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Beijing 2022 - Letturiadi GRI
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SHORT TRACK

Libro:Il giudice e il suo boia di Friedrich Dürrenmatt
Numero pagine: 112
Commento:
Mi imbatto in Dürrenmatt per la prima volta con questo racconto poliziesco che scardina i soliti schemi del romanzo giallo. Devo dire che all'inizio non mi stava convincendo molto, e invece dalla comparsa di Gastmann mi ha stregato. La scoperta dell'antica promessa tra lui e l'ispettore Bärlach mi ha fatto riflettere più profondamente sulla geometria che vuol far emergere Dürrenmatt, su due opposte fazioni che si compenetrano e si mescolano armoniosamente. Questo è il lato che mi ha affascinato maggiormente del racconto e che mi farà proseguire la scoperta di questo autore.
Io sono l'unico che ti conosca e quindi sono anche l'unico che ti possa giudicare.
Anche il finale, che ospita la risoluzione del caso vera e propria, è molto ben costruita, nulla lasciato al caso. Un bel poliziesco.

Libro:Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda
N° pagine: 127
Commento:
Un bellissimo romanzo per grandi e piccini che mi ha commossa profondamente per come Zorba si prende cura dell’uovo che Kengah gli affida prima di morire. C’è dentro tutto: il sacrificio, l’impegno, la collaborazione, la generosità incondizionata, il rispetto verso il prossimo, l’accoglienza dell’altro, chiunque esso sia e qualunque aspetto abbia. Infine l’amore, che non vede le diversità, così che una gabbianella può chiamare “mamma” un gatto. Perché non esiste diversità, quando c’è l’Amore. Di una grande dolcezza, con tanti spunti di riflessione anche per come l’uomo sta distruggendo la natura. Che poi a raccontarcelo sono proprio gli animali…
5 stelline!

Libro: Delitti esemplari di Max Aub
N° pagine: 72
Commento:
Un concentrato di tutti quei piccoli delitti quotidiani, quelli che commettiamo nelle intenzioni, ma che restano lì, sospesi nella mente, esemplari e vivi, ma impuniti, perché non realmente attuati. Chi di noi non ha mai pensato di far fuori qualcuno che detestiamo o che ci ha fatto uno sgarbo, sembra dirci Aub, e ci propone un catalogo ben fornito di piccole esemplari soppressioni fisiche. Fulmineo e folgorante.
4 stelle.

Libro: L'orrore di Dunwich di H.P. Lovecraft
N° pagine: 92
Commento:
La cronaca dei fatti indicibili, inenarrabili, oltre l’umano, che avvennero a Dunwich nel 1928. Semplicemente fantastico. Perfetto nelle descrizioni del paesaggio per raggiungere il villaggio, così al di fuori dai percorsi comuni, la popolazione schiva, la fattoria isolata a ridosso della collina. E poi i Whateley, padre e figlia, stregone burbero e solitario l’uno e albina e sciancata l’altra. La nascita di Wilbur, di padre ignoto, ma che percepiamo subito essere figlio del male. La tensione cresce man mano, lo stupore per il misterioso sviluppo di Wilbur, la sua formazione ad opera del nonno, sui testi di magia nera e chissà quale culto oscuro, le trasformazioni nella casa, le sparizioni del bestiame. E poi a un certo punto il cambiamento verso l’inumano.
Ovviamente è tutto inventato, dai luoghi, ai testi di occultismo, ai fatti, ma sembra tutto vero, anche grazie alla narrazione di tipo giornalistico. La capacità di Lovecraft di descrivere l’orrore e il male assoluto, ma anche particolari atmosfere e paesaggi, con parole perfette ed evocative, mi hanno ricordato il motivo che me ne fecero innamorare. Mi chiedo perché negli anni lo abbia messo da parte, seppellendolo dietro strati di libri di altro genere. Le sfide servono anche a riportare alla luce letture lasciate nel fondo più oscuro della libreria.
5 stelle nere nere.

Libro: Honeymoon di Banana Yoshimoto
N° pagine: 106
Commento:
Banana, Banana. Quanto dolore, quanta tristezza e mestizia, quanta morte, non solo nel senso reale del termine, ma anche della vitalità, dei sentimenti.
Delicato e poetico, soffice nella narrazione, molto giapponese. Tanta luce, tanti fiori di ciliegio, tanto vento, ma lieve come una carezza, tante notti silenziose, chiari di luna che rendono la vista del monte Fuji un’esperienza da togliere il fiato. Si parla di diversità, di quegli affetti che nascono tra bambini e che si trasformano nel tempo, di legami familiari anomali, di amore per gli animali, di sette, di verità tenute nascoste.
Quello che non mi convince sono i dialoghi poco reali: troppo poetici, troppo filosofici. Tipicamente giapponese? Ok, ok.
3 stelle.

Libro:Il ballo di Irène Némirovsky
Numero di pagine:86
Commento:
In questo romanzo Nemirovsky traccia la disperazione di una ragazza di quattordici anni che è letteralmente oppressa dal mondo adulto: non è ascoltata, è continuamente ripresa o schiacciata dalle voci dei genitori che la tengono lontana dalla realtà credendola non idonea. Mi è piaciuta la rabbia di Antoinette perché rispecchia quell'età in cui siamo così tendenti a emozioni travolgenti, anche contro noi stessi o contro i genitori. In generale un racconto breve piacevole, anche il finale è molto consono a tutta la storia e la chiude bene, come accade nella realtà tra madri e figlie.

Libro:Abbandonare un gatto di Haruki Murakami
N° pagine:76
Commento:
I racconti brevi sono un'arma a doppio taglio per gli scrittori, perché c'è il rischio che alla persona che lo legge non rimanga nulla dell'intento originario. Murakami non solo non incappa in questo pericolo, ma riesce sapientemente a tratteggiare il ritratto del suo rapporto con il padre, seguendo alcune immagini che provengono dalla memoria infantile dell'autore, tra cui appunto l'episodio che dà il titolo al libro, o i racconti distaccati sulla guerra da parte del padre. Ed è proprio l'aspetto così introspettivo che affascina il lettore, che vuole entrare nel nocciolo di questo rapporto e si lascia trasportare dai ricordi di Murakami, fino ad arrivare alla riflessione finale, il motivo per il quale l'autore ha cominciato a scrivere questo compendio filiale: la casualità della vita e il suo fluire costante e imprevedibile in ogni essere umano. La storia è questo: l'unica eventualità, fra innumerevoli altre, che si è attuata, senza se e senza ma.

Libro: La sovrana lettrice di Alan Bennett
N° pagine:95
Commento:
Alan Bennett in questo geniale e divertente romanzo ci illustra i frutti della lettura appassionata, il non riuscire mai a smettere perché "un libro tira l'altro" e il modo in cui i libri plasmano la nostra mente e le nostre azioni. Inizialmente cambiano le abitudini della regina, che quasi per caso comincia a leggere, ma pian piano la lettura modella l'entourage della sovrana, cambia la sua sensibilità e il suo punto di vista. Ed è ingegnoso da parte dell'autore far crollare il sistema proprio per amor dei libri.
Un libro che si divora in pochissimo tempo, non solo perché breve ma anche per la sua scrittura piacevolissima, consigliato ai lettori e alle lettrici incalliti.
Un libro è un ordigno per infiammare l’immaginazione.

Libro: Tutto ciò che vi devo: Lettere alle amiche di Virginia Woolf
N° pagine: 62
Commento:
Una carrellata di lettere che la Woolf scrisse nel corso della sua vita alle sue amiche, compagne, sorella. Con alcune parla di scrittura, con altre spettegola, in altre occasioni mente, per proteggere chi ama.
Vi troviamo una Virginia ciarliera, divertente, appassionata, curiosa, inedita.
Peccato fosse così breve, ne avrei voluto di più, ma è carinissima l’edizione pacchetto, che si può spedire come una cartolina.

Libro: La storia seguente di Cees Nooteboom
N° pagine: 121
Commento:
Il protagonista di questo gioiello è una sorta di Stoner, ex insegnante di lettere classiche, con una passione per il latino, vive ad Amsterdam circondato dai libri, scrivendo guide turistiche senza entusiasmo. Queste informazioni su di lui le cogliamo durante la lettura come sassolini che semina lungo il cammino. Quello che sappiamo fin dall’incipit è invece che una mattina si sveglia in una stanza d’hotel a Lisbona, senza sapere come esserci arrivato, perché ricorda fin troppo bene che la sera prima si era coricato nel suo letto, ad Amsterdam. Sogno, realtà? È vivo, è morto? Su questo e su altro ancora si interroga Hermann Mussert, alias Socrate, che attraverso un linguaggio infarcito di citazioni letterarie si lancia in dissertazioni filosofiche, in ricordi del suo passato, in bilico tra Borges e Pessoa. È quella stanza portoghese, insieme ai rumori di amplessi al piano di sopra, l’interruttore che gli accende il ricordo del suo unico vero amore. Ed è tutto un entrare e un uscire dal momento presente al passato. La seconda parte è ancora più onirica, metafisica. La sensazione di essere in bilico tra uno stato di veglia e pensiero puro, tra vita vera e vita altra, materia e anima.
Mi è piaciuto molto e voglio leggere altro di questo autore. Belli anche i dialoghi.
Non ho dato la quinta stellina perché non ho provato empatia con nessuno dei personaggi, inoltre il senso di straniamento mi ha disturbata. Forse però era proprio questo l’intento dell’autore.

Libro: Canituccia di Matilde Serao
Pagine:35
Commento:
Questo brevissimo racconto fa parte di una collezione intitolata pulci nell'orecchio, e proprio così dovrei chiamare quella che mi è stata messa dalla bibliotecaria quando le ho chiesto di suggerirmi racconti brevi con meno di 130. "Hai mai letto questo racconto della Serao?"
La storia è quella di una bambina di sette anni, Canituccia, che viene abbandonata alla nascita dalla madre e non viene riconosciuta dal padre. Siamo in un paesino di contadini, vicino a Capua, dove la vita è dura e dove i bambini sanno poco o nulla della spensieratezza infantile, e fanno quotidianamente i conti con la brutalità e la rigidità del mondo adulto. Il suo unico amico e confidente è Ciccotto, il maialino della sua padrona, a cui lei deve badare. E così crescono insieme Canituccia e Ciccotto, due creature che sono estrenee al mondo adulto, che appartengono ai prati e alla natura. E forse proprio questa appartenenza estranea porterà Canituccia, sul finale, a non voler prendere parte a quei rituali a lei ignoti.
Si tratta di un brevissimo frammento di infanzia che Serao ci lascia, e che adorna i suoi romanzi più conosciuti.

Libro:Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa di Luis Sepúlveda
N° pag:107
Commento:
Che scrittore straordinario Sepúlveda e che favole che è riuscito a scrivere. In questa vi è narrata la vita di Mocha Dick, o come lo conosciamo noi, Moby Dick. Il capidoglio dal colore della luna è curioso, ha fame di conoscenza e tutto per lui è fonte di apprendimento e rispetto. Difatti il capidoglio inizialmente stima gli esseri umani, per la loro determinazione nel voler imparare a solcare il mare, ma successivamente scopre che l'uomo sono l'unica specie che attacca i suoi simili, e questo non piace al capidoglio. Nel corso degli anni gli viene assegnata la missione di proteggere dai balenieri l'Isola Mocha, le quattro balene anziane e la popolazione dei lafkenche, la Gente del Mare. E nel farlo, il capidoglio affronterà baleniere e il dolore degli arpioni, sempre fedele alla sua missione e all'amore che lo lega al Mare. Ci si interroga su chi sia il vero mostro, se il capidoglio bianco o l'uomo che con la sua bramosia cerca in tutti i modi di alterare gli equilibri della natura o delle popolazioni che gli appaiono più deboli. Si rimane incantati nel leggere questa favola, molto attuale e molto commuovente, come tutti gli scritti di Sepúlveda che riguardano il Sud del Mondo, da lui tanto amato.
ecco come mai le anime dei morti devono radunarsi sull'Isola Mocha, grazie alle balene protette dal grande capidoglio bianco, l'animale sacro, così che, una volta morto l'ultimo lafkenche e trasportato il suo spirito sull'isola, tutte le anime possano salire sul dorso del capidoglio bianco e intraprendere un viaggio verso Occidente, oltre l'orizzonte dove si immerge il sole, verso una nuova terra ricca di boschi, lontana, molto lontana, finalmente al sicuro dagli invasori.

Libro: La morte a Venezia di Thomas Mann
N° pagine:128
Commento:
Aschenbach aveva affermato una volta in una sua pagina, alla sfuggita ma senza ambagi, che quasi tutto ciò che esiste al mondo di grande è una manifestazione di resistenza, è sorto cioè nonostante il dolore, la debolezza fisica, il vizio, la passione e mille ostacoli.
Questa citazione che si trova quasi all'inizio del romanzo descrive forse in modo totale l'intera opera. Mann ci parla di questo scrittore che nel suo cinquantesimo compleanno si ritrova bloccato in una vita noiosa, senza alcun guizzo creativo, sterile, e sente l'impellente bisogno di mettersi in viaggio.
Aschenbach scoprirà essere Venezia la sua meta, e la città lo accoglie seppur col suo clima insalubre, difatti si propaga la peste proprio quando allo scrittore appare il quattordicenne e bellissimo Tadzio.
La sua bellezza era inesprimibile e, come altre volte, Aschenbach sentì con dolore che la parola può, sì, celebrare la bellezza, ma non è capace di esprimerla.
Un incontro con una divinità che scardina l'esattezza razionale che contraddistingueva la vita di Aschenbach: lo scrittore è preda di "un dio più forte di lui" e seguiamo le sue orme mentre segue l'oggetto del suo amore. Un bel saggio, a mio avviso, questo di Mann su ciò che ci spinge a desiderare ciò che non potremmo mai avere e a seguirlo anche quando sappiamo che questo decreterà la nostra morte, una sorta di salto nell'ignoto dettato dalla fascinazione del desiderio.
È impossibile non innamorarsi della penna di Mann.

Libro: Bàrnabo delle montagne di Dino Buzzati
N° pagine: 110
Commento:
Bàrnabo è un guardaboschi che vive con i compagni in una casa tra le montagne, nelle vicinanze di un deposito di esplosivi e munizioni, chiamato La Polveriera. Un giorno in cui è fuori per un’escursione, dei briganti che da un po’ di tempo minacciano la loro sicurezza, attaccano il suo compagno. Bàrnabo, non visto, assiste all’assalto e per paura e vigliaccheria non interviene, mentre l’amico rimane ferito. Non riuscendo a giustificare la sua assenza, viene allontanato con disonore dal corpo.
Trascorrerà alcuni anni in pianura, lavorando come contadino, macerandosi nel rimorso e rivangando il passato, rivivendo la vergogna.
Cinque anni dopo tornerà tra le montagne ad affrontare le sue paure e riscattare quell’atto di viltà. Come attuerà la sua vendetta, dopo aver tanto aspettato e rimuginato? Quello che importa è che alla resa dei conti arriverà comunque la pace.
Primo romanzo di Buzzati, pubblicato nel 1933. Vi si trovano temi che ricorreranno nella sua produzione successiva. L’amore per le montagne, il silenzio, l’attesa, il senso del dovere minato dalla paura, il peso della colpa, lo scorrere inesorabile del tempo. Bellissimi passaggi descrittivi. Insieme a Bàrnabo sentiamo sul cuore il peso della vergogna e veniamo attraversati dai lampi dei ricordi e dello struggimento per le montagne a cui appartiene. Da leggere!

Libro: Superficie di Diego De Silva
N° pagine:112
Commento:
1 stella.
Personalmente non il mio genere, dato che non mi ha fatto né ridere né riflettere alcunché. Capisco l'intento di far dialogare a ruota libera i luoghi comuni che affollano tra gli italiani, e che nel libro appaiono quasi messi a caso ma in realtà seguono vari filoni di conversazione. Ci fa sentire stupidi e intelligenti, perché tutti abbiamo avuto o subito frasi simili più volte nella vita. Si, è vero, a volte fa sorridere, ma non se ne sentiva la necessità. Ho scoperto che esiste l'audiolibro letto da Litizietto e dall'autore stesso, e credo che sia nettamente più godibile e sensata la recitazione, piuttosto che la lettura.

Libro: Rosso Istanbul di Ferzan Özpetek
N° pagine: 116
Commento:
Premetto che amo immensamente l’Özpetek regista e che ho una passione sconsiderata per Istanbul, pur non essendoci mai stata e, ahimè, chissà quando riuscirò ad andarci. Tuttavia, la lettura di questo libro non mi ha del tutto convinta.
Tutto parte da un viaggio che il regista intraprende per fare visita alla madre anziana, in occasione della necessità di liberare la casa d’infanzia che dovrà essere demolita. Sullo stesso aereo viaggia Anna, che insieme al marito e a una coppia di amici, si sta recando per un viaggio di piacere e di lavoro ad Istanbul.
Özpetek porta avanti la narrazione alternando prima e terza persona, spostando il focus ora su uno, ora sull’altra, rendendoci partecipi di stralci di vita di questi due sconosciuti, tra passato e presente. Un amarcord dolce amaro che ripercorre l’infanzia, con i suoi giochi e i primi baci rubati, l’amore proibito, il rimpianto, il tradimento. “Lui” e “Lei”, in parallelo, si perdono tra riflessioni e nostalgie. In mezzo c’è una splendida Istanbul, più vera e genuina quella vista attraverso gli occhi e il cuore di lui, più turistica la Istanbul di Anna. Comunque, sempre magica.
C’è tanto struggimento, riflessione e un amore immenso da parte di Özpetek per la sua città. Se la parte di Lui mi è piaciuta, non ho trovato altrettanto gradevole la parte su Anna. Mi sembra posticcia, messa lì per non so bene quale intento narrativo o strutturale. Anche l’incontro finale tra i due, fino ad allora due perfetti estranei, mi ha lasciata indifferente.
Una bella lettura? Sì, ma… 3 stelline risicate.

Libro:Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese
Numero pagine:
Commento:
Forse la decisione di inserire la lettura di un libro di poesie come questo all'interno di una sfida di lettura non è stata azzeccata. Mio malgrado ho letto le parole di paese troppo in fretta, senza soffermarmi a sufficienza sulle immagini e i sentimenti evocati. Tutte le poesie mi sono parse uguali, un susseguirsi di "terra", "acqua", "morte". Credo dunque di essermi aggiudicata un posto nell'inferno dei lettori (girone dei distratti, costretti a leggere in eterno la solita pagina dell'elenco telefonico)

Libro:Alba di Selahattin Demirtaş
N° pagine:128
Commento:
Quello che prima di tutto mi ha affascinato di questo libro è l'autore, Selahattin Demirtaş capo dell’HDP (Partito democratico del popolo), un partito filo-curdo, di sinistra e progressista. Demirtaş è vittima della repressione avvenuta in Turchia dopo il tentato colpo di stato del 2016, arrestato con l’accusa di essere legato al PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, in guerra col governo turco. E per questa assurda motivazione rischia fino a 142 anni di carcere. Consiglio a tutti coloro che volessero iniziare questo libro di documentarsi sulla sua vita, perché ne aggiunge valore.
Ci troviamo davanti a una raccolta di racconti che vedono come protagoniste le donne. Demirtaş scrive questi racconti dal carcere, e forse quello che maggiormente rispecchia l'autore (dato che vi sono anche elementi autobiografici) è proprio il primo Il maschio in noi, in cui la condizione delle donne in Turchia viene metaforicamente narrata con la storia di una rondine che riesce a fronteggiare le "guardie" che vogliono sottrarle il nido e i suoi piccoli, mentre il maschio della rondine non riesce a fare nulla se non cercare di compiacere le guardie. La raccolta prende il nome dal racconto di Seher, in italiano Alba, che ha pagato due volte per essere stata stuprata, prima con la violenza e poi con la morte.
Si tratta di un libro necessario, come suggerisse la sinossi sulla copertina, perché anche dal carcere Demirtaş lancia un messaggio forte, un messaggio di denuncia della condizione delle minoranze, delle donne.

Libro: Novella degli scacchi di Stefan Zweig
N° pagine:107
Commento:
Un racconto che fa scacco matto alla nostra mente. Si apre lievemente, e dopo qualche mossa diviene incalzante e non ti lascia più, fino a fare scatto matto, e sei costretto a chiudere il libro e a rifletterci sopra per rivedere tutto ciò che è successo.
Novella degli scacchi è l'ultimo racconto scritto da Zweig prima di suicidarsi, ed è emblematico che sia proprio questa la sua ultima storia, una sorta di grido disperato in un'epoca che sta cambiando e che vede contrapporsi, come in una partita di scacchi, due tipologie di esseri umani totalmente diversi e sconosciuti tra loro, che si scontrano su una nave nell'Oceano, e idealmente su una scacchiera. Da una parte il dott. B., che racconta la sua prigionia e l'agonia inflitta dalla Gestapo, un uomo intelligente, con forza di volontà, che non vende i suoi ideali tanto facilmente e che preferisce aggrapparsi ossessivamente a un'idea, o addirittura preferisce spezzare il suo Io in due parti pur di resistere alla violenza della Gestapo. Quest'uomo è destinato irrimediabilmente alla sconfitta, operata da Czentovic, che d'altro canto possiede solo un talento per gli scacchi meccanico, privo di immaginazione, e pieno di arroganza contro il prossimo.
La bellezza di Zweig, oltre la fluidità della prosa che incanta e paralizza, è proprio l'idea di mettere in scena questo scontro ideologico su una scacchiera, e di dare la propria voce, un grido di aiuto forse o di disperazione, al dott. B., che si dilegua alla fine del racconto.

Libro: Amore di Hanne Ørstavik
Pagine: 126
Commento:
Il primo libro che leggo di questa scrittrice norvegese. Brrr, che gelo! E non parlo del clima. Ci ho messo un po' a commentarlo, perché ho dovuto farlo sedimentare. Spiazzante e disturbante.
Qui vi lascio un commento più approfondito:
https://www.goodreads.com/review/show...

Libro: Cambiamenti, Mo Yan
N° pagine: 104
Commento:
Ricordi autobiografici, soprattutto giovanili. Un po' deludente: i cambiamenti epocali del paese sono meglio rappresentati nei romanzi di Mo Yan, torrenziali ed immaginifici, mentre il tono dimesso di questo memoriale, lo sguardo distaccato su quei suoi anni di giovinezza qualunque, sugli espedienti, sull'avvio della carriera, ecco, non mi hanno ispirato interesse né simpatia.

Libro: Il suono della solitudine di Michele Marziani
Pagine: 96
Commento:
Non vado pazza per i libri scritti in seconda persona (singolare o plurale). All'inizio ero infastidita, poi ci ho fatto l'abitudine e mi sono lasciata trascinare da quello che l'autore stava raccontando di sé, del suo rapporto con la solitudine. In sostanza Marziani, così abituato a trascorrere il tempo da solo, in montagna, pescando, o a casa, scrivendo, intavola discorsi con se stesso sul significato della parola solitudine, che non è lo stesso di essere soli. E allora, mi sono detta, sta parlando al Michele riflesso sulla pagina o sul filo dell'acqua, non a un ipotetico lettore. E in effetti, è proprio quello che dichiara il sottotitolo: Piccole storie da raccontare a te stesso. Perché se sei abituato a stare da solo, e se questa solitudine la ricerchi, la prediligi, la curi, a chi parli se non allo specchio? Al limite con il gatto. Mi sono ritrovata a sottolineare frasi, qua e là, poi interi passaggi.
Sono poche pagine, ma dense, penetranti, profonde. Un piccolo gioiello per riflettere.
4 stelline.

Libro: Il coperchio del mare di B. Yoshimoto
N° pagine: 117
Commento:
Un breve romanzo che compendia le specialità della casa: introversa riflessività adolescenziale, malinconia, ferite che non si rimarginano, nostalgia, il balsamo dell'amicizia, il senso profondo per il misterioso spirito dei luoghi. Cose così.

Libro: Bartleby lo scrivano di Herman Melville
N° pagine:116
Commento:
Preferirei di no
In questo famosissimo racconto di Melville viene narrata metaforicamente la disubbidienza al lavoro. Quando, qualche anno fa, ho studiato Agamben ricordo perfettamente di come il focus non fosse tanto su Bartleby, quanto alle sue reazioni al lavoro che sta svolgendo, e che non vorrà più svolgere da un giorno all'altro. In questo studio, Bartleby non è il solo archetipo, vi sono altri tre lavoratori con i loro soprannomi (Tacchino, Zenzero e Pince-nez) che rappresentano diversi tipi di lavoratori, che si integrano benissimo alla catena produttiva americana e non ne soffrono (o meglio, i segni di repressione e nevrosi si possono riscontrare in tutti loro) e per questo disprezzano Bartleby, l'unico che invece riesce a estraniarsi da questo meccanismo lavorativo, e non vuole obbedire a ordini che non sono in sintonia con i suoi voleri. E questo suo ascetismo lo porterà a rifiutare una casa, un altro posto di lavoro e perfino il cibo in carcere dove, infine, troverà la morte.

Libro: D'un tratto nel folto del bosco di Amos Oz
N° pagine:114
Commento:
Si tratta di una bellissima favola per ragazzi e adulti, ambientata in un villaggio senza nome in cui, da un momento all'altro scompaiono tutti gli animali, anche quelli domestici, anche gli uccelli, gli insetti e i pesci nell'acqua. Saranno dei bambini, Mati e Maya, che non hanno mai visto gli animali, a porsi le prime domande, a cui i grandi non rispondo, vittime di un qualcosa che è a metà fra il ricordo e la dimenticanza. Una costante sembra governare questo villaggio: lo scherno per chi è diverso, lo vediamo subito con Nimi, il bambino che sognava gli animali per poi raccontare tutte le sue storie ai suoi compagni, e per questo subiva la derisione e la violenza di tutto il paese, e alla fine lo vediamo con Nehi, considerato il demone dei monti. Ma solo alla fine scopriremo la vera identità di Nehi, del perché ha "portato via" tutti gli animali del villaggio, e perché tutti lo temono.
Anche se fa paura, anche se è buio, a volte bisogna inoltrarsi nel folto del bosco per scoprire la verità e per imparare la forza necessaria a parlare della verità, perché rimanere fuori dal bosco fa aumentare soltanto l'ignoranza e l'esclusione.
Per intanto state molto attenti, voi due, a non ammalarvi anche voi del morbo dello spregio e delle beffe. Anzi: pian piano cercate magari di guarire un poco i vostri amici, almeno alcuni di loro, da questi disturbi. Parlate loro. Parlate a quelli che offendono e anche a quelli che tormentano e a quelli che sono contenti di far del male agli altri. Parlate, voi due, a chiunque sia disposto ad ascoltare. Cercate di parlare persino a quelli che prendono in giro voi, che non vi degnano che del loro disprezzo. Non badateci, continuate a tentare di parlare. Finché un bel giorno, chissà, forse gli animali cambieranno e noi scenderemo dalla montagna e forse ci sarà un cuore nuovo per tutti noi.

Libro: La signorina Else di Arthur Schnitzler
N° pagine:123
Commento:
Un romanzo frenetico che porta il lettore all'interno della mente di Else, una ragazza costretta a sacrificare il suo corpo per salvare la situazione economicamente drastica del padre. E per non cedere a questo ricatto, di una società patriarcale, la mente di Else crea un gioco contorto di emozioni, di sentimenti, di decisioni che subito vengono scartate, di modi per scappare a quel destino.
Schnitzler, con il flusso di coscienza, ci porta in questo vortice con uno stile che ti tiene incollato alle pagine dove in poche ore Else vive tutta la sua vita, vive tutte le sue preoccupazioni e paure riguardo alla sessualità (vissuta sia come arma sia come condanna) e alla famiglia, verso cui si sente al contempo vittima e carnefice.

Libro: Gigi di Colette
Pagine: 88
Commento:
Piacevole e frizzantino. Gigi è una quindicenne affidata alle cure della nonna e dalla zia, apparentemente austere, in quanto la madre è impegnata a inseguire i suoi sogni di successo sulle scene. Le sue tutrici le impongono norme di comportamento e condotta adatte ad una “signorina perbene”, con lo scopo di trovarle un buon partito. Gigi è assetata di libertà, di anticonformismo, di voglia di vivere.
Gigi si rivela essere niente affatto ingenua e “indietro per la sua età”, come la vedono nonna e zia, e sorprenderà tutti con un matrimonio che susciterà non pochi pettegolezzi. Spassosissimi i passaggi sulle chiacchiere da salotto. Con ironia e arguzia Colette diverte, con il suo stile all’avanguardia. Davvero brillante!

Libro: Il posto di Annie Ernaux
Pagine: 114
Commento:
Partendo dalla morte del padre, dai preparativi per il funerale, il cordoglio composto, le parole di circostanza dei visitatori, Ernaux riavvolge il nastro dei ricordi alla ricerca di momenti di unione e intimità che la leghino al genitore. Ripercorre l’esistenza del padre a partire dai nonni, la fatica, il lavoro, l’incontro con la madre, lo sforzo di emanciparsi da una vita in tuta blu e l’ascesa allo status di “padrone” di un bar con drogheria annessa. La sua testardaggine, le parole, le frasi ricorrenti, che, come un personale lessico familiare, ne restituiscono un ritratto preciso.
Nel suo linguaggio asciutto, con una scrittura pulita e diretta, Ernaux ci consegna un memoir doloroso sulle sue radici, che in più punti mi ha commossa profondamente.
5 stelle.

Libro: Novecento. Un monologo di Alessandro Baricco
Pagine: 62
Commento:
Ho un legame particolare con questo testo. Riprenderlo in mano dopo anni mi ha riportato a galla tanto. Mi ha fatto ridere e piangere, sorridere, mi ha stretto il cuore, mi ha emozionata. Ci sono interi passaggi che ricordavo a memoria e per tutto il tempo della rilettura ho visto l’A-me-ri-caa dal ponte del Virginian, ho sentito la musica di Novecento, che se non sai cos’è, è jazz, ho visto il quadro che sta fisso al muro per anni e anni e poi … FRAN, cade! L’ho visto, Novecento, che si appresta a scendere da quella nave, per andare incontro al suo futuro.
Novecento è poesia, per me lo è. Tutto, in ogni pagina, parla alle mie emozioni: dalla gioia alla malinconia alla tristezza. Senza virgole, senza interruzioni. Novecento è un luogo dentro il cuore. 5 stelle scolpite.

Libro: Notturno indiano di Antonio Tabucchi
Pagine: 124
Commento:
Un viaggio fisico e metafisico. L’io narrante attraversa l’India alla ricerca di un amico disperso, tale Xavier. Lo cerca tra i reietti, lo cerca negli ospedali, tra i miserabili: da Bombay a Goa, in dodici tappe, interroga i personaggi che incontra, dalla prostituta al medico, al mendicante, lasciandosi guidare dal caso.
È un viaggio soprattutto interiore, quello che il protagonista si trova a fare, non a caso un viaggio attraverso l’India, così mistica e pulsante di umana solitudine, che lo porta a ritrovare sé stesso. E la notte, soprattutto, lo porta a scrutare meglio nell’oscurità dell’animo.
5 stelline per la scrittura, per il tema, per la ricerca. 5 stelle, perché Tabucchi se le merita tutte.

Libro: Nell'erba alta ebook di Stephen King
N°pagine:60
Commento:
Parto col dire che il film di Netflix mi aveva fatto venire gli incubi per giorni, e avevo aspettative abbastanza alte sul libro. Aspettative che sono state deluse soprattutto perché si tratta di un racconto scritto a quattro mani da Stephen King e dal figlio Joe Hill, perciò da due autori così mi aspetto qualcosa di più. Se fosse stato più dettagliato, non per forza lunghissimo, lo avrei preferito. Mi piace molto il focus dato ai due protagonisti, ma ho trovato frettolosi tutti i personaggi che erano già dentro l'erba. Comunque adoro l'idea del loop e della trappola nell'erba alta. Avrei voluto anche sapere qualcosa di più su questa pietra... Peccato, comunque lo consiglio a chi ama i racconti horror molto crudi, insieme alla visione del film.

Libro: La foresta radice labirinto di Italo Calvino
N°pagine:64
Commento:
Un libro veramente ben fatto, per ragazzi, scritto non proprio dal primo autore che passa, ma da Italo Calvino. Perciò ne ero incuriosito soprattutto per questo. In questa fiaba, contornata da disegni molto carini, penso si metta benissimo in scena la semplicità per Calvino: un messaggio chiaro, destinato a tutti, anche a dei bambini, che porta con sé però anche riflessioni più complesse. Mi è piaciuta molto questa unione, ed è adattissimo ai lettori più piccoli, perché possano sviluppare amore per la lettura e per la fantasia, e proprio per questo credo che lo consiglierò senz'altro a mia nipote.

Libro: L'occhio del lupo di Daniel Pennac
N°pagine:112
Commento:
-Vuoi guardarmi? D’accordo, anch’io ti guardo!- Ma qualcosa disturba il lupo: lui non ha che un occhio, mentre il ragazzo ne ha due. Il lupo è a disagio. Allora il ragazzo fa una cosa curiosa: chiude un occhio.
Il bello di avere una biblioteca sotto casa è che mi vengono consigliati qualsiasi tipologia di libri, e così nel grande mucchio di libri che la bibliotecaria mi ha messo da parte, trovo questo racconto di Pennac (che ahimè non ho mai letto prima, ma rimedierò), divorato in meno di un'ora. Si tratta di una delicata storia di vita e amicizia fra il bambino Africa e il lupo orbo dell'Alaska. I due si incontrano in uno zoo "dell'altro mondo", ovvero il nostro occidentale, e si parlano attraverso i loro occhi. E così a turno vedono tutta la loro vita, Africa nell'occhio del lupo e poi tocca al lupo sapere di Africa. Si rimane affascinati dalla tenerezza della penna di Pennac, che ti fa rivivere un incantesimo quasi, attraverso i più diversi paesaggi. Credo che sia un vero peccato che alcuni libri siano "relegati" alla sezione dei ragazzi, perché molti adulti in questo modo se li perdono, o li considerano non degni magari di tempo. Invece io credo che questi racconti siano di grande aiuto anche per gli adulti, per ritrovare quell'occhio interiore, per ricordarsi di quanto sia difficile fidarsi di qualcuno, lasciarlo entrare nella nostra vita e magari riuscire anche ad aprire gli occhi, nel grande salto dell'amicizia.

Libro: Il peso della farfalla di Erri De Luca
N°pagine:80
Commento:
2 stelle.
Forse sarà il fatto che mi ero fatta un'idea totalmente diversa dello stile di De Luca, ma non mi è proprio piaciuto. Al di là della banalità della storia, a cui ho cercato con tutto il bene di trovarne un'ispirazione in più, ma è proprio la prosa a dettare un voto così basso. L'ho trovata più una raccolta di aforismi a cui è stata data una storia di contorno. Non so nemmeno se continuerò a leggere De Luca, perché nemmeno il finale mi ha particolarmente emozionato. Nonostante siano così poche pagine, ho fatto difficoltà a finirlo, la voglia di metterlo da parte è stata tanta.

Libro: La casa di Ninetta di Lina Sastri
N°pagine: 70
Commento:
A mia madre
Un libricino che si legge in pochissimo tempo e che però ti lascia quelle emozioni che ti lacerano dentro. Sarà che mi sono impersonata moltissimo nella voce narrante, nel senso di colpa di una figlia che pensa sempre di non aver fatto abbastanza per la madre che invece ha dato tanto ai figli, nonostante il matrimonio con un uomo che non la ama davvero. E tutto il discorso della malattia, l'Alzheimer, che depersonalizza l'essere umano e che diventa una croce insopportabile soprattutto per le persone sole. Molto commuovente e toccante, ambientato in una Napoli chiassosa e bellissima al tempo stesso, che cattura il lettore, ormai partecipe del dolore e dell'amore di questa madre.
Mi sono informata e ho scoperto che è stato fatto anche uno spettacolo teatrale su questo libro, trasportato in dvd, chissà che riesca a trovarlo in qualche modo...

Libro:L'uomo che piantava gli alberi di Jean Giono
N° pagine:64
Commento:
Così come mi è successo con Calvino, che ho letto sempre oggi, anche qui ritrovo la semplicità e la complessità unite in un libro messo sullo scaffale per ragazzi. Jean Giono ci porta la vita di questo pastore solitario, che in un minuscolo villaggio desolato e preda di sentimenti nimichevoli verso il prossimo, inizia a piantare degli alberi. E con quanta cura e devozione sceglie le ghiande! Un uomo privato del figlio e della moglie, che decide di dare una possibilità ad altre vite, in questo caso vegetali, dove altrimenti vi sarebbe solo deserto. Nonostante le delusioni che riceverà, perché la maggior parte delle ghiande non darà il risultato sperato, con il passare degli anni la sua perseveranza verrà premiata dalla natura, che farà crescere dei bellissimi e fittissimi alberi, che sopravvivono lontano dalle guerre e di cui non si curano. Alberi che riescono a scacciare la malvagità dell'uomo e a donare nuova vita al villaggio. Un piccolissimo gioiello che ci ha donato Giono e che deve essere nel nostro bagaglio letterario, anche solo per ripensarci quando ci troviamo immersi nella natura.

Libro: Vite di donne di Su Tong
N° pagine: 130
Commento:
In questi due lunghi racconti (meglio il primo) Su Tong descrive la fatica di vivere di donne appartenenti a generazioni diverse: in un paese in cui tutto cambia la vita di molte donne resta difficile.

Libro: Kafka e la bambola viaggiatrice di Jordi Sierra i Fabra
Pagine: 121
Commento:
Una bellissima storia basata su un fatto realmente accaduto a Kafka nel 1923, un anno prima della sua morte.
Non è tanto importante se la storia sia vera o meno (lo è, è stato appurato), ma la sua fondatezza gli aggiunge quel qualcosa in più per apprezzare la fantasia e l’originalità di un autore tanto amato, oltre che attestarne la generosità.
Durante una passeggiata in un parco berlinese K. incontra una bambina in lacrime, distrutta dal dolore per aver perduto la sua amata bambola. Una volta capito che la bambola non sarebbe stata ritrovata, K. Si presenta come postino delle bambole e consola la piccola dicendole che la sua Brigida è partita per un viaggio e l’ha incaricato di consegnarle una lettera. Il giorno dopo K. recapiterà la lettera alla bambina, e così farà nei giorni successivi, leggendole delle meravigliose avventure che Brigida si appresta a fare.
Toccante e geniale. Un bellissimo messaggio che insegna al lasciar andare e accompagna al superamento del distacco, oltre a suggellare l’importanza dei sogni nella vita di ognuno, senza i quali saremmo corpi persi che vagano nel quotidiano.
5 stelline.

Libro: L'altra figlia di Annie Ernaux
Pagine: 88
Commento:
“Io non scrivo perché tu sei morta. Tu sei morta perché io scriva.”
Ernaux ha dieci anni quando scopre di essere l’altra figlia, ascoltando accidentalmente una conversazione tra adulti. La rivelazione è uno shock. Da quel momento, quella bambina, morta di difterite prima che lei nascesse, che lei non riesce a chiamare sorella, quella figlia perfetta, buona, pia, che è andata dalla Madonna in cielo, diventa la figlia amata dai genitori, perché perduta. Lei è l’altra, il rimpiazzo. Ogni fotografia ha un negativo. Annie è il negativo, mentre Ginette è luce. Annie è indemoniata, perché scapestrata, vivace, ribelle; Ginette è la santa. Annie è materia; Ginette è eterea. Infine, Ginette è l’assenza che ha permesso ad Annie di esistere, perché fare figli in tempo di guerra è un lusso che costa caro. Uno e uno solo figlio è più che sufficiente.
Ernaux parte da una fotografia per scrivere una lunga lettera a Ginette: un’occasione di riflessione su sé stessa, come sempre, ma, soprattutto, questo libro è leva per affrontare il suo rapporto con la madre.
È sempre bello leggere Annie Ernaux, in cui la scrittura è immancabilmente urgenza di raccontarsi per sé, ma lo fa in un modo che riesce a rende universali le sue riflessioni e diventa letteratura.

Libro: Cuore di tenebra di Joseph Conrad
Pagine: 124
Commento:
Non so più quante volte l'ho letto e riletto. Al di là di Goodreads, il mio rapporto con questo libro è incominciato sui banchi di scuola. C'è ben poco da dire che non sia stato ancora detto.
Cuore di tenebra è un classico imprescindibile.
Parla della risalita di Marlowe del fiume Congo, attraverso il cuore dell'Africa, la tenebra, perché continente nero in parte sconosciuto. Nero, perché nera è la pelle degli indigeni. Le tenebre sono quelle che hanno portato i bianchi, con la loro dissolutezza, con la loro crudeltà. Tenebra è una natura impenetrabile, fitta e minacciosa per chi non la conosce. Infine le tenebre sono quelle che si impadroniscono della mente di Kurz, portandolo alla follia. Meraviglioso quando lo lessi la prima volta, meraviglioso dopo, meraviglioso ora.

Libro: La patente di Luigi Pirandello
Pagine: 16
Commento:
Novella ironica e imperdibile sul tema della superstizione. Chiarchiaro querela sé stesso come jettatore per ottenere un riconoscimento ufficiale del suo unico capitale, ovvero la sua potenza di portare disgrazie. Per esercitare la sua professione di jettatore pretende la patente, così da poter mettere il titolo anche sui biglietti da visita, come il giudice, che deve conseguire la laurea per esercitare la giustizia. Tutti credono al suo potere, tranne il giudice D’Andrea, che non è affatto superstizioso, ma alla fine la tanto sospirata patente verrà rilasciata.
Divertenti le schermaglie verbali tra Chiarchiaro e il giudice. Da leggere, come tutto Pirandello.
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