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Parigi 2024 - Letturiadi di GRI
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Squadra 1 - Avalon

Io partecipo per la prima volta alle Olimpiadi 🥇🥈🥉 (che figata scrivere una frase così!).
Ho visto che dobbiamo scegliere il nome della squadra. Qualcuno sa se c'è qualche criterio da seguire? Oppure è tutto a nostra discrezione?

Visto che alle Olimpiadi le rappresentative di atleti sono divise per nazioni, si potrebbe usare il nome di qualche nazione fittizia preso ovviamente dalla letteratura. Che ne dite?


Sono solo esempi, i primi che mi vengono in mente.
Sarebbe bello anche qualcosa ispirato alla mitologia greca, visto l'origine delle Olimpiadi, oppure alla Francia, visto che quest'anno si tengono a Parigi


Per il nome vi lascio scegliere, molto carina l'idea del nome letterario ;)


Libro: Death at the Café, di Alison Golden
Pagine: 162 pagine
Questo libro è il primo di una serie di gialli dove la detective è il reverendo Annabelle Dixon.
Non bisogna aspettarsi molto dai cossiddetti cozy mysteries: bisogna godere l'atmosfera, l'ambientazione, le descrizioni più che l'intreccio giallo vero e proprio. Qui siamo a Londra, non molto cozy a parte le sale da tè e i cupcakes (anche se nel finale si accenna ad un possibile trasferimento in campagna e quindi forse ci sarà una atmosfera più cozy nei prossimi libri della serie). Il reverendo Annabelle si improvvisa investigatrice quando prima alla sua amica suor Mary e subito dopo ad entrambe capita di assistere ad un omicidio.
Ci sono diversi punti che non tornano. (view spoiler)
Insomma tre stelle e non di più, tutto davvero un po' deboluccio, ho anche il secondo libro della serie, vedremo.
Daniela wrote: "Ancora non abbiamo avuto istruzioni su come comunicare le letture, intanto lo scrivo così passo al prossimo libro.
Ho finito di leggere Death at the Café, di [author:Alison Golden|7..."
Sì scusa: postate nella vostra squadra il titolo e il breve commento
Ho finito di leggere Death at the Café, di [author:Alison Golden|7..."
Sì scusa: postate nella vostra squadra il titolo e il breve commento

Libro: August Is a Wicked Month della scrittrice irlandese Edna O'Brien
Pagine: 169 pagine, libro precedente 162 pagine
Di questa scrittrice avevo letto anche la trilogia The Country Girls.
Una giovane donna si trova improvvisamente libera in agosto e fa un viaggio da sola in Costa Azzurra.
Uhm, forse per qualcuno questo libro è un capolavoro... Forse in passato è stato famoso perché è stato censurato (ho letto che era così famoso che il titolo era diventato un modo di dire), in quanto parla molto liberamente di sesso, ed era il 1965 quando è uscito. A me non è piaciuto molto.
Erano gli anni della liberazione della donna ma certo liberazione non significa mettersi nelle mani di qualsiasi uomo capiti sotto mano, farsi manipolare e usare. Probabilmente all'inizio non era facile gestire una libertà mai avuta. Fortuna che da allora abbiamo fatto molti passi avanti.
In tutto il libro non c'è un unico essere umano decente (l'unica eccezione è un bambino). I dialoghi sono piuttosto insulsi.
Il libro è percorso da presagi di morte: un motociclista morto sulla strada, la protagonista che si trova in mezzo a un temporale e quasi si offre ai fulmini che cadono intorno a lei, e poi questi presagi di concretizzano. Ho notato spesso in romanzi scritti in questo periodo da donne che per ogni libertà che una donna si prende corrisponde poi qualcosa di negativo, come se ci fosse una punizione, come se le donne negli anni sessanta si sentissero ancora in colpa per le libertà che si prendevano. Inoltre in queste storie la protagonista è orfana, non ha parenti di sorta, non ha una migliore amica, la solitudine assoluta: per scelta o per la difficoltà di gestire più personaggi? Non so, ma è una situazione irreale.

Scusate la latitanza ma sono appena rientrata dalle ferie e ho avuto difficoltà a seguire i commenti.
In compenso durante il viaggio di ritorno ho letto due brevi classici:
Bartleby lo scrivano di Herman Melville e
Cuore di cane di Michail Bulgakov.
"Bartleby lo scrivano" è un racconto ambientato a Wall Street e il narratore è un avvocato che si trova ad assumere uno strano personaggio in veste di scrivano. Questo strano personaggio è Bartleby, un giovane pallido e penosamente decoroso. Inizialmente, Bartleby lavora in maniera indefessa, trascrivendo i lunghi documenti che gli sono assegnati dal datore di lavoro. Ma dopo qualche giorno, alla richiesta di lasciare la propria postazione per ricontrollare assieme ad altri colleghi alcune trascrizioni, Bartleby risponde con la celebre frase che caratterizzerà il racconto fino alla fine: “I would prefer not to”, ovvero “Avrei preferenza di no”. Questi rifiuti diventano sempre più frequenti, fino a che Bartleby si rifiuta persino di trascrivere i documenti, portando il datore di lavoro a decidere di licenziarlo. Ma la storia non è così semplice, perché Bartleby si ostina a non voler lasciare il proprio posto, “avrebbe preferenza” di non essere licenziato…e l’avvocato, inizialmente stizzito dai suoi rifiuti, successivamente prova pena per lui e cerca di aiutarlo e di comprendere il motivo del suo comportamento…Non mi addentro troppo nella trama per non spoilerare il finale.
Molti sono i critici che nel corso degli anni hanno cercato di interpretare il comportamento di Bartleby. Il racconto è inizialmente ironico, ma man mano che progrediamo nella storia prevale un senso di maliconia e pena per il povero scrivano. La situazione descritta è davvero surreale e mi ha fatto pensare ai racconti di Kafka. Il lettore avanza di pagina in pagina con la speranza e la curiosità di capire cosa accadrà e quali sono le motivazioni che spingono Bartleby ad “avere preferenza di no”.
Da leggere.
“Cuore di cane” è un romanzo breve ambientato a Mosca nel periodo successivo alla rivoluzione russa. Un cane randagio viene salvato da un importante professore, Filipp Filippovic Preobrazenskij. Il professor Preobrazenskij è un medico chirurgo e si dedica ad esperimenti mirati a “ringiovanire” i propri pazienti, in cambio di molti rubli ovviamente.
Il cane, ribattezzato Pallino, viene nutrito e curato dal professore e dal suo assistente.
Pallino è contentissimo della sua nuova vita, sente di aver vinto alla lotteria dei cani e pensa che per nulla al mondo rinuncerebbe alla sua nuova vita, finchè un giorno…il professore e il suo assistente decidono di sottoporre il cane a un esperimento, trapiantandogli i testicoli e l’ipofisi di un galeotto ucciso con una coltellata al cuore dopo una lite.
Da quel momento assistiamo alla progressiva metamorfosi di Pallino da cane a uomo. Pallino perde di pagina in pagina la sua natura canina e diventa l’essere più abbietto che si possa immaginare: bestemmia, si ubriaca, ruba, esaspera giorno dopo giorno il povero Professore.
Questo romanzo mi è piaciuto molto. Baluardo della controrivoluzione, contiene una critica spietata alla rivoluzione russa e agli ideali comunisti, tanto che all’inizio fu ritenuto impubblicabile dalla censura.

Edna O'Brien è morta proprio ieri.
https://vivirlanda.it/edna-obrien-la-...

Libro: The Hard Sell di William Haggard
Pagine: 176 pagine, libro precedente 169 pagine
Il libro, del 1965, racconta della rivalità tra due industrie aeronautiche, una americana e una anglo-italiana, per fare uscire per primi sul mercato un modello innovativo di aeroplano ed è pieno zeppo di stereotipi.
L'azione si svolge a Vittorio, una città inventata del nord Italia, dotata di nebbia, aeroporto, una Galleria e l'Opera (forse Milano?) in una Italia prima del boom economico che vive un periodo di antagonismo sociale tra imprenditori e sindacati. Già la descrizione della città è stereotipata: nelle periferie della città casalinghe provenienti dal sud stendono panni e si parlano dai balconi, nei bar si gioca a scopa, alla sera le ragazze dopo il lavoro da impiegate sfilano a braccetto a due o tre mentre gli uomini, come da rituale (?), le guardano dalle soglie delle case.
Il protagonista, pare non solo di questo libro ma di altri di una serie (mi sembra incredibile, perché è un tipo insopportabile), è un colonnello inglese di mezza età, Russell, chiamato a indagare su sabotaggi che avvengono nell'industria anglo-italiana di aeroplani. Naturalmente è uno che pensa che solo gli inglesi fanno le cose per bene e i suoi metodi di indagine sono molto discutibili. Ad un certo punto mette in pericolo la vita di un ragazzo per suoi motivi strategici, questa cosa mi ha davvero indignato.
Il colonnello si trova a lavorare con un commissario di polizia che è di origine siciliana like many senior policemen, e che ha the defects of his blood as well as its advantages, a certain fondness for an almost abstract Machiavellianism. Naturalmente il commissario parla bene inglese, come anche gli altri italiani del libro, il che mi sembra un po' improbabile ma vabbè. Il commissario è pure una figura piuttosto antipatica, è sposato ma ha una "amica", uno straightforward arrangement which all sensible Italians would approve.
Il colonnello inglese ad un certo punto si reca anche in un bordello, lamentandosi che there'd been that stupid female Senator who'd destroyed the maison tolerées
Altre perle:
Russel had always thought that Italian tailoring made a thickset race look even squatter than it was.
Russell ordered more Vecchia Romagna, to his taste the less damaging of the destructive local brandies.
Cosa pensano al nord di Roma, secondo questo libro:
he shared the good Vittorian's contempt and disdain of Rome. It was the capital of the country -it was nothing. A swollen bureaucracy, a circus of foreign diplomats, government in vacuo. No industry except the cinema and that was in disarray. A mountain of ageing paper, priests, princes and prostitutes. And to the ancient gibe he might have added an international society which, if it wasn't the most corrupt he knew, was easily the most boring. A shell of what had once been power, a tourist town, a nothing. It lived on the taxes the northerners paid, their industry, their energy. It was high time the place was sacked again.
Di questo scrittore si dice nella biografia:
He mantains a long-standing connection with Italy, where he has a pied-à-terre near Venice ! Spero che sia stato ostracizzato dopo la pubblicazione di questo libro!!!
Oltre a tutto questo la storia non è niente di che. Due stelle. Tra l'altro il libro non ha valutazioni nè recensioni su Goodreads, la mia sarà la prima!

Discipline:
- Ginnastica: primo libro
- Pentathlon: saggistica
Cose spiegate bene. L’importante è partecipare, di AA.VV.
Ennesimo acquisto al Salone del Libro, ma come avrei potuto rinunciare a leggere un libro su un argomento che amo tanto, le Olimpiadi?
In occasione di Parigi 2024, Il Post propone un nuovo volume tematico che riguarda l’evento sportivo più famoso al mondo, analizzandolo in ogni sua parte: dalla storia della sua nascita, ai campioni che hanno lasciato il segno, dai risvolti economici a quelli più tragici, con i contributi di coloro che hanno avuto la fortuna e il merito di prendervi parte, o anche quelli che non ci sono riusciti.
Seguo le Olimpiadi da quando ero ragazzina: ancora ricordo le notti insonni di Atlanta ‘96 per la finale agli anelli di Juri Chechi, per l’emozione del bronzo rocambolesco della pallanuoto maschile, per la delusione dell’argento nella pallavolo maschile… e possiedo il cappellino con il logo comprato per l’occasione. Ancora lo uso.
Se non si fosse capito, sono appassionata di sport.
Non praticato, intendiamoci.
Io e lo sport praticato ci siamo frequentati per decenni, fino ad arrivare alla conclusione che non siamo fatti l’uno per l’altra.
D’altra parte, se guardare lo sport in TV comodamente spaparanzati sul divano fosse disciplina olimpica, avrei una collezione di medaglie da far invidia a Michael Phelps.
Questo libro non l’ho letto, l’ho divorato: retroscena e curiosità, nomi a me noti e altri mai sentiti, cose che conoscevo e scoperte inaspettate, come il fatto che il celebre Pierre de Coubertin, pur con i suoi meriti, fosse… come dire… beh, un discreto stronzo.
Certo, ci sono molte problematiche etiche connesse con le Olimpiadi, dalla corruzione all’impatto ambientale, e credo che dovremmo preoccuparci di rendere questo evento più al passo con i tempi, senza che perda il suo fascino intramontabile, ma evitando di restare ancorati a idee che potevano andare bene alla fine del XIX secolo, ma nel XXI sono ormai deleterie.
Se questo sarà possibile, credo che l’evento sportivo che affonda le sue radici nell’Antica Grecia potrà ancora avere lunga e prospera vita, e continuare a essere amato anche dalle generazioni future.
Nella mia grande passione per le Olimpiadi, mentre le torcia accende il braciere di Parigi 2024, mi auguro proprio che sia così.

Libro Seme di strega di Margaret Atwood
Nazione CANADA
Retelling del più noto La tempesta di Shakespeare, l'autrice gioca con alcuni topoi letterari, inserendo la vendetta tra le tematiche principali dell'opera e la ambienta all'interno di un laboratorio di teatro di un carcere.
Il protagonista, un illustre regista finito nel dimenticatoio, si reinventa insegnante di teatro all'interno di un carcere canadese e decide di mettere in scena una rivisitazione della Tempesta di Shakespeare con attori/detenuti.
Egli vuole vendicarsi dei personaggi che lo hanno esautorato dalle scene e metterà in atto una macchinazione complicatissima.
La lettura diventa macchinosa tanto quanto le trame ordite dal protagonista; avrei preferito una narrazione più scorrevole.
Detto questo do una valutazione intermedia più per rispetto all'autrice che altro.
La realizzazione del romanzo rientra nelle celebrazioni del 400esimo anno dalla morte del Bardo e ha coinvolto diversi autori che lo hanno celebrato. Ecco avendone lette diverse, questa mi sembra la meno riuscita.

Titolo: Morte di uno spagnolo all'Avana di Teresa Dovalpage
Nazione:Cuba
Un romanzo variegato, variopinto, con una caratterizzazione dei personaggi sì stereotipata ma molto interessante, si snoda attraverso la narrazione di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda: Pio, Teofilo, Maricari, sua mamma che, attraverso il loro punto di vista, ci raccontano quanto pericolose possano essere le relazioni tra persone, quanti preconcetti si insinuano nella mente del tipico turista europeo molto interessato agli aspetti sessuali più che alla cultura del Paese che lo ospita. Un romanzo breve ma denso di avventure.


Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella
Questo è uno di quei libri che non può non piacere, vince facile visto l'argomento di cui tratta. Catozzella ripercorre, attraverso indagini e interviste, la brevissima carriera di Samia, fondista somala cresciuta durante l'eterna guerra tra clan e le milizie quaediste di Mogadiscio. Abbiamo tutti i topoi tipici di queste storie: correre con scarpe raccattate chissà dove, in mezzo ai crateri delle esplosioni, riuscire a portare avanti la sua vocazione nonostante i miliziani islamici, tragedie familiari, estrema povertà, ma il grande sogno e l'esempio di Mo Farah che fa andare avanti con determinazione. Tutto vero e documentato naturalmente, ma in un libro si crea un cocktail emozionale che non può lasciare indifferenti.

Io ho visto un sacco di roba nel weekend, ora ho mollato un po' il colpo perché ho altre priorità, ma la sera cerco di vedere qualcosa.
E poi come giustamente dici, abbiamo le nostre Olimpiadi da portare avanti! 💪
Seconda lettura:
Discipline:
- Ginnastica: libro di autori vari/libro di unico autore
- Pentathlon: graphic novel
Quando muori resta a me, di Zerocalcare
Odi et Amo
Celeberrimo incipit di uno dei più famosi componimenti poetici di Caio Valerio Catullo, questa semplice frase può esprimere tutto ciò che provo per Zerocalcare.
Ovviamente io quest’uomo lo amo, perché scrive e disegna libri meravigliosi, e allo stesso tempo lo odio, perché ogni volta che ne leggo uno mi ritrovo alla fine completamente devastata, come se fosse terminata una lunghissima corsa di montagne russe emozionali che salgono e scendono tra il divertimento irrefrenabile e il dolore più devastante.
‘Quando muori resta a me’, l’ultima fatica artistica del fumettista più acclamato e talentuoso d’Italia, non fa eccezione; così, tra momenti di irresistibile comicità in cui credo di aver sputato qualche polmone (non vi cito esempi, non voglio rovinarvi la lettura), si sono alternati momenti in cui ho dovuto scostare il libro (copertina variant in edizione limitata comprata al Salone del Libro) per evitare di bagnarlo con le lacrime.
Io non lo so come questo ragazzo – o uomo, a seconda di come lui stesso voglia decidere di considerarsi – riesca sempre a farmi una lavanda gastrica dell’animo: forse, anche se abbiamo avuto vite diversissime, è perché abbiamo tanti tratti caratteriali in comune e a volte quello che scrive e disegna sembra che sia quello che io ho tante volte provato e non sono mai riuscita a esprimere (perché tra le cose che ci differiscono, una è giusto il talento, guarda un po’ che sfiga).
Quindi, che vi posso dire di questo libro?
Un viaggio reale e metaforico, nello spazio e nel tempo, alla scoperta del rapporto tra Zerocalcare e suo padre, e un viaggio alla scoperta di se stessi, delle proprie radici e delle proprie aspirazioni, perché anche a quarant’anni si può non sapere davvero che cosa fare della propria vita, come per esempio se avere o non avere figli.
A proposito, in merito ci regala come sempre una perla di saggezza la mitica Sarah, amica storica del nostro Zero e faro della sua (e anche della nostra) moralità.
Ma soprattutto ricorda la sacra legge delle conversazioni sulla procreazione altrui, che regola il vivere civile quando parli con qualcuno che non c’ha figli.
Ci sono di solito due scenari:
O li voleva e non gli sono venuti. E allora non gli devi rompere il cazzo.
O non li voleva. E allora non gli devi rompere il cazzo.
Grazie Sarah: più chiaro di così non si può. Se qualcuno ancora non lo capisce, tutti noi abbiamo il sacrosanto diritto di mandarlo affanculo.

Titolo: : La piena
Nazione : USA
Primo capitolo della ormai nota Saga di Blackwater, di genere horror gotico.
Nel primo romanzo, di fatto, vengono introdotti le tre famiglie principali protagoniste della serie e il romanzo si apre appunto come dice il titolo con la piena che ha sconvolto la città di Perdido, in Alabama nel 1919.
Oscar e il suo amico servitore vagano alla ricerca di superstiti e ritrovano una donna misteriosa, Elinor che traggono in salvo.
Immediatamente l'autore pone l'attenzione su questa figura e sul ruolo che avrà nella narrazione futura.
La lettura mi è parsa molto scorrevole, intrigante, per nulla noiosa o banale e mi ha spinto a voler immediatamente proseguire con la lettura del secondo volume, sperando che non mi deluda.
Sicuramente un romanzo che apparentemente non è nelle mie corde e che invece è in grado di coinvolgere e rapire il lettore fin dalle prime righe. Merita il successo che ha avuto

Libro: The Shooting Party di Isabel Colegate
Pagine: 181 pagine, libro precedente 176 pagine
Questo libro, pubblicato nel 1980, sarebbe adatto per chiunque abbia amato Downton Abbey. Si svolge nell'era edoardiana, per intendersi il periodo di Casa Howard, Camera con vista e Mary Poppins. Il romanzo è corale e anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati. La storia ci mostra sia il "piano superiore", quello di Lord Lady e Sir con figli e nipoti, che quello "inferiore" di valletti, cameriere, guardacaccia e battitori.
Siamo nell'ottobre 1913 in una tenuta inglese, Nettleby Park, dove Lord Randolph e Lady Minnie Nettleby ospitano una battuta di caccia e hanno invitato amici e vicini per un week end. Sta per arrivare la prima guerra mondiale, i cambiamenti sono già nell'aria e Lord Randolph ne è consapevole, addirittura prevede la fine di valori esistenti fin dal Rinascimento:
He did feel, if not yet a dodo, at least at the end of something; he did feel, looking round the room in which the watery light filtering through the beech leaves and reflecting the river gave everything a soft luminosity becoming to the unpainted faces of the women and the muted colour of their clothes and the blue and white of the china on the dark shelves behind them, that beyond the river and the trees, beyond the boundaries of his own estate, there was a whole clamorous violent disorderly process going on which was to bring about the end of an idea, an idea started by people whose combination of poetry and political acumen, curiosity and love of pastoral life, made them seem, he had always thought, though Florentine, rather English.
Nel corso di due giorni molte cose succedono, vengono prese decisioni, commessi errori, acquisite nuove consapevolezze e molte vite ne escono cambiate.
La caccia è descritta come puro piacere di sparare e centrare un bersaglio in movimento (meglio un piattello, allora). Ad un certo punto, in una battuta, un solo cacciatore ha ucciso 88 fagiani e un altro 92 e alla fine della giornata il totale dei fagiani uccisi è 504. E non è che poi li mangiano! Questo mentre, per stessa ammissione di Lord Randolph, nella tenuta c'è molta povertà perché l'agricoltura non va bene come una volta.
Personaggio curioso è un ex insegnante vegetariano che gira predicando la salvezza degli animali e interviene nel mezzo della battuta di caccia.
Nel 1985 hanno tratto un film da questo libro, peccato che sono riuscita a trovare solo il trailer su Youtube. Il predicatore vegetariano è impersonato da John Gielguld mentre Lord Randolph è James Mason, attori molto famosi in quegli anni.
Non avevo mai letto di niente di questa autrice, spero di potere leggere qualche altra cosa in futuro, anche se immagino che i suoi libri non siano facili da trovare, perchè è stata davvero una lettura piacevole.

Libro: Murder at the Mansion di Alison Golden
Pagine: 186 pagine, libro precedente 181 pagine
Rieccomi con l'investigatrice reverendo Annabelle Dixon. Sono passati tre anni dal primo libro e, come preannunciato nel precedente, Annabelle si è trasferita in campagna, a Upton St. Mary, un paesino vicino a Truro, quindi siamo in Cornovaglia. Annabelle è amica dell'ispettore della polizia di Truro ma non ci dicono come è che i due si conoscono, addirittura forse c'è del tenero (credevo di essermi sbagliata e di avere saltato un libro e invece no). Sono così amici che quando Annabelle viene coinvolta nell'omicidio di Sir John Cartwright, appena arrivato a vivere in paese, viene informata su ogni aspetto delle indagini in corso, anche dal medico legale. Come nel libro precedente la trama gialla è quasi inconsistente. L'ambientazione poi non riceve maggiori attenzioni, ed è davvero un peccato: gli abitanti del paesino rimangono sullo sfondo e parlano con voce unica, manca qualsiasi caratterizzazione dei personaggi. Conosciamo solo l'assistente di Annabelle, Philippa e la sua gatta Biscuit.
Ho in programma di leggere anche il terzo libro della serie, più in qua in queste olimpiadi, visto che i primi tre libri hanno un numero di pagine crescente. Certo è che altri cozy mystery che ho letto erano meglio. Tra l'altro, dopo avere messo tutti i libri che voglio leggere in ordine di numero di pagine posso dire che non c'è confronto tra una pagina di questo e una fittissima pagina di un libro in edizione mass paperback degli anni centrali del secolo scorso (come ad esempio il prossimo libro che leggerò).

Libro: God's Little Acre di Erskine Caldwell
Pagine: 187 pagine, libro precedente 186 pagine
Siamo negli anni 30 in Georgia, in una famiglia di coltivatori di cotone il cui capostipite, Ty Ty, è preso dalla febbre dell'oro e scava continuamente nella sua proprietà per trovare pepite. "God's little acre" del titolo è un acro di terreno i cui proventi Ty Ty ha dedicato alla chiesa e ai poveri della parrocchia. Questo acro però non è coltivato e la sua ubicazione cambia in continuazione perché Ty Ty ha sempre paura che le pepite siano nascoste proprio nel terreno dove non scava.
Ci sono diversi guai familiari tra i cinque figli di Ty Ty, il genero e la nuora, tutti generati da attrazioni sessuali scopertamente dichiarate e soddisfatte tra cognati e cognate.
Oltre all'ambientazione nella fattoria di famiglia, con il terreno crivellato di buche e solo in piccola parte coltivato a cotone, c'è anche quella in una cittadina vicina dove un mulino per la tessitura è stato chiuso e gli operai sono in sciopero, con il genero di Ty Ty che si trasforma, in modo per me un po' inspiegabile, da ubriacone a personaggio carismatico ed eroico.
Nella narrazione ci sono ripetizioni tipo ritornello, frasi e espressioni che ricorrono nello stesso capitolo. A volte i dialoghi si trasformano in litanie come dei canti, come questo dialogo tra due persone:
"Lord, Lord!"
"I was born unlucky."
"Ain't it the truth!"
"Trouble in the house."
"Lord, Lord!"
"One man's dead."
"And trouble in the house."
"The male man's gone."
"He can't prick them no more."
"Lord, Lord!"
"Trouble in the house."
"My mammy was a darky-----"
"My daddy was too-----"
"That white gal's frisky-----"
"Good Lord, what to do-----"
"Lord, Lord!"
“The time ain't long.”
“Somebody shot the male man.”
"He can't prick them no more.”
"And trouble in the house.”
"Lord, Lord!"
Un tema ricorrente è aspettare qualcuno per andare da qualche parte, tutte le volte che si muovono in macchina c'è qualcuno da aspettare.😄
Il personaggio che più rimane impresso è Ty Ty, che filosofeggia ad ogni occasione, ha una sua spiegazione per tutto e vorrebbe solo mantenere la pace in famiglia cosa che però gli viene negata.
I personaggi maschili sono in maggioranza aggressivi e prepotenti verso le donne, comportamento che viene non solo accettato dalle donne ma considerato virile e sexy.
Da questo libro, naturalmente censurato all'epoca, è stato tratto un film nel 1958 che è anche su Youtube, dove la storia però, a quanto ho visto, è edulcorata ed ha un finale più lieto. Curiosità: in questo film Michael London, il papà de La casa nella prateria, recitava la parte di un ragazzo albino.

Discipline
- Ginnastica: autore italiano/autrice italiana
- Pentathlon: Fantasy
Hypervrsum Next, di Cecilia Randall
Non so quanti in Italia conoscano la serie britannica Modern Life is Good-ish. Il comico Dave Gorman, in ciascuna puntata, servendosi di presentazioni in Power Point, cercava di spiegare come la vita moderna non fosse ne buona né cattiva, ma ‘good-ish’.
Io l’ho vista tutta e la trovavo esilarante.
A vederla con gli occhi di oggi, nonostante non siano passati poi molti anni (è stata in onda tra il 2013 e il 2017), molte cose suonano già datate, ma ce ne sono alcune che sono intramontabili.
In particolare, in una puntata Gorman cercava di spiegare come il concetto di guilty pleasure fosse ridicolo, dicendo che un vero guilty pleasure sarebbe la passione per il taccheggio, non certo per un programma televisivo considerato trash, perché, in effetti, che male potrebbe fare una persona di cultura a guardarselo, se si diverte?
Tutta questa infinita premessa per dire una volta per tutte che la serie di Hyperversum non è il mio guilty pleasure e che io non mi vergogno di leggerla con tanto entusiasmo e piacere, anche se molti sedicenti intellettuali storcerebbero il naso, perché non prendono in considerazione niente che stia al di sotto di Tolstoj (mentre, sappiatelo, io leggendo Anna Karenina ho tifato per il treno).
Il quarto libro della saga di Cecilia Randall è in realtà il secondo che l’autrice ha scritto, poiché mai si sarebbe immaginata di pubblicare il primo Hyperversum e che questo avrebbe avuto un tale successo che le sarebbero stati chiesti due sequel.
Questo libro è quindi ambientato quasi due decenni dopo la conclusione della prima trilogia e i protagonisti passano il testimone ai loro figli: Alexandra Freeland si ritroverà catapultata nel Medio Evo dopo aver incautamente avviato un videogioco appartenente al padre Daniel, e farà la conoscenza di Marc de Ponthieu, figlio primogenito del Falco del Re.
Cosa succederà tra i due è più che scontato, ma non importa: Randall è tra le poche che riesce a farmi empatizzare per una storia d’amore fra i suoi personaggi, come se fossi un’adolescente in preda a una tempesta ormonale, invece di farmi avvertire quel senso di cringe che spesso altri scrittori gettano a manciate nei libri, manco fosse prezzemolo.
Come fa?
E io che ne so.
Magari ci riesce costruendo personaggi piacevoli e creando un’ambientazione affascinante come quella del Medio Evo francese, aggiungendo una trama solida, con intrighi e duelli, colpi di scena e inseguimenti, sofferenza e paura… per carità, ci sono anche sbavature e cliché, ma questo non è un libro perfetto (come non lo è nessuno, tra l’altro) né pretende di essere tale e io lo prendo per una lettura piacevole che mi coinvolge fino a non volermi far appoggiare il libro sul comodino anche se sono le tre di notte.
Una volta era una cosa che mi capitava più di frequente, con il tempo e l’esperienza ammetto che invece è una cosa rara, riservata a scrittori che venero, tipo Sanderson.
E spero che questo per Cecilia Randall sia un complimento sufficiente, perché per me è davvero gran cosa.
Daniela wrote: "Discipline: sollevamento pesi e dressage
Libro: The Shooting Party di Isabel Colegate
Pagine: 181 pagine, libro precedente 176 pagine
Questo libro, pubblicato nel 19..."
Ciao, sei sicura dell'edizione linkata? Perché ha 208 pagine, quindi i libri successivi non andrebbero bene
Libro: The Shooting Party di Isabel Colegate
Pagine: 181 pagine, libro precedente 176 pagine
Questo libro, pubblicato nel 19..."
Ciao, sei sicura dell'edizione linkata? Perché ha 208 pagine, quindi i libri successivi non andrebbero bene

Libro: The Shooting Party di Isabel Colegate
Pagine: 181 pagine, libro precedente 176 pagine
Scusa, Roberta. L'edizione che ho letto è questa:
The Shooting Party.
Grazie!

Ho visto che a me manca un libro, quello del messaggio 27, cioè il terzo, Hard Sell. Lo hai messo a Virè insieme ad altri miei 🤔

Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci.
Confesso di aver iniziato la lettura di questo libro con molti pregiudizi. Non ho mai letto un libro di Oriana Fallaci perché l’ho sempre associata a un tipo di femminismo che non mi appartiene, eppure nonostante ciò questo libro mi è piaciuto molto.
Il libro è la lunga lettera di una giovane donna che scopre di essere incinta negli anni ’70.
Non è sposata, non desidera una gravidanza e ha una brillante carriera davanti a lei. Decide in ogni caso di portare avanti la gravidanza e, mano a mano che l’embrione diventa feto e si accresce, questa giovane madre interroga se stessa e il suo bambino su cosa siano la maternità, la famiglia, l’amore, e si chiede se valga davvero la pena decidere di mettere al mondo un figlio in questo mondo ostile. La donna decide di portare avanti la gravidanza da sola e nello stesso tempo cerca di non rinunciare a se stessa, alla propria identità e alle proprie aspirazioni. Ma - come dice il titolo stesso dell’opera – il bambino purtroppo non verrà mai alla luce.
Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson.
In un luogo imprecisato e in un tempo imprecisato, le sorelle Mary Katherine (voce narrante) e Constance Blackwood vivono isolate nella casa ereditata dai loro genitori, in compagnia dello zio invalido Julian e del gatto Jonas. Il loro isolamento rispetto agli altri abitanti del paese è dovuto al fatto che i genitori delle ragazze e altri membri della famiglia sono morti anni prima avvelenati con l’arsenico e la principale indiziata del delitto era Constance, poi assolta dall’accusa.
Se vi aspettate colpi di scena e orrendi delitti, rimarrete delusi. Questo è un romanzo gotico in cui con estrema sottigliezza ci si addentra in un crescendo di follia. Disturbante.
Sunset Limited di Cormac McCarthy.
Un bianco e un nero, seduti davanti ad un tavolo di formica, in un quartiere popolare, a discutere sul significato della vita e della morte, sulla felicità, sulla fede in Dio.
I dettagli sono ridotti all’osso. Il bianco è un professore che ha tentato il suicidio gettandosi sulle rotaie della metropolitana mentre passava il Sunset Limited. Il nero, un ex galeotto che ha ritrovato la fede in Dio, per caso lo ha salvato. O almeno crede di averlo fatto.
Un dramma teatrale (mai rappresentato credo) in un atto. Immenso.

Libro: A Man Lay Dead di Ngaio Marsh
Pagine: 191 pagine, libro precedente 187 pagine
Questo è il primo libro della serie di Roderick Alleyn, che è composta in tutto da 32 libri scritti tra il 1934 e il 1982. Alleyn è un ispettore di Scotland Yard e in questa storia si trova ad indagare sul classico omicidio commesso durante un fine settimana in una dimora inglese. Il fine settimana prevede un gioco con un finto omicidio e una caccia all'assassino ma manco a dirlo alla fine il cadavere è vero. È tutto davvero molto "età dell'oro del giallo", sia per l'ambientazione che per la ristretta rosa di sospettati, a parte il coinvolgimento di una setta segreta russa che dà al tutto un tocco esotico. Devo dire che avevo sospettato fin dall'inizio chi potesse essere l'assassino, credo che certi stratagemmi siano stati abusati negli anni successivi. Molto carino anche perché c'è anche la storia d'amore che coinvolge il personaggio dal cui punto di vista viene narrata la storia.

Libro Lasciatemi Morire di Piergiorgio Welby
p.146
Il libro è breve ma non si legge proprio tutto d'un fiato.
In un misto tra autobiografia, flusso di coscienza e richiesta disperata e incazzata, Piergiorgio Welby richiede che in Italia sia introdotta una legge sull'eutanasia in modo da tutelare le volontà dei malati sofferenti e inguaribili e tutelare la laicità dello stato, in modo che non diventi uno stato etico ma che rispetti le moltitudini da cui è composto.
Poco dopo la pubblicazione del libro, grazie all'aiuto del medico Mario Riccio, Welby riesce a essere liberato dai trattamenti di sostegno vitale che lo inchiodavano a una vita per lui insopportabile e umiliante

Libro: 84, Charing Cross Road di Helene Hanff.
I protagonisti di questo bellissimo scambio epistolare sono l’autrice di questo piccolo libretto, Helene Hanff, scrittrice e sceneggiatrice statunitense, e Frank Doel, impiegato di una libreria specializzata in libri antichi, la Marks e Co., al civico 84 di Charing Cross Road, Londra.
Helene si rivolge alla Marks e Co. alla ricerca di alcuni libri antichi e a buon prezzo. Ne scaturirà uno scambio di lettere (e una sincera amicizia) che durerà circa vent’anni e che coinvolgerà non solo Frank Doel, ma anche i suoi colleghi della libreria, la sua vicina di casa, i suoi familiari.
Sullo sfondo, alcune vicende che hanno caratterizzato le rispettive nazioni dei protagonisti dal 1949 al 1970: il razionamento in Gran Bretagna, la morte prematura di Giorgio VI, l’incoronazione della regina Elisabetta, l’elezione di Eisenhower come Presidente degli Stati Uniti.
Purtroppo Helene e Frank non riusciranno mai ad incontrarsi di persona.
Da questo libro è stato tratto un film con Anne Bancroft e Anthony Hopkins. Sono curiosa di vederlo.
Grazioso.

Libro: The Case of the Constant Suicides di John Dickson Carr
Pagine: 192 pagine, libro precedente 191 pagine
Un altro giallo dell'epoca d'oro del giallo, questa volta di John Dickson Carr (del quale consiglio La tabacchiera dell'imperatore).
Siamo di nuovo in una tenuta di campagna, questa volta scozzese, con riunione di famiglia in seguito alla morte del patriarca. Ma è omicidio o suicidio? Nel primo caso agli eredi arriva una bella somma da varie assicurazioni sulla vita che il defunto aveva stipulato, in caso sia suicidio non c'è niente da ereditare... Il meccanismo è complicato ma interessante, i probabili suicidi aumentano (da qui il titolo). In qualche modo questo libro è simile al libro che ho appena letto (e ne ho in previsione uno intitolato Murder at the Manor, speriamo che ci sia un po' di varietà). Anche qui c'è una coppia che aiuta l'investigatore, che è il famoso Gideon Fell (questo libro è il tredicesimo della serie di Gideon Fell), e tra una indagine e l'altra i due si innamorano.
Ho letto questo libro in una edizione che adoro, quelle vecchie Penguin verdi e bianche che colleziono (come anche le Penguin arancioni e bianche) e che cerco nei negozi di libri usati in inglese, dove compro la maggior parte dei miei libri. A pagina 18, mentre il protagonista fa un viaggio in treno, trovo questo:
The Penguin novel which Alan had brought along was bound in green for a crime-thriller. 🥰

Libro: Murder at the Manor di Catherine Coles
Pagine: 203 pagine, libro precedente 192 pagine
Questo giallo, il primo di una serie di cozy mystery, si svolge in una tenuta in campagna (lo so, per la terza volta...) nel North Yorkshire nell'agosto 1921. La famiglia Christie è riunita con alcuni ospiti per qualche giorno di caccia quando all'improvviso il Lord capostipite muore avvelenato, lasciando il titolo al figlio che poi però pure muore subito dopo in quello che sembra un incidente di caccia. In giornate costellate da un cambiamento continuo di eredi e di titoli, letture di testamenti e scoperte di molteplici infedeltà il nuovo Lord e la nuova Lady, Tommy ed Evelyn, indagano per scoprire chi tra i molti sospettati sia l'assassino.
Quello che non torna molto è che poi all'improvviso sono pronti a rivelare la soluzione; per un po' lui scopre cose, lei scopre cose, poi se le raccontano solitamente mentre si cambiano per la cena ma non veniamo resi partecipi di quando e come siano arrivati alla soluzione, manca qualcosa tipo "e mentre si cambiavano per cena capirono chi era l'assassino". Invece si gira pagina e ci troviamo ad una riunione con sospettati e polizia dove tutto viene rivelato. Mah. Inoltre la polizia non fa assolutamente niente se non ad un certo punto arrestare l'uomo sbagliato.
(view spoiler)

- Ginnastica: i protagonisti sono adolescenti
Il ladro di fulmini, di Rick Riordan
Una lettura che ho atteso da tempo, perché ho trovato pareri alquanto discordanti sulla serie fantasy-mitologica di Riordan. Era ora che mi facessi un’idea mia almeno del primo libro.
Lo spunto di partenza è accattivante: gli dei dell’Antica Grecia esistono veramente anche tuttora e spesso intrecciano relazioni con i mortali; i figli che generano in quelle occasioni sono detti mezzosangue e possiedono poteri che derivano loro da quelli del genitore divino.
In merito alla realizzazione, non posso che concordare con chi dice che questo libro è la brutta copia di Harry Potter: troppe similarità, dal terzetto di amici (due maschi, il prescelto e l’amico un po’ stupidotto, e una femmina secchiona) all’aspetto fisico di Percy (capelli neri e occhi verdi). Non sto a fare l’elenco completo, ci perderei troppo tempo e non è una questione che mi interessa più di tanto approfondire.
Lo scopiazzamento di opere letterarie di successo non è certo invenzione di Riordan. Per maggiori informazioni, citofonare Terry Brooks.
Lo stile, con la narrazione di Percy in prima persona, risulta infantile, con tentativi di umorismo imbarazzanti, almeno dal punto di vista di un adulto.
La trama non è da meno: più che una storia vera e propria, un susseguirsi di episodi, forse con lo scopo di narrare in ciascuno un mito diverso. Cosa positiva, ma si sarebbe potuto fare anche con una trama coesa, invece così sembra molto sfilacciato.
Potrei elencare altri difetti, come l’incredibile stupidità dei ragazzi nel fidarsi di certe persone che incontrano, oppure le capacità di Percy che sembrano un po’ eccessive, o anche certe reazioni agli eventi che non sono proprio credibili... (view spoiler)
Forse in realtà tutti questi difetti li avrei potuti anche condonare, pensando che sono semplicemente fuori target per un libro del genere, anche se amo molti libri di letteratura per ragazzi e ne leggo spesso. Questo forse non è un libro apprezzabile anche da un adulto.
C’è una cosa però che non posso in alcun modo lasciar passare sotto silenzio e che mi convince del fatto che l’educazione ai miti greci che abbiamo avuto negli anni ‘80 grazie a Pollon sia migliore di questa: la vomitevole esaltazione degli Stati Uniti.
Ora, io magari non sono la più grande fan di questo Stato (per usare un eufemismo), ma non sembra anche a voi offensivo affermare che, se ora gli dei si sono stabili negli USA, questo è perché loro stanno nel cuore pulsante della civiltà occidentale?
Ma veramente?
Gli statunitensi – e non ‘americani’, perché non possono impossessarsi anche di un aggettivo che appartiene a un intero continente – sono gente che mediamente non sa una mazza di ciò che sta al di fuori dei loro confini, figurarsi della storia antica dell’Europa (salvo, ovviamente, gli studiosi in merito) e Riordan pensa bene di scrivere una cosa simile, come se fossero una specie di civiltà superiore? Sì, loro credono di esserlo, ma (view spoiler) .
Mi spiace, ma io l’ho trovato arrogante e, ripeto, offensivo.
Per tutto il resto, magari una sufficienza, pur se stiracchiata, avrei potuto anche darla, ma così no.

Libro: L'amante di Marguerite Duras
La relazione tra una quindicenne francese e un ricco cinese di dodici anni più grande nell’Indocina degli anni ’30.
Era tempo che desideravo leggere questo libro e ho sempre pensato – erroneamente e limitandomi ad osservare la copertina - che fosse la storia di una ragazza che intrattiene una relazione con un uomo sposato, che lei fosse “l’amante”. In realtà, l’amante è lui, il giovane e ricco cinese con cui la protagonista avrà una storia che durerà circa due anni. E’ lui è l’amante, inteso come “colui che ama”, in quanto è seriamente e perdutamente innamorato di questa giovane adolescente. Sa che questa relazione è sconveniente e pericolosa, eppure non riesce a fare a meno di lei, è travolto dalla passione per lei. Lei, invece, vive questa storia in maniera quasi distaccata, ripetendo a se stessa e alla sua famiglia di frequentarlo solo per denaro.
Il romanzo è autobiografico e attinge in maniera erratica ai ricordi dell’autrice. Lo stile è asciutto, diretto e senza fronzoli e mi ha ricordato (per alcuni aspetti) Annie Ernaux.
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