pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion
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GdL Theodoros - 4a tappa
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Capitolo 12, il primo della seconda parte del libro.
Nella (bellissima) lettera che Theodoros manda alla madre, il nostro fa riferimento al Big Bang (teoria elaborata nel 1922) e al Big Crunch (ipotesi elaborata a sua volta nel 1922, ma da studi completamente diversi da quelli del Big Bang, il primo negli USA, il secondo negli URSS... i casi della vita). L'avevamo già abbondantemente attestato che il romanzo è pieno di incongruenze storiche, ma questa mi ha colpito particolarmente.
Colonna sonora: https://www.youtube.com/watch?v=pbk92...
Nella (bellissima) lettera che Theodoros manda alla madre, il nostro fa riferimento al Big Bang (teoria elaborata nel 1922) e al Big Crunch (ipotesi elaborata a sua volta nel 1922, ma da studi completamente diversi da quelli del Big Bang, il primo negli USA, il secondo negli URSS... i casi della vita). L'avevamo già abbondantemente attestato che il romanzo è pieno di incongruenze storiche, ma questa mi ha colpito particolarmente.
Colonna sonora: https://www.youtube.com/watch?v=pbk92...
qualcuno mi spiega il capitolo 11? oppure mi rassicura - se è andato molto più avanti - che quella conclusione troverà un senso?
sono arrivata al termine del 13imo, e sono nel pieno della narrazione favolistica di Salomone&Noncosì!
capisco gli addentellati, capisco che ci sia un senso nella costruzione del racconto (anche se non vedo la struttura, sembra più una tela di ragno, con zigzag che probabilmente acquisteranno un senso), ma al momento mi pare aneddotica, Carta sta facendo dello storytelling di altissimo livello, con una capacità affabulatoria notevolissima, ma più procedo più perdo interesse.
e purtroppo mi sta uccidendo anche la voglia di leggere altro :-( mi sono resa conto che questa tela di ragno mi ha invischiato e da un mese sto leggendo, un paio di pagine al giorno, solo questo. mi risucchia energia e non mi restituisce niente. quando provo ad accelerare non riesco, le pagine sono di pietra e piombo fuse. belle, ma arrivo in fondo e non ho capito nulla di questa superfetazione linguistica.
inoltre, ho trovato altri 3 refusi, anzi, uno proprio un errore di associazione del verbo servile che può essere giustificato solo dalla successiva assonanza ma che stride tantissimo (non ho idea se anche in originale); gli altri sono i consueti errori di di concordanze.
sono arrivata al termine del 13imo, e sono nel pieno della narrazione favolistica di Salomone&Noncosì!
capisco gli addentellati, capisco che ci sia un senso nella costruzione del racconto (anche se non vedo la struttura, sembra più una tela di ragno, con zigzag che probabilmente acquisteranno un senso), ma al momento mi pare aneddotica, Carta sta facendo dello storytelling di altissimo livello, con una capacità affabulatoria notevolissima, ma più procedo più perdo interesse.
e purtroppo mi sta uccidendo anche la voglia di leggere altro :-( mi sono resa conto che questa tela di ragno mi ha invischiato e da un mese sto leggendo, un paio di pagine al giorno, solo questo. mi risucchia energia e non mi restituisce niente. quando provo ad accelerare non riesco, le pagine sono di pietra e piombo fuse. belle, ma arrivo in fondo e non ho capito nulla di questa superfetazione linguistica.
inoltre, ho trovato altri 3 refusi, anzi, uno proprio un errore di associazione del verbo servile che può essere giustificato solo dalla successiva assonanza ma che stride tantissimo (non ho idea se anche in originale); gli altri sono i consueti errori di di concordanze.
Catoblepa wrote: "Capitolo 12, il primo della seconda parte del libro.
Nella (bellissima) lettera che Theodoros manda alla madre, il nostro fa riferimento al Big Bang (teoria elaborata nel 1922) e al Big Crunch (ip..."
è un romanzo a-storico, direi, proprio come impianto narrativo. Narra le vicende di Tudor-Theo-Kassa &co in un tempo che potrebbe essere il 1200 o il 1500 (o anche Trono di Spade, la salita di Kassandra al tempio ha rievocato più di un episodio/personaggio di GOT, così come la lotte tra i due contendenti), e poi piazza qualche riferimento che ti riporta al 1871, spiazzando qualsiasi contesto.
Nella (bellissima) lettera che Theodoros manda alla madre, il nostro fa riferimento al Big Bang (teoria elaborata nel 1922) e al Big Crunch (ip..."
è un romanzo a-storico, direi, proprio come impianto narrativo. Narra le vicende di Tudor-Theo-Kassa &co in un tempo che potrebbe essere il 1200 o il 1500 (o anche Trono di Spade, la salita di Kassandra al tempio ha rievocato più di un episodio/personaggio di GOT, così come la lotte tra i due contendenti), e poi piazza qualche riferimento che ti riporta al 1871, spiazzando qualsiasi contesto.
mi avvio al termine della 4a tappa, e un commento di Vecchiaphoebe alla 3a mi ha fatto ripensare al passaggio in cui il pittore Sisoe per combattere noia e depressione si mette a dipingere le vele delle navi, popolando così il mare di visioni fantastiche.
e in effetti è una cosa che non è mai stata fatta in modo sistematico (c'è un motivo, ovviamente, qualsiasi tipo di pittura scolorirebbe e pure il ricamo, inoltre qualsiasi cosa posta sulla vela ne potrebbe compromettere la resistenza e introdurre dei punti di debolezza), ma il cui potenziale di bellezza è notevole (oggi sarebbe molto semplice con i materiali supertecnologici che si utilizzano).
Mi ha fatto sorridere il passaggio su Bairon, Sciatobrian e Ghete
e in effetti è una cosa che non è mai stata fatta in modo sistematico (c'è un motivo, ovviamente, qualsiasi tipo di pittura scolorirebbe e pure il ricamo, inoltre qualsiasi cosa posta sulla vela ne potrebbe compromettere la resistenza e introdurre dei punti di debolezza), ma il cui potenziale di bellezza è notevole (oggi sarebbe molto semplice con i materiali supertecnologici che si utilizzano).
Mi ha fatto sorridere il passaggio su Bairon, Sciatobrian e Ghete
Tra l'altro credo che quelle ortografie siano volute perché Theodoros li leggeva in cirillico (il rumeno usava ancora il cirillico all'epoca), quindi dopo un passaggio di traslitterazione. Cartarescu fa un secondo passaggio, usando le regole di traslitterazione da cirilicco a latino dopo che era stato già fatto un primo passaggio inverso.
Per dire, se facessimo la stessa cosa col russo:
Charles Baudelaire --> Шарль Бодлер --> Šarl' Bodler
Per dire, se facessimo la stessa cosa col russo:
Charles Baudelaire --> Шарль Бодлер --> Šarl' Bodler
Catoblepa wrote: "Tra l'altro credo che quelle ortografie siano volute perché Theodoros li leggeva in cirillico (il rumeno usava ancora il cirillico all'epoca), quindi dopo un passaggio di traslitterazione. Cartares..."
forse anche con una traslitterazione in traduzione? cioè Bairon è come lo pronunciamo in italiano, forse in rumeno si pronuncia diverso ?
forse anche con una traslitterazione in traduzione? cioè Bairon è come lo pronunciamo in italiano, forse in rumeno si pronuncia diverso ?
Penso si pronunci uguale. Cartarescu non fa altro che usare le regole di traslitterazione che presumo usino normalmente per passare dal rumeno classico (in cirillico) al rumeno moderno (in latino).
Ma il nome di Byron era già passato attraverso un altro processo di traslitterazione (dal latino dell'inglese al cirillico del rumeno), e la traslitterazione adatta i suoni fregandosene altamente dell'ortografia della lingua originale (perché dovrebbe importare l'ortografia, se sono due sistemi diversi e per loro natura non sovrapponibili?), quindi evidentemente in rumeno cirillico quel nome si scriveva con le lettere che corrispondono ai nostri suoni B-A-I-R-O-N.
Non so se mi sono spiegato.
Ma il nome di Byron era già passato attraverso un altro processo di traslitterazione (dal latino dell'inglese al cirillico del rumeno), e la traslitterazione adatta i suoni fregandosene altamente dell'ortografia della lingua originale (perché dovrebbe importare l'ortografia, se sono due sistemi diversi e per loro natura non sovrapponibili?), quindi evidentemente in rumeno cirillico quel nome si scriveva con le lettere che corrispondono ai nostri suoni B-A-I-R-O-N.
Non so se mi sono spiegato.
Per usare sempre questo esempio:
Charles Baudelaire --> Шарль Бодлер --> Šarl' Bodler
Il francese per fare il suono con cui inizia Charles usa i caratteri "ch". Lo stesso farebbe il portoghese, ma l'italiano userebbe "sci", l'inglese "sh", il tedesco "sch", il polacco "sz" e l'ungherese semplicemente "s".
Ma a una lingua come il russo, che usa un altro alfabeto, non frega nulla di quali caratteri si usavano nella lingua originale, importa solo il suono, e quel suono in russo si scrive con il carattere "Ш". Per poi fare il passaggio inverso esistono delle regole ben precise per traslitterare dal russo all'italiano, e il carattere russo "Ш" in italiano si rende con "Š". Ecco che quindi il nome Charles diventa nello stesso alfabeto, ma con un passaggio tramite un altro, Šarl' (notare che spariscono anche i caratterli "es": non essendo pronunciati il russo non li traslittera neanche).
Cartarescu fa lo stesso quando passa dall'inglese di Byron al rumeno in cirillico (in cui la "y" probabilmente veniva resa con i caratteri che corrispondono ai nostri "ai") e poi dal rumeno in cirillico al rumeno in latino.
Charles Baudelaire --> Шарль Бодлер --> Šarl' Bodler
Il francese per fare il suono con cui inizia Charles usa i caratteri "ch". Lo stesso farebbe il portoghese, ma l'italiano userebbe "sci", l'inglese "sh", il tedesco "sch", il polacco "sz" e l'ungherese semplicemente "s".
Ma a una lingua come il russo, che usa un altro alfabeto, non frega nulla di quali caratteri si usavano nella lingua originale, importa solo il suono, e quel suono in russo si scrive con il carattere "Ш". Per poi fare il passaggio inverso esistono delle regole ben precise per traslitterare dal russo all'italiano, e il carattere russo "Ш" in italiano si rende con "Š". Ecco che quindi il nome Charles diventa nello stesso alfabeto, ma con un passaggio tramite un altro, Šarl' (notare che spariscono anche i caratterli "es": non essendo pronunciati il russo non li traslittera neanche).
Cartarescu fa lo stesso quando passa dall'inglese di Byron al rumeno in cirillico (in cui la "y" probabilmente veniva resa con i caratteri che corrispondono ai nostri "ai") e poi dal rumeno in cirillico al rumeno in latino.
Catoblepa wrote: "Penso si pronunci uguale. Cartarescu non fa altro che usare le regole di traslitterazione che presumo usino normalmente per passare dal rumeno classico (in cirillico) al rumeno moderno (in latino)...."
si, mi è chiaro. Mi ha fatto sorridere perche quando ho letto Bairon e Lamartin non ho capito, solo sul Sciatobrian e Ghete ho fatto l'associazione, perchè è vero che il suono è lo stesso (ma anche questo non è vero, i francesi pronunciano tutto a modo loro), e se li leggessimo "in italiano" sarebbero Biron, Scateaubriand Goete), per cui quello che associamo e riconosciamo è la grafia.
Ci sono diversi passaggi in cui sarei stata curiosa di conoscere l'originale (posto che non so il rumeno, eh), perchè la traduzione è veramente bizzarra, con involuzioni e tentativi di allitterazioni che mi chiedo siano dovuti a un calco dell'originale. Quindi mi piacerebbe sapere se qusti passaggi, che sembrano maldestri, nel senso che sono passaggi distonici rispetto al fluire affabulatorio complessivo, siano dati dalla traduzione o siano voluti.
Purtroppo non me li sono segnati (a parte uno, che però avevo interpretato come errore), se ne incontro altri li segno.
Infine, una nota, a me ricorda le narrazioni omeriche come ambizione narrativa (presumo che Omero sia il riferimento di tutti i narratori che mettono insieme tante storie, che sembrano scollegate e fluiscono in un unicum)
si, mi è chiaro. Mi ha fatto sorridere perche quando ho letto Bairon e Lamartin non ho capito, solo sul Sciatobrian e Ghete ho fatto l'associazione, perchè è vero che il suono è lo stesso (ma anche questo non è vero, i francesi pronunciano tutto a modo loro), e se li leggessimo "in italiano" sarebbero Biron, Scateaubriand Goete), per cui quello che associamo e riconosciamo è la grafia.
Ci sono diversi passaggi in cui sarei stata curiosa di conoscere l'originale (posto che non so il rumeno, eh), perchè la traduzione è veramente bizzarra, con involuzioni e tentativi di allitterazioni che mi chiedo siano dovuti a un calco dell'originale. Quindi mi piacerebbe sapere se qusti passaggi, che sembrano maldestri, nel senso che sono passaggi distonici rispetto al fluire affabulatorio complessivo, siano dati dalla traduzione o siano voluti.
Purtroppo non me li sono segnati (a parte uno, che però avevo interpretato come errore), se ne incontro altri li segno.
Infine, una nota, a me ricorda le narrazioni omeriche come ambizione narrativa (presumo che Omero sia il riferimento di tutti i narratori che mettono insieme tante storie, che sembrano scollegate e fluiscono in un unicum)
Tittirossa wrote: "ma anche questo non è vero, i francesi pronunciano tutto a modo loro"
Sì, c'è poi questo problema specifico, perché ogni lingua ha suoni diversi, quindi nel processo di traslitterazione se un determinato suono manca nella lingua di arrivo si mette in moto un processo di approssimazione (e verso il russo e presumo anche il rumeno lingue come il francese, l'inglese o lo svedese avrebbero bisogno di moltissime approssimazioni).
L'esempio di Goethe è perfetto: il suono del tedesco "ö" oppure "oe" non esiste in rumeno e quindi evidentemente, quando dovevano traslitterarlo, lo approssimavano con il suono "e". Se dovessi fare lo stesso in italiano però (posto che non c'è bisogno, visto che usiamo lo stesso alfabeto del tedesco), io lo approssimerei con una "o". Ma, e questo è interessante, ogni lingua sente i suoni stranieri in maniera diversa (il russo, per esempio, lo traslittera Gjote, all'italiana "ghiote").
Sì, c'è poi questo problema specifico, perché ogni lingua ha suoni diversi, quindi nel processo di traslitterazione se un determinato suono manca nella lingua di arrivo si mette in moto un processo di approssimazione (e verso il russo e presumo anche il rumeno lingue come il francese, l'inglese o lo svedese avrebbero bisogno di moltissime approssimazioni).
L'esempio di Goethe è perfetto: il suono del tedesco "ö" oppure "oe" non esiste in rumeno e quindi evidentemente, quando dovevano traslitterarlo, lo approssimavano con il suono "e". Se dovessi fare lo stesso in italiano però (posto che non c'è bisogno, visto che usiamo lo stesso alfabeto del tedesco), io lo approssimerei con una "o". Ma, e questo è interessante, ogni lingua sente i suoni stranieri in maniera diversa (il russo, per esempio, lo traslittera Gjote, all'italiana "ghiote").



Non è semplice da seguire, perché la storia non segue un andamento lineare o comunque fisso, ma forse mi piace di più proprio per questo.
Sarag22 wrote: "Mi perdonate un commento molto, molto scemo? Si vede che è scritto da un uomo, le donne sono tutte bellissime e seducenti, descritte nei minimi particolari. Uomini, non pervenuti, nessuna descrizione."
ehi, hai ragione!
il capitolo sugli aquiloni mi ha fatto tornare in mente Hosseini, con il suo primo libro "il cacciatore di aquiloni" dove la meravigliosa descrizione della stessa attività produsse un genere letterario a sè stante :-) (libri sull'Afghanistan, posto fino a quel momento misconosciuto dal punto di vista letterario - lo so perchè era una delle mie fisse della giovinezza, andarci, e compravo libri in francese, gli unici che vi si dedicavano)
qui, la narrazione assume un po' le sembianze del "fagiolo magico", ricordate la favola? Tudor si arrampica arrampica arrampica e poi torna a terra, con la visione di meravigliose bellezze, mentre Jack riporta a casa un tesoro di monete d'oro
ehi, hai ragione!
il capitolo sugli aquiloni mi ha fatto tornare in mente Hosseini, con il suo primo libro "il cacciatore di aquiloni" dove la meravigliosa descrizione della stessa attività produsse un genere letterario a sè stante :-) (libri sull'Afghanistan, posto fino a quel momento misconosciuto dal punto di vista letterario - lo so perchè era una delle mie fisse della giovinezza, andarci, e compravo libri in francese, gli unici che vi si dedicavano)
qui, la narrazione assume un po' le sembianze del "fagiolo magico", ricordate la favola? Tudor si arrampica arrampica arrampica e poi torna a terra, con la visione di meravigliose bellezze, mentre Jack riporta a casa un tesoro di monete d'oro

Ecco cosa mi ricordava, grazie!
Anch'io ho superato da poco il capitolo degli aquiloni, sono alla lettera alla madre del capitolo successivo.
Ha colpito anche me il modo in cui vengono rappresentate le figure femminili ed il contrasto con la delicatezza riservata alla madre. Non è un romanzo storico nel vero senso della parola, ma come impostazione mi pare coerente col personaggio e con l'epoca di ambientazione.
La madre era una figura centrale (e per alcuni versi simile) anche in Abbacinante. Qui mi pare interessante come il protagonista, nonostante la sua spregiudicatezza, senta fortemente il peso del suo giudizio e ci tenga a dare di sé una rappresentazione che possa renderla orgogliosa.
creato la 5a tappa, https://www.goodreads.com/topic/show/.... anche se non ho capito se la lettura langue e i seguaci si sono dispersi come aquiloni col filo tagliato, o se è un libro che non genera commenti.
io ho dovuto rileggere il capitolo 14 (e poi sono scivolata nel 15 :-) ) perchè mi rendo conto che leggo surfando in superficie, senza cogliere realmente il senso dei capitoli. Il problema è, che anche rileggendo, permane la sensazione di onde fantastiche che portanto in altissimo e danno le vertigini, e poi si piomba in una schiuma brillantissima ed esilarante (rimaniamo nella metafora), ma con la stessa consistenza delle vacanze. Relax&amenità, ma non profondità.
quindi leggo con piacere, ma sono passata all'ebook, vediamo se atterrerò all'audiolibro :-)
non so, forse sono io che non ho gli appigli giusti per entrare nel libro
io ho dovuto rileggere il capitolo 14 (e poi sono scivolata nel 15 :-) ) perchè mi rendo conto che leggo surfando in superficie, senza cogliere realmente il senso dei capitoli. Il problema è, che anche rileggendo, permane la sensazione di onde fantastiche che portanto in altissimo e danno le vertigini, e poi si piomba in una schiuma brillantissima ed esilarante (rimaniamo nella metafora), ma con la stessa consistenza delle vacanze. Relax&amenità, ma non profondità.
quindi leggo con piacere, ma sono passata all'ebook, vediamo se atterrerò all'audiolibro :-)
non so, forse sono io che non ho gli appigli giusti per entrare nel libro


Condivido un articolo che ho letto in questi giorni e che magari può stimolare la discussione:
https://www.leparoleelecose.it/surrea...
Cristina wrote: "Io ho mollato alla fine di questa tappa, lo odiavo, mi stava togliendo la voglia di leggere qualunque cosa."
eh, più sopra ho espresso anche io la stessa difficoltà, cioè non riesco a leggere niente altro, ma non riesco a leggere neanche questo. tipo un buco nero di antimateria :-)
eh, più sopra ho espresso anche io la stessa difficoltà, cioè non riesco a leggere niente altro, ma non riesco a leggere neanche questo. tipo un buco nero di antimateria :-)

cap.11-12-13-14
non siate timidi, commentate anche se non avete niente da dire :-)