pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion
Consigli di lettura
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Saggistica

Io sto leggendo Sulla poesia moderna di Guido Mazzoni, ottimo saggio sulla lirica degli ultimi 200 anni, neppure troppo tecnico.
Poi va beh, parlando più in generale (e a un pubblico più ampio di quello interessato alla poesia), io consiglio da sempre e consiglierò per sempre l'arcinoto Armi, acciaio e malattie: Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni di Jared Diamon, densissimo e meraviglioso saggio di antropologia (in realtà uberinterdisciplinare) che tutti dovrebbero leggere.
Poi va beh, parlando più in generale (e a un pubblico più ampio di quello interessato alla poesia), io consiglio da sempre e consiglierò per sempre l'arcinoto Armi, acciaio e malattie: Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni di Jared Diamon, densissimo e meraviglioso saggio di antropologia (in realtà uberinterdisciplinare) che tutti dovrebbero leggere.

qualcuno ha invece letto questo?

Sapiens: A Brief History of Humankind
mia sorella ne è molto entusiasta, però era entusiasta anche della Ferrante…..

È di qualche anno fa e quindi insiste molto (sono più o meno a metà del libro) sulle storie di rapimenti da parte degli alieni e sulle teorie new age, su pietre e cristalli magici e sui guaritori con la forza del pensiero. Se lo avesse scritto oggi avrebbe probabilmente puntato su altre teorie complottiste, anti vacciniste o sulla post verità.

Guida ai super robot. L'animazione robotica giapponese dal 1972 al 1980
secondo me è molto interessante e divertente...


[bookcover:Sapiens: A Brief History of Hu..."
(Mi è partita una risposta vuota).
Non l'ho ancora letto ma me ne hanno parlato molto bene, come anche del successivo "Homo Deus".

Ho scoperto ad esempio che se la Terra fosse delle dimensioni di un pisello, Giove disterebbe 300 metri (tre campi da calcio) e Plutone 2 chilometri e mezzo (e per di più sarebbe grosso quanto un batterio). Oppure che che tutti i fossili umani che siano mai stati ritrovati non sono poi molti: potrebbero tranquillamente entrare in un furgone.
Queste sono cose che non interessano ai più ma sono cose fiche e sono sicuro che fanno colpo sulle ragazze. Credo.

Ho scopert..."
Ahah, te lo confermo.
Tornando seri: ne ho sentito parlare molto bene anch'io. Conto di leggerlo prestissimo.

La filosofia di Harry Potter di Simone Regazzoni (perché c’ho le fisse mie)
La nazionalizzazione della masse di George Mosse (un Mosse al giorno toglie le stupidaggini di torno)
E se non fosse una buona battaglia? Sul futuro dell’istruzione umanistica di Claudio Giunta (perché mi piace soffrire, penso; ne sono quasi fuori finalmente, ma ritengo il disastro della scuola la prima emergenza nazionale)
e, in società con quel folle di mio figlio,
DELLA GUERRA di Von CLAUSEWITZ!!
L’inverno è lungo, vi terrò informati.

Di Bryson c'è un sacco di altri libri che mi incuriosiscono: Una passeggiata nei boschi, L'estate in cui accadde tutto e Breve storia della vita privata, ad esempio.
@capobanda
Credevo che Von Clausevitz si citasse ma non si leggesse.

Approfitto per aggiungere i collegamenti ai libri di cui parlavo nel precedente post: Collasso: Come le società scelgono di morire o vivere e Il terzo scimpanzé: Ascesa e caduta del primate Homo sapiens.

Serge Gruzinski
Abbiamo ancora bisogno della storia?
Nel solco rinnovato di una grande tradizione storiografica una interrogazione pacata ma non pessiministica su quello che la storia può dire ancora alle generazioni culturalmente e etnicamente ibride di oggi
Lucio Russo L'America dimenticata. I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo
Come Lucio Russo c'è solo lui. Un mago. (E piace pure a Claudio Giunta)

Questo saggio pare molto interessante, grazie della segnalazione! Se posso ricambiare il favore, ti segnalo e consiglio sul tema delle serie tv americane anche il libro di Alan Sepinwall Telerivoluzione: Da Twin Peaks a Breaking Bad, come le serie TV hanno cambiato per sempre la televisione in cui il critico televisivo statunitense analizza quelle che, a suo avviso, sono state le serie tv più importanti dell'ultimo ventennio dedicando a ciascuna un intero capitolo, nel quale vengono spiegati la genesi, la storia produttiva nell'arco delle stagioni, gli elementi più rilevanti, la sua influenza sulle serie tv successive, ecc. Consiglio solo a tutti di stare attenti agli spoiler, perché in ogni capitolo Sepinwall fa riferimenti anche alla trama del telefilm e alle sorti dei vari personaggi, ed è questo il motivo per cui non l'ho letto interamente ma mi sono soffermato solo sulle serie tv che ho già finito di vedere. E inoltre l'edizione italiana, per quanto ne so, manca dell'integrazione relativa ai capitoli su Mad Men e Breaking Bad (all'epoca della prima edizione non ancora terminate).
Abbastanza interessante a riguardo pure La nuova fabbrica dei sogni. Miti e riti delle serie tv americane
Io al momento sto quasi per finire il famoso saggio storico di Dee Brown Seppellite il mio cuore a Wounded Knee , lettura doverosa quanto straziante.

Io adoro leggere libri nella categoria "conoscere cose", tanto ampia che dentro ci sta tutto da Lepanto. La battaglia dei tre imperi attualmente in lettura, fino a Il merluzzo: Storia del pesce che ha cambiato il mondo da rileggere dopo la visita alle Lofoten al museo dello stoccafisso e conseguente acquisto di Il Naufragio Della Querina: Veneziani Nel Circolo Polare Artico.
Diamond mi ha aperto un mondo di altre letture.
Questa mattina, però, mi sono ritrovata in lettura di un articolo uscito l'anno scorso in occasione dell'uscita di Il canone americano: lo spirito creativo e la grande letteratura che mi ha fatto venire voglia di leggerlo. Ricordo che di là se ne era dibattuto. I nostri americanisti cosa ne pensano?
Diamond mi ha aperto un mondo di altre letture.
Questa mattina, però, mi sono ritrovata in lettura di un articolo uscito l'anno scorso in occasione dell'uscita di Il canone americano: lo spirito creativo e la grande letteratura che mi ha fatto venire voglia di leggerlo. Ricordo che di là se ne era dibattuto. I nostri americanisti cosa ne pensano?
Da non americanista ma da lettore critico di Bloom dico: la sua scelta del canone è sempre supponente, iperarbitraria (tutti i canoni lo sono, ma quello di Bloom di più) e tranchant. E questo per me è un male.
Però... il suo sguardo critico è sempre molto intelligente e le sue riflessioni danno la merda a un buon 99% dei teorici della letteratura. E questo è bene.
Però... il suo sguardo critico è sempre molto intelligente e le sue riflessioni danno la merda a un buon 99% dei teorici della letteratura. E questo è bene.

Marozzi wrote: "io ho letto I signori del cibo I SIGNORI DEL CIBO di Stefano Liberti e l'ho trovato illuminante, parla della produzione di pomodori, carne di maiale e soia e partendo da questo mett..."
Sul tema del cibo, alimentazione, filiere produttive io consiglio sempre l'illuminante Il dilemma dell'onnivoro di Pollan e un saggio Il mito vegetariano: Cibo, giustizia, sostenibilità: non bastano le buone intenzioni di Keith, ex vegana che demolisce le tesi vegane (in alcuni parti iper ripetivo e un po' col piglio da ex), rifacendosi molto anche a Pollan. Evitate Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo della Innocenzi (lettura obbligata per lavoro) che è il male!
Sul tema del cibo, alimentazione, filiere produttive io consiglio sempre l'illuminante Il dilemma dell'onnivoro di Pollan e un saggio Il mito vegetariano: Cibo, giustizia, sostenibilità: non bastano le buone intenzioni di Keith, ex vegana che demolisce le tesi vegane (in alcuni parti iper ripetivo e un po' col piglio da ex), rifacendosi molto anche a Pollan. Evitate Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo della Innocenzi (lettura obbligata per lavoro) che è il male!

e Cowspiracy: Il segreto della sostenibilità soprattutto la prima parte in cui demolisce il modo in cui ci fanno credere che il nostro contributo all'ecologia possa essere andare in giro in bicicletta , ho apprezzato meno la pars construens nella quale inneggia alla pace e al veganesimo, ma resta una lettura consigliatissima

Gli spiriti non dimenticano: il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux bellissimo, mezzo saggio mezzo romanzo, scritto benissimo


Il concetto di collasso culturale, del tutto innovativo, fa rivedere l'intera storia dell'Occidente.
Al momento ho in rilettura
Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola.
Accompagnato da Storia greca: Linee di sviluppo dall'età micenea all'età romana
e Maledetto Sud, l'unico libro sulla questione meridionale che non puzzi di passatismo e presenti una oggettiva disamina dell'Italia intera partendo direttamente dalla nascita dei primi staterelli nostrani.

Di Bryson c'è un sacco di altri libri che mi incuriosiscono: Una passeggiata nei boschi, L'estate in cui accadde tutto e [book:Breve storia della vita priva..."
L'estate in cui accadde tutto ce l'ho in lista già da tempo. Ora, per colpa tua, ho aggiunto anche gli altri due. Sentiti responsabile.

Di Bryson c'è un sacco di altri libri che mi incuriosiscono: Una passeggiata nei boschi, L'estate in cui accadde tutto e [book:Breve storia ..."
ma questi di Bryson sono saggi o romanzi o libri di viaggio? leggo di Una passeggiata nei boschi che si tratta di un libro di viaggio, ma forse coglie l'occasione di spiegarci il mondo mentre passeggia? mi ispira molto ma vorrei capire questa cosa

Aspetta che peggioro la situazione: «Sta scherzando, Mr. Feynman!», L'ABC della relatività e trent'anni che sconvolsero la fisica.

Io ho letto solo Breve storia di quasi tutto: è un saggio.
Gli altri sono sia libri di viaggio, come "Una passeggiata nei boschi" o "Notizie da un'isoletta", sia saggi, come "Breve storia della vita privata" e "Il mondo è un teatro". Di più, oltre al fatto che il tizio mi è simpatico, non so.

Vere presenze di George Steiner mi aveva sempre incuriosito perchè parla dell'universo multiforme della "produzione secondaria", ovvero tutto ciò che è parassiticamente legato alle opere. Ivi incluse le nostre recensioni eh :-D ma in parte infinitesimale; il primo premio "Parassiti che uccidono la fonte del loro nutrimento" va alla proliferazione incontrollata della produzione accademica, generante il paradosso che gli studenti universitari si trovano perfino a studiare gli studi su un'opera non avendo manco dato un'occhiata alla stessa.
Vabbè tornando al libro, Steiner fa una introduzione straordinariamente affascinante, elabora concetti da conservar nella memoria di un bravo lettore ma poi... si lascia prendere la mano.
Se non hai alle spalle solide basi nel campo dello studio del linguaggio, della filosofia e quant'altro, va a finire che ti senti come uno con il completo Oviesse a un ricevimento dell'alta società.
E poi a ripensarci da questo libro ne esce fuori per assurdo un boomerang. Della serie: parli male di chi parla sui testi e... ehm... più o meno lo stai facendo?

Sulle guerre del cibo ho letto di recente Le guerre del cibo, appunto, ma al momento dovrei vedere l'autore, però l'ho caricato anche qui.

In ambito più scientifico mi sento di consigliarvi:
- Thinking fast and slow di Kahnemann. Neuroscienze? Psicologia? Statistica applicata all'uomo? Molto, molto interessante.
- Incertezza: Lindley. Finalmente un libro che tratta il principio di indeterminazione di Heisenberg senza lo scopo di prendervi per il culo.
- Il mostro e la simmetria. Ronan. Divulgazione matematica fatta molto, molto bene. Richiesti stomaci forti. Astenersi per letture dopo cena, se stanchi.

Aspetta che peggioro la situazione: «Sta scherzando, Mr. Feynman!», L'ABC della relatività e [book:trent'anni che sconvolsero la fisica|2..."
Perfido!!!
Però mi sa tanto che tu ed io andiamo d'accordo.
Grazie ;)

In grassetto quello che per me è un eufemismo: per me diventa una sorta di necessità viscerale. Io leggo necessariamente contemporaneamente narrativa e saggistica, alternandole nella stessa giornata. Per me hanno, la narrativa e la saggistica, complementarietà e rimandi estremamente stimolanti: ad esempio, trovo affascinante associare libri tipo Non lasciarmi e Il gene del diavolo: Le malattie genetiche, le loro metafore, il sogno e le paure di eliminarle . Ma da questo non verrebbe voglia di approfondire la questione dell'eugenetica , che so? partendo da La crisi dell'utopia. Aristofane contro Platone ? ma l'utopia non è stata realizzata dagli USA come dice America ?
Oppure leggendo Il grande Gatsby, non viene voglia di leggere Nuova storia del jazz oppure
Improvviso singolare di Claudio Sessa?
Oppure si può voler superare L'ordine del tempo leggendo Filosofia del tempo : il dibattito contemporaneo e Che cos'è il tempo? Einstein, Gödel e l'esperienza comune, ma ancor di più con Dall'eternità a qui che ho attualmente in lettura: ogni libro è come se fosse un "iperlink" ad altri libri. ( Sul tema spazio-tempo ho una particolare attenzione dopo aver letto e divorato Due intrusi nel mondo di Einstein. Un padre, sua figlia, il significato del nulla e l'inizio di tutto che, detto per inciso, mi ha indotto la lettura di Sé come un altro, altro saggio straordinario ) .
Ad abbundantiam, direi.
Ah! In questo periodo leggo anche io La nazionalizzazione delle masse: Simbolismo politico e movimenti di massa in Germania.

In grassetto quello che per me è u..."
:) Anch'io faccio così. E dirò di più: solitamente, leggo più saggistica che narrativa.
Fiat wrote: "Paolo del ventoso Est wrote: "Io direi di postare qui i nostri consigli di saggistica*... Noi amanti della finzione abbiamo anche bisogno, di tanto in tanto,..."
In grassetto quello che per me è u..."
Ti capisco molto bene. Io ho anche dei bioritmi legati alla saggistica (mai di sera, prima di addormentarsi) e alla narrativa (no la mattina, faccio fatica a entrare nelle vite altrui senza caffè)
In grassetto quello che per me è u..."
Ti capisco molto bene. Io ho anche dei bioritmi legati alla saggistica (mai di sera, prima di addormentarsi) e alla narrativa (no la mattina, faccio fatica a entrare nelle vite altrui senza caffè)

Vere presenze di George Steiner mi aveva sempre incuriosito perchè parla dell'universo multiforme d..."
Mi ricorda il saggio La letteratura in pericolo di Tzvetan Todorov, che affronta lo stesso problema: "La corrente recente della «decostruzione» non porta in altra direzione. I suoi rappresentanti, in effetti, possono interrogarsi sul rapporto dell'opera con la verità e i valori, ma solo per constatare - o piuttosto per decidere, perché lo sanno già, trattandosi del loro dogma - che l'opera è fatalmente incoerente e non riesce ad affermare alcunché e distrugge i suoi stessi valori; è ciò che essi definiscono «decostruzione del testo». Diversamente dallo strutturalista classico, che scartava a priori il problema della verità nei testi, il post-strutturalista vuole affrontarlo, ma il suo commento invariabile è che non troverà mai risposta. Il testo può trasmettere una sola verità, cioè che la verità non esiste o che resterà sempre inaccessibile."
Il contributo di Todorov è tanto più importante dato che proviene da uno degli alfieri dello strutturalismo (la fortunata antologia sui formalisti russi è curata da lui), dopo aver preso atto che lui e i suoi colleghi sostanzialmente hanno segato lo stesso ramo su cui erano seduti.

In grassetto quello che per me è u..."
Complementarietà sì, ma non sempre e non per forza. Anzi, la maggior parte delle volte che leggo un romanzo non sento il bisogno di approfondire le tematiche che affronta

Il libro è molto godibile, come penso un po' tutta la produzione dell'autore, secondo me un validissimo divulgatore. Ho in wishlist dall'uscita il suo ultimo libro sugli USA ("Notizie da un grande paese", come anche quello grazie al quale divenne famoso "Notizie da un'isoletta").

- "I frantumi dell'america" di George Packer, dove l'autore attraverso le storie di alcuni americani (tra cui un self-made man, un'operaia della Rust Belt, l'inventore di Paypal e un collaboratore alle campagne politiche di Joe Biden) dimostra come in effetti sia in atto un declino morale, civile ed economico degli States. Gran libro, ha anche vinto il National Book Award qualche anno fa.
- "Triste America" di Michel Floquet, reportage interessantissimo che prova (e riesce in parte, almeno nel mio caso) a sfatare il mito che rappresentano gli Stati Uniti, facendo luce su tutto quel che lì non funziona.

Ora sto leggendo Formiche di Bert Holldobler ed Edward O. Wilson (molti lo avranno già frequentato, ma per gli altri: controverso papà della sociobiologia, del concetto di biofilia e della biogeografia insulare). Nonostante il tema sia abbastanza nerd, uno studio accurato della biologia della formica e dell'organizzazione sociale che la contraddistingue, lo trovo avvincente. Interessante, non solo per mirmecologi e aspiranti tali. Vinse un Pulitzer.
Qualcuno lo ha letto?

Ma ne sono un po' deluso, in quanto affronta solo testi storici contemporanei (quindi è una raccolta di recensioni) che a loro volta trattano esclusivamente la Roma imperiale. Non che disdegni del tutto ci mancherebbe, ma insomma io avrei voluto una paziente e benigna guida verso la letteratura greca.

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*Da usare con cautela, può causare noia. O peggio, può causare raziocinio.