Chiave di Lettura discussion

La conchiglia di Anataj
This topic is about La conchiglia di Anataj
1 view
Tesori nascosti > La Conchiglia di Anataj

Comments Showing 1-1 of 1 (1 new)    post a comment »
dateUp arrow    newest »

message 1: by Graziano (new)

Graziano Fusilli | 272 comments Mod
In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".

Oggi l'opera prescelta è “La conchiglia di Anataj" di Carlo Sgorlon.

Nella Siberia pre-rivoluzionaria, un piccolo gruppo di emigranti friulani partecipa alla costruzione della ferrovia transiberiana. Uno di loro, Valeriano, dopo anni di vagabondaggi alla ricerca del lavoro, trova la sua seconda patria in un villaggio sperduto nella taiga siberiana. Qui, dove le buone e le cattive stagioni scandiscono il tempo del lavoro e del riposo, delle fatiche e dei sogni, con nuovi amici e un nuovo amore scopre il senso della sua vita.

Romanzo scritto nel 1983 e che nello stesso anno vinse il Premio Campiello: il titolo evoca un sapore antico come una favola, e proprio con i toni della favola “La conchiglia di Anataj” narra di quella ricerca di significato dell’esistenza che assume sfumature sempre diverse per ciascuno, eppure sempre uguali. La storia è quella di un gruppetto di friulani emigrato in cerca di lavoro e di fortuna che, quasi per caso, giunge a lavorare in Siberia per costruire la ferrovia, la famosa transiberiana che collegherà Mosca all’oceano. Talvolta il gruppo di “senza patria” si sentirà partecipe del grande significato di quella storica impresa, ma più spesso sarà il senso di smarrimento della loro condizione a prendere il sopravvento. Tuttavia sarà proprio il lavoro, il semplice duro lavoro dei corpi a diventare ben presto il solo modo di dare significato alle loro vite, sospese nell’attesa della fine e del ritorno in patria. Lavorare tenacemente perseguendo un comune obiettivo diventa lo strumento cui aggrapparsi per non lasciarsi cadere nel vuoto del nonsenso.

Nel corso degli anni trascorsi in Siberia il gruppo di emigranti si inserisce nella vita del villaggio tra i cui abitanti c’è Anataj, vecchio senza tempo, forte e saggio, dal passato quasi leggendario di fuorilegge a cavallo nella steppa, che a tutti i suoi cavalli dà sempre lo stesso nome, Kadbar. E proprio Anataj possiede un oggetto particolarmente strano da trovare ai margini della taiga, una conchiglia che “ha una storia”, perché è passata di mano in mano prima di giungere fino a lui, ma solo il suo primo proprietario ha visto il mare. La conchiglia, accostata all’orecchio, ha la proprietà di far ascoltare il fluire della vita, ed essa assumerà per Valeriano la valenza simbolica della consapevolezza del proprio destino.

Carlo Sgorlon (1930 – 2009) è stato uno scrittore e insegnante di italiano. I suoi romanzi hanno per tema specialmente la vita contadina friulana con i suoi miti, le sue leggende e la sua religiosità, il dramma delle guerre mondiali e delle foibe, le storie degli emigrati, le difficili convivenze delle varie etnie linguistiche; spesso proprio il passato e le radici rappresentano per Sgorlon gli unici elementi risananti del mondo.


A cura di Valentina Pascetta


back to top