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Riguardo al proseguimento del gioco, non ci sarà. Verranno rinnovate solo le sfide ..."
Grazie per la tua supervisione e per la pazienza di Giobbe che hai avuto per i nostri collegamenti farlocchi! Io mi sono divertito e ho letto un bel po', grazie a questo gioco!

Nuovo Aggancio Perché i gatti cadono sempre in piedi e altri misteri della fisica di Gregory J. Gbur, stessa parola nel titolo: "sempre".


Credo che abbia ragione uno dei commentatori GR del libro, a dire che romanzi come questi vanno letti nell'adolescenza. Dopo, non siamo più in grado di apprezzarli nella luce corretta.
Palermo (o Tuttoporto), primi anni 90 (gli stessi del Divo di Sorrentino). Nel quartiere Brancaccio, controllato dai fratelli Graviano (gente con cui è meglio non spartire il pane), il coraggioso presbitero Pino Puglisi tenta di sottrarre alla strada e alla mafia giovani e giovanissimi, nell'indifferenza colpevole delle istituzioni. Intorno a lui e alla sua missione, si snodano le storie di una ventina di personaggi, fra cui Federico, un liceale di famiglia ricca, che ha Puglisi come insegnante di religione. Federico si fa coinvolgere nelle attività del sacerdote e conosce Lucia, che ha l'ambizione di diventare regista e di cui si innamora.
(view spoiler)

Aggancio: l'esatto contrario di una parola del titolo precedente inferno-paradiso

Spiace davvero che la chimica, questa bellissima scienza dalle antichissime radici, sia un po' snobbata a livello divulgativo, stretta com'è tra la fisica dei misteri del macro e del microuniverso e le scienze della vita. Con il saggio di Beatrice Mautino, di formazione biotecnologa e oggi divulgatrice con una rubrica fissa sulle Scienze (intitolata "la ceretta di Occam"), ho cercato un po' di rimediare. Frutto di due anni di lavoro sul campo, con accurate ricerche bibliografiche e interviste a esperti, scienziati, produttori e rivenditori, il libro racconta gli aspetti scientifici, soprattutto chimici, del mondo della cosmesi e del make up: le tinture per capelli, fra cui il famigerato henné, la produzione del rosso carminio, i rossetti, il talco, i glitter e il loro impatto ambientale etc. Nel contempo vengono affrontati alcuni aspetti regolatori e legislativi del mondo dei cosmetici, cercando di fare chiarezza su alcuni temi che suscitano l'inevitabile polarizzazione dell'opinione pubblica, come ad esempio la presenza di metalli pesanti in alcuni prodotti, la pretesa "naturalezza" di determinati prodotti chimici, il concetto, vaghissimo, di ecobio. La parte chimica è indubbiamente più interessante di quella dedicata ai regolamenti USA o UE per le sostanze ammesse nei cosmetici. Nell'ultima parte Mautino perde la bussola e allarga un po' troppo gli orizzonti, finendo a parlare anche di salute, in particolare nell'ultimo capitolo dedicato alla vitamina D e alla crociata del medico Holick a favore dell'esposizione al sole nelle ore più calde delle giornate estive. Un pregio del libro è rendere consapevole il lettore dei complessi meccanismi della ricerca scientifica e del fatto che in alcuni casi non è possibile fornire una risposta definitiva a certi interrogativi: la ricerca può solo continuare...

Se il libro di Alice L'annusatrice di libri di Desy Icardi va bene, mi aggancerei con La scienza nascosta dei cosmetici di Beatrice Mautino, con il criterio stessa provenienza dell'autrice.
Desy Icardi risulta nata a Torino (scheda Fazi editore), mentre Beatrice Mautino è nata a Ivrea. Va bin?

Pompeo nel gelido
marmo sta zitto,
ma tra sé gongola:
— Caio, sei fritto!
E mentre Cesare
cade ai suoi piè
i buchi éi nùmera:
son ventitre!
[G. Rodari, Novelle fatte a macchina
Molti anni fa vidi la versione cinematografica del 1953, molto incisiva, soprattutto per il Marco Antonio di Marlon Brando. La presente traduzione di Vico Lodovici è in prosa ed è piuttosto scorrevole, anche se non rifugge da qualche anacoluto ispirato all'originale. La storia è ben nota, ma devo dire che forse la tragedia doveva intitolarsi Bruto, visto che il vero protagonista è lui: ne seguiamo la complessa psicologia e il passaggio dalla fedeltà a Cesare alla giustificazione dell'assassinio politico in nome della Repubblica, all'eroismo sul campo di battaglia, alla consapevolezza della propria sconfitta. Tutti gli altri personaggi di questa tragedia insolitamente breve sono un po' sfocati: l'ingenuo Cesare, prigioniero della propria ambizione e cieca vittima che si offre ai propri carnefici, l'infido Cassio, spinto più dall'odio per Cesare che dagli ideali repubblicani, i due personaggi femminili, Calpurnia e Porzia, incarnazioni della devozione coniugale, Ottavio e Cicerone, pedine di un grande gioco... L'unico che rivaleggia un poco con Bruto è Marco Antonio, cui viene affidata la bellissima orazione sul corpo crivellato di pugnalate di Cesare, un discorso tecnicamente perfetto, con cui scuote le masse e le muove a suo piacimento. Intensi anche i monologhi di Bruto, da cui traggo questa citazione sul potere dell'ambizione:
It is the bright day that brings forth the adder;
And that craves wary walking.
[...] But 'tis a common proof,
That lowliness is young ambition’s ladder,
Whereto the climber-upward turns his face;
But when he once attains the upmost round,
He then unto the ladder turns his back,
Looks in the clouds, scorning the base degrees
By which he did ascend.
[Atto II, Scena I]

https://angloamericanstudio.wordpress...
:D

Recensione:
https://www.goodreads.com/review/show...

Finito Sono come il fiume che scorre. Pensieri e riflessioni 1998-2005 di Paulo Coelho."
C'è stato un momento, intorno a 15-20 anni fa, in cui Coelho era un autore bestseller che vendeva milioni di copie e finiva sempre nelle top ten dei libri più letti... oggi le sue quotazioni sono al ribasso. Pensare che era amatissimo da D'Alema... ;)


Veramente potente questo saggio di Foucault... densissimo di concetti e intuizioni, osservazioni acute, analisi profonde. Si dovrebbe sottolineare parecchio. Anche se si può essere in disaccordo con alcune conclusioni, è innegabile la forza della concatenazione argomentativa.
Il saggio si apre con il sanguinoso supplizio di Robert Damiens, avvenuto il 28 marzo 1757: Damiens aveva attentato alla vita di Luigi XV, riuscendo a ferirlo e, per questo, venne condannato alla pena dei regicidi, lo squartamento per mezzo di quattro cavalli. Partendo da questo episodio Foucault illustra il cambiamento epocale nell'ambito della punizione dei delitti avvenuto fra la fine del Settecento e la fine dell'Ottocento. Le tecniche inquisitorie, i tribunali pubblici e i supplizi lasciano il passo a un sistema detentivo analitico, il cui perno è la reclusione priva di pene dolorose, ma organizzata secondo forme complesse di disciplina a cui il detenuto (e tutti coloro che svolgono professioni connesse, dai medici ai poliziotti, ai carcerieri) deve piegarsi. La prigione intesa in senso moderno è il punto di arrivo di questo lungo processo che Foucault descrive in termini quasi scientifici, individuando concetti, principi e regole che lo costituiscono. Molte pagine sono dedicate al concetto di tecnologia del corpo, ossia all'insieme di pratiche (dall'occupazione dello spazio circostante alle tempistiche quotidiane) che definiscono l'esistenza e la corporeità del detenuto, e all'anatomia politica come chiave interpretativa della nascita della prigione.
Particolarmente interessante (e inquietante) è la descrizione del Panopticon del filosofo utilitarista Bentham, la prigione utopistica che consente una continua visione nascosta del detenuto.
Colpisce molto anche l'osservazione del legame fra la nascita delle scienze umane e l'istituzione carceraria: molte scienze umane, fra cui la psicologia, hanno certamente le loro radici nell'osservazione del comportamento di individui reclusi, sempre a disposizione, sotto l'occhio di esperti (medici, poliziotti etc.).
Nell'ultima parte del saggio, Foucault aggiunge all'analisi filosofica il dibattito politico esprimendo in modo sempre più forte la sua contrarietà all'istituzione carceraria (affermando però che sia un male necessario, perché difficilmente sostituibile), con una feroce critica del fallimento della prigione nel suo compito di restituire alla società un individuo "corretto" e riabilitato.
Altro punto di interessante è la dimostrazione che le tecniche di correzione applicate nelle prigioni sono decisamente simili, quasi punto per punto, alle tecniche usate nelle scuole, negli ospedali, nelle caserme e nelle fabbriche.
Foucault ha un poco la tendenza a ripetersi, ma credo sia un fatto retorico, per dare una spinta maggiore alle proprie tesi. Egli segue molto da vicino la storia francese, con un uso ponderato delle fonti. A volte non è sempre facile capire di cosa sta parlando quando cita alcuni episodi minori della storia di Francia: forse qualche nota in più da parte dei curatori avrebbe giovato.