Oronzo Cilli's Blog

October 24, 2019

Tolkien alla BnF: un viaggio meraviglioso


Ho avuto l’onore e il grande piacere di essere invitato dalla Bibliothèque nationale de France (BnF), come studioso e autore di libri su Tolkien, ai due eventi che hanno anticipato l’apertura al pubblico dell’esposizione “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”, domenica 20 ottobre e al vernissage del giorno seguente. È mia intenzione non scrivere la cronaca del vernissage a cui ho preso parte ma cercare di raccontare le emozioni vissute nell’ammirare quanto esposto partendo con l’essere chiaro, sincero e diretto: è la mostra più completa e imponente mai dedicata a Tolkien. Una vera meraviglia capace di emozionare e di incantare.
L’esposizione è allestita presso la sede principale della biblioteca più grande e importante di tutta la Francia, la BnF “François Mitterrand” di Parigi. A curarla, Vincent Ferré professore di Letteratura Comparata all’Université Paris-Est Créteil (UPEC) e Fredéric Manfrin, capo curatore del dipartimento di Filosofia, Storia e Scienze dell'uomo della BnF. È il terzo e ultimo capitolo di un grande progetto espositivo inaugurato nel giugno 2018 alla Bodleian Library di Oxford, con tappa alla Morgan Library di New York prima di approdare sulla rive gauche della Senna. 

Tre grandi esposizioni che celebrano J.R.R. Tolkien come uomo, professore e autore, ma nessuna identica e ripetitiva. Tutte hanno attinto alle stesse fonti: gli archivi della Bodleian Library a Oxford (UK) e del Raynor Memorial Libraries - Marquette University di Milwaukee (US) e alcune collezioni private. Ma ognuna di esse possiede una propria identità che la rende unica. Dagli spazi (si è passati dalla raccolta sala espositiva della Bodleian Library, circa 250 mq, ai mille mq di Parigi), ai particolari delle immagini sulle pareti, ai percorsi tematici, alle collaborazioni avviate a corredo della mostra, alla scelta del materiale da esporre. Un gran lavoro portato avanti da studiosi e curatori che hanno saputo trasferire nei visitatori la grandezza di questo autore del Novecento. Nessuna classifica o paragone, nulla di scontato e con l'obiettivo centrato: stupire, appassionare, emozionare, far riflettere, comprendere, elaborare e far crescere il dibattito attorno al suo lavoro. In poche parole, rendere omaggio a J.R.R. Tolkien nel migliore dei modi.


Ciò che colpisce visitando l’esposizione di Parigi è senza dubbio lo spazio che la più importante Biblioteca francese ha scelto di dedicare a un autore inglese. Mille metri quadri che esaltano documenti, disegni, lettere, libri, grandi immagini e arazzi che riproducono i disegni di Tolkien e che riescono a rendere concreta, reale, tangibile la sua grandezza, il suo immenso lavoro e la continua ricerca di scoprire, lui per primo, il mondo che viveva nella sua mente per poi poterlo svelare al mondo intero. Il numero del materiale esposto è davvero impressionante. Si respira la passione, il lavoro, la ricerca della perfezione, l’accuratezza della sua creazione che riversava su semplici fogli spesso già utilizzati su un verso durante l’attività accademica. 
Così, oltre ai già noti progetti di sovraccoperte per Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, o alcune pagine manoscritte ormai celebri nel web, dagli Stati Uniti, la Marquette ha inviato ben 80 pagine dai manoscritti originali di Tolkien: 8 pagine de Lo Hobbit, 58 del Signore degli Anelli, 3 del Cacciatore di Draghi e 11 di Mr. Bliss. Solo questi fogli meriterebbero il viaggio per vedere l’esposizione! Ma a fianco delle citate pagine trovano posto un altissimo numero di disegni, bozze, appunti, cronologie e tutte vergate dalla mano del Professore di Oxford. Ho cercato di avvicinarmi il più possibile a ogni singolo foglio e disegno, quasi a sfiorarlo con i naso. Uno per uno (non a caso ci ho impiegato circa tre ore per completare la visita!), immaginando il momento in cui Tolkien preso quel foglio, e riordinando le idee, intingeva il pennino Esterbrook Relief 314 nell’inchiostro nero o azzurro e cominciava a dar forma al suo pensiero. Potevo quasi sentire il graffio del pennino sulla carta ruvida. Su alcuni ho potuto anche distinguere i diversi momenti di scrittura e rivisitazione, come il foglio con le misure Hobbit che vede una prima versione in inchiostro nero scritto con una calligrafia chiarissima, un secondo intervento con biro rossa e, infine, alcuni aggiustamenti con una biro verde. Così come con i fogli dattiloscritti, l’ho immaginato mentre corregge o aggiunge commenti a un testo che molto probabilmente aveva già scritto e riscritto più volte.  
Se avrete modo di visitare l’esposizione parigina vi consiglio di fare lo stesso: avvicinatevi più che potete a quelle pagine e osservatele attentamente, non per adorarle, sarebbe sciocco, ma per toccare con gli occhi il desiderio che portava dentro di liberare il suo mondo. Questa, a mio avviso, è la vera bellezza di questa esposizione: il poter rivivere il momento della creazione, dell’elaborazione, della rivisitazione prima di essere impressa sulla pagina stampata. In quelle sale troverete il genio di Tolkien.
Un altro aspetto che mi ha positivamente colpito del grande lavoro compiuto dai curatori Ferré e Manfrin, assieme a tutto lo staff della BnF, è stato quello di riuscire a trasmettere al visitatore anche quel senso di continuità, di legame, di collegamento tra quello che c’è stato prima e dopo Tolkien. e che non avevo visto nelle due precedenti esposizioni di Oxford e New York. Mi riferisco alla scelta d’inserire documenti, libri e oggetti non appartenuti o prodotti da Tolkien, ma a lui indirettamente collegati: le prime edizioni dei libri di William Morris, le illustrazioni di Aubrey Beardsley per La Morte d’Arthur di Thomas Malory, i progetti di pendenti della Maison di George Fouquet, il calendario runico del 1566, la spada scandinava del IX secolo o un manoscritto della Divina Commedia di Dante del XIV secolo aperto su una pagina dell’Inferno dove fu disegnata l’immagine di un demone che ricorda il Balrog. Riferimenti e innesti, tutti provenienti dalla collezione BnF, che arricchiscono l’esposizione e aiutano a rendere chiara la profondità del lavoro di Tolkien, che altri non è che un robusto e vigoroso ramo di un albero ancor più grande e forte che affonda le proprie radici nella grande tradizione e cultura europea. Al passato, Ferré e Manfrin, hanno voluto inserire, anche ciò che oggi si è creato ispirandosi al suo lavoro di artista, esponendo quattro dei sette grandi arazzi tessuti dalla Cité Internationale de la Tapisserie di Aubusson. Qualcosa di straordinariamente bello e allo stesso tempo delicato. Fianco a fianco, il disegno originale di Tolkien e il grande arazzo di Aubusson, come se avessimo a disposizione una lenta d’ingrandimento che permette di scrutare ogni singolo dettaglio e particolare. Un lavoro, quello di Aubusson, che son convinto avrebbe lasciato senza parole lo stesso Professore di Oxford e, magari, gli avrebbe fatto ripetere quello che scrisse al compositore Carey Blyton, quando questi chiese il permesso di comporre una Hobbit Ouverture, “Come autore sono onorato di sentire che ho ispirato un compositore. Speravo da tempo di riuscire a fare una cosa simile” (Lettere 260, 1964). 
Una menzione speciale, per quanto mi riguarda, è stato lo spazio dedicato alla vita di Tolkien, mio grande interesse e oggetto di studio. Rivedere la scrivania e la sedia che gli appartennero, già esposte a Oxford, così come le fotografie che lo ritraggono con la sua famiglia o alcuni libri che gli appartennero è stato per me motivo di grande emozione. 

Della grande esposizione parigina, alla fine, porto con me le tante emozioni vissute, la ricchezza delle nuove informazioni acquisite, la bellezza degli allestimenti, il tempo passato con Alessandro Voglino, mio amico di viaggio, le risate e le chiacchierate con Jeremy Edmonds e Marcel Aubron-Bülles e lo scambio di battute con Vivien Stocker, Vincent Ferré, Fredéric Manfrin, Mónica Sanz Rodríguez ‘Findûriel’, Shaun Gunner, René van Rossenberg e gli amici della Società Tolkieniana Spagnola.

CATALOGHILa Bodleian Library, per l’esposizione di Oxford, pubblicò due bellissimi volumi curati da Catherine McIlwaine, Tolkien Archivist e curatrice della mostra oxoniense: Tolkien: Maker of Middle-Earth e Tolkien Treasures. Entrambi contengono dei saggi sulla vita e l’opera di Tolkien con il primo, un’edizione rilegata di grande formato, presenta l’intera collezione visibile alla mostra di Oxford con l’aggiunta di materiale non eesposto e il secondo, in formato ridotto con il solo materiale conservato negli archivi della Bodleian Library e messi a disposizione per l’esposizione. 
Allo stesso modo, Ferré e Manfrin hanno curato due meravigliosi cataloghi dell’esposizione parigina, entrambi titolati “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”. Il primo rilegato e in grande formato che contiene tutto il materiale esposto, e quello scelto ma non inserito nell’esposizione, il secondo, in versione ridotta. Entrambi sono di altissima qualità nei contenuti, nella qualità della carta e delle riproduzioni delle immagini, solo che il primo è acquistabile on line al prezzo di 40 € (e li vale davvero tutti), mentre il secondo, al costo di 16,50 €, al momento è solo acquistabile dalla libreria all’interno della BnF.
Piccola postilla che mi riguarda: sono onorato di aver trovato nella bibliografia, tra le “Revues, ouvrages et artiches critiques consacrés à J.R.R. Tolkien”, citato il mio libro Tolkien’s Library: an annotated checklist, unico italiano assieme ad altri studiosi per me da sempre punto di riferimento.
           
Informazioni sull’esposizione “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”L’esposizione è allestita nella Bibliothèque nationale de France (BnF) “François Mitterrand”, Quai François Mauriac a Parigi (Metro 14 e 6 e RER C fermata “Bibliothèque François Mitterrand”), Gallerie 1 e 2 dal 22 ottobre 2019 al 16 febbraio 2020. 
È un evento promosso in partenariato con la Bodleian Libraries, University of Oxford, il supporto di Raynor Memorial Libraries - Marquette University, della Tolkien Estate e della famiglia Tolkien e la partecipazione della Cité Internationale de la Tapisserie, Aubusson et du Musée de l’Armée.
Aperto al pubblico dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 e solo il giovedì dalle 10 alle 21. Chiuso il lunedì e i giorni festivi.
Il costo per l’accesso è di 11 €, ridotto 9 € e gratuito per i minori e i possessori di un Pass BnF lettura/cultura o ricerca. A tal proposito vi consiglio di richiedere all’ingresso la tessera BnF annuale, che ha sul fronte la locandina dell’esposizione, al costo di 15 € che vi consente l’accesso alle gallerie e vi resta come splendido ricordo della giornata. È possibile acquistare il biglietto o la tessera anche on line, a questo LINK.

Le visite guidate costano 3 € ed è possibile prenotarle scrivendo a visites@bnf.fr. 
Gli eventi
Da giovedì 14 novembre, saranno promossi anche degli incontri a tema:
CARTE BLANCHE À ADAM TOLKIENFiglio di Christopher e nipote di J.R.R. Tolkien14 novembre 2019
TOLKIEN PÈRE ET FILScon Leo Carruthers, professore emerito dell’Université Paris-Sorbonne in studi medievali inglesi21 novembre 2019
L’INVENTION DES LANGUEScon Damien Bador, dell’Associazione francese Tolkiendil28 novembre 2019
TRADUIRE TOLKIENcon Christine Laferrière, anglista, specialista nel Medioevo e nell'inglese antico e traduttrice5 dicembre 2019
LES CONFÉRENCES DU CNLJ – J.R.R. TOLKIEN, POÈTE DE LA « ROUTE PERDUE »con Olivier Piffault, direttore del dipartimento di conservazione, BnF6 dicembre 2019
ALAN LEE : ILLUSTRER TOLKIEN12 dicembre 2019
TOLKIEN GÉOGRAPHEcon Isabelle Pantin, professore emerito al dipartimento di Letteratura e Lingue all’École Normale Supérieure19 dicembre 2019
Il 24 e 25 gennaio 2020, ci sarà un dibattito su Tolkien e la guerra, organizzato dal Museo de l’Armée e dalla BnF, che vedrà la partecipazione anche di John Garth, autore di Tolkien e la Grande Guerra.
Qui potete scaricare il pdf della rivista ufficiale della BnF, Chroniques, dedicata all’esposizione.
Questa la pagina ufficiale dell’esposizione “Tolkien: Voyage en Terre du Milieu”.

   




 
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 24, 2019 02:27

February 13, 2019

Tolkien, San John Henry Newman e il venerabile Mindszenty




Il 12 febbraio 2019 Papa Francesco, durante l’udienza avuta con il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, cardinale Giovanni Angelo Becciu, ha autorizzato la promulgazione di una serie di decreti del dicastero vaticano per l’elevazione di due nuovi santi, un beato e cinque nuovi venerabili (due gli italiani). 
Quanto autorizzato dal Santo Padre, oltre a riempirci il cuore, non può lasciare indifferenti chi si occupa di studiare la vita e le opere di Tolkien poiché tra loro vi sono due figli della Chiesa che sono legati alla vita del professore di Oxford: i cardinali John Henry Newman e József Mindszenty. Del loro legame con John Ronald Reuel Tolkien avevo avuto modo di parlarne in due distinti articoli su questo blog nel 2016 ma, alla luce di questa bella notizia, ritengo utile ricostruire quel rapporto sotto un unico titolo.
Prima di illustrare qual è il legame tra i cardinali Newman e Mindszenty e Tolkien, ebbene riassumere le loro sante vite.
Il venerabile John Henry Newman presto sarà santoFilosofo, teologo e cardinale inglese era il primo di sei fratelli. Nato a Londra il 21 febbraio 1801 da padre banchiere a madre discendente da ugonotti emigrati dalla Francia, nel 1808 cominciò a frequentare la scuola di Ealing e nel 1816, sotto l’influsso del pastore calvinista Walter Maser, abbracciò la fede protestante. L’anno dopo entrò al Trinity College di Oxford, ottenendo il Bachelor of Arts e nel 1822 fu eletto Fellow dell’Oriel College. Divenne diacono della Chiesa Anglicana nel 1824 e coadiutore della parrocchia di St. Clement ad Oxford e, il 29 maggio 1825, venne ordinato sacerdote anglicano. Dal 1826, e per sei anni, come tutor nell’Oriel College mantenne contatti con Hurrel Froude, Pusey e John Keble, Due anni più tardi, e fino al 1843, divenne parroco nella chiesa universitaria di St Mary. Significativo fu il viaggio nell’Europa meridionale con Froude, dove ebbe modo di visitare Malta, la Sicilia, Corfù e Roma incontrando, nel Collegio Inglese, il futuro Arcivescovo cattolico di Westminster, Nicholas Wiseman. Durante questo periodo scrisse il poema pubblicato poi due anni dopo, Lyra Apostolica, e il poemetto nel quale manifestò la sua fiducia nella Provvidenza che lo avrebbe aiutato a realizzare una speciale missione, Lead, Kindly, Light.
Di ritorno a Oxford, il 14 luglio 1833, ascoltò il discorso di John Keble, National Apostasy, con il quale si diede vita all’Oxford Movement, di cui poi Newman divenne la figura più importante. Con William Palmer, Keble, Froude e Pusey, diede alle stampe, tra il 1833 e il 1841, Tracts for the Times, composto da 90 saggi e di questi 26 scritti da Newman, compreso il Tract 90. In quest’ultimo, Newman rielaborò i trentanove articoli della Chiesa Anglicana in un’ottica cattolica, che gli valsero la condanna dell’“Hebdomadal Board” dell’Università di Oxford, con la relativa sconfessione di 42 vescovi anglicani che lo condusse a lasciare la guida di St. Mary e a ritirarsi nell’aprile 1842 assieme ad altri amici a Littlemore. Lì maturò la sua conversione alla Chiesa Cattolica mentre lavorava alla stesura del famoso Essay on development of christian Doctrine. Durante la permanenza a Roma nel 1846 assieme ad alcuni compagni anglicani convertitisi al cattolicesimo, e partito senza aver ancora deciso se entrar a far parte di un ordine religioso o diventare un sacerdote secolare, pensò di entrare nell’ordine dei Redentoristi ma alla fine preferì l’Oratorio di San Filippo Neri, Dopo avervi aderito chiese al Papa il permesso di fondare l’Oratorio a Birmingham e di modificare e rivedere le Costituzioni dell’Oratorio romano in funzione della realtà inglese. Newman e sei altri compagni iniziarono il noviziato in un’ala messa a disposizione per loro nell’abbazia di Santa Croce dove, in pochi mesi, scrissero le Costituzioni, la spiritualità e le tradizioni dell’Oratorio. 
Il 2 febbraio 1848 fu ordinato sacerdote e, su incoraggiamento dello stesso papa Pio IX, diede vita al primo Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra che, dopo diversi spostamenti, s’insediò a Edgbaston, una zona residenziale di Birmingham. Dal 1854 al 1859, Newman divenne rettore dell’Università Cattolica di Dublino e nel 1878, fu eletto first honorary fellow del Trinity College di Oxford. Fu elevato a cardinale il 12 maggio 1879, su istanza di S.E. William Ullathorne, da Papa Leone XIII, che gli riconobbe “genio e dottrina”. Il motto scelto dal neo cardinale fu cor ad cor loquitur. Celebrò la sua ultima Messa in pubblico il giorno di Natale del 1889, per poi lasciare questa terra nella sua camera a Edgbaston l’11 agosto 1890. L’epitaffio scolpito sulla sua tomba che egli stesso scrisse fu Ex umbris et imaginibus in veritatem (Dall’ombra e dai simboli alla verità) a memoria della sua crescita confessionale.

Il 19 settembre 2010 Papa Benedetto XVI beatificò John Henry Newman con una cerimonia nei pressi della Casa dell’Oratorio, a Rednal, dove riposano le spoglie mortali del cardinale, durante il viaggio apostolico nel Regno Unito.Per lo studioso inglese Roderick Strange, il cardinale Newman « Da convertito ha portato nella Chiesa di Roma una sensibilità tutta inglese, dimostrando come sia possibile essere inglesi e cattolici allo stesso tempo ».
Il cardinale Mindszenty incarcerato dai nazisti e perseguitato dal regime comunistaNacque nel 1892 nel villaggio ungherese di Mindszent e, dal 1941, scelse di cambiare il suo cognome in Mindszenty, con riferimento alla sua città natale. Presbitero nel 1915, nel 1919 divenne sacerdote e, in quanto tale, fu incarcerato dai comunisti di Béla Kun saliti al potere in Ungheria. Vescovo di Veszprém nel 1944, il 25 marzo fu consacrato nella cattedrale di Strigonio, e tra il 1944 e il 1945, incarcerato nuovamente dai nazisti. Agli inizi di ottobre fu nominato primate d’Ungheria e arcivescovo di Strigonio e nel febbraio 1945, Papa Pio XII lo elevò Cardinale. Per questo suo ruolo divenne una minaccia per il regime ungherese, ormai satellite dell’Unione Sovietica, e il giorno di Santo Stefano del 1948 fu arrestato dalla polizia mentre era in episcopio. Per fargli ammettere crimini inesistenti contro il regime comunista fu sottoposto ad ogni sorta di umiliazione e tortura che lo videro condannato all’ergastolo dopo un processo-farsa. I continui soprusi lo portarono a cedere e firmare l’accusa che lo voleva cospiratore del regime, ma un filo di lucidità gli fece apporre in calce la sigla C.F. (coactus feci, ossia “firmai perché costretto”). Il caso Mindszenty creò un forte eco internazionale a suo sostegno che vide anche coinvolto lo stesso J. R. R. Tolkien, come vedremo in seguito. Dopo otto lunghi anni tra prigionia e arresti domiciliari, contraendo anche la tubercolosi e subendo l’umiliazione più grande di non poter leggere testi sacri, inginocchiarsi o pregare, nel 1956, con la sollevazione popolare fu liberato. Ma la reazione sovietica riportò il regime al potere e lui fu costretto a trovare rifugio a Budapest nell’Ambasciata americana e ad essere assente ai conclavi del 1958 e del 1963. Grande oppositore del regime comunista condusse una lunga battaglia contro alcuni comportamenti vaticani come la nomina dei vescovi graditi al regime, rifiutando qualsivoglia compromesso. Mindszenty si ritrovò a vivere la nuova politica conciliante con i regimi comunisti avviata dal vaticano negli anni sessanta e guidati dal cardinale Agostino Casaroli, nominato Responsabile del dialogo con i Paesi del Blocco dell’Est, che incontrò più volte. Casaroli lo considerava un ostacolo alla sua missione di conciliazione pur ammirandolo per la forza d’animo e la grandezza spirituale e morale. Rifiutò di vivere presso la Santa Sede ma, nel 1971, dopo l’intervento del presidente americano Nixon, si trasferì a Roma. Successivamente si trasferì a Vienna, nel collegio ungherese di Pázmámy e da lì continuò la sua opera di testimonianza delle crudeltà del comunismo fino al novembre 1973, dopo che il regime ungherese aveva ottenuto dal vaticano il suo silenzio, quando Paolo VI gli chiese di dimettersi da primate di Strigonio. Dopo un rispettoso diniego, lo stesso pontefice lo sollevò dall’incarico. Morì a Vienna il 6 maggio 1975 morì per un arresto cardiaco a seguito di un intervento chirurgico e nel 1991 le sue spoglie furono trasportate solennemente da Mariazell a Strigonio e tumulate nella cripta della cattedrale di Nostra Signora e di sant’Adalberto. Lo stesso anno in Italia l’editore Rusconi pubblicò le sue Memorie tradotte dal tedesco da Biagio Marenco. Il 22 ottobre 1996 è stata avviata la causa di canonizzazione e la definitiva riabilitazione legale, politica e morale si è avuta nel 2012 dalla Procura generale ungherese che ha posto fine all’infamia subita nel processo-farsa del 1949.
Il legame tra Tolkien, Newman e MindszentyIl legame tra Tolkien e il cardinale Newman è “mediato” da una delle figure più importanti della vita del futuro autore del Signore degli Anelli, padre Francisco Xavier Morgan Osborne figlio di Francis Morgan, un gallese che si stabilì nella cittadina spagnola di El Puerto de Santa María come produttore ed esportatore di sherry. Francis Morgan sposò la spagnola Maria Manuela Osborne y Bohl de Faber (figlia del britannico Thomas Osborne, fondatore delle cantine Osborne, e Aurora Bohl de Faber, sorella di Cecilia Bohl de Faber, meglio conosciuta con lo pseudonimo letteraria di Fernan Caballero). Francis Xavier, uno dei loro cinque figli, fu mandato da bambino a studiare in Inghilterra presso il’Oratorio di Birmingham, dove fu allievo di padre John Henry Newman. Alla fine della scuola primaria frequentò il liceo a Londra, dall’allora vescovo Thomas John Capel, e poi l'Università cattolica di Leuven. Due anni dopo fece ritorno all’Oratorio di Birmingham come novizio. Nel 1880 accompagnò padre John Norris, prefetto dell'Oratorio di Birmingham, a Roma dove incontrarono papa Leone XIII e, al suo ritorno, accompagnò il neo cardinale Newman durante il suo soggiorno nella residenza londinese del Duca di Norfolk, dove gli furono resi gli onori cardinalizi. Dopo la sua ordinazione nel 1883, Francis Xavier aderì attivamente alla comunità di San Filippo Neri dell’Oratorio di Birmingham.Padre Francis Morgan fu confessore e padre spirituale di Mabel, la madre di Tolkien che, nell’aprile 1904, dopo un ricovero in ospedale, entrò in coma diabetico e morì. Una perdita che portò Tolkien a scrivere::
la mia cara madre è stata veramente una martire; non a tutti Dio concede di percorrere una strada così facile, per arrivare ai suoi grandi doni, come ha concesso a Hilary e a me, dandoci una madre che si uccise con la fatica e le preoccupazioni per assicurarsi che noi crescessimo nella fede.

Mabel, che teneva molto all’educazione cattolica dei figli e viveva il timore che alla sua scomparsa i familiari potessero riportarli sulla strada dell’anglicanesimo, decise d’indicare nel suo testamento padre Francis Morgan loro tutore. Padre Morgan sistemò Ronald e Hilary temporaneamente a casa di una zia poco incline alla religione che viveva vicino all’Oratorio in modo che i due ragazzi, al mattino presto e prima di andare a scuola alla King Edward’s, potessero prima della colazione servire messa all’Oratorio. Padre Morgan contribuì anche economicamente al sostentamento dei fratelli Tolkien diventando per loro un secondo padre. Tolkien scrisse che:
Da lui ho imparato soprattutto la carità e la capacità di perdonare; e con questi insegnamenti ho superato persino l’oscurità “liberale” da cui provenivo, in cui si conosceva molto meglio "Maria la sanguinaria" che la Madre di Gesù. che non era mai stata menzionata se non come oggetto di una venerazione sbagliata da parte dei cattolici 

Con padre Morgan i fratelli passarono anche molte estati e Ronald cominciò il suo approccio con lo spagnolo grazie ai libri che padre Morgan aveva nella sua biblioteca, e del quale si servì anche per creare un linguaggio che chiamò Naffarin. Nel frattempo, il sacerdote decise di affittare una stanza in un quartiere non distante dall’Oratorio, presso il quale Ronald conobbe una persona che con lui avrebbe condiviso il resto della vita: Edith Bratt. Lo speciale rapporto nato tra Ronald ad Edith, però, non piacque a padre Morgan in quanto temeva che lo distogliesse dagli studi spingendolo a vietare che i due si vedessero o scrivessero fin al ventunesimo compleanno del ragazzo. Questo provocò in Tolkien un gran tormento diviso dal non poter passare del tempo con la persona che amava e dal non disubbidire al suo tutore. I Tolkien continuarono a frequentare l’Oratorio - nel 1909 da qui uscirono le tre pattuglie di Boy Scout guidate dai due fratelli Tolkien (Cfr. J. R .R. Tolkien l’esperantista. Prima dell’arrivo di Bilbo Baggins) - fino al 1911, anno del trasferimento a Oxford dopo aver ottenuto una borsa di studio per l’Exeter College. Tolkien ed Edith, poi, riuscirono a coronare il loro sogno e sposarsi nella chiesa di Santa Maria Immacolata a Warwick con rito cattolico celebrato da padre Murphy. Tolkien, in onore del suo tutore, battezzò il suo primo figlio, che poi diventerà sacerdote cattolico, John Francis Reuel.
Nel 1917 padre Morgan e i membri dell’Oratorio di Birmingham pubblicarono il volume Correspondence of John Henry Newman with John Keble and others, 1839-1845 (Longmans). Padre Francis Xavier Morgan morì l’11 giugno 1935 nell’Oratorio di Birmingham lasciando a ciascuno dei fratelli Tolkien una eredità di mille sterline. Curiosità legata alla beatificazione del cardinale Newman: la statua realizzata in onore del Beato e benedetta il 19 settembre 2010, a Cofton Park, dal Pontefice Benedetto XVI è stata realizzata dall’artista Tim Tolkien, bisnipote di J. R. R. Tolkien.

Oltre al legame con padre Morgan e l’Oratorio San Filippo Neri a Birmingham fondato dallo stesso cardinale Newman, c’è da ricordare che Tolkien fu membro attivo anche della  Newman Association , nata nel 1942, e registrata cinque anni dopo, con l’intento di riunire i laureati cattolici e approfondire i temi della fede cristiana. Il sodalizio cattolico s’ispira sin dalla sua fondazione al Cardinale che voleva “un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere” (The Present Position of Catholics in England, IX, 390). Ed è proprio questa sua esperienza associativa a rappresentare l’anello di contatto con il futuro venerabile Mindszenty e nello specifico, il momento dell’ingiusta incarcerazione dell’allora cardinale per mano del regime comunista ungherese.Come si è scritto, infatti, l’arresto del cardinale Mindszenty nel 1948 provocò fortissime reazioni nell’ambiente cattolico in tutto il mondo e diversi furono gli appelli in favore della sua scarcerazione. Nel Regno Unito si schierò la  Newman Association  di cui faceva parte Tolkien, che redasse un appello pubblico a favore della scarcerazione del cardinale Mindszenty inviato al The Times affinché lo rendesse pubblico. Il testo è stato ritrovato nel 2011 da Douglas A. Anderson che lo pubblicò sul suo blog.
Tra i firmatari compare il nome di J. R. R. Tolkien.
CARDINAL MINDSZENTYTO THE EDITOR OF THE TIMES
Sir,-On behalf of the Newman Association, composed of some 1,500 Catholic professors and other Catholic graduates of the British universities, we wish to register a strong protest against the action of the Hungarian Government in arresting the Cardinal Primate of Hungary. During the last three years we have see many examples of the ever-extending violation of freedom in countries under Soviet domination or Soviet influence. The arrest of the Cardinal Primate is the climax of a whole series of such incidents in Hungary and elsewhere, but from our experience of the present and the past we look forward with a very real apprehension. No one can claim any longer to be safe. The time has now arrived when it must be made clear, without diplomatic equivocation, that the conscience of the civilized world is shoched by the denial of religious liberty in Hungary and other areas of eastern and central Europe.The arrest of the Cardinal Primate is almost without precedent in the last 1,000 years. It must be made clear beyond dispute to the Hungarian Government that by their action they have forfeited the respect of thinking men and women of all the western nations, and that they have made a mockery of all movements by the United Nations and other agencies for the promotion of peace based on justice and freedom. We regard it as the duty of the British Government to make emphatically clear to all concerned how deeply the people of Britain have been shocked by the action of the Hungarian Government.We have the honour to be, Sir, your obedient servants,
Alexander Moncrieff, Honorary President; Leslie Aitchison, A. J. Allmand, Thomas Bodkin, A. Leyland Robinson, Edgar Prestage, G. Temple, J. R. R. Tolkien, Edmund Whittaker, F. de Zulueta, Honorary Vice-Presidents, Newman Association. 31, Portman Square, W.1.
«The Times», venerdì 28 gennaio 1949, p. 5.
Appendici
Si pubblicano due interessati documenti a vantaggio di chi vuol approfondire la conoscenza di queste due venerabili e santé figure della Chiesa.
SANTA MESSA CON BEATIFICAZIONE
DEL VENERABILE CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI Cofton Park di Rednal - Birmingham
Domenica, 19 settembre 2010
     Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,la giornata odierna che ci ha portati qui insieme a Birmingham è di grande auspicio. In primo luogo, è il giorno del Signore, domenica, il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo risuscitò dai morti e cambiò per sempre il corso della storia umana, offrendo vita e speranza nuove a quanti vivevano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Questa è la ragione per cui i cristiani in tutto il mondo si riuniscono insieme in questo giorno per dar lode e ringraziare Dio per le grandi meraviglie da lui operate per noi. Questa domenica particolare, inoltre, segna un momento significativo nella vita della nazione britannica, poiché è il giorno prescelto per commemorare il 70mo anniversario della “Battle of Britain”. Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti. Ma vi è un ulteriore, più gioiosa ragione del perché questo è un giorno fausto per la Gran Bretagna, per le Midlands e per Birmingham. E’ il giorno che vede il Cardinale John Henry Newman formalmente elevato agli altari e dichiarato Beato.Ringrazio l’Arcivescovo Bernard Longley per il cortese benvenuto rivoltomi questa mattina, all’inizio della Messa. Rendo omaggio a tutti coloro che hanno lavorato così intensamente per molti anni per promuovere la causa del Cardinale Newman, inclusi i Padri dell’Oratorio di Birmingham e i membri della Famiglia spirituale Das Werk. E saluto tutti coloro che sono qui venuti dall’intera Gran Bretagna, dall’Irlanda e da altrove; vi ringrazio per la vostra presenza a questa celebrazione, durante la quale rendiamo gloria e lode a Dio per le virtù eroiche di questo sant’uomo inglese.L’Inghilterra ha una grande tradizione di Santi martiri, la cui coraggiosa testimonianza ha sostenuto ed ispirato la comunità cattolica locale per secoli. E tuttavia è giusto e conveniente che riconosciamo oggi la santità di un confessore, un figlio di questa Nazione che, pur non essendo chiamato a versare il proprio sangue per il Signore, gli ha tuttavia dato testimonianza eloquente nel corso di una vita lunga dedicata al ministero sacerdotale, specialmente alla predicazione, all’insegnamento e agli scritti. E’ degno di prendere il proprio posto in una lunga scia di Santi e Maestri di queste isole, san Beda, sant’Hilda, san Aelredo, il beato Duns Scoto solo per nominarne alcuni. Nel beato John Henry quella gentile tradizione di insegnamento, di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore ha dato ricchi frutti quale segno della continua presenza dello Spirito Santo nel profondo del cuore del Popolo di Dio, facendo emergere abbondanti doni di santità.Il motto del Cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, “il cuore parla al cuore”, ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio. Egli ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina. Come scrisse in uno dei suoi forbiti sermoni: “l’abitudine alla preghiera, che è pratica di rivolgersi a Dio e al mondo invisibile in ogni stagione, in ogni luogo, in ogni emergenza, la preghiera, dico, ha ciò che può essere chiamato un effetto naturale nello spiritualizzare ed elevare l’anima. Un uomo non è più ciò che era prima; gradualmente… ha interiorizzato un nuovo sistema di idee ed è divenuto impregnato di freschi principi” (Parochial and plain sermons, IV, 230-231). Il Vangelo odierno ci dice che nessuno può essere servo di due padroni (cfr Lc 16,13), e l’insegnamento del Beato John Henry sulla preghiera spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro, il quale soltanto ha il diritto alla nostra devozione incondizionata (cfr Mt 23,10). Newman ci aiuta a comprendere cosa significhi questo nella nostra vita quotidiana: ci dice che il nostro divino Maestro ha assegnato un compito specifico a ciascuno di noi, un “servizio ben definito”, affidato unicamente ad ogni singolo: “io ho la mia missione – scrisse – sono un anello in una catena, un vincolo di connessione fra persone. Egli non mi ha creato per niente. Farò il bene, compirò la sua opera; sarò un angelo di pace, un predicatore di verità proprio nel mio posto… se lo faccio obbedirò ai suoi comandamenti e lo servirò nella mia vocazione” (Meditations and devotions, 301-2).Lo specifico servizio al quale il Beato John Henry Newman fu chiamato comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti “problemi del giorno”. Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo. Desidero rendere onore alla sua visione dell’educazione, che ha fatto così tanto per plasmare l’”ethos” che è la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi. Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico, egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme. Il progetto di fondare un’università cattolica in Irlanda gli diede l’opportunità di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come The Idea of a University contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica. Ed in verità, quale meta migliore potrebbero proporsi gli insegnanti di religione se non quel famoso appello del Beato John Henry per un laicato intelligente e ben istruito: “Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere” (The Present Position of Catholics in England, IX, 390). Oggi quando l’autore di queste parole viene innalzato sugli altari, prego che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un più grande sforzo dalla sua visione, che così chiaramente pone davanti a noi.Mentre il testamento intellettuale di John Henry Newman è stato quello che comprensibilmente ha ricevuto le maggiori attenzioni nella vasta pubblicistica sulla sua vita e la sua opera, preferisco in questa occasione, concludere con una breve riflessione sulla sua vita di sacerdote e di pastore d’anime. Il calore e l’umanità che sottostanno al suo apprezzamento del ministero pastorale vengono magnificamente espressi da un altro dei suoi famosi discorsi: “Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente (“Men, not Angels: the Priests of the Gospel”, Discourses to mixed congregations, 3). Egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione. Non meraviglia che alla sua morte molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui. Cento vent’anni dopo, grandi folle si sono nuovamente qui riunite per rallegrarsi del solenne riconoscimento della Chiesa per l’eccezionale santità di questo amatissimo padre di anime. Quale modo migliore per esprimere la gioia di questo momento se non quella di rivolgerci al nostro Padre celeste in cordiale ringraziamento, pregando con le parole poste dal Beato John Henry Newman sulle labbra dei cori degli angeli in cielo:Lode a Colui che è Santissimo nell’alto dei cieliE lode sia nelle profondità;Bellissimo in tutte le sue parole,ma ben di più in tutte le sue vie!(The dream of Gerontius).
LETTERA DI SUA SANTITÀ PIO XII AGLI ECC.MI ARCIVESCOVI E VESCOVI D'UNGHERIA, IN SEGNO DI PROTESTA CONTRO L'ARRESTO DELL'ARCIVESCOVO DI STRIGONIA
Agli Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi d’Ungheria.Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.La notizia che il diletto Figlio Nostro Cardinale Giuseppe Mindszenty, Arcivescovo di Strigonia, con temerario ardire è stato tratto in arresto e allontanato dalla sua Sede, Ci ha procurato profondo dolore, poiché vediamo in questo Presule, tanto benemerito, gravemente offeso sia il sacro rispetto dovuto alla religione, sia la stessa dignità umana.Pertanto la coscienza e il dovere C’impongono di esprimere pubblicamente il Nostro rammarico e la Nostra indignazione per quanto è stato perpetrato contro i diritti della Chiesa; ciò che è accaduto non solo contro di voi, ma contro i cattolici d’Ungheria e di tutto il mondo, con somma tristezza deploriamo solennemente come ingiuria inferta a tutta la Chiesa.Ben conosciamo i meriti di questo ottimo Pastore; conosciamo la tenacia e l’illibatezza della sua fede; conosciamo la sua fortezza apostolica nel tutelare l’integrità della dottrina cristiana e nel rivendicare i sacri diritti della religione. Che se con petto impavido e forte sentì il dovere di opporsi quando vide che la libertà della Chiesa veniva sempre più limitata e in molte maniere coartata, e soprattutto quando vide impedito con grave detrimento dei fedeli il magistero e ministero ecclesiastico — il quale deve esercitarsi non solo nelle chiese, ma anche all’aperto nelle pubbliche manifestazioni di fede, nelle scuole inferiori e superiori, con la stampa, con pii pellegrinaggi ai santuari e con le associazioni cattoliche — questo certamente non è per lui un motivo di accusa o di disonore, ma piuttosto di alto elogio, giacché devesi ascrivere al suo ufficio di vigilante pastore.Desideriamo, quindi, Venerabili Fratelli, prender viva parte con animo paterno al vostro dolore e al vostro cordoglio; e desideriamo pure rivolgervi nel nome del Signore la Nostra esortazione perché, come sempre siete soliti fare, così in modo particolarissimo in questo grave frangente vogliate continuare a svolgere il vostro pastorale ministero con assidua solerzia e con unità di mente, di cuore e di opera, sempre memori che per la libertà della Chiesa e per i suoi sacrosanti diritti si debbono sopportare non solo fatiche e dolori, ma anche la privazione della vita, qualora sia ciò necessario. Abbiamo piena fiducia che voi risponderete a questo Nostro appello paterno con spontanea e volenterosa operosità; e che tutta l’Ungheria cattolica, a Noi tanto cara, la cui storia rifulge di gloria negli annali della Chiesa, saprà esser pari a se stessa nelle travagliate e difficili contingenze dell’ora presente, e saprà, altresì, dare agli altri popoli splendidi esempi di cristiana fortezza.Conosciamo bene quale pericolosa tempesta si è abbattuta su voi e sul gregge alle vostre cure affidato; ma in pari modo Ci è noto il vostro zelo apostolico, in pari modo è certa e sperimentata la vostra prudenza pastorale e la salda unità d’intenti, di consigli e di opere; e così pure è nota e sperimentata l’indomita vostra fermezza, che, poggiandosi unicamente sull’aiuto di Dio, tutto può vincere, tutto può superare. Unendo dunque le vostre direttive e fondendo insieme le vostre forze, andate avanti, Venerabili Fratelli, armati di quella fortezza, che viene dal Cielo e che si alimenta con la divina grazia. Non lasciatevi sviare da quelle fallaci apparenze di verità, con cui si suole per mezzo d’inganni e di allettamenti adescare gli animi. I vostri antenati che già nei tempi passati dovettero resistere ad ogni genere di errori e superare le più aspre difficoltà, v’insegnano luminosamente che la religione cristiana può essere calunniata e combattuta, ma non può esser vinta!Camminate fiduciosi dietro i loro esempi; tutto ciò che la dottrina cristiana richiede nei riguardi della fede e dell’azione, sia per voi campo fruttuoso d’apostolato, di quell’apostolato che non risparmia fatiche e che non è scosso o turbato da alcun timore. Voi troverete un conforto, di cui non è possibile trovarne uno maggiore: il conforto cioè di lavorare e combattere per il Regno pacificatore e salutare di Cristo, Regno che non è di questo mondo [1], perché ha il compito di riformare i costumi, e d’indirizzare tutti, attraverso questo terreno esilio, verso la patria celeste e la felicità eterna.In modo particolare desideriamo, Venerabili Fratelli, che, sollevando le vostre preghiere, anche per coloro che vi perseguitano, al Divino Redentore ed alla sua Santissima Madre, Patrona dell’Ungheria, unitamente ed insistentemente imploriate luce celeste alle menti ottenebrate dall’errore, concordia e cooperazione per coloro che sono disgregati dall’odio e dai rancori, affinché sorgano finalmente, con l’aiuto della divina grazia, tempi migliori e più tranquilli per la vostra diletta patria.Avvalori ed attui questi Nostri auguri e voti la Benedizione Apostolica, che Noi con grandissimo affetto impartiamo a Voi, Venerabili Fratelli, ai greggi a voi affidati ed in modo particolare a coloro « che per la giustizia soffrono persecuzione » [PIUS PP. XII
[
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 13, 2019 11:46

January 20, 2019

Tolkien: e se i film fossero due? Perché bisogna tenere d'occhio Mel Gibson e Sean Penn




Del biopic* su Tolkien , a oggi, si è già scritto tanto (e purtroppo sempre allo stesso modo giacché si è attinto da quel poco che ancora si conosce), ma credo che agli attenti lettori e studiosi della vita e delle opere di J. R. R. Tolkien possa interessare la notizia che sul maxi schermo, quest’anno, si potrà vedere anche un altro film riconducibile al lavoro di Tolkien. Più di quanto si possa immaginare.
Andiamo con ordine partendo dal primo film, Tolkien, che ovviamente non possiamo non citare.
*“genere cinematografico basato sulla ricostruzione della biografia di un personaggio realmente esistito”.
Il primo filmCome molti appassionati sanno, il 10 maggio finalmente arriverà nelle sale cinematografiche il biopic Tolkien diretto da Dome Karukoski e scritto da Stephen Beresford e David Gleeson. Un film molto atteso dagli appassionati del Professore di Oxford prodotto dalla Fox Searchlight Pictures, che narrerà la vita del giovane Tolkien negli anni precedenti lo scoppio del Primo conflitto mondiale.
A interpretare il giovane J. R. R. Tolkien, Nicholas Hoult (Tolkien bambino sarà interpretato da Harry Gilby), e con lui Lily Collins che vestirà i panni della sua Edith (Mimi Keene sara la Edith bambina). Al loro fianco Colm Meaney, che interpreta padre Francis Xavier Morgan, James MacCallu sarà il fratello di Tolkien, Hilary (Guillermo Bedward vestirà i panni di Hilary bambino), e Jack Riley, indosserà i panni del figlio di Tolkien, Christopher suo esecutore letterario. I tre amici che con Tolkien condivisero la grande esperienza dei TCBS (Tea Club and Barrovian Society) saranno: Tom Glynn-Carney, che sarà Christopher Wiseman, Anthony Boyle, nei panni di Geoffrey Bache Smith e infine Patrick Gibson, che interpreterà Robert Gilson. Le musiche sono state affidate al compositore americano Thomas Newman, noto per le sue colonne sonore di Alla ricerca di Nemo, Skyfall, Le ali della libertà, Il miglio verde e American Beauty, alcune di queste candidate all’Oscar, come la candidatura della colonna sonora Il ponte delle spie nel 2016 battuta da quella di Ennio Morricone per il film The Hateful Eight di Quentin Tarantino.
     
Alcuni scatti dal set di Tolkien 
Il secondo film Scorrendo la lista dei film in uscita quest’anno a chi studia Tolkien non è potuto sfuggire l’uscita di un altro film che merita la stessa attenzione, e promozione, del biopic su Tolkien e che arriverà nelle sale cinematografiche il prossimo 7 marzo 2019. Il titolo della pellicola, diretto da Farhad Safinia, è Il professore e il pazzo (The Professor and the Madman) e vede un cast stellare.  Solo per citarne alcuni, i protagonisti saranno interpretati dai premi Oscar Mel Gibson (Arma Letale, The Passion, Braveheart, Il patriota) e Sean Penn (Mystic River e Milk) e con loro Natalie Dormer (l’Anna Bolena nella serie televisiva I Tudors, la Margaery Tyrell de Il Trono di Spade e Cressida nei film Hunger Games: Il canto della rivolta) Ioan Gruffudd (il dottor Reed "Mr. Fantastic" Richards ne I Fantastici 4), Brendan Patricks (ha ecitato nelle serie Doctor Who, Outlander e Downton Abbey) e Kieran O'Reilly (della serie Vikings). Prima di spiegare il nesso di questo film con Tolkien è bene raccontare la trama del film tratta dall’acclamato best-seller di Simon Winchester: Il professore e il pazzo (Adelphi, 2018 e in precedenza con il titolo L’assassino più colto del mondo, Mondadori, 1999). Il film narra le vicende realmente accadute nella metà dell’Ottocento in Inghilterra e che vide protagonista il professor James Murray, filologo e lessicologo scozzese, incaricato di redigere il più grande, importante e monumentale dizionario inglese, l’Oxford English Dictionary. 
Mel Gibson nei panni di James MurrayIl professor Murray fece appello a tutti e letterati del Regno Unito affinché lo aiutassero ad assolvere l’incarico ricevuto nel 1857, e lo fece anche attraverso il canale, all’epoca, più efficace, i giornali, ricevendo così suggerimenti, indicazioni e aiuto da ogni angolo del paese. Dopo diversi anni di lavoro, Murray si accorse che il maggior numero delle voci che gli furono suggerite proveniva dalla stessa persona: William Chester Minor. Affascinato dalla mente di Minor, che mostrava grandissima cultura e intelligenza, e pervaso dal desiderio di ringraziare personalmente per il prezioso aiutante per corrispondenza, Murray chiese d’incontralo. Stranamente, Minor continuava a rifiutare cortesemente i ripetuti inviti del professore che decise, dopo lunga corrispondenza, di andarlo a cercare nell’anonima località di Broadmoor dalla quale partivano i suggerimenti grammaticali. 
Sean Penn interpreta W. C. MinorPer sua grande sorpresa, Murray scoprì che Minor scriveva dal manicomio criminale di Broadmoor, nel quale era stato internato. Minor era un medico ed ex ufficiale americano che, fuggito dall'esperienza della guerra civile (dove fu addetto alla marchiatura a fuoco dei disertori) si trasferì nella Londra Vittoriana, teatro della sua crescente pazzia con manie persecutorie che lo portarono a uccidere, senza un apparente motivo, un passante. Nel film si rivivranno questa storia e l’incontro di Murray e Minor che rese un gran servigio all’avanzamento dei lavori del Dizionario. 

Un film che si preannuncia davvero interessante, anche se non sono mancate alcune polemiche mosse dallo stesso Mel Gibson.


E Tolkien?Giusta domanda, ma se si ha la pazienza di leggere quanto segue, si capirà quanto interessante e importante questo film per lo studio della vita e delle opere di Tolkien. A primo acchito, l'unico collegamento tra i due film lo si troverebbe in quello temporale: Il professore e il pazzo, narra vicende accadute a fine Ottocento e, temporalmente, Tolkien prosegue fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale. Ma non è solo questo. L'anello di congiunzione tra le due piccole, è l'Oxford English Dictionary e l'amore (e il lavoro) di Tolkien.
Tolkien e l’Oxford English Dictionary Al rientro dalla guerra, seppur non ancora congedato, a Tolkien fu concesso di trovare un’occupazione civile e, vista la difficoltà a ottenere un ruolo nell’Università, all’inizio di novembre 1918 accettò la proposta del suo ex tutore in antico islandese William Craigie, succeduto a Murray alla guida del gruppo di studio che stava completando il NED, di collaborare al Dizionario diventando assistente di Henry Bradley. Tolkien iniziò a lavorarci nel gennaio 1919 all’interno dell’ex edificio Ashmolean in Broad Street, a pochi passi dalla sua abitazione in St. John Street, con lui diverse persone che lavoravano presso l’Università e che prestavano la propria opera durante le ore libere. Sotto la supervisione di Bradley, Tolkien cominciò a lavorare sulle parole che iniziavano con la lettera W e, il 3 aprile, dopo le correzioni e l’approvazione di Bradley, le prime parole furono inviate alla Oxford University Press per la composizione tipografica. Man mano Tolkien prese familiarità con il suo lavoro al punto che Bradley ridusse di molto le correzioni. Nel frattempo passò sotto la supervisione di Charles T. Onions.Grazie al lavoro presso il Dizionario, e quello di tutoraggio agli studenti, poté permettersi di affittare una piccola casa al numero 1 di Alfred Street (oggi Pusey Street) dove si trasferì con la famiglia il 17 settembre 1919. Il lavoro gli consentì anche di potersi permettere una persona che aiutasse sua moglie Edith. La collaborazione cessò alla fine di maggio 1920, poco prima di cominciare la sua carriera universitaria come Lettore di Lingua inglese all’Università di Leeds. L'esperienza al Dizionario gli portò a dire di “aver imparato più in quei due anni che in qualsiasi altra situazione nella sua vita”. Il 20 gennaio 1922, Tolkien tenne un discorso sul NED durante un incontro congiunto promosso dalla Yorkshire Dialect Society e dalla English Association presso l'Università di Leeds. E il 26 giugno dello stesso anno inviò una cartolina a Henry Bradley, sperando che questi si fosse ripreso da una malattia (morirà il 23 maggio dell’anno dopo), dove incluse un enigma in versi in Old English sulla base di una filastrocca, Enigma Saxonicum Nuper Inventum.I fascicoli del Dizionario che lo videro direttamente impegnato, poi raccolti in un unico volume del 1928, furono: W-Wash (pubblicato nell'ottobre 1921), Wash-Wavy {maggio 1923), Wavy-Wezzon (agosto 1926), Whisking-Wilfulness (novembre 1924), e Wise-Wyzen (aprile 1928). Il suo lavoro fu molto apprezzato dai curatori del Dizionario tanto che Bradley prima scrisse che per le parole walnut, walrus, e wampum Tolkien aveva trovato "elementi etimologici e suggerimenti non riportati in altri dizionari" (Introduzione al fascicolo W-Walsh). Alcuni anni prima, nel 1925, nella lettera di referenza per la candidatura di Tolkien alla cattedra di Rawlinson and Bosworth in anglosassone a Oxford, Bradley scrisse:
Il suo lavoro dà prova di una padronanza insolitamente approfondita dell'anglosassone, dei fatti e dei principi della grammatica comparata delle lingue germaniche. In effetti, non ho alcuna esitazione nel dire che non ho mai conosciuto un uomo della sua età che fosse per questi aspetti simile.
Il 16 marzo 1933, quand’era già Rawlinson and Bosworth Professor in Anglosassone all’Università di Oxford, Tolkien scrisse a Kenneth Sisam, per il quale aveva curato A Middle English Vocabulary, che era molto felice perché aveva ricevuto il set completo dell’Oxford English Dictionary.
Tutto il lavoro compiuto da Tolkien per l’OED, è stato raccontato magnificamente in The Ring of Words: Tolkien and the Oxford English Dictionary da Peter Gilliver, Edmund Weiner e Jeremy Marshall, tre importanti redattori dell’OED.Nel loro volume raccontano il contributo dato da Tolkien e offrono una panoramica sul linguista analizzando anche l’origine di alcune parole come "hobbit", "Mithril", “Smeagol" “Ent" e “worm”. Una vera e propria scoperta per gli appassionati di Tolkien narratore e docente ricchissimo di materiale d’archivio unico nel suo genere, giacché gli autori sono stati in grado di esaminare gli appunti su cui Tolkien scrisse le bozze per le definizioni e le etimologie delle diverse parole.
Secondo I tre autori Tolkien lavorò alle seguenti parole:
Waggle (sostantivo e aggettivo) | Waggly | Wain | Waist | Waistband | Waist-cloth | Waistcoat | Waistcoated | Waistcoateer | Waisted | Waister | Waistless | Waist-rail | Waist-tree | Wait-a-bit | Waiter | Waitership | Waiting (sostantivo e aggettivo) | Waiting-maid | Waiting-man | Waiting-room | Waiting-woman | Waitress | Wake (sostantivo e verbo) | Wake-robin | Wake-wort | Waldend | Wallop (sostantivo e verbo) | Walloper | Walloping (sostantivo e aggettivo) | Walm (sostantivo e verbo) | Walming | Walnut | Walrus | Wampum | Wampumpeag | Wan (sostantivo, aggettivo e verbo) | Wander (sostantivo e verbo) | Wanderable | Wandered | Wanderer | Wandering (sostantivo e aggettivo) | Wanderment | Wander-year | Wandreth | Wane (sostantivo, aggettivo e verbo) | Want (sostantivo e verbo) | Want-louse | Wariangle | Warlock (sostantivo e verbo) | Warlockry | Warm | Weald | Wealden | Wealding | Wield | Wild | Wold.
CuriositàIl lavoro svolto all’OED e le persone che vi erano direttamente coinvolte – i quattro curatori Murray, Bradley, Craigie e Onions – finirono in uno dei racconti brevi di Tolkien, Farmer Giles of Ham (it. Il cacciatore di draghi).
In ogni caso, la proprietà è la proprietà, e con quelli che sconfinavano nei suoi campi il Fattore Giles usava metodi sbrigativi che pochi riuscivano a sfidare. Cosi s’infilò le brache, scese in cucina e prese il suo schioppo che era li appeso al muro. Qualcuno potrà chiedersi cosa fosse uno schioppo. Ebbene, questa stessa domanda, si dice, fu posta ai Quattro Saggi Letterati di Oxenford, i quali, dopo lunga riflessione, risposero: “Uno schioppo è un fucile corto di grosso calibro che spara molti proiettili o pallottole, in grado di arrecare morte entro un raggio limitato ma senza una mira precisa (oggi sostituito, nei paesi civilizzati, da altre armi da fuoco)”.A ogni modo, lo schioppo del Fattore Giles aveva una bocca ampia che si allargava come una tromba, e non sparava proiettili o pallottole, ma qualsiasi cosa Giles riuscisse a trovare e a ficcarci dentro. E non arrecava morte perché il fattore lo caricava raramente, e non sparava mai. In genere, era sufficiente solo farlo vedere. E questo paese non era ancora civilizzato, per cui lo schioppo non era ancora stato sostituito: anzi, era l’unico tipo di fucile esistente, ed era anche raro. La gente preferiva l'arco e le frecce, e usava la polvere da sparo per lo più per i fuochi d’artificio.(pp. 28-29)
Il riferimento è stato ben illustrato da Christina Scull e Wayne G. Hammond nell’edizione ampliata e annotata del Cacciatore a pagina 123.
“prese il suo schioppo (...) usava la polvere da sparo per lo più per i fuochi d’artificio".La definizione di schioppo (blunderbuss, dall'olandese donder, “tuono" + bus, “arma da fuoco") è presa alla lettera dall’Oxford English Dictionary. I “Quattro Saggi Letterati di Oxenford" (nel prologo ai Racconti di Canterbury di Chaucer si legge: “c'era un Letterato di Oxenford", ovvero Oxford) sono probabilmente i quattro curatori dell’Oxford English Dictionary: ]ames A. H. Murray, Henry Bradley, W. A. Craigie e C. T Onions; vedi anche l’lntroduzione, a p. 15. Nella prima versione della storia, Giles riempiva il suo schioppo con “vecchi chiodi, e pezzi di piombo, pezzi di teiere rotte, e vecchie catene, ossi e pietre, e molta ovatta. Poi mise la polvere da sparo nell'altra estremità" (p. 94).
Così come Tolkien inserì il riferimento anche nel testo The Notion Club Papers, pubblicato poi da Christopher Tolkien nel volume IX della History of Middle-earth, Sauron Defeated:
“'Yes, doink has come on a lot lately,' said Lowdham. 'But it's not brand-new, of course. I think it's first recorded, in the Third Supplement to the N.E.D., in the fifties, in the form dŏing: seems to have started in the Air Force in the Six Year's War"― Arundel Lowdham



 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 20, 2019 04:41

Tolkien: e se i film fossero due? Perché bisogna tenere d'occhio Mel Gibson e Sean Peen




Del biopic* su Tolkien , a oggi, si è già scritto tanto (e purtroppo sempre allo stesso modo giacché si è attinto da quel poco che ancora si conosce), ma credo che agli attenti lettori e studiosi della vita e delle opere di J. R. R. Tolkien possa interessare la notizia che sul maxi schermo, quest’anno, si potrà vedere anche un altro film che si collega al lavoro e alla passione di Tolkien più di quanto si possa immaginare.
Andiamo con ordine partendo dal primo film, Tolkien, che ovviamente non possiamo non citare.
*“genere cinematografico basato sulla ricostruzione della biografia di un personaggio realmente esistito”.
Il primo filmCome molti appassionati sanno, il 10 maggio finalmente arriverà nelle sale cinematografiche il biopic Tolkien diretto da Dome Karukoski e scritto da Stephen Beresford e David Gleeson. Un film molto atteso dagli appassionati del Professore di Oxford prodotto dalla Fox Searchlight Pictures, che narrerà la vita del giovane Tolkien negli anni precedenti lo scoppio del Primo conflitto mondiale.
A interpretare il giovane J. R. R. Tolkien, Nicholas Hoult (Tolkien bambino sarà interpretato da Harry Gilby), e con lui Lily Collins che vestirà i panni della sua Edith (Mimi Keene sara la Edith bambina). Al loro fianco Colm Meaney, che interpreta padre Francis Xavier Morgan, James MacCallu sarà il fratello di Tolkien, Hilary (Guillermo Bedward vestirà i panni di Hilary bambino), e Jack Riley, indosserà i panni del figlio di Tolkien, Christopher suo esecutore letterario. I tre amici che con Tolkien condivisero la grande esperienza dei TCBS (Tea Club and Barrovian Society) saranno: Tom Glynn-Carney, che sarà Christopher Wiseman, Anthony Boyle, nei panni di Geoffrey Bache Smith e infine Patrick Gibson, che interpreterà Robert Gilson. Le musiche sono state affidate al compositore americano Thomas Newman, noto per le sue colonne sonore di Alla ricerca di Nemo, Skyfall, Le ali della libertà, Il miglio verde e American Beauty, alcune di queste candidate all’Oscar, come la candidatura della colonna sonora Il ponte delle spie nel 2016 battuta da quella di Ennio Morricone per il film The Hateful Eight di Quentin Tarantino.
     
Alcuni scatti dal set di Tolkien 
Il secondo film Scorrendo la lista dei film in uscita quest’anno a chi studia Tolkien non è potuto sfuggire l’uscita di un altro film che merita la stessa attenzione, e promozione, del biopic su Tolkien e che arriverà nelle sale cinematografiche il prossimo 7 marzo 2019. Il titolo della pellicola, diretto da Farhad Safinia, è Il professore e il pazzo (The Professor and the Madman) e vede un cast stellare.  Solo per citarne alcuni, i protagonisti saranno interpretati dai premi Oscar Mel Gibson (Arma Letale, The Passion, Braveheart, Il patriota) e Sean Penn (Mystic River e Milk) e con loro Natalie Dormer (l’Anna Bolena nella serie televisiva I Tudors, la Margaery Tyrell de Il Trono di Spade e Cressida nei film Hunger Games: Il canto della rivolta) Ioan Gruffudd (il dottor Reed "Mr. Fantastic" Richards ne I Fantastici 4), Brendan Patricks (ha ecitato nelle serie Doctor Who, Outlander e Downton Abbey) e Kieran O'Reilly (della serie Vikings). Prima di spiegare il nesso di questo film con Tolkien è bene raccontare la trama del film tratta dall’acclamato best-seller di Simon Winchester: Il professore e il pazzo (Adelphi, 2018 e in precedenza con il titolo L’assassino più colto del mondo, Mondadori, 1999). Il film narra le vicende realmente accadute nella metà dell’Ottocento in Inghilterra e che vide protagonista il professor James Murray, filologo e lessicologo scozzese, incaricato di redigere il più grande, importante e monumentale dizionario inglese, l’Oxford English Dictionary. 
Mel Gibson nei panni di James MurrayIl professor Murray fece appello a tutti e letterati del Regno Unito affinché lo aiutassero ad assolvere l’incarico ricevuto nel 1857, e lo fece anche attraverso il canale, all’epoca, più efficace, i giornali, ricevendo così suggerimenti, indicazioni e aiuto da ogni angolo del paese. Dopo diversi anni di lavoro, Murray si accorse che il maggior numero delle voci che gli furono suggerite proveniva dalla stessa persona: William Chester Minor. Affascinato dalla mente di Minor, che mostrava grandissima cultura e intelligenza, e pervaso dal desiderio di ringraziare personalmente per il prezioso aiutante per corrispondenza, Murray chiese d’incontralo. Stranamente, Minor continuava a rifiutare cortesemente i ripetuti inviti del professore che decise, dopo lunga corrispondenza, di andarlo a cercare nell’anonima località di Broadmoor dalla quale partivano i suggerimenti grammaticali. 
Sean Peen interpreta W. C. MinorPer sua grande sorpresa, Murray scoprì che Minor scriveva dal manicomio criminale di Broadmoor, nel quale era stato internato. Minor era un medico ed ex ufficiale americano che, fuggito dall'esperienza della guerra civile (dove fu addetto alla marchiatura a fuoco dei disertori) si trasferì nella Londra Vittoriana, teatro della sua crescente pazzia con manie persecutorie che lo portarono a uccidere, senza un apparente motivo, un passante. Nel film si rivivranno questa storia e l’incontro di Murray e Minor che rese un gran servigio all’avanzamento dei lavori del Dizionario. 

Un film che si preannuncia davvero interessante, anche se non sono mancate alcune polemiche mosse dallo stesso Mel Gibson.
E Tolkien?Giusta domanda, ma se si ha la pazienza di leggere quanto segue, si capirà quanto interessante e importante questo film per lo studio della vita e delle opere di Tolkien. A primo acchito, l'unico collegamento tra i due film lo si troverebbe in quello temporale: Il professore e il pazzo, narra vicende accadute a fine Ottocento e, temporalmente, Tolkien prosegue fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale. Ma non è solo questo. L'anello di congiunzione tra le due piccole, è l'Oxford English Dictionary e l'amore (e il lavoro) di Tolkien.
Tolkien e l’Oxford English Dictionary Al rientro dalla guerra, seppur non ancora congedato, a Tolkien fu concesso di trovare un’occupazione civile e, vista la difficoltà a ottenere un ruolo nell’Università, all’inizio di novembre 1918 accettò la proposta del suo ex tutore in antico islandese William Craigie, succeduto a Murray alla guida del gruppo di studio che stava completando il NED, di collaborare al Dizionario diventando assistente di Henry Bradley. Tolkien iniziò a lavorarci nel gennaio 1919 all’interno dell’ex edificio Ashmolean in Broad Street, a pochi passi dalla sua abitazione in St. John Street, con lui diverse persone che lavoravano presso l’Università e che prestavano la propria opera durante le ore libere. Sotto la supervisione di Bradley, Tolkien cominciò a lavorare sulle parole che iniziavano con la lettera W e, il 3 aprile, dopo le correzioni e l’approvazione di Bradley, le prime parole furono inviate alla Oxford University Press per la composizione tipografica. Man mano Tolkien prese familiarità con il suo lavoro al punto che Bradley ridusse di molto le correzioni. Nel frattempo passò sotto la supervisione di Charles T. Onions.Grazie al lavoro presso il Dizionario, e quello di tutoraggio agli studenti, poté permettersi di affittare una piccola casa al numero 1 di Alfred Street (oggi Pusey Street) dove si trasferì con la famiglia il 17 settembre 1919. Il lavoro gli consentì anche di potersi permettere una persona che aiutasse sua moglie Edith. La collaborazione cessò alla fine di maggio 1920, poco prima di cominciare la sua carriera universitaria come Lettore di Lingua inglese all’Università di Leeds. L'esperienza al Dizionario gli portò a dire di “aver imparato più in quei due anni che in qualsiasi altra situazione nella sua vita”. Il 20 gennaio 1922, Tolkien tenne un discorso sul NED durante un incontro congiunto promosso dalla Yorkshire Dialect Society e dalla English Association presso l'Università di Leeds. E il 26 giugno dello stesso anno inviò una cartolina a Henry Bradley, sperando che questi si fosse ripreso da una malattia (morirà il 23 maggio dell’anno dopo), dove incluse un enigma in versi in Old English sulla base di una filastrocca, Enigma Saxonicum Nuper Inventum.I fascicoli del Dizionario che lo videro direttamente impegnato, poi raccolti in un unico volume del 1928, furono: W-Wash (pubblicato nell'ottobre 1921), Wash-Wavy {maggio 1923), Wavy-Wezzon (agosto 1926), Whisking-Wilfulness (novembre 1924), e Wise-Wyzen (aprile 1928). Il suo lavoro fu molto apprezzato dai curatori del Dizionario tanto che Bradley prima scrisse che per le parole walnut, walrus, e wampum Tolkien aveva trovato "elementi etimologici e suggerimenti non riportati in altri dizionari" (Introduzione al fascicolo W-Walsh). Alcuni anni prima, nel 1925, nella lettera di referenza per la candidatura di Tolkien alla cattedra di Rawlinson and Bosworth in anglosassone a Oxford, Bradley scrisse:
Il suo lavoro dà prova di una padronanza insolitamente approfondita dell'anglosassone, dei fatti e dei principi della grammatica comparata delle lingue germaniche. In effetti, non ho alcuna esitazione nel dire che non ho mai conosciuto un uomo della sua età che fosse per questi aspetti simile.
Il 16 marzo 1933, quand’era già Rawlinson and Bosworth Professor in Anglosassone all’Università di Oxford, Tolkien scrisse a Kenneth Sisam, per il quale aveva curato A Middle English Vocabulary, che era molto felice perché aveva ricevuto il set completo dell’Oxford English Dictionary.
Tutto il lavoro compiuto da Tolkien per l’OED, è stato raccontato magnificamente in The Ring of Words: Tolkien and the Oxford English Dictionary da Peter Gilliver, Edmund Weiner e Jeremy Marshall, tre importanti redattori dell’OED.Nel loro volume raccontano il contributo dato da Tolkien e offrono una panoramica sul linguista analizzando anche l’origine di alcune parole come "hobbit", "Mithril", “Smeagol" “Ent" e “worm”. Una vera e propria scoperta per gli appassionati di Tolkien narratore e docente ricchissimo di materiale d’archivio unico nel suo genere, giacché gli autori sono stati in grado di esaminare gli appunti su cui Tolkien scrisse le bozze per le definizioni e le etimologie delle diverse parole.
Secondo I tre autori Tolkien lavorò alle seguenti parole:
Waggle (sostantivo e aggettivo) | Waggly | Wain | Waist | Waistband | Waist-cloth | Waistcoat | Waistcoated | Waistcoateer | Waisted | Waister | Waistless | Waist-rail | Waist-tree | Wait-a-bit | Waiter | Waitership | Waiting (sostantivo e aggettivo) | Waiting-maid | Waiting-man | Waiting-room | Waiting-woman | Waitress | Wake (sostantivo e verbo) | Wake-robin | Wake-wort | Waldend | Wallop (sostantivo e verbo) | Walloper | Walloping (sostantivo e aggettivo) | Walm (sostantivo e verbo) | Walming | Walnut | Walrus | Wampum | Wampumpeag | Wan (sostantivo, aggettivo e verbo) | Wander (sostantivo e verbo) | Wanderable | Wandered | Wanderer | Wandering (sostantivo e aggettivo) | Wanderment | Wander-year | Wandreth | Wane (sostantivo, aggettivo e verbo) | Want (sostantivo e verbo) | Want-louse | Wariangle | Warlock (sostantivo e verbo) | Warlockry | Warm | Weald | Wealden | Wealding | Wield | Wild | Wold.
CuriositàIl lavoro svolto all’OED e le persone che vi erano direttamente coinvolte – i quattro curatori Murray, Bradley, Craigie e Onions – finirono in uno dei racconti brevi di Tolkien, Farmer Giles of Ham (it. Il cacciatore di draghi).
In ogni caso, la proprietà è la proprietà, e con quelli che sconfinavano nei suoi campi il Fattore Giles usava metodi sbrigativi che pochi riuscivano a sfidare. Cosi s’infilò le brache, scese in cucina e prese il suo schioppo che era li appeso al muro. Qualcuno potrà chiedersi cosa fosse uno schioppo. Ebbene, questa stessa domanda, si dice, fu posta ai Quattro Saggi Letterati di Oxenford, i quali, dopo lunga riflessione, risposero: “Uno schioppo è un fucile corto di grosso calibro che spara molti proiettili o pallottole, in grado di arrecare morte entro un raggio limitato ma senza una mira precisa (oggi sostituito, nei paesi civilizzati, da altre armi da fuoco)”.A ogni modo, lo schioppo del Fattore Giles aveva una bocca ampia che si allargava come una tromba, e non sparava proiettili o pallottole, ma qualsiasi cosa Giles riuscisse a trovare e a ficcarci dentro. E non arrecava morte perché il fattore lo caricava raramente, e non sparava mai. In genere, era sufficiente solo farlo vedere. E questo paese non era ancora civilizzato, per cui lo schioppo non era ancora stato sostituito: anzi, era l’unico tipo di fucile esistente, ed era anche raro. La gente preferiva l'arco e le frecce, e usava la polvere da sparo per lo più per i fuochi d’artificio.(pp. 28-29)
Il riferimento è stato ben illustrato da Christina Scull e Wayne G. Hammond nell’edizione ampliata e annotata del Cacciatore a pagina 123.
“prese il suo schioppo (...) usava la polvere da sparo per lo più per i fuochi d’artificio".La definizione di schioppo (blunderbuss, dall'olandese donder, “tuono" + bus, “arma da fuoco") è presa alla lettera dall’Oxford English Dictionary. I “Quattro Saggi Letterati di Oxenford" (nel prologo ai Racconti di Canterbury di Chaucer si legge: “c'era un Letterato di Oxenford", ovvero Oxford) sono probabilmente i quattro curatori dell’Oxford English Dictionary: ]ames A. H. Murray, Henry Bradley, W. A. Craigie e C. T Onions; vedi anche l’lntroduzione, a p. 15. Nella prima versione della storia, Giles riempiva il suo schioppo con “vecchi chiodi, e pezzi di piombo, pezzi di teiere rotte, e vecchie catene, ossi e pietre, e molta ovatta. Poi mise la polvere da sparo nell'altra estremità" (p. 94).
Così come Tolkien inserì il riferimento anche nel testo The Notion Club Papers, pubblicato poi da Christopher Tolkien nel volume IX della History of Middle-earth, Sauron Defeated:
“'Yes, doink has come on a lot lately,' said Lowdham. 'But it's not brand-new, of course. I think it's first recorded, in the Third Supplement to the N.E.D., in the fifties, in the form dŏing: seems to have started in the Air Force in the Six Year's War"― Arundel Lowdham



 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 20, 2019 04:41

July 28, 2018

La biblioteca di Tolkien "rivivrà" grazie a Oronzo Cilli



Riporto l'articolo uscito sul quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno" il 24 luglio 2018 (p. xviii) sul mio nuovo libro "Tolkien's Library: An Annotated Checklist" che uscirà il prossimo anno con la scozzese Luna Press Publishing. La prefazione sarà firmata dal grande Tom Shippey.
Tolkien è noto per il Signore degli Anelli, ma ha dedicato la sua intera vita all’insegnamento dell’Anglosassone e della Letteratura inglese all’Università di Oxford che ha istituito, a suo nome, una cattedra in Lingua e Letteratura inglese. Molti sono gli studiosi nel mondo che si occupano di studiare le sue opere e il suo lavoro accademico su testi e autori in Old e Middle English (Beowulf, Sir Gawain, Chaucer), e in Italia, tra gli studiosi più apprezzati e rigorosi, il barlettano Oronzo Cilli che ha da poco firmato con la casa editrice scozzese Luna Press per la pubblicazione del suo ultimo libro in inglese: Tolkien’s Library: An Annotated Checklist . Si tratta del quinto libro di Cilli su Tolkien – tra cui la cura de Lo hobbit annotato (Bompiani, 2014) e Tolkien e l’Italia (Il Cerchio, 2016) alla quinta ristampa – e risponde a precise domande del tipo: quali libri ha letto Tolkien? Quali gli argomenti di suo interesse? Quali i libri che ha citato nei suoi scritti accademici e non solo? Sarà come entrare nello studio di Tolkien e guardare tra i suoi libri. A conferma del valore dello studio di Cilli, la prefazione al libro firmata da Tom Shippey, massimo studioso su Tolkien, già docente di Anglosassone all’Univ. di Oxford e Letteratura medievale inglese all’Univ. di Leeds, che scrive: “lo studio getterà molte nuove intuizioni sul pensiero di Tolkien, sulla sua esperienza di vita e sul modo in cui questa si è espressa nella sua narrativa. La migliore guida per la mente di un autore è attraverso i suoi libri, e nel lavoro di Oronzo abbiamo ora la migliore e più preziosa guida ai libri di Tolkien. È un lavoro di studioso devoto, duraturo e soprattutto ispiratore, ma non, come Oronzo sa, conclusivo. Si unisce a quel gruppo molto selezionato di opere, il più utile di tutti: un libro che dovremmo tenere, aggiornare e scrivere note al margine, per il resto delle nostre vite.” Nell’annunciare il libro, che Cilli presenterà con Shippey il prossimo agosto 2019 a Birmingham all’evento per i 50 anni della Tolkien Society, l’editore scozzese vita le parole di altri studiosi che hanno letto in anteprima il libro di Cilli. Dimitra Fimi, Senior Lecturer in Inglese alla Cardiff Metropolitan Univ. e docente MLitt. in scrittura creativa alla School of Critical Studies dell’Univ. di Glasgow, annota: “Questo libro è un lavoro d'amore e sicuramente si dimostrerà un importante strumento di ricerca per gli affermati, e allo stesso tempo nuovi, studiosi di Tolkien.” Mentre i massimi biografi di Tolkien, Christina Scull, già Librarian of Sir John Soane’s Museum (Londra) e Wayne Hammond, Chapin Librarian al Williams College in Massachusetts: “Riunendo un’ampia gamma di informazioni sulle letture di Tolkien, Oronzo Cilli ha costruito una biblioteca che non è mai esistita del tutto, o non esisteva del tutto in un posto o in una sola volta, ma rappresenta il fondamento del lavoro di uno dei più grandi scrittori e studiosi del XX secolo. È  un saggio impressionante, affascinante e utile in bibliografia.
LINK COLLEGATI
Tolkien's Library : An Annotated Checklist by Oronzo Cilli
Luna Welcomes Oronzo Cilli - Tolkien's Library: An Annotated Checklist
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 28, 2018 03:10

June 20, 2018

Tolkien's Library : An Annotated Checklist by Oronzo Cilli


Tolkien's Library : An Annotated Checklistby Oronzo Cilli
Foreword by Tom Shippey
Luna Press PublishingSummer 2019


Which books did Tolkien read? What subjects was he interested in? What books found a place in his library, and which did he cite in his academic writings and many letters? Finally, where are the books from his personal library preserved now? In “Tolkien’s Library: An Annotated Checklist”, Tolkien scholar Oronzo Cilli endeavours to answer these and many other questions. By reading his work, you will have a chance to enter Tolkien’s studio and consult his books, learn if and where he cited from each of them and discover if a particular book was cited by Tolkien in his academic writings or his fiction. A unique and extensive guide, with information on over 2,000 titles, it was conceived as a personal research tool, but will soon be available to both scholars and the general public.
It's a work that doesn’t aim to ‘reconstruct’ a physical library that once existed, but rather charts an imaginary collection, including books or other printed items which Tolkien once owned (and may or may not have read). Along with this, it includes works he didn't own but is known to have read or consulted (such as the run of Andrew Lang fairy books he used at the Bodleian), and works he referred to in his writings but may not have owned or directly consulted. It's worth noting that, of the items he did own at one time or another, he may not have kept them all, as many had to be disposed of, like when he left Merton, or moved to Poole, and when he returned to Oxford. In addition, there were other books in the Tolkien household which were not, strictly speaking, part of his own personal library; indeed, some of these belonged to his children, though Tolkien sometimes consulted them.
“Such study will throw up many new insights into Tolkien’s thoughts, his life-experience, and the way that experience expressed itself in his fiction. The best guide to an author’s mind is through his books, and in the work of Oronzo Cilli we have now the best and most valuable guide to Tolkien’s books. It is a devoted and enduring work of scholarship.”― Tom Shippey
“This book is a labour of love and will surely prove to be an important research tool for established and new Tolkien scholars alike.”― Dimitra Fimi
“Drawing together a wide range of information about Tolkien’s reading, Oronzo Cilli has constructed a library which never wholly existed, or did not wholly exist in one place or at one time, but represents the foundation of the work of one of the twentieth century’s greatest writers and scholars. Tolkien’s Library is an impressive, fascinating, and useful essay in bibliography.”― Christina Scull & Wayne G. Hammond
“From the thorough research of the untiring Tolkien scholar Oronzo Cilli, here is a unique guide to Tolkien’s Library which will catch your breath: more than 2,000 entries, ranging from the expected several editions of Beowulf to the complete surprises, such as Agatha Christie’s At Bertram’s Hotel. If you are doing research on Tolkien, you simply cannot miss Oronzo’s work.”― Giovanni C. Costabile

"Tolkien's Library: An Annotated Checklist" will be released in time for Tolkien 2019 in Birmingham, in August 2019. You will be able to order your copy (and any other Luna books) and get it delivered there, where both Oronzo and Tom will be able to sign it. Double bonus!


QUI  TUTTE LE INFO

Ne hanno parlato:

Società Tolkieniana Italiana (IT)
Tolkien Society (UK)
Goniec Rohański (PL)
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on June 20, 2018 03:49

May 23, 2018

Anche un inedito di Tolkien del 1938 con l’edizione deluxe di The Hobbit



Il 31 maggio 2018, HarperCollins pubblicherà un’edizione deluxe di grandissimo pregio che conterrà tantissime sorprese e tra queste un CD audio e un testo inedito di Tolkien del 1938.
Vediamo nel dettaglio cosa contiene questo sontuoso cofanetto:
–. la replica della rarissima prima edizione de Lo Hobbit del 1937, l'unica edizione nella quale è possibile leggere la versione originale della storia prima che Tolkien, a partire dal 1947, la modificasse per diventare quella che tutti oggi conosciamo.Si tratta della copia facsimile della prima edizione di The Hobbit, pubblicata il 21 settembre 1937 in 1.500 copie, che presenta la bellissima sovraccoperta, una dozzina di illustrazioni in bianco e nero e due mappe nere e rosse disegnate dallo stesso Tolkien. Questa edizione è stata già pubblicata  nel 2016, ma presenta una correzione nel verde della sovraccoperta che lo avvicina alla versione originale.
–. la copia speciale della mappa di Thror che rivela le rune lunari quando la si guarda contro luce così come Tolkien voleva ma che non riuscì a vedere in quanto furono inserite nei risguardi del libro;
- un CD audio con delle registrazioni di archivio con la voce di Tolkien che legge passi di The Hobbit con l’aggiunta di tre brani inediti.
- un libretto illustrato a colori che contiene la storia di The Hobbit, con connessione agli altri scritti di Tolkien, e una grande sorpresa: un inedito di Tolkien!Tra il 30 dicembre 1937 e il 10 gennaio 1938 l’Ashmolean Natural History Society of Oxfordshire promosse una serie di sei conferenze natalizie per bambini all’interno dell’University Museum di Oxford. Una di queste conferenze fu tenuta da Tolkien il primo gennaio 1938 alle 14:30, dal titolo “DRAGON”, durante la quale mostrò anche delle diapositive sui dinosauri e diversi suoi disegni sui draghi. Questa conferenza, fino ad oggi inedita e conservata nella Bodleian Library di Oxford, sarà possibile leggerla grazie a questa bellissima edizione.
- una cover lenticolare 3D basata sul disegno toginale della sovraccoperta di Tolkien del 1937.
ORDINALO SUBITO

  



Ma cosa ha di particolare la prima edizione del 1937?La prima edizione de  The Hobbit  vide la luce in Inghilterra il 21 settembre 1937 in 1500 copie. Il testo era differente da quello che oggi conosciamo in quanto il libro raccontava una storia a sé e Il Signore degli Anelli non era ancora nella mente del suo creatore. Nella prima edizione troviamo le avventure dell’hobbit Bilbo Baggins dove, per ovvie ragioni, l’anello trovato nella caverna di Gollum non ricopre un ruolo fondamentale se non una parte marginale utile al prosieguo della storia per via della sua capacità di rendere invisibile il portatore dopo averlo indossato. Un comune anello magico che, alla data di apparizione del libro, non aveva nessun ruolo né in quella storia né tanto meno in quelle a venire.Fu il grande e inaspettato successo del libro a spingere Tolkien – su pressione di lettori ed editore – ad immaginare un sequel con protagonisti gli hobbit. Un lavoro che all’inizio non prevedeva un ruolo fondamentale dell’anello ma che con la stesura del  Signore degli Anelli  cominciò magicamente ad assumere.
La storia della nascita de  Il Signore degli Anelli  è nota e affascinante e vede il professor Tolkien scrivere e riscrivere interi capitoli e cancellare e introdurre nuovi e vecchi personaggi. Una storia, quella della stesura, lunga ben 16 anni partita probabilmente già nel 1938 e che attraversò persino un conflitto mondiale. La pubblicazione de  Il Signore degli Anelli , tra il 1954 e 1955, pose seri problemi a Tolkien dal punto di vista narrativo. La nuova opera, infatti, prendeva spunto da  Lo Hobbit  del 1937 ed era ad essa legata da quell’anello che in principio ricopriva una piccola parte nell’economia del libro. In particolare c’era un capitolo che “stonava” capace di confondere il lettore che si apprestava, dopo aver letto le avventure di Bilbo Baggins, a leggere la storia della Guerra dell’Anello. Il capitolo era il quinto “ Indovinelli nell’oscurità ” dove Bilbo Baggins trovava per caso l’Anello che apparteneva a Gollum portandolo via con sé.
Nell’edizione del 1937, la storia del ritrovamento era ben diversa da come la conosciamo. Gollum non era una creatura malvagia e non aveva assolutamente intenzione di mangiare Bilbo Baggins e l’anello veniva messo da lui in palio nella nota gara degli indovinelli. Si leggeva di Gollum sincero e cordiale che arrivò persino a scusarsi con l’hobbit alla fine del capitolo e ad indicargli pure la via d’uscita. È evidente come questa versione fosse differente con quella del Signore degli Anelli dove l’Anello corromperà il suo portatore, con un Gollum altamente corrotto dal potere e che ricoprirà un ruolo centrale nella nuova storia.Per far sì che la storia trovasse omogeneità, Tolkien nell’edizione del 1951 riscrisse il quinto capitolo in modo che all’uscita del nuovo libro tutto scorresse in maniera omogenea. Di più, trovò un escamotage letterario che vedeva Bilbo, già tentato dall’Anello, mentire a Gandalf sulla storia del suo ritrovamento. Nell’edizione che precedeva il nuovo libro, Tolkien inserì una nota al lettore dove spiegava il perché del cambiamento.


Lo Hobbit , successivamente, vide altre modifiche e correzioni – le ultime furono quelle del 1966 che ci hanno consegnato l’edizione definitiva – utili ad riallinearlo alla storia della Terra di Mezzo e di alcuni personaggi de Il Signore degli Anelli.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on May 23, 2018 22:49

April 4, 2018

Tolkien e padre Morgan nella biografia scritta da Bru e pubblicata da Luna Press

Il 4 aprile scorso, l’editore Luna Press ha annunciato la pubblicazione il 5 giugno 2018 di “Uncle Curro”: J.R.R.  Tolkien’s Spanish Connection, dello studioso spagnolo José Manuel Ferrández-Bru che vede la prefazione di John Garth.
Ho iniziato a leggere il lavoro di Bru, e presto ne pubblicherò una recensione, ma posso anticipare che è davvero un bellissimo lavoro di ricerca che riporta alla luce aspetti biografici di padre Morgan davvero interessanti utili a ricostruire un periodo della vita di Tolkien – la formazione letteraria, la consapevolezza religiosa, i rapporti interpersonali – che mancava.  
Bru spiega che:“Il libro è una biografia, ma non solo una biografia. Ricostruisce la vita quasi sconosciuta di Francis Morgan (1857-1935), un prete cattolico di origine anglo-spagnola, che fu coinvolto nel commercio dello sherry, e fu tutore e un “secondo padre” di J.R.R. Tolkien.C'è un aspetto della biografia di [Tolkien] che è stata poco esaminata fino ad oggi: i suoi primi anni e la relazione duratura di Tolkien (rimasto orfano da bambino) con il suo tutore, padre Francis Morgan. Ma  il libro non è semplicemente una biografia del tutore di Tolkien; le informazioni raccolte sulla relazione personale di Tolkien con Morgan e uno studio comparativa del suo lavoro con quello degli illustri antenati del suo tutore nella letteratura spagnola, rivelano curiosi parallelismi che danno origine alle ipotesi sulla loro influenza (ancora sconosciuta) su Tolkien.Nel libro si ricostruisce anche il rapporto tra Tolkien e il cardinale John Henry Newman attraverso padre Morgan (di cui era assistente) o con altre persone direttamente imparentate con la sua famiglia come Washington Irving, Humboldt, Campe o Blanco White.Uno studio che nasce da un'approfondita ricerca tra Spagna e Inghilterra che ha coinvolto, tra gli altri, gli stessi membri della famiglia Tolkien, che hanno fornito il loro sostegno, insieme alla testimonianza (inclusi scritti inediti) di Priscilla, figlia di Tolkien. "
Il libro è in lingua inglese ma vedrà un’edizione spagnola e italiana.
Sul sito di Luna Press è possibile pre-ordinare il libro con uno sconto ed è possibile ritirare la propria copia al The Tolkien Society Seminar di Leeds il prossimo primo luglio ad Oxonmoot in programma a Oxford dal 20 al 23 settembre 2018.

Maggiori info sul sito web di Luna Press Publishing
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 04, 2018 22:39

February 16, 2018

Tutto su Tolkien: The Maker of Middle-earth. Dai biglietti ai cataloghi!


L'attesa è finita! Dallo scorso 13 febbraio è possibile prenotare i biglietti per  l'evento tolkieniano più atteso:  Tolkien: The Maker of Middle-earth  presso le sale della Weston Library, in Broad Street a Oxford.

Catherine McIlwaineLa mostra, in programma dal 1 giugno al 28 ottobre 2018, sarà caratterizzata da una collezione senza pari di manoscritti di Tolkien, lettere, illustrazioni e altro materiale conservato negli archivi della Bodleian e molti dei quali non sono mai stati esposti al pubblico. L’esposizione è stata definita da Samuel Fanous, il responsabile per le pubblicazioni della Bodleian, "senza precedenti" e capace di portare i lettori “ben oltre di ciò che conoscono”.
L'esposizione esplorerà tutta la vita letteraria di Tolkien dalla creazione della Terra di Mezzo, dove Il Signore degli AnelliLo Hobbit e le altre sue storie sono ambientate, alla sua vita e il lavoro di poeta, medievalista e studioso delle lingue. Per la prima volta dal 1950, una serie senza precedenti di documentazione proveniente dal Regno Unito e dagli Stati Uniti saranno riuniti a Oxford. Ci saranno manoscritti, opere d'arte, mappe, lettere e manufatti provenienti dagli archivi della Bodleian dalla Marquette University negli Stati Uniti e da collezioni private. La mostra sarà di sicuro gradimento sia per i fan che per gli studiosi, le famiglie e i visitatori di ogni età.

I fortunati visitatori potranno ammirare pezzi unici e meravigliosi. Tra quelli annunciati:

1. Le bozze manoscritte de Lo Hobbit che mostrano l’evoluzione della storia, assieme ad acquarelli, schizzi della copertine, disegni e mappe preparate per la pubblicazione;
2. I manoscritti originali del Signore degli Anelli assieme a schizzi della copertina e acquarelli
3. I manoscritti originali del Silmarillion , i primi scritti di Tolkien sulle antiche leggende degli Elfi, pubblicate postume dal figlio Christopher
4. Le foto e lettere dell'età giovanile di Tolkien
5. Le lettere di apprezzamento di vari ammiratori e tra questi il professore e poeta W. H. Auden, l’autrice Iris Murdoch e il cantante Joni Mitchell
6. Gli oggetti personali appartenuti a Tolkien, inclusi i suoi materiali artistici e testi provenienti dalla sua personale libreria
7. Una selezione di mappe della Terra di Mezzo, inclusa una rara mappa annotata da J. R. R. Tolkien

8. Appositamente realizzata, una mappa della Terra di Mezzo in 3D.

QUI il sito della mostra  Tolkien: The Maker of Middle-earth


Informazioni sull'evento


L'esposizione si terrà presso le sale della Weston Library, in Broad Street, e l'ingresso è gratuito anche se, per evitare sovraffollamento, la Bodleian Library ha deciso di predisporre la prenotazione della visita che ha una durata di 1/2 ora.

Inoltre:
1. Non è ammesso introdurre cibo e bevande;
2. Non è possibile scattare fotografie;
3. Si chiede di arrivare con un leggero anticipo sull'ora prevista dalla prenotazione;
4. E' possibile che creino delle file prima di accedere alla mostra e questo per evitare che vi sia un sovraffollamento nelle sale espositive;
5. Il numero massimo di biglietti prenotabili online è di 8 (otto);

6. Ogni transazione, fino a 8 biglietti, è soggetta a una commissione di prenotazione di £ 1.

QUI per prenotare la tua visita.
Info: Vai sulla pagina, clicca su Tickets, seleziona la il giorno e l'ora della visita - dalle ore 10 alle 16 - indica il numero di biglietti e alla fine concludi l'acquisto con il pagamento di 1 sterlina.
Al termine della prenotazione e relativo pagamento, la Bodleian Library invierà sull'indirizzo mail che indicherete il biglietto da stampare e presentare all'entrata dell'esposizione.





Il Catalogo della Mostra
La Bodleian Library ha previsto la pubblicazione di un catalogo della mostra dal titolo Tolkien: The Maker of Middle-earth
Il catalogo è previsto per ora, in due versioni: la prima di 416 pagine e la seconda di 144 pagine. Entrambi saranno disponibili dal primo giugno 2018, giorno di apertura della magnifica esposizione, e sono stati curati dall’archivista della Bodleian Catherine McIlwaine e forniranno una più profonda comprensione di Tolkien come autore e creatore. Tra il materiale incluso, le illustrazioni mai viste prima di Tolkien, suoi manoscritti e lettere di ammiratori tra cui W. H. Auden, Joni Mitchell e Iris Murdoch.
I cataloghi si potranno acquistare su Amazon, su sito on line della Bodleian Library e presso il bookshop della mostra a Oxford. L'HarperCollins manterrà i diritti di traduzione.

La Bodleian Library ha anche dedicato la copertina del proprio catalogo, e ben 7 pagine, all'evento e alle pubblicazioni. Per scaricarlo clicca sull'immagine qui sopra.
Qui è possibile pre-ordinarli a un prezzo speciale:
<br />   
E qui è possibile vedere alcune pagine dell'edizione estesa di 416 pagine:






 

Questa la copertina dell'edizione in 144 pagine:

Dall'editore:
The range of J. R. R. Tolkien’s talents is remarkable. Not only was he an accomplished linguist and philologist, as well as a scholar of Anglo-Saxon and medieval literature and Norse folklore, but also a skillful illustrator and storyteller. Drawing on these talents, he created a universe which is for many readers as real as the physical world they inhabit daily.
Tolkien: Maker of Middle-earth explores the huge creative endeavor behind Tolkien’s enduring popularity. Lavishly illustrated with three hundred images of his manuscripts, drawings, maps, and letters, the book traces the creative process behind his most famous literary works—The Hobbit, The Lord of the Rings, and The Silmarillion—and reproduces personal photographs and private papers, many of which have never been seen before in print.
Six essays introduce the reader to the person of J. R. R. Tolkien and to main themes in his life and work, including the influence of northern languages and legends on the creation of his own legendarium; his concept of “Faërie” as an enchanted literary realm; the central importance of his invented languages in his fantasy writing; his visual imagination and its emergence in his artwork; and the encouragement he derived from his close friend C. S. Lewis and their literary group the Inklings.
The book brings together the largest collection of original Tolkien material ever assembled in a single volume. Drawing on the extensive archives of the Tolkien collections at the Bodleian Libraries, Oxford, which stretch to more than five hundred boxes, and Marquette University, Milwaukee, as well as private collections, this hugely ambitious and exquisitely produced book draws together the worlds of J. R. R. Tolkien – scholarly, literary, creative, and domestic—offering a rich and detailed understanding and appreciation of this extraordinary author.
This landmark publication, produced on the occasion of a major exhibition at the Bodleian Libraries in Oxford in 2018 and at the Morgan Library in New York in 2019, is set to become a standard work in the literature on J. R. R. Tolkien.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 16, 2018 13:14

January 23, 2018

Edizione speciale di The Hobbit con CD, Mappa e Cofanetto

Il prossimo 31 maggio 2018, grazie all’HarperCollins, finalmente è possibile acquistare questo sontuoso set regalo che include una replica della rarissima prima edizione de Lo Hobbit, l'unica edizione in cui è ora possibile leggere la versione originale della storia prima che Tolkien la riedificasse per diventare quella goduta dai lettori dal 1951.
La prima edizione de lo Hobbit fu pubblicata il 21 settembre 1937, con una tiratura di 1.500 copie. Con una bella copertina, quasi una dozzina di illustrazioni in bianco e nero e due mappe nere e rosse dell'autore stesso, il libro si rivelò popolare e fu ristampato poco dopo. Il resto è diventato ormai Storia.
L’esiguo numero della prima edizione ha portato le copie in circolazione a toccare prezzi importanti, al di sopra della capacità economica della maggior parte dei fan di Tolkien. Inoltre, le successive modifiche al testo - in particolare quelle del capitolo 5, quando Tolkien decise nel 1947 di rivedere il testo per adattarlo meglio agli eventi che si stavano sviluppando nel suo "sequel", Il Signore degli Anelli – non hanno potuto dare l'opportunità di leggere il libro nella sua forma e formato originale.
Questo speciale set regalo commemorativo include la prima edizione, pubblicata singolarmente già lo scorso anno, in modo che i lettori di tutte le età - non solo "bambini di età compresa tra i 5 e i 9", come dichiarò Rayner Unwin nel suo commento scritto dopo la letture della bozza di Tolkien - possano finalmente godersi la storia di Tolkien originariamente pubblicata. 
Assieme al libro, in un bellissimo cofanetto, è incluso anche un CD esclusivo di registrazioni di archivio con le letture di alcune pagine de Lo Hobbit lette direttamente da Tolkien; una copia speciale della mappa di Thror che rivela i segreti rune lunari quando viene letta contro luce, e un libretto di accompagnamento che riporta la storia di Lo Hobbit, e include scritti di Tolkien ad esso collegati.
Prezzo: 59,32 €


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 23, 2018 22:44