume è curato da Claudio Bartocci, docente universitario di Fisica Matematica ed autore di svariati saggi ed articoli di carattere matematico. Nell'Introduzione egli si auspica che questa raccolta mostri come la letteratura sia un tramite affascinante ed efficace verso le meraviglie dei lidi logico-deduttivi per lo più ignorati dall'uomo di cultura medio. Purtroppo sembra invece che il libro provi proprio il contrario...
--- Precedente: Analizzare i film Successivo: ??? [Manca anche la data di conclusione della lettura].
⭐⭐⭐⭐ = La faccia geniale della matematica per una che proprio non la concepisce!
📚 La Raccolta Contiene: 📖 Numeri ---> • "Il libro di sabbia" - Jorge Luis Borges • "Nove volte sette" - Isaac Asimov • "Quanto scommettiamo" - Italo Calvino • "L'hotel straordinario" - Stanislaw Lem • "La trama celeste" - Adolfo Bioy Casares • "Eupompo diede lustro all'Arte mediante i Numeri" - Aldous Huxley • "Esame dell'opera di Herbert Quain" - Jorge Luis Borges
📖 Spazi ---> • "I sette messaggeri" - Dino Buzzati • "Continuità dei parchi" - Julio Cortázar • "Geometria solida" - Ian McEwan • "La quadratura del cerchio" - O. Henry • "La Biblioteca Universale" - Kurd Laßwitz • "Il conte di Montecristo" - Italo Calvino • "La casa nuova" - Robert Heinlein • "Fuga" - Daniele Del Giudice • "Riflusso" - José Saramago • "Ragazzo" - Dario Voltolini • "Naturalmente" - Fredric Brown • "Tennis, trigonometria e tornado" - David Foster Wallace
📖 Ritratti ---> • "Pitagora" - Umberto Eco • "La morte di Archimede" - Karel Čapek • "Paolo Uccello" - Marcel Schwob • "Un Hugo geometra" - Raymond Queneau • "John von Neumann 1903-1957" - Hans Magnus Enzensberger • "Breve ritratto di Alan Turing" - Emmanuel Carrère
📖 L'uomo matematico ---> • "L'uomo matematico" - Robert Musil
Nonostante il titolo possa spaventare, lo trovo un libro accessibile a tutti.
Essendo io appassionato di matematica, ho apprezzato molto questa raccolta, quasi unica. I miei racconti preferiti sono quelli di Calvino, Heinlein e Asimov; i quali mi hanno coinvolto e portato a riflettere sui temi trattati. Invece non mi sono piaciuti i racconti di Casares e Musil; che ho trovato noiosi e la cui scrittura non mi ha trasportato. Nel complesso però ho apprezzato tutta la raccolta e per questo motivo gli do 4 stelle.
raccolta diseguale, in cui non si colgono elementi unificanti, se non un generico riferimento alla matematica e alla geometria. Il tema è molto interessante, ma il curatore poteva fare un lavoro migliore nella ricerca dei pezzi: la metà dei racconti li avevo già letti e sono molto famosi, mi aspettavo qualcosa di nuovo... Migliori racconti: Borges, Wallace, Carrere, Asimov....invece le pagine di Eco sono imbarazzanti (un'intervista a Pitagora che finisce con Eco che spiega a Pitagora perchè sbaglia...?!?), il racconto di Lasswitz distrugge tutta la poesia e la bellezza del concetto della Biblioteca di Babele, Del Giudice e Voltolini c'entrano poco con la matematica...
I should probably reread it, because the only story I remember is Isaac Asimov's The Feeling of Power or Nove volte sette, which is already good enough to make this book marvelous.
Difficile dare una valutazione a questa raccolta così variegata. In alcuni il concetto matematico è un pretesto per scrivere (penso a L'hotel straordinario), in altri fa appena capolino (Tennis, trigonometria e tornado), in qualcuno appena traspare (Fuga). Molti racconti sono piccoli capolavori letterari: lo stile straniante di Asimov, il punto di vista sempre insolito e preciso di Calvino, il sarcasmo di Eco... per altri ho faticato maggiormente nella lettura, per via dello stile che invece non mi ha entusiasmato. Quelli biografici (Un Hugo geometra, John von Neumann, Breve ritratto di Alan Turing) non danno un gran valore aggiunto a chi già conosce i protagonisti. Apprezzabile l'idea di mettere insieme tanti autori così diversi, trovando un filo conduttore comune, che mostra quanto i concetti matematici facciano parte del nostro linguaggio e siano d'ispirazione anche per riflessioni umanistiche e letterarie.
Lettura piacevole, non indimenticabile: come tutte le raccolte di racconti, si va per alti e bassi e non c'è una trama univoca e tenere il lettore in ansiosa tensione o continua curiosità. Detto questo, il pregio maggiore è sicuramente quello di aver dato fiato letterario a un ambito, la matematica, spesso marginale se non vilipeso in ambiente umanistico.
Alcuni racconti non si capisce quale connessione abbiano con la matematica, la maggior parte sono più racconti di fantascienza che racconti matematici. Rimane comunque una raccolta godibile e una buona lettura.
Fra i racconti migliori, I sette messaggeri di Buzzati (che si può trovare anche ne I sessanta racconti ) e La casa nuova di Heinlein (che si può trovare anche ne Le meraviglie del possibile) nonché il sorprendente Fuga di Daniele del Giudice (che non conoscevo) e La trama celeste di Casares. Bella anche la serie di racconti biografici raccolti nell'ultima sezione.
Su tutti, emergono nettamente per qualità Riflusso di Saramago, la solita formidabile grazia di Borges e soprattutto Tennis, trigonometria e tornado di Foster Wallace, vero gioiello (e da cui comprendo il gran bene che si dice su questo autore di cui finora non ho mai letto nulla - mea culpa).
Dall'altro lato della mia personale (e opinabilissima) graduatoria, mi tocca mettere Calvino (che, ahimè, per me oscilla sempre - e i due racconti qui riportati ne sono un esempio perfetto - fra il buono ( Quanto scommettiamo ) e il confuso ( Il conte di Montecristo ): dico confuso riassumendo con questo termine l'impressione che un certo Calvino mi continua a fare con certe opere, ossia un senso di esagerata astrazione, di inutile modernismo e di sostanziale incomprensione nonché, che è la cosa peggiore, di noia assoluta. Peggior racconto quello di Dario Voltolini (che non conoscevo), Ragazzo , che oltre a non essermi chiaro in che modo possa riguardare, anche di striscio, la matematica, è scritto male, confusamente e, nella breve trama, appare completamente inutile in sé: parole buttate giù a caso senza che la globalità del racconto arrivi a dire qualcosa di utile o di nemmeno lontanamente memorabile.
Comincio a essere abbastanza refrattario a un certo modernismo fatto di astrazione e di sperimentalismo che, in fondo, è solo esibizionismo intellettuale privo di racconto. Letteratura senza racconto, che è come dire una scatola di biscotti senza biscotti. Cioè una scatola. Alcune scatole sono di latta e in fondo sono pure belle e comode per riporci altre cose; altre sono miracoli di packaging, colorate e fashion, ma utili solo a accendere il fuoco.
Questa antologia solleva un vespaio di domande e di problematiche a qualsiasi lettore recettivo e curioso. Ognuno potrà scegliere il suo autore e il suo racconto preferito e quello a lui meno gradito. Tuttavia non si potrà negare un lampo di genio a nessuno degli autori selezionati. Cominciamo dalle domande più semplici: esiste un genere letterario che possiamo definire "racconto matematico"? Siamo abituati a ragionare intorno a categorie come "racconto fantastico" oppure generi come il giallo, noir oppure fantasy. Il racconto matematico possiede lo stesso diritto di cittadinanza? E ancora, se esiste il "racconto matematico" perché non estendere questa categoria anche al romanzo. Nella sua introduzione, il curatore, Claudio Bartocci, elenca alcuni narratori che hanno subito il fascino della matematica o che si sono serviti di processi logici matematici nelle loro opere. Devo confessare, tra l'altro, la mia scarsa dimestichezza con la matematica.
Non è vero che matematica e letteratura siano come cane e gatto. O magari sì, visto che ci sono esempi in cui i due animali vanno d'amore e d'accordo... Questa raccolta di racconti edita da Einaudi vuole sfatare il mito della separazione tra i due mondi presentando una serie di racconti di autori del Novecento incentrati su temi matematici. Abbiamo così il racconto che poi ispirò a Borges la sua Biblioteca di Babele, l'infinito Hotel Hilbert di Stanislaw Lem che poi Ronconi ha ripreso nel suo Infinities, Calvino che prende in giro Dumas e i suoi Dantés e Faria in un delirio multidimensionale, Heinlein con il suo racconto della casa a forma di ipercubo... Alcuni dei racconti personalmente non è che mi siano piaciuti o interessati più di tanto, ma il risultato complessivo è comunque più che buono.
L'indicazione di raccolta non compare nel titolo a buona ragione. L'unico filo conduttore tra i vari pezzi è la presenza di un riferimento più o meno forte, più o meno vago, ad una qualche branca della matematica, non importa se reale o fittizia . Qualità, scorrevolezza e stile di scrittura variano molto da un racconto all'altro dando l'impressione di una ricerca iniziale infruttuosa o di una volontà dal curatore di creare un volume che mostri come la matematica sia onnipresente a discapito del risultato.
mediamente belli i racconti, con alti e bassi dove gli alti - secondo la mia umile opinione - risiedono principalmente in latinoamerica. non per tutti mi è chiaro il legame con la matematica. alla fine quello che ho preferito sono stati i ritratti di matematici: eco un po' pedante con il suo pitagora, bello il turing di carrère (anche se, con in mente la faccia di cumberbatch, avevo la sensazione che qualcosa non tornasse).
...serie di estratti da libri più o meno famosi che hanno tutti un filo comune: la matematica. Mi sono piaciuti quasi tutti e sicuramente questo libro è un buono spunto per approfondire i racconti più curiosi e prendersi il libro originale. Io sicuramente prenderò quello di D.F. Wallace.
in realtà di matematica non ce n'è tanta, e comunque niente di estremo. ottima scelta degli autori, racconti in bilico tra assurdo e mistero, come piacciono a me. gemellato: C'era una volta un paradosso
Alcuni racconti sono divertente e piacevoli, altri invece ho fatto fatica a finirli. Molti racconti c'entrano poco con la matematica, molti invece hanno a che fare con matematica filosofica come gli universi paralleli, nel complesso è un buon libro e piuttosto piacevole.