pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion

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I GdL del pianobi > Gdl treno Recherche- Dalla parte di Swann

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message 1: by Amaranta (last edited Jul 01, 2025 08:56AM) (new)

Amaranta | 641 comments Mod


Partiamo con il gdl treno Recherche!
Si prevedono molte tappe e tanti viaggiatori che possono salire e scendere in qualsiasi momento.
L'idea è quella di partire giorno 1 maggio, ogni tappa è di circa 50 pagine a settimana secondo la mia edizione che è quella nella traduzione di Pinto che avrei diviso così:

I TAPPA: Capitolo 1
II TAPPA: Capitolo 2 - +50 orientativamente fino alla frase francese " les bois sont dejà noirs, le ciel est encor blue...
III TAPPA: fine capitolo 2
IV TAPPA: PARTE SECONDA +50 pranzo dai Verdurin fino a " c'era a quel pranzo, oltre agli habitue, un professore della Sorbona...
V TAPPA: +50 " "se con la gente del gran mondo era costretto ad inventarsi delle scuse per non far loro visita, con Odette....."
VI TAPPA: fine PARTE SECONDA
VII TAPPA : PARTE TERZA

Preparate i libri, rispolverate le vostre sensazioni per chi ci segue con un occhio solo e ha già letto, fra poco si comincia!!!

Chi legge con noi?!

P.S: Se qualcuno ha a disposizione l'edizione nella traduzione di Raboni e volesse dare una mano con la divisione in pagine ve ne sarei grata, sarà più facile per tutti riconoscere le tappe :)


Partecipanti:
1. Savasandir - TERMINATO
2. Amaranta - TERMINATO
3. Monica E - TERMINATO
4. ktulu81
5. Daniela
6. Patrizia
7. Vava' - TERMINATO


Un grazie a Sav per il disegno di copertina :)


message 2: by 〽️onicae (new)

〽️onicae | 82 comments Amaranta wrote: "Partiamo con il gdl treno Recherche!
Si prevedono molte tappe e tanti viaggiatori che possono salire e scendere in qualsiasi momento.
L'idea è quella di partire giorno 1 maggio, ogni tappa è di ci..."


Ciao, dovrei riuscire a salire a bordo il primo maggio! Cerco di allinearmi con le letture che ho già in corso.
L'edizione nella traduzione di Raboni ce l'ho sul Kindle ma dall'indice vedo solo la suddivisione in parti, non quella in capitoli.
Oggi recupero anche il cartaceo e vi aggiorno, in caso possa essere utile per la divisione.
Grazie.


message 3: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Perfetto Monica :)


message 4: by ktulu81 (new)

ktulu81 | 108 comments Mi organizzo un attimo e vi seguo. Al massimo per l'inizio della settimana prossima dovrei esserci :)


message 5: by piperitapitta (new)

piperitapitta (lapitta) | 5445 comments Mod
Buon viaggio! Io vi seguirò leggendovi, intervenendo se ricorderò qualcosa e magari, dopo aver ripassato con voi, agganciandovi dal terzo libro :-)


message 6: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
piperitapitta wrote: "Buon viaggio! Io vi seguirò leggendovi, intervenendo se ricorderò qualcosa e magari, dopo aver ripassato con voi, agganciandovi dal terzo libro :-)"

ci contiamo cara! :)


message 7: by Savasandir (new)

Savasandir  | 1053 comments Ci sono!



IN CARROOOOOOOOOOOOOOOOO-ZZA!


message 8: by Elalma (new)

Elalma | 418 comments Anche io vi aggancio al terzo libro!


message 9: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
@Sav, era sottinteso
@Elalma bene! :)


message 10: by 〽️onicae (new)

〽️onicae | 82 comments In assenza della mia libraia di fiducia, ho recuperato copia Einaudi tradotta da Ginzburg (lo dico in caso possa essere utile per la divisione).


message 11: by Daniela (new)

Daniela (danielag73) | 303 comments Io ho questa edizione: Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, traduzione di Raboni.
Al momento sono a metà di All'ombra delle fanciulle in fiore, ma vi seguo (ripasso con La Recherche di Proust di Raboni).

I TAPPA: Capitolo 1 (termina a pag 35)
II TAPPA: Capitolo 2 - +50 orientativamente fino alla frase francese " les bois sont dejà noirs, le ciel est encor blue...pag 83
III TAPPA: fine capitolo 2 - pag 127
IV TAPPA: PARTE SECONDA +50 pranzo dai Verdurin fino a " c'era a quel pranzo, oltre agli habitue, un professore della Sorbona... pag 169
V TAPPA: +50 " "se con la gente del gran mondo era costretto ad inventarsi delle scuse per non far loro visita, con Odette....." pag 209
VI TAPPA: fine PARTE SECONDA pag 255
VII TAPPA : PARTE TERZA pag 285


message 12: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Non so Ktulu che edizione ha...per questo volume siamo solo noi quattro a leggere


message 13: by Amaranta (last edited Apr 30, 2025 01:22PM) (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Daniela grazie!

Benvenuta :)


message 14: by Patrizia (new)

Patrizia | 12 comments -


message 15: by Patrizia (new)

Patrizia | 12 comments Buongiorno, mi scuso per il messaggio vuoto ma ho avuto un po' di difficoltà a far partire i post (è la prima volta che uso Goodreads, non sono affatto pratica, come di tecnologia in generale, del resto).
Vorrei unirmi a voi per questa lettura che ho già fatto molti anni fa ma che ha, appunto, bisogno di una rinfrescata. Spero di riuscire a rispettare i vostri tempi, essendo una lettrice piuttosto lenta. Buona giornata!


message 16: by piperitapitta (new)

piperitapitta (lapitta) | 5445 comments Mod
Patrizia wrote: "Buongiorno, mi scuso per il messaggio vuoto ma ho avuto un po' di difficoltà a far partire i post (è la prima volta che uso Goodreads, non sono affatto pratica, come di tecnologia in generale, del ..."

Benvenuta nel gruppo, Patrizia!


message 17: by Patrizia (new)

Patrizia | 12 comments Grazie!


message 18: by Vava' (new)

Vava' | 119 comments Mi unisco anch'io. Iniziato ieri...


message 19: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Benvenuti ai nuovi! 🤗


message 20: by Patrizia (new)

Patrizia | 12 comments 🙏


message 21: by ktulu81 (last edited May 02, 2025 01:54AM) (new)

ktulu81 | 108 comments Amaranta wrote: "Non so Ktulu che edizione ha...per questo volume siamo solo noi quattro a leggere"
Ho la versione ebook Oscar Mondadori tradotta da Raboni.
Ho già letto i primi 5 volumi, ma sono passati alcuni anni e ripasso volentieri insieme a voi. In particolare, questo primo volume è alla terza rilettura: lo lessi la prima volta molti anni fa trovandolo irritante, mentre alla seconda lettura è scattata la scintilla.


message 22: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Benissimo ktulu!


message 23: by Vava' (new)

Vava' | 119 comments Amaranta wrote: "Benvenuti ai nuovi! 🤗"

Grazie!


message 24: by Tittirossa (new)

Tittirossa | 5143 comments Mod
ahimè Gr da app non notifica i nuovi thread grrrrrrrr
il primo volume letto 3 volte, per cui vi seguo ma non rileggo e vi aspetto al 5


message 25: by AuroraRaby (new)

AuroraRaby | 1 comments Ciao a tutti ... Ho letto la Recherche tanti anni fa ... mi piacerebbe rileggerla con voi ...


message 26: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Benvenuta @AuroraRaby!


message 27: by 〽️onicae (new)

〽️onicae | 82 comments Adoro la nonna Bathilde!
Le mie prime impressioni: come riuscire a trasformare le esperienze sensoriali che ciascuno di noi sperimenta (esempio il dormiveglia) in un'architettura di parole e segni che non riuscirei a mettere in fila nemmeno se lavorassi dieci anni sulla stessa pagina.


message 28: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Esatto! La nonna è fantastica :)
Io ho finito la prima tappa nella traduzione di Pinto, ma mi sono incornata e la sto rileggendo su Raboni, domani butto giù qualche impressione...


message 29: by Savasandir (last edited May 07, 2025 07:13AM) (new)

Savasandir  | 1053 comments Io sono arrivato un po’ più avanti, ma mi limiterò a commentare la prima tappa.

A me hanno colpito molto le similitudini squisitamente cinematografiche usate da Proust per farci visualizzare concretamente il susseguirsi dei suoi ricordi e la loro capacità di acquisire vividezza, quasi forma solida: parla di kinetoscopio e di lanterna magica, i due diretti antenati del cinematografo propriamente detto. Trovo sia un paragone interessantissimo e mi domando (ma immagino vi saranno fior fior di studi che hanno già affrontato questo ambito specifico del pensiero proustiano) quanto la nascita del cinematografo, avvenuta pochissimi anni prima dell'uscita del primo tomo della Recherche, abbia influito su Proust e sulla sua capacità di produrre visioni cinematiche in rapida sequenza, come quelle con cui si apre Du côté de chez Swann.

PS. La nonna spacca di brutto!
Ma pure Françoise non scherza!


message 30: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Pare che P. non amasse molto il cinema, riteneva non fosse all'altezza di poter esplicitare la complessità dei pensieri e dell'animo umano nella sua interessa. Certo è che la sua capacità del Nostro di evocare ricordi e con essi sensazioni e pensieri è assolutamente perfetta.
Intanto qui c'è uno dei primi video del nostro P. (secondo 37 cappotto chiaro).https://www.youtube.com/watch?v=H9fVQ...


message 31: by 〽️onicae (new)

〽️onicae | 82 comments Savasandir, anche a me ha colpito molto la lanterna magica :) Bello il collegamento con il cinema. Indubbiamente un condizionamento ci sarà stato. Mi hai fatto venire in mente le prime sale del Museo del Cinema che sono davvero suggestive!

Amaranta, gran fascino il video restaurato. Quasi una moviola, molto proustiano come visione :)

Sorrido nel leggerti perché sto confrontando la traduzione di Raboni con quella di Ginzburg... di questo passo non finirò più...
Vedo però che sono in ottima compagnia :)
Per ora lo trovo lieve e molto piacevole.

Mi e' piaciuta molto la descrizione della stanza rifugio dedicata a tutte le occupazioni che invocano un'inviolabile solitudine: la lettura, le fantasticherie, le lagrime, la volontà. E' la "stanza tutta per sé" in versione Proust :)

Mi rituffo nella lettura con le ultime energie della giornata.


message 32: by Patrizia (new)

Patrizia | 12 comments Buongiorno, vi lascio le mie impressioni su questa prima parte.
Ho trovato molto originale il modo in cui Proust apre la sua opera, richiamando subito il tema della memoria,  attraverso un intreccio di piani (coscienza, dormiveglia, sonno) che si caratterizza per l'analisi approfondita e realistica del pensiero, cosciente e non.
La memoria involontaria è anche in chiusura di questa parte, con l'episodio della madeleine, che realizza quindi una sorta di struttura ad anello.

Lo spostamento di piani continua anche in seguito: l'autore riesce a spostare con grande disinvoltura il discorso da un piano all'altro (il bambino, i genitori, i parenti, l'ospite): il passaggio è sempre molto sfumato.

Per quanto riguarda I personaggi, bellissime le figure dei nonni: libera e vivace lei, un grande saggio lui. Molto simpatiche le sorelle della nonna, che danno vita ad una scena quasi comica.

Ho notato anche un primo accenno all'organizzazione della società di allora, rigidamente suddivisa in classi sociali.

Per quanto riguarda lo stile, la prosa è estremamente complessa. I periodi, già ampi ed articolati, ospitano spesso al loro interno periodi incidentali che rendono impegnativo seguire il discorso. Si tratta tuttavia di strutture sintattiche che si ammirano per la loro costruzione armoniosa. Il lessico è invece semplice e comprensibile (ma qui gioca molto la mano del traduttore,  suppongo; io ho la traduzione di Raboni).
Bellissime e poetiche molte immagini richiamate dall'autore, in genere come similitudini, che permettono al lettore di ampliare il suo sguardo.

Sembra che il villaggio di Combray corrisponda a Iliers, dove i Proust passavano le vacanze di Pasqua. Anche l'episodio del bacio della madre avrebbe una base autobiografica: a sette anni Proust ebbe una crisi emotiva proprio perché la madre non era andata a baciarlo dovendo intrattenere ospiti.


message 33: by Vava' (last edited May 08, 2025 04:10AM) (new)

Vava' | 119 comments Sono d'accordo con tutto quello che ha scritto Patrizia.

Anche io sono affascinata dall'architettura dei periodi di Proust, dal riuscire a prendere mille strade e tornare al punto iniziale.

Sembra di entrare in un labirinto - non è però un labirinto spaziale, ma temporale. Sebbene sembri inizialmente che la narrazione segua un ordine cronologico, partendo da fatti che riguardano il Marcel bambino, appare chiaro dopo qualche pagina che ci troviamo di fronte a un andamento oscillante che tende non soltanto al salto in avanti o a qualche accenno agli eventi passati, ma a un eterno-universale ancorato nel passato del vissuto soggettivo.
Ci sono paragrafi e aneddoti in cui si parla dell’esperienza del piccolo Marcel (come l'attesa del bacio della mamma), per allargarsi a quella di altri personaggi, per esempio Swann (accenno ad un amore che verrà raccontato più avanti), per estendersi poi a tutti (...messaggi inviati all'amata fuori ad un teatro...), per tornare infine al soggettivo e all’individuale (come è andata poi a finire quella sera con la mamma...).

È una vera anatomia dei sentimenti, una chirurgia delle sensazioni. L’impressione datami dall’esplorazione minuziosa della progressione delle emozioni del Marcel bambino rispetto al rito della buona notte e ai suoi genitori è confermata nell’episodio della Madeleine. Qui il narratore prende coscienza in modo graduale della natura dell'esperienza concreta, sensoriale, si appoggia al proprio spirito, che dichiara apertamente “cercatore”. Come ha scritto Patrizia, la memoria e lo sforzo di ricordarsi sono sia volontari che involontari. Partono da un caso fortuito per approdare all'impegno consapevole a riportare e ricostruire.

Leggere queste pagine mi ha ricordato la celebre citazione di Faulkner, “Il passato non è morto e sepolto. In realtà non è neppure passato”. Proust si appoggia a una credenza celtica secondo la quale l'anima degli esseri viventi si reincarna negli oggetti, imprigionata come per incanto. Le anime dei morti ci chiamano e hanno bisogno della nostra attenzione per essere liberate e tornare a vivere. Solo per un accidente della fortuna – o della memoria – possiamo reincontrare e tornare in contatto con i cari scomparsi.
Più potente ancora della fisicità degli oggetti sono le sensazioni fisiche provocate dai cinque sensi. Quando tutto è scomparso, quando i palazzi o i villaggi sono distrutti dalle bombe, dall’abbandono o dal naturale decadimento e dall’usura, ecco che basta una scintilla di esperienza materiale – un gusto, un odore - a rievocare e resuscitare un mondo, in un continuum tra immanenza e trascendenza.

È palesemente un’opera della maturità, non soltanto per l’autore e il narratore, ma anche per il lettore. Per codificare e decodificare il mondo è necessario averne fatto esperienza ed avere sviluppato una sensibilità alle cose della vita. Non mi stupisce constatare che è un’opera che si torna e ritorna a leggere in fasi successive della vita.


message 34: by ktulu81 (new)

ktulu81 | 108 comments Vavà, la tua riflessione finale è proprio quello che ha colpito me.
Come scrivevo nei giorni passati, questa per me è la terza rilettura. La prima intorno ai 20 anni mi ha provocato un grande fastidio, dovuto non tanto alla lunghezza e complessità dei periodi (ero già all’epoca un’appassionata lettrice di mattoni), quanto per l’antipatia che mi suscitava il piccolo, piagnucoloso e mammone Marcel. L’episodio del bacio della buonanotte mi aveva proprio fatto venire l’orticaria.
Intorno ai 30 l’ho riletto e sono riuscita ad entrare in sintonia con l’opera, ad intuirne la grandezza, tanto che sono andata avanti fino al quinto volume.
Ora che ho più di 40 anni mi rendo conto di quanto superficiale fosse la mia prima lettura. Oggi il piccolo Marcel lo abbraccerei per consolarlo, mentre a 20 anni l’avrei preso a scappellotti :)
Non esagero se scrivo che la capacità di Proust di cogliere ed evocare le sensazioni con una precisione impressionante io non l’ho mai riscontrata in nessun altro autore. Le pagine iniziali sul risveglio le leggerei all’infinito.


message 35: by Savasandir (new)

Savasandir  | 1053 comments Concordo con voi. Già dal primo capitolo si intuisce tutta la portata della rivoluzionaria intuizione proustiana; altri eccellenti scrittori prima di lui avevano indagato lo stretto legame che sussiste tra esperienza sensoriale e l’innesco del ricordo (gli esempi si sprecano, tra gli altri, lo fa anche Dumas in Vent'anni dopo) o presentato la memoria individuale come rievocazione emotiva di un'intera stagione storica (lo fa benissimo Nievo nelle Confessioni d'un italiano); la forza di Proust sta nell’essere riuscito non solo a fondere questi due aspetti, ma pure a creare attraverso il continuo esercizio del rimembrare la vita passata di un singolo individuo un’intera gamma di esperienze sensoriali ed emozionali comuni a tutti noi, un catalogo dell'anima umana così vasto che copre il cielo.
Perciò la Recherche parla a noi e di noi, ed è per questo, suppongo, che ogni tanto, chi l'ha già letta come Ktulu, sente la necessità di rileggerla.




〽️onicaE wrote: "Mi hai fatto venire in mente le prime sale del Museo del Cinema che sono davvero suggestive!"

E io proprio verso quelle sale ho vagato col pensiero mentre leggevo quel passo di Proust! 😁



Amaranta wrote: "Pare che P. non amasse molto il cinema, riteneva non fosse all'altezza di poter esplicitare la complessità dei pensieri e dell'animo umano nella sua..."

Fu così che scoprimmo che quella famosa sera in cui i fratelli Lumière proiettarono l'arrivo del treno, fra il pubblico pagante, impressionato a tal punto dalla locomotiva da fuggire via ululando in preda al panico, c'era pure Marcel!
"Io non metterò mai più piede in un cinematografo!", pare abbia risposto stizzito a chiunque il giorno dopo gli chiedeva se si fosse divertito allo spettacolo.
Da allora, la sola vista di una cinepresa dovette essere per lui intollerabile, anche nel filmato, infatti, se ci fate caso scende i gradini a due a due pur di svignarsela in fretta e non lasciarsi immortalare, superando tutti di slancio (o magari voleva solo giungere prima degli altri al parcheggio dei landò per non rimanere imbottigliato e arrivare per primo al rinfresco, sapete come sono questi matrimoni parigini d'alto rango, al buffet c'è sempre una calca indescrivibile!).


message 36: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
“Per molto tempo mi sono coricato presto la sera”.
Proust, uomo della notte, sceglie di cominciare il suo capolavoro con un ricordo lontanissimo, della sua infanzia: il momento fra la veglia e il sonno. Un’oscurità che lo circonda che era dolce e riposante per gli occhi ma più ancora, forse, per la mente ma allo stesso tempo una tomba e la camicia da notte un sudario in cui attendere l’unica consolazione, l’unico momento felice della sua esistenza di bambino: il bacio della buonanotte della madre. Ed è l’attesa verso quell’istante delizioso che genera la tensione, che carica di aspettativa il momento ed ha in sé più del momento in cui tutto si compie.
La ricerca dell’autore lo porta allo studio del tempo per provare a fuggirne il suo corso. E questa ricerca, una speranza e una promessa di felicità, non sembra per lui essere vana: è possibile ritrovarla in un mondo ricreato, che sia letterario, interiore o mistico poco importa, ma in cui il ruolo fondamentale sia fra memoria e tempo. La struttura di questo gioco si basa fra Tempo perduto e Tempo ritrovato, una sorta di dejavù che, attraverso la memoria della sensazione passata nel ricordo, la ripropone alla nostra attenzione con la stessa intensità facendoci rivivere nuovamente l’emozione provata precedentemente. L’attimo in cui si prova questa sensazione è un attimo per Proust di perfetta felicità che non appartiene né al presente né al passato, vive di per sé fuori dal tempo, creando il momento perfetto di cui l’autore si nutre.

E si, queste prime pagine sono ipnotiche, le ho lette e rilette, con la scusa di cambiare traduzione, più volte, ma la verità è che quel “ per molto tempo mi sono addormentato presto la sera” è una ninna nanna che incanta, cattura il lettore e lo porta in posti della memoria lontani, seguendo un filo di pensiero che da lui, scrittore e bambino, passa a noi, lettori adulti e bambini allo stesso tempo, per deliziarci.

La doppia traduzione mi ha avvolto. Pinto è scorrevole e delicata. Ma credo che il massimo che Proust possa ricevere sia seguire il periodare un po’ barocco di Raboni, in cui la sua essenza si rende completa e lo onora di più.

Mi sono incantata su immagini che mi hanno riempito la mente: il malato che durante la notte vedendo uno spiraglio di luce creda che sia quasi giorno e le sue sofferenze adesso possano essere placate dalla condivisione della compagnia, rimanendo poi deluso dopo aver scoperto che fosse solo un lume di passaggio; la meravigliosa lanterna dalle iridescenze impalpabili; il dejavu delle madaleine.
A tal proposito ricordo che durante la prima lettura del volume una amica con cui condividevo questa esperienza di lettura mi regalò una confezione di infusi al tiglio. Riservavo questa coccola a pomeriggi speciali quasi a voler creare un filo invisibile fra me e P. ma solo in momenti di particolare eccezione.


message 37: by Vava' (new)

Vava' | 119 comments Amaranta wrote: " “Per molto tempo mi sono coricato presto la sera”.
Proust, uomo della notte, sceglie di cominciare il suo capolavoro con un ricordo lontanissimo, della sua infanzia: il momento fra la veglia e il..."


Ti ammiro, sei riuscita a leggere e rileggere queste pagine e trovarle ipnotiche... Io sono una neofita di Proust, questo inizio l'ho trovato un po' faticoso, più che ipnotizzata ero intontita. Effetto voluto? Però ho notato anche io l'immagine del malato e l'ho apprezzata anch'io molto.

Amaranta wrote: "durante la prima lettura del volume una amica con cui condividevo questa esperienza di lettura mi regalò una confezione di infusi al tiglio..."

Applauso!! Sono grande consumatrice di tè e infusi, ti seguirò a ruota! Ma soprattutto:

***SPOILER** Che pagina meravigliosa (tra le tante) nel cap. II/nostra seconda tappa di lettura è quella in cui il piccolo Marcel osserva i petali e i rametti dell'infuso della zia. Una pagina in cui si riuniscono il bambino e l'adulto, l'osservazione minuziosa e l'attenzione che solo i bambini (almeno quelli di una volta) sanno avere e la rielaborazione letteraria, lo spaziare dalla tazza alla bottega del farmacista, dalla strada bordata di alberi a una intera foresta e ritorno.
Quando si dice l'universo in una tazza di tè... in questa tazza Proust riesce a varcare i confini spazio-temporali, ci ricorda la freschezza dei fiori e il loro appassire, il trasformarsi e il perire di tutte le cose.***

Et voilà. C'è chi è incantato dalla lanterna magica, chi dalle foglie di tè. Ognuno ha la sua deformazione "professionale"... :-D


message 38: by Vava' (new)

Vava' | 119 comments ktulu81 wrote: "Vavà, la tua riflessione finale è proprio quello che ha colpito me.
Come scrivevo nei giorni passati, questa per me è la terza rilettura. La prima intorno ai 20 anni mi ha provocato un grande fastidio , dovuto non tanto alla lunghezza e complessità dei periodi (ero già all’epoca un’appassionata lettrice di mattoni), quanto per l’antipatia che mi suscitava il piccolo, piagnucoloso e mammone Marcel."


Mi ritrovo in quello che hai scritto. Io sono alla prima lettura e anche io diversamente ventenne. Mentre scrivevo quella riflessione pensavo che a vent'anni avrei avuto molto più tempo e concentrazione per leggere la Recherche ma anche io avrei trovato il piccolino irritante. Adesso riesco a empatizzare con lui e non solo con lui.


message 39: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Vava' a proposito delle foglie di tiglio, sembra che anche qui Proust scivoli lento nel tempo di preparazione delle foglie per l'infuso, cogliendone ogni dettaglio

Ho completato la seconda tappa. Come sta andando per voi?

Sono già neri i fiori e azzurro ancora il cielo” .
Due elementi ho trovato come filo conduttore di questa tappa: la natura e il cibo.
Le passeggiate della nonna sotto la pioggia ( uno spettacolo di donna), i pomeriggi di Marcel nel giardino sotto l’ippocastano intento alla lettura, la bellezza della descrizione del biancospino sembra quasi di sentirne l’odore, la descrizione degli steli di tiglio della tisana della zia Leonie, quel tappeto abbagliante e dorato di miosotidi di vetro , bellissima poi la descrizione della pioggia: grani di sabbia che trovano un loro ritmo.
Nella stessa misura il cibo: la crema al cioccolato, il riso all’Imperatrice, il frangipane che dall’aspetto sembra fantastico, e tutte le leccornie che la piccola Francoise non fa altro che preparare.
Il ricordo passa attraverso il sapore e la vista, la sensazione che ogni cosa lascia in lui come un dono.
La zia Leonie emerge da una stanza che sembra quasi una tomba ma descritta con una golosità che richiama ancora una volta il cibo; lo zio Adolphe con le sue cocotte il suo studio di libri; Francoise nel suo regno con i pavimenti rossi; Eulalie la visitatrice che non manca un colpo.

Sono tutti petali di un fiore il cui centro è Marcel, con le sue emozioni di fronte ad un fascio di luce gialla che penetra nella sua stanza in penombra, come una farfalla dalle ali gialle.
Ma la bellezza di queste pagine sta forse nella nostalgia. Il piccolo ha nostalgia anche di cose che non conosce, come il teatro, sognando gli infiniti piaceri che da esso potrebbero derivare; ha nostalgia delle pagine che legge, dei personaggi che interpreta, delle mille avventure che si trova a dover affrontare in un pomeriggio di lettura. E i ricordi diventano dolorosi, quasi insopportabili.
E le parole che a lui rivolgono “Voi avete un’anima bella, di qualità rara, una natura d’artista, non lasciatele mancare ciò di cui ha bisogno” sono forse un velato desiderio per l’autore di vedersi riconosciuto il suo genio?


message 40: by Elettra (new)

Elettra | 79 comments grazie 🍀! che bel commento, @Amaranta!🙏


message 41: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
Elettra wrote: "grazie 🍀! che bel commento, @Amaranta!🙏"

Grazie Elettra!


message 42: by Savasandir (last edited May 18, 2025 08:01AM) (new)

Savasandir  | 1053 comments Concordo su tutto, Amaranta!

C’è un gusto raro per la natura, ma direi più in generale per il paesaggio nella sua accezione più ampia, la descrizione di Combray, della sua chiesa, delle sue strade, delle sue siepi, dei suoi scorci, delle sue acque, ogni cosa va a comporre un'elegia sublime del tempo che fu.
(Io sono già a metà della terza tappa)

Mi è piaciuta molto la parentesi dedicata allo zio Adolphe, il racconto parte ironico, Marcel si fa scudo dell'ingenuità del suo giovanissimo alter ego per descrivere i vizi della società parigina dell'epoca, ma si chiude con un finale quanto mai amaro, (view spoiler)

Ora non so se ciò a cui sto per riferirmi sia contenuto nella seconda o terza tappa, ma ho trovato illuminanti le parole che Proust dedica alla malattia della zia Leonie, di come la fatica -quella che in medicina si chiama ancor oggi fatigue e che connota molte malattie invalidanti- sortisse su di lei un effetto balsamico, ovvero addolcisse la sua sofferenza facendole passare la voglia di uscire, riducendo in tal modo il suo rimpianto per tutto ciò che ormai le era precluso dalla malattia.
L'ho trovata una riflessione profondissima, è come se in quel punto ci avesse mostrato la vera anima della zia, dietro a tutte le convenzioni sociali, la liturgia delle visite, i pettegolezzi, lo sguardo superficiale del fanciullo e della famiglia che fin lì avevano ritratto la vecchia zia come una persona frivola e fatua, quasi una malata immaginaria; sparisce tutto e resta solo la sofferenza di una persona realmente malata.
Grandi pagine.


message 43: by Patrizia (new)

Patrizia | 12 comments Buonasera a tutti.  In questa seconda tappa mi ha colpito molto la vivacità delle descrizioni.
Quella della chiesa, in primo luogo, che si avvale di una serie di bellissime similitudini (i mantelli dei contadini a levigare la pietra, le arcate gotiche come sorelle maggiori, la volta come l'ala di un pipistrello). Ben descritte anche le persone che circondano il narratore a Combray, a partire  dalla zia Leonie, il cui splendido ritratto si muove tra la tragedia nella malattia e la commedia nel gusto per il pettegolezzo.
Non da meno la parte introspettiva, che qui rilevo in particolare nella analisi approfondita e dettagliata delle riflessioni ed emozioni derivanti dalla lettura.


message 44: by Amaranta (last edited May 19, 2025 10:18AM) (new)

Amaranta | 641 comments Mod
@Sav, infatti la zia Leonie è magistralmente descritta. Ha in sè un po' di melodramma e ironia ma di fatto è percepita quasi come motore, seppur immobile, della casa. È lei che decide ed è a lei che i familiari riferiscono. Il dolce amaro legato alla sua condizione di malata la rende agli occhi del lettore più sincera in qualche modo e più simpatica. Penso anche all'incubo in cui il marito vuole farla uscire per una passeggiata percepito come orrore! E alla liberazione di scoprire che fosse solo un sogno.


message 45: by Savasandir (new)

Savasandir  | 1053 comments È vero, nonostante la centralità assoluta della voce narrante, è zia Leonie il vero perno attorno a cui girano tutti gli altri abitanti della casa.


message 46: by Amaranta (new)

Amaranta | 641 comments Mod
avete notato gli asparagi che si metamorfosano?


message 47: by Vava' (new)

Vava' | 119 comments Amaranta wrote: "avete notato gli asparagi che si metamorfosano?"

Sì, è una descrizione spettacolare. Inizia con un riferimento indiretto a Shakespeare, Françoise dalla sua più "modesta" cucina è come Prospero che nella Tempesta comanda gli spiriti e le forze della natura.
Françoise è maga e artista, produce opere d'arte culinarie (lo dice lui, non io), non soltanto con questi legumi ma anche con la già citata crema al cioccolato, a sua volta definita come componimento d'occasione in cui la cuoca ha messo tutto il suo talento (culinario o artistico?).

Questi asparagi sono una tavolozza vera e propria, di più... le loro sfumature celesti si prestano al doppio senso, sono creature ultraterrene... sono così ipnotizzata e incantata da questa descrizione che non riesco più a capire se è l'asparago reale a diventare arte o il sublime a "incarnarsi" in asparago...
Il talento di Françoise-Prospero-Proust trasforma un asparago in Pittura e la Pipì in Poesia con un'eleganza strabiliante. E chiude il cerchio con Shakespeare. Giusto per riportarci sempre al punto di partenza.

Che splendide descrizioni hanno questi cibi, che mangeresti con gli occhi e pure con le orecchie, data la musicalità e il ritmo di certe descrizioni. Distratta dall'accumulazione dei dettagli spesso devo tornare indietro per scoprire la cadenza di certe frasi, le assonanze, le alliterazioni. Comincio a capire perché si dice che Proust è ipnotico.


message 48: by Vava' (last edited May 22, 2025 01:55AM) (new)

Vava' | 119 comments Sono d'accordo con tutto quello che avete scritto. Il microcosmo di "Combray" è un macrocosmo di cose, persone, luoghi (e chi più ne ha, più ne metta) reali e fittizi.

L'aspetto che mi ha colpito e che emerge sempre più è questa commistione di dato reale (storico, geografico ecc.) e rielaborazione fantastica.

"Combray" non esiste... eppure è così reale e realistica! Per quanto ispirata a un paese situato vicino a Chartres, è altro. La sua cattedrale ha vetrate che somigliano a quelle di altre cattedrali, rappresentano leggende che somigliano a quelle medievali ma non corrispondono del tutto, rappresentano re mai esistiti con quel nome nella storia di Francia... Gli stessi toponomi citati dal curato sono "pastiche" di quelli sulla mappa...

Il nostro giovane protagonista adora uno stuolo di attrici vere e finte, dalla Bernard alla Brema... Legge il fittizio Bergotte ma i suoi racconti e le sue letture sono assonanti con brani di Anatole France, di Ruskin e di chissà quanti altri... per non parlare dei numerosi riferimenti diretti e indiretti a opere teatrali e musicali. Siamo davanti a una enciclopedia che mischia reale e fittizio.

E poi Giotto, Hubert Robert, Corot, Leonardo e altri ancora...

Il punto è: emerge sempre più chiaramente la propensione artistica del giovane narratore. È un passatempo, per ora "passivo", una lente per guardare il mondo, un modo di rapportarsi a cose e persone. È un seme che promette di germogliare, se annaffiato e nutrito opportunamente. E lo sarà, aaaah se lo sarà...


message 49: by Savasandir (last edited May 23, 2025 07:10AM) (new)

Savasandir  | 1053 comments Vava' wrote: "L'aspetto che mi ha colpito e che emerge sempre più è questa commistione di dato reale (storico, geografico ecc.) e rielaborazione fantastica."

Concordo con te, in queste pagine l'invenzione letteraria si mescola alla realtà con sopraffina maestria, tant’è che, senza documentarsi, è quasi impossibile capire dove finisce una e inizia l'altra, ma c’è una particolarità aggiuntiva, a mio avviso: questa commistione, questa complanarità fra ricordo e fantasia investe ogni ambito, tutto ne è trasfigurato, tranne una cosa; la pittura. Gli artisti e le opere citate esistono tutte.

Anche se non conosco la trama generale dell'opera, sono certo che vi sia un motivo dietro a questa scelta, le tue allusioni sembrerebbero confermarlo; ho la fortuna d'aver dimenticato tutto ciò che avevo studiato di Proust al liceo -cosa che non mi capita quasi mai- perciò sto affrontando questa lettura con genuina ingenuità, ogni pagina è una sorpresa ed è bellissimo, è un'esperienza nell'esperienza. :-)


message 50: by 〽️onicae (last edited May 24, 2025 06:18AM) (new)

〽️onicae | 82 comments Savasandir wrote: "Vava' wrote: "L'aspetto che mi ha colpito e che emerge sempre più è questa commistione di dato reale (storico, geografico ecc.) e rielaborazione fantastica."

Concordo con te, in queste pagine l'in..."


Anch'io sono andata a cercare le opere che cita di volta in volta :)
Ho trovato particolarmente suggestive le pagine in cui racconta della necessità della nonna di trarre un profitto intellettuale dalle cose e lo ritrova solo nella ricerca del bello. Anche quando doveva fare regali "utili" la nonna ricercava sempre oggetti che avessero un valore estetico e non meramente commerciale. Mi sono molto riconosciuta in questa continua ricerca del bello che effettivamente ci si palesa contemplando l'arte e la natura.
E questo perdersi nella contemplazione della bellezza lo ritroviamo in tantissime pagine.
Ieri sera leggevo la munuziosa descrizione di piante e fiori su cui M. indugia in passeggiata e sono rimasta incantata.


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