In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera e l’autore prescelti sono: "Jane, la volpe & io" di Isabelle Arsenault e Fanny Britt.
Hélène vorrebbe nascondersi da tutto e tutti: dal mondo grigio che la circonda, dai bulli della scuola, dalla prova costume - che la fa sentire un salsicciotto -, dalla sua solitudine. Il suo unico rifugio è un libro, "Jane Eyre", ed è solo nelle pagine del suo romanzo preferito che il mondo si colora di pace e poesia. Sarà invece la temuta gita di classe a riservare incontri insoliti e inaspettati, e una grande ma semplice scoperta: non si è mai soli. Attraverso parole e immagini piene di grazia e poesia, un romanzo grafico che parla una lingua universale, quella di chi non ha mai smesso di aspettare il proprio incontro speciale. Età di lettura: da 10 anni.
Una storia raccontata in prima persona; la narratrice è Hélène, una ragazzina della quale si comprende sin da subito la sofferenza emotiva e quel senso di solitudine che la colpisce e che si sta affacciando all'adolescenza. È emarginata all'interno della classe, vittima di prese in giro e veri e propri atti di bullismo. Quelle che considerava delle amiche la additano con epiteti poco carini e gentili tra cui "grassa" e "goffa". E ciò appare sin da subito un assurdo: Hélène non è raffigurata per nulla come una ragazzina grassa o goffa. Al contrario è ben proporzionata e molto graziosa, ha capelli lisci e mori e un’aria triste e malinconica, probabilmente dovuta al fatto che la sua è una famiglia modesta, con due fratelli gemelli e una madre amorevole che da sola (poiché mai si accenna alla presenza di un padre) manda avanti la casa. Hélène, da ragazzina sensibile qual è, trova rifugio al suo malessere nella lettura e infatti il libro che sfoglia quasi come un talismano durante i solitari viaggi in autobus da e per la scuola è un grande classico della letteratura “Jane Eyre”. Il colore delle tavole, assente dalla sua vita reale, appare nell'immaginazione: la nostra giovane protagonista infelice si identifica con l’orfana della Bronte, che trova se stessa facendo la governante in una ricca dimora misteriosa nella campagna inglese, anche se non spera di trovare un equivalente lieto fine. Non a caso, infatti, le pagine che raccontano le vicende di Thornfield, di Jane e Rochester, sono colorate, vivaci e luminose rispetto al resto delle tavole. Questo perché il senso è psicologico e solo tra le pagine del romanzo Hélène si riappacifica con se stessa.
Evita i luoghi frequentati dalle sue compagne, ma le tocca andare in gita scolastica – una settimana sotto la tenda a contatto della natura – dove finisce in compagnia di altre due ragazzine emarginate. Non riesce a stringere rapporti neppure con loro. E quando una sera, seduta fuori dalla tenda in compagnia dei suoi pensieri, vede accostarsi una volpe, il colore appare anche nella sua vita: il pelo rossiccio dell’animale si staglia nel buio come una piccola fiamma, mentre si avvicina, come per offrirle la sua amicizia. L’idillio è interrotto dal furore delle sue compagne che la mettono in guardia dagli animali selvatici ma Héléne invece si sente proprio come loro: rabbiosa, malata, sola. Finché non arriva Géraldine, allegra, festante, indifferente alle regole e ai pregiudizi, che la trascina a cercare le fragole, ride alle sue battute, e il mondo improvvisamente si riempie delle sue parole: la ragazza ha finalmente un’amica e incomincia a fidarsi di se stessa. La vicenda si snoda con leggerezza e intensità, un piccolo miracolo tra poesia e ritmo narrativo.
In questo graphic novel, a metà tra albo illustrato e fumetto, l’autrice racconta in maniera delicata la trasformazione di un corpo e il passaggio dall'infanzia all'età adulta caratterizzata dalla paura di non piacere, dalla necessità di conformarsi ad un modello, anche estetico, dalla convinzione, infine, che gran parte del valore che rende piacevoli agli occhi altrui risieda nell'esteriorità e la conseguente incapacità di sottoporsi ad un proprio giudizio realistico... Insomma racconta di tutti quegli aspetti cruciali della crescita e della conquista di una propria sicurezza e lo fa con illustrazioni singole che si intervallano, di tanto in tanto, a grandi tavole a singola o doppia facciata che aiutano il lettore, anche con immagini metaforiche, ad interpretare e comprendere l’emotività della protagonista.
Isabelle Arsenault è una prolifica illustratrice per l’infanzia. Ha studiato Graphic Design presso l’Università del Quebec a Montreal. Il suo lavoro le è valso numerose onorificenze, tra le quali il Prix du Gouverneur général, il massimo riconoscimento letterario del Canada, vinto per ben tre volte. Due dei suoi picture-books sono stati nominati dal “New York Times” come “Miglior libri illustrati dell’anno”. Con la collaborazione della scrittrice Fanny Britt realizza il suo primo romanzo grafico Jane, la volpe e io (edito da Mondadori) e, il suo ultimo lavoro Louis e i suoi fantasmi (in uscita per Mondadori). Vive e lavora a Montreal.
Fanny Iseult Britt (nata nel 1977) è una drammaturga e traduttrice canadese che vive in Quebec.
Oggi l'opera e l’autore prescelti sono: "Jane, la volpe & io" di Isabelle Arsenault e Fanny Britt.
Hélène vorrebbe nascondersi da tutto e tutti: dal mondo grigio che la circonda, dai bulli della scuola, dalla prova costume - che la fa sentire un salsicciotto -, dalla sua solitudine. Il suo unico rifugio è un libro, "Jane Eyre", ed è solo nelle pagine del suo romanzo preferito che il mondo si colora di pace e poesia. Sarà invece la temuta gita di classe a riservare incontri insoliti e inaspettati, e una grande ma semplice scoperta: non si è mai soli. Attraverso parole e immagini piene di grazia e poesia, un romanzo grafico che parla una lingua universale, quella di chi non ha mai smesso di aspettare il proprio incontro speciale. Età di lettura: da 10 anni.
Una storia raccontata in prima persona; la narratrice è Hélène, una ragazzina della quale si comprende sin da subito la sofferenza emotiva e quel senso di solitudine che la colpisce e che si sta affacciando all'adolescenza. È emarginata all'interno della classe, vittima di prese in giro e veri e propri atti di bullismo. Quelle che considerava delle amiche la additano con epiteti poco carini e gentili tra cui "grassa" e "goffa". E ciò appare sin da subito un assurdo: Hélène non è raffigurata per nulla come una ragazzina grassa o goffa. Al contrario è ben proporzionata e molto graziosa, ha capelli lisci e mori e un’aria triste e malinconica, probabilmente dovuta al fatto che la sua è una famiglia modesta, con due fratelli gemelli e una madre amorevole che da sola (poiché mai si accenna alla presenza di un padre) manda avanti la casa. Hélène, da ragazzina sensibile qual è, trova rifugio al suo malessere nella lettura e infatti il libro che sfoglia quasi come un talismano durante i solitari viaggi in autobus da e per la scuola è un grande classico della letteratura “Jane Eyre”. Il colore delle tavole, assente dalla sua vita reale, appare nell'immaginazione: la nostra giovane protagonista infelice si identifica con l’orfana della Bronte, che trova se stessa facendo la governante in una ricca dimora misteriosa nella campagna inglese, anche se non spera di trovare un equivalente lieto fine. Non a caso, infatti, le pagine che raccontano le vicende di Thornfield, di Jane e Rochester, sono colorate, vivaci e luminose rispetto al resto delle tavole. Questo perché il senso è psicologico e solo tra le pagine del romanzo Hélène si riappacifica con se stessa.
Evita i luoghi frequentati dalle sue compagne, ma le tocca andare in gita scolastica – una settimana sotto la tenda a contatto della natura – dove finisce in compagnia di altre due ragazzine emarginate. Non riesce a stringere rapporti neppure con loro. E quando una sera, seduta fuori dalla tenda in compagnia dei suoi pensieri, vede accostarsi una volpe, il colore appare anche nella sua vita: il pelo rossiccio dell’animale si staglia nel buio come una piccola fiamma, mentre si avvicina, come per offrirle la sua amicizia. L’idillio è interrotto dal furore delle sue compagne che la mettono in guardia dagli animali selvatici ma Héléne invece si sente proprio come loro: rabbiosa, malata, sola. Finché non arriva Géraldine, allegra, festante, indifferente alle regole e ai pregiudizi, che la trascina a cercare le fragole, ride alle sue battute, e il mondo improvvisamente si riempie delle sue parole: la ragazza ha finalmente un’amica e incomincia a fidarsi di se stessa. La vicenda si snoda con leggerezza e intensità, un piccolo miracolo tra poesia e ritmo narrativo.
In questo graphic novel, a metà tra albo illustrato e fumetto, l’autrice racconta in maniera delicata la trasformazione di un corpo e il passaggio dall'infanzia all'età adulta caratterizzata dalla paura di non piacere, dalla necessità di conformarsi ad un modello, anche estetico, dalla convinzione, infine, che gran parte del valore che rende piacevoli agli occhi altrui risieda nell'esteriorità e la conseguente incapacità di sottoporsi ad un proprio giudizio realistico... Insomma racconta di tutti quegli aspetti cruciali della crescita e della conquista di una propria sicurezza e lo fa con illustrazioni singole che si intervallano, di tanto in tanto, a grandi tavole a singola o doppia facciata che aiutano il lettore, anche con immagini metaforiche, ad interpretare e comprendere l’emotività della protagonista.
Isabelle Arsenault è una prolifica illustratrice per l’infanzia. Ha studiato Graphic Design presso l’Università del Quebec a Montreal. Il suo lavoro le è valso numerose onorificenze, tra le quali il Prix du Gouverneur général, il massimo riconoscimento letterario del Canada, vinto per ben tre volte. Due dei suoi picture-books sono stati nominati dal “New York Times” come “Miglior libri illustrati dell’anno”. Con la collaborazione della scrittrice Fanny Britt realizza il suo primo romanzo grafico Jane, la volpe e io (edito da Mondadori) e, il suo ultimo lavoro Louis e i suoi fantasmi (in uscita per Mondadori). Vive e lavora a Montreal.
Fanny Iseult Britt (nata nel 1977) è una drammaturga e traduttrice canadese che vive in Quebec.
A cura di Valentina Pascetta