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Chi non legge in compagnia...
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GDL 2022- Ciclo Rougon- Macquart- 16) “Germinale” - “Germinal”
Io ho un inizio mese un po' intenso, quindi lo comincerei da metà luglio. In caso voi partite pure e io con calma vi raggiungo 😁



Proviamo a iniziarlo da settimana prossima, verso il 18 - 20 luglio?
Così magari anche tu @Elettra ti sarai ripresa 🤞🤞🤞
Così magari anche tu @Elettra ti sarai ripresa 🤞🤞🤞

Mi dispiace Elettra!! Resisti mi raccomando! 💪🏼
Un abbraccio 🤗😘
gufo_bufo wrote: "Che faccio, comincio?"
Vai, io comincio tra stasera e domani mattina ^^
@Elettra, ti chiedo pazienza, non riesco ad aspettarti perchè ho il solito incastro di letture sfidesche, mannaggia a me!!! :(
Vai, io comincio tra stasera e domani mattina ^^
@Elettra, ti chiedo pazienza, non riesco ad aspettarti perchè ho il solito incastro di letture sfidesche, mannaggia a me!!! :(
Iniziato e letti i primi 4 capitoli.
Non me ne vogliate per il commento irriverente, ma mai 'na gioia, eh?!??!
Siamo in piena sfiga in questo romanzo.
Comincio a sentire la nostalgia dei salotti parigini 😝😝😝
Non me ne vogliate per il commento irriverente, ma mai 'na gioia, eh?!??!
Siamo in piena sfiga in questo romanzo.
Comincio a sentire la nostalgia dei salotti parigini 😝😝😝


Elettra wrote: "Scusatemi ragazze, lascio. Andate pure avanti. Quando io e mio marito saremo fuori da questo problema vedrò come fare"
Caspita Elettra, mi spiace. In bocca al lupo e spero di leggerti di nuovo presto in questi lidi
Caspita Elettra, mi spiace. In bocca al lupo e spero di leggerti di nuovo presto in questi lidi

In bocca al lupo @Gufo.
No, questo Zola non mi sembra proprio una buona compagnia per una convalescenza. A volte mi sembra persino che esageri con il patetico. Magari è un'impressione mia, vittima del caldo, ma mi sembra che rispetto ad altre descrizioni di situazioni sfortunate, in questo romanzo calchi un po' la mano.
No, questo Zola non mi sembra proprio una buona compagnia per una convalescenza. A volte mi sembra persino che esageri con il patetico. Magari è un'impressione mia, vittima del caldo, ma mi sembra che rispetto ad altre descrizioni di situazioni sfortunate, in questo romanzo calchi un po' la mano.

In merito a Germinal...ormai dovreste saperlo che "mai una gioia" è il vero filo conduttore altro che albero genealogico! 😅
mi sarebbe piaciuto leggerlo con voi ma in questo periodo non ho molto tempo ( e neppure testa) 😪
Buona continuazione!
Finita la III parte con l'incidente in miniera (che del resto aleggiava sin dal primo capitolo)
Ma ha colpito la reazione di (view spoiler)
Ma ha colpito la reazione di (view spoiler)

A me continuano a venire alla mente dei fili che legano i vari romanzi: lo scarsissimo senso materno di Gervaise (era l'Assommoir?), che sente i figli come peso e come fastidio, o i bimbi del "Ventre di Parigi", che vengono su come erbacce o come bestioline; le cospirazioni socialist-anarcoidi che crescono nei bar, qui nchi, magri contro grassi, con lo stesso senso di sventura incombente, di condanna già scritta prima dell'inizio del processo.
Decisamente, mai 'na gioia.
Vero, tanti riferimenti incrociati a libri precedenti. Del resto ormai abbiamo un bel bagaglio di romanzi di Zola alle spalle!
Questo romanzo però, mi sembra particolarmente tetro. I personaggi sono poverissimi sin dall'inizio, hanno una vita di stenti, di dolore e sopraffazione in cui non c'è nessuno spiraglio. La Gervaise di L'assommoir è vero che finisce male, ma ha un lungo momento di gloria, Jacques con la sua locomotiva in La bestia umana, ne patisce tante, ma ama il suo lavoro, trova un po' d'amore, così giusto per parlare delle nostre ultime due letture. Qui è sfiga nera all'ennesima potenza e senza possibilità di riscatto. Non sarà un caso che l'ambientazione è quella delle miniere e quindi forse c'è un tentativo di metafora legata alla discesa nel buio, negli inferi (ma magari me la sto inventando io).
Finito la 5^ parte con la grandr manifestazione durante lo sciopero. Che gli si può dire a Zola quando descrive così le folle?
E le sue donne, il modo in cui si accaniscono?
Chissà se, anche qui, non c'è un'eco, in questo caso storica, della rivoluzione francese iniziata anche per via delle donne che manifestavano per avere il pane.
Chissà chissà, ma tanto la prefazione la leggo dopo 😜
Questo romanzo però, mi sembra particolarmente tetro. I personaggi sono poverissimi sin dall'inizio, hanno una vita di stenti, di dolore e sopraffazione in cui non c'è nessuno spiraglio. La Gervaise di L'assommoir è vero che finisce male, ma ha un lungo momento di gloria, Jacques con la sua locomotiva in La bestia umana, ne patisce tante, ma ama il suo lavoro, trova un po' d'amore, così giusto per parlare delle nostre ultime due letture. Qui è sfiga nera all'ennesima potenza e senza possibilità di riscatto. Non sarà un caso che l'ambientazione è quella delle miniere e quindi forse c'è un tentativo di metafora legata alla discesa nel buio, negli inferi (ma magari me la sto inventando io).
Finito la 5^ parte con la grandr manifestazione durante lo sciopero. Che gli si può dire a Zola quando descrive così le folle?
E le sue donne, il modo in cui si accaniscono?
Chissà se, anche qui, non c'è un'eco, in questo caso storica, della rivoluzione francese iniziata anche per via delle donne che manifestavano per avere il pane.
Chissà chissà, ma tanto la prefazione la leggo dopo 😜

In questo caso specifico, io ho trovato un po' artificiale la prima parte, quella "mai 'na gioia".
Senza facili banalizzazioni, ma la descrizione della vita dei minatori era un susseguirsi di episodi di sfiga nera e totale che neanche il libro Cuore. Lì mi è sembrato costruito e anche un po' eccessivo.
La parte dello sciopero con la descrizione della folla, l'ho trovata eccezionale e estremamente vivida. Sembrava di essere in mezzo a queste donne vocianti e arrabbiate.
Mi è piaciuta anche la parte finale con l' "incidente" in miniera raccontato dal doppio punto di vista di chi riesce a scappare e di chi rimane dentro.
Tra l'altro il ruolo di Souvarine per me è stato agghiacciante. Che dovesse finire con qualcuno sepolto in miniera era chiaro dalla prima pagina, ma che la causa dell'incidente potesse essere un sabotaggio voluto e, per di più, da una persona tutto sommato esterna alla vicenda, mi ha dato i brividi
Senza facili banalizzazioni, ma la descrizione della vita dei minatori era un susseguirsi di episodi di sfiga nera e totale che neanche il libro Cuore. Lì mi è sembrato costruito e anche un po' eccessivo.
La parte dello sciopero con la descrizione della folla, l'ho trovata eccezionale e estremamente vivida. Sembrava di essere in mezzo a queste donne vocianti e arrabbiate.
Mi è piaciuta anche la parte finale con l' "incidente" in miniera raccontato dal doppio punto di vista di chi riesce a scappare e di chi rimane dentro.
Tra l'altro il ruolo di Souvarine per me è stato agghiacciante. Che dovesse finire con qualcuno sepolto in miniera era chiaro dalla prima pagina, ma che la causa dell'incidente potesse essere un sabotaggio voluto e, per di più, da una persona tutto sommato esterna alla vicenda, mi ha dato i brividi

Quanto al senso di costruito, penso anche all'episodio dell'uccisione del soldato sul terrapieno, dove la crudeltà inumana di Jeanlin viene preparata e amplificata dal colloquio tra Etienne e il soldatino, così che possiamo conoscerne famiglia, paese d'origine, speranze, individualità, così che diventa una persona, non più un oppressore anonimo o una gola da tagliare. Ecco, è tutto così perfettamente bilanciato e preparato da farmi nascere l'impressione dell'artigianato letterario, delle regole della composizione, della scuola di scrittura.
Ma sono d'accordo che le scene della folla in sciopero con le donne inferocite, come quelle della discesa del piccolo ingegnere nel pozzo e del doppio punto di vista - dall'esterno e dall'interno - sul crollo del Voreux, sono magistrali.
Ho appena controllato. Ci mancano solo 4 libri alla fine del ciclo dei Rougon-Maquart, accidenti, sembrava un'avventura infinita e invece ci siamo quasi!

Mi è dispiaciuto molto non rileggere Germinal ma voglio farlo quando avrò la giusta concentrazione 😬
Per Nanà vedremo...l'ho già letto due volte anche se su Gr non risulta 😅
A presto 🖐🏼💖

Vorrei però iniziare adesso Germinale, in modo da mettermi al pari con voi.
Possiamo rimandare Nanà magari a metà settembre?
Grazie
baci

Spero che tu stia ormai bene. Ho avuto anch'io qualche problema di salute, e con questo caldo assurdo non è stato divertente.

Sono d'accordo!!!
Elettra wrote: "Terminato! bellissimo ! Ora sono pronta per Nanà. Quando volete!!"
Che ne dite di leggerlo verso fine mese?
Che ne dite di leggerlo verso fine mese?
gufo_bufo wrote: "Fine agosto? A me va bene."
Ops mi sa che mi sono espressa male, pensavo a fine settembre. Per fine agosto non ce la faccio!!!
Ops mi sa che mi sono espressa male, pensavo a fine settembre. Per fine agosto non ce la faccio!!!

Ops mi sa che mi sono espressa male, pensavo a fine settembre. Per fine agosto non ce la faccio!!!"
Meno male! mi ero già spaventata!!!
Elettra wrote: "Meno male! mi ero già spaventata!!!"
Ci credo, hai appena finito Germinale 😁
Due Zola cicciotti di fila sono una lettura importante 😝
Ci credo, hai appena finito Germinale 😁
Due Zola cicciotti di fila sono una lettura importante 😝

Ci sono!!! Riesco ad iniziarlo nel giro di un paio di giorni 😁😁😁
È stato un settembre intasato di letture😅
È stato un settembre intasato di letture😅
Per il nostro Gruppo è la Sedicesima lettura.
Quando
L’azione si svolge dal 1866 al 1868.
Dove
Siamo nella zona mineraria di Montsou, al nord della Francia
Soggetto
Le condizioni lavorative dei minatori e lo sciopero...
Tra gli adattamenti cinematografici il più recente è quello con Gerard Depardieu mentre in TV proprio quest’anno è andata in onda una serie su Rai 3
Protagonista principale è Etienne :
figlio di Gervaise Macquart e Auguste Lantier.
Fratello di:
--> Claude (“Il ventre di Parigi” e “L’Opera”)
--> Jacques (protagonista di “La bestia umana”)
-->> e Anna Coupeau altrimenti detta..Nanà..
SINOSSI Attenzione ho tagliato la sinossi perchè è spoilerosa !!!
Nel calendario della Francia rivoluzionaria, Germinale è il mese della fioritura, del rinnovamento della natura. Un titolo ricco di delicate suggestioni, quindi, per il tredicesimo romanzo del ciclo dei Rougon-Macquart, che sembra però cozzare con l'ambientazione cupa e dolorosa e con i toni a tratti di feroce polemica della narrazione. Étienne Lantier, figlio di Gervaise Macquart, trova impiego nelle miniere del Nord della Francia, all'epoca della prima rivoluzione industriale. Sconvolto dalle durissime condizioni di vita dei minatori, Étienne organizza la resistenza...
Incipit
"Dans la plaine rase, sous la nuit sans étoiles, d'une obscurité et d'une épaisseur d'encre, un homme suivait seul la grande route de Marchiennes à Montsou, dix kilomètres de pavé coupant tout droit, à travers les champs de betteraves. Devant lui, il ne voyait même pas le sol noir, et il n'avait la sensation de l'immense horizon plat que par les souffles du vent de mars, des rafales larges comme sur une mer, glacées d'avoir balayé des lieues de marais et de terres nues. Aucune ombre d'arbre ne tachait le ciel, le pavé se déroulait avec la rectitude d'une jetée, au milieu de l'embrun aveuglant des ténèbres.
L'homme était parti de Marchiennes vers deux heures. Il marchait d'un pas allongé, grelottant sous le coton aminci de sa veste et de son pantalon de velours. Un petit paquet, noué dans un mouchoir à carreaux, le gênait beaucoup; et il le serrait contre ses flancs, tantôt d'un coude, tantôt de l'autre, pour glisser au fond de ses poches les deux mains à la fois, des mains gourdes que les lanières du vent d'est faisaient saigner. Une seule idée occupait sa tête vide d'ouvrier sans travail et sans gîte, l'espoir que le froid serait moins vif après le lever du jour. Depuis une heure, il avançait ainsi, lorsque sur la gauche, à deux kilomètres de Montsou, il aperçut des feux rouges, trois brasiers brûlant au plein air, et comme suspendus. D'abord, il hésita, pris de crainte; puis, il ne put résister au besoin douloureux de se chauffer un instant les mains.."
📚📚📚📚📚📚📚📚📚
"Nella pianura brulla, in una notte senza stelle, buia e densa come inchiostro, un uomo avanzava da solo lungo la strada che da Marchiennes conduce a Montsou, dieci chilometri di selciato che tagliano dritto attraverso campi di barbabietole. Non vedeva nemmeno la terra nera davanti a sé e avvertiva la presenza dell’immenso e piatto orizzonte solo per le folate del vento di marzo, raffiche ampie come in mare aperto, gelate per avere spazzato distese paludose e terreni incolti. Nemmeno un’ombra d’albero macchiava il cielo e la strada si apriva dritta come un molo nel buio accecante delle tenebre.
L’uomo era partito da Marchiennes verso le due. Camminava a grandi passi, tremando sotto il cotone logoro della giacca e dei pantaloni di velluto, impacciato, a causa di un fagotto avvolto in un fazzoletto a quadri che stringeva al fianco, a volte con un gomito, a volte con l’altro, in modo da lasciar scivolare in fondo alle tasche le due mani intirizzite che il vento dell’Est faceva sanguinare. Una sola idea occupava la sua mente vuota di operaio senza lavoro e senza riparo, la speranza che al sorgere del sole il freddo diventasse meno pungente. Procedeva così da un’ora quando alla sua sinistra, a due chilometri da Montsou, vide dei fuochi rossi, tre bracieri ardenti a cielo aperto e come sospesi. In un primo tempo esitò, intimorito, poi non poté resistere alla dolorosa necessità di riscaldarsi le mani.
."