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Sfida Scaffale Strabordante
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SSS12+1 Sfida dello Scaffale Strabordante 12+1: secondo semestre, aggiornamenti.


Impressionante l'attualità e la modernità del tema trattato e bellissimo il parallelo con la chimica, per cui vi sono delle composizioni che una volta inserito un terzo o quarto elemento si scindono e creano nuovi legami. Ovviamente a noi umani è dato scegliere come reagire a queste nuove unioni e il libro rappresenta un bel campionario di "tipi umani".
Più di 200 anni e non sentirli.

5/24 Il mondo perduto di Arthur Conan Doyle
Il precursore di mille altri racconti del genere. Il professor Challenger, osteggiato da tutti gli altri scienziati, sostiene di aver visto un altopiano in pieno sud America nel qual la vita si è fermata all'epoca dei dinosauri. Ma il mondo scientifico di Londra dell'inizio del '900 vuole prove tangibili dell'esistenza di questa località. La sfida viene raccolta e tre uomini partono per la foresta amazzonica. Sono Edward Malone, un giornalista cui preme dimostrare all'amata di essere coraggioso e capace di grandi imprese; Lord John Roxton, di professione “ricco e avventuriero”; Professor Summerlee, scienziato e acerrimo rivale del professor Challenger. E il professor Challenger? Per i suoi motivi non parte con loro e lascia loro le indicazioni per raggiungere il luogo. Potete crederci? Infatti non dovete, perché Challenger li ha imbrogliati e li raggiungerà per guidare la spedizione, visto che non vuol dire a nessuno l'ubicazione esatta del luogo. La faccio breve e vi dico che tra mille peripezie troveranno l'altopiano e vi resteranno bloccati, facendo una gran fatica a sopravvivere e a riportare a Londra i loro risultati e le loro “prove”. Un bel romanzo d'avventura che consiglio a chi ama i racconti di Vernes, con la differenza che ci sono meno elucubrazioni scientifiche e molti punti in cui si racconta l'essere umano e la sua evoluzione.

Troppo vicino per starti lontano di Sarah Dessen
Pag 414
Un libro YA interessante per il concetto di famiglia che analizza e la capacità della famiglia di mutare ed essere modificabile.
Una ragazzina che viene abbandonata dalla madre ed ha paura a fidarsi del prossimo.
La sorella la aiuta e piano piano riesce a riacquisire fiducia.
La aiuta un bravissimo ragazzo che però non sa aiutare se stesso e le sue problematiche .
In alcuni tratti l'ho trovato un po' prolisso, nel complesso mi è piaciuto.
Bello il riferimento alle chiavi.
Una frase che mi è piaciuta: È più facile essere persi che trovati. Per questo siamo sempre alla ricerca di qualcosa ma di rado ci lasciamo scoprire: tantissime serrature, ma mai abbastanza chiavi per aprirle.
3,5⭐️
5.11.2023
Cerca questo libro su Goodreads: Troppo vicino per starti lontano https://www.goodreads.com/book/show/1...

9/24 Campo di sangue di Dulce Maria Cardoso
Snello ed interessante romanzo dall'atmosfera cupa e lievemente asfissiante. Quattro donne si trovano riunite nella sala d'attesa di un manicomio criminale. Sono tutte legate allo stesso uomo, di cui non viene mai detto il nome, rinchiuso per aver commesso un delitto sulle cui motivazioni si cerca di indagare. L'ex moglie, la madre, la padrona di casa, la ragazza incinta, danno dell'uomo ciascuna una versione differente, a seconda della diversa maschera da lui indossata in relazione a loro, in un annullamento del proprio essere che alla fine trova sfogo, forse, nel delitto.
10/24 Hotel Padreterno di Roberto Pazzi
Un libro talmente banale ed inutile che non mette nemmeno conto parlarne.
11/24 Spatriati di Mario Desiati
Finalmente sono riuscito a leggere il libro vincitore del Premio Strega dello scorso anno, di cui avevo sentito pareri e giudizi contrastanti. Devo dire che la bilancia del mio giudizio pende decisamente sul versante positivo, senza per questo farmi gridare al capolavoro.
Una scrittura a tratti ruvida, mai scontata, spezzettata eppure fluida, una lingua ricercata che riesce a restituire l’inquietudine ed il senso di estraneità dei protagonisti, che tuttavia non tradisce, anzi paradossalmente riafferma, l’amore per quella terra, la Puglia, da cui si sentono respinti ed attratti.
12/24 Falconer di John Cheever
Un romanzo che da anni attendeva tra gli scaffali.
Seguiamo il protagonista, Ezekiel Farragut, all'interno del carcere di Falconer in cui si trova rinchiuso per aver assassinato il fratello, in circostanze che saranno narrate solo nelle ultime pagine.
Farragut, quarantotto anni, docente universitario, classe media borghese, caduto suo malgrado nella tossicodipendenza, sopravvive nel carcere dove il tempo è come sospeso, circondato da figure che, non importa di quali delitti si siano macchiati, mantengono sempre i loro tratti umani, a volte spiacevoli, spesso commoventi; tratti che l’autore sa cogliere e restituire al lettore con leggerezza, senza insistenza, da osservatore esterno non privo di empatia. Nel carcere ciascuno cerca di vivere come può, con l’orizzonte fisico limitato dalle mura e l’orizzonte temporale limitato dalla propria condanna. Si creano rapporti che, nati dalla necessità fisica di uno sfogo sessuale, sfociano a volte, come succede al protagonista, in relazioni sentimentali. Il rapporto tra bene e male è sfumato, ambivalente, sfuggente.
Mi è piaciuto, senza però convincermi troppo. Il sospetto è, come si legge ovunque, che la forma romanzo non sia del tutto congeniale a questo autore noto soprattutto per i racconti.

invece di scusarti per la tua assenza, dovresti scusarti per aver condiviso il messaggio di un'utente virtuosa che ha finito la sfida, per far sentire ancora più fallimentare chi, come me, si limita a stilare la lista e poco più :)))

Questo libro l'ho trovato nella mia libreria un po' per caso, mio marito l'aveva letto alle scuole medie, ecco da dove arriva.
Un libro di cui non avevo mai sentito parlare e pensare che quando è uscito nel 1927 ha riscosso molto successo vincendo anche il premio Pulitzer, ma oggi non so di quanta fama goda.
Un piccolo gioiellino che racconta del crollo di un ponte e della morte di cinque persone che casualmente si trovavano ad attraversarlo in quel momento.
Un frate francescano decide di indagare nella vita di queste persone per capire se la loro morte è stata voluta da Dio, che li ha puniti per aver condotto una vita dissoluta, peccaminosa.
Quindi ci troviamo a leggere tre racconti apparentemente slegati l'uno dall'altro ma nei quali invece ritroviamo gli stessi personaggi e in cui conosciamo le vite degli sventurati caduti insieme al ponte.
Una lettura non direi appassionante, infatti sono indecisa tra le tre e quattro stelle, però comunque coinvolgente.

Undici racconti, un misto di Carver e Bradbury in fase acerba ma assolutamente interessante. Quello che accomuna i racconti è la casa, elemento narrativo contenitore di storie, storie piccole, storie per lo più ordinarie, ma significanti. Casa come sicurezza, casa come ricordi, casa come ossessioni, casa come posto verso cui andare o dal quale uscire col disincanto di un pezzo di vita concluso, casa come luogo di confidenze o confessioni o non detti e, pure, casa piena di conigli!

Questo libro l'ho trovato nella mia libreria un po' per caso, mio marito l'aveva letto alle scuole medie, ecco da dove arriva.
Un libro di cui non avevo mai sentito p..."
l'ho letto qualche anno fa, trovato sugli scaffali di mia mamma: a me era piaciuto assai, anche se, onetsamente, ne ricordo poco : (

Questo libro l'ho trovato nella mia libreria un po' per caso, mio marito l'aveva letto alle scuole medie, ecco da dove arriva.
Un libro di cui non avevo mai sentito p..."
Io l'ho acquistato da poco, al mercato dell'usato, attratto proprio dalla trama e dalla vittoria al Pulitzer, benché datata. In libreria ho anche un altro paio di titoli di Thornton Wilder, più noti: "Idi di marzo" e "Il cielo è il mio destino"; non ne ho ancora letto nessuno, chissà se qualcuno finirà nella prossima edizione della sfida dello scaffale strabordante :)

Cari mostri di Stefano Benni.
Davvero una raccolta carina, che, nell'insieme, mi è piaciuta molto.
Come spesso accade in questo genere di libri, non tutti i racconti sono ugualmente brillanti: alcuni dei racconti non mi hanno lasciato nulla, altri invece li ho trovati geniali.
Ma non riesco a non guardare a questa serie di racconti come un tutt'uno: il messaggio di fondo è infatti comune a tutti i racconti, perché Benni ci mostra più che chiaramente come non sempre (anzi, quasi mai!) il "mostro" è quello contro cui tutti istintivamente punteremmo il dito; molto spesso esso si nasconde nel più insospettabile degli insospettati e talvolta, purtroppo, ciascuno di noi, nelle sbagliate circostanze, sa diventarlo.
Tutto il libro, poi, è una grande satira di costume della società attuale e questa, a mio avviso, è la sua forza; molti dei racconti fanno ridere o sorridere, e quasi tutti hanno elementi sovrannaturali o fantastici, ma il quadro generale che ne viene fuori è quanto mai deprimente e realistico.
Come spesso accade, è proprio l'elemento della satira quello più significativo nelle opere di Benni, anche se non sempre è quello più vistoso.
I più inquietanti dei racconti, alla fin fine, sono quelli più realistici o comunque con meno elementi fantastici: "Sonia e Sara" e "Compagni di banco" sono probabilmente quelli che mi hanno amareggiata di più, perché non stento affatto a credere (purtroppo) a quanto gli adolescenti di oggi possano davvero essere tanto crudeli.
Oltre ai tre già menzionati, la satira alla società odierna risalta tantissimo anche in racconti come "Numeri", "Hänsek@Gretel.com", "Il mercante" (tornato oltremodo attuale vista la situazione globale del momento...), "La mummia", "Il miracolo", "Lotto 165" (nonostante la presenza degli alieni) e "Povero Nos" (nonostante il protagonista vampiro). Ognuno di questi racconti colpisce un aspetto diverso della società (l'impatto del digitale sulle nostre vite, le guerre che il mondo si ostina a combattere, la pietosa situazione attuale di cultura e beni culturali in Italia, la religione e le sue contraddizioni, il tema ecologista, le assurdità della burocrazia...) ma tutti ci riescono in modo ugualmente arguto.
Anche se probabilmente i miei preferiti sono stati i più fantasiosi, come ad esempio "Reset", che è anche uno dei pochi con un lieto fine; menzioni speciali anche a "L'ispettore Mitch" (che da gattara ho adorato e odiato al tempo stesso), all'omaggio a Edgar Allan Poe racchiuso ne "L'uomo dei quadri" e infine a "La storia della strega Charlotte", che reputo essere un esercizio creativo davvero geniale e brillante.

nonsistabenechealtrove wrote: "Io l'ho acquistato da poco, al mercato dell'usato, attratto proprio dalla trama e dalla vittoria al Pulitzer, benché datata. In libreria ho anche un altro paio di titoli di Thornton Wilder, più noti: "Idi di marzo" e "Il cielo è il mio destino"; non ne ho ancora letto nessuno, chissà se qualcuno finirà nella prossima edizione della sfida dello scaffale strabordante :)..."
Sono contenta che non sia proprio finito nel dimenticatoio :)

Aggiorno con la lettura n. 8 della sfida (ma stasera comincio la 9 se riesco).
La mia Africa
Blixen racconta dei suoi anni in Africa tramite spezzoni, aneddoti, personaggi. L'aspetto migliore sono le incredibili descrizioni dei paesaggi: vividissime, sembra di essere con lei sulle colline, nel piccolo aeroplano, nelle praterie.
Altri aspetti cozzano invece con la sensibilità di oggi: la considerazione degli animali e delle popolazioni indigene soprattutto. La traduzione poi beneficerebbe di uno svecchiamento.
Ma è un bel libro, sono contenta di averlo finalmente letto, anche se una vera e propria trama non ce l'ha.

-I corpi neri di Shannon Burke, in realtà terminato da un po', pane per i denti degli amanti dei medical drama: un paramedico a Brooklyn si scontra con violenze, trascuratezza e povertà, in un testo crudo ma efficace basato sull'esperienza autobiografica dell'autore.
-Chiamami sottovoce di Nicoletta Bortolotti, per ricordarci di quando gli emigranti eravamo noi, e nemmeno tanto tempo fa i bambini italiani dei lavoratori stagionali passavano il confine svizzero nei bagagliai delle auto per poi vivere nascosti dalle leggi sull'immigrazione. Scrittura semplice ma storia molto apprezzata.
-Il lupo di Skopje di Annick Emdin: qui tematiche come tratta degli esseri umani (dalla Macedonia all'Italia) dal punto di vista di un adolescente lasciato a se stesso dopo anni di abbandono, traumi e violenze, che viene "salvato" da una coppia italiana che decide di prendersene cura nonostante tutto. Un po' buonista l'approccio, non promosso del tutto, ci sono testi decisamente più coraggiosi sull'argomento (mi viene in mente Sole bruciato dell'autrice albanese Elvira Dones).

15/24:Il gioco dell'angelo
16/24:Il prigioniero del cielo
17/24:Il labirinto degli spiriti
In pratica ho portato a termine la rilettura della tetralogia di Carlos Ruiz Zafon (avevo già riletto nei mesi scorsi L'ombra del vento):ho faticato un pò a terminare il secondo volume, ho divorato il terzo (quello meno corposo) ed il quarto, dopo metà, mi è scorso via in pochi giorni...
Forse avendo letto tutti i libri uno di seguito all'altro ho avuto modo di apprezzarli di più (e di capire anche meglio qualche legame tra i vari personaggi) rispetto alla prima lettura...
Molto belli e particolari tutti.
Da leggere!

Finalmente ho capito perché è considerato un classico.
Ho letto questo libro in un momento storico in cui ho a che fare con un adolescente di 14 anni e per tutto il tempo ho avuto la sensazione di "leggere nella sua testa", il suo modo di pensare alle volte coincide proprio col suo modo di parlare, un gran minestrone di idee, sensazioni e impressioni, con ripetizioni e compagnia bella
E poi quante avventure gli capitano a questo povero ragazzo!! Tassisti, prostitute, papponi, sospetti pedofili (pederasti, al secolo), sedicenti fidanzate, vecchi compagni di college e le loro madri.
A noi lettori ci scappa una risata nel leggere l'inquietudine di questo ragazzo e l'ingenuità in certe situazioni (come l'episodio con l'ascensorista e la ragazza), ma ci lascia anche addosso un'infinita tenerezza nel costatare come effettivamente l'adolescenza sia l'età più tragica e drammatica della vita di un uomo.
Bravissimo Salinger nel raccontarci come un vero sedicenne, anche se a mio avviso la traduzione necessiterebbe di una rimaneggiata e una svecchiata.
Ad ogni modo un grandissimo romanzo dai diversi registri linguistici, lo puoi leggere a 16, 26, 36 anni e oltre e ci trovi spunti di riflessione nuovi e stimolanti.
Il giovane Holden in fondo, è il giovane che vive in ognuno di noi.

"Figlie del mare" è un romanzo dell'autrice americana Mary Lynn Bracht, edito dalla casa editrice Longanesi nel 2018.
Il romanzo si pone come obiettivo quello di portare all'attenzione del lettore il fenomeno delle donne di conforto, cioè le giovanissime donne che sono state prelevate con la forza dalla Corea del Sud per divenire prostitute al servizio dei soldati giapponesi, trasformatisi in occupanti e repressori dopo la fine dell'Impero coreano nel 1905.
"I giapponesi credono che dia forza nel combattimento, che li aiuti a essere vittoriosi. Pensano che sia loro diritto sfogare l'energia e ricevere piacere, anche quando sono così lontani da casa, perché in prima linea rischiano la vita per l'imperatore. Ne sono a tal punto convinti da prendere le nostre ragazze per mandarle ovunque a questo scopo.
La ragazza che è tornata a casa è stata fortunata".
Le protagoniste del romanzo sono due sorelle, due haenyeo dell'isola di Jeju, donne che, dotate di semplici attrezzature, si occupano di raccogliere molluschi e alghe per venderle al mercato.
Hana è la maggiore tra le due sorelle ed è lei a subire l'ignobile trattamento della deportazione in Manciuria per mano del soldato Morimoto. La ragazza, insieme a molte altre sue coetanee, viene violentata ripetutamente e sottoposta a mille umiliazioni di natura fisica e psicologica.
Le confort women infatti, subirono un processo di annullamento, che ebbe inizio con la privazione di ogni diritto e si concluse con il cambio del nome, segno essenziale dell'unicità e dell'identità di una persona.
Emiko è invece, la sorella minore, che, salvata da Hana dal suo stesso umiliante destino, non riesce comunque a vivere una vita serena e libera da violenza e costrizioni.
"Figlie del mare" è la storia di una separazione tragica e di un ricongiungimento mancato, che si è rivelata una lettura di grande impatto emotivo, che non risparmia al lettore descrizioni crude di violenza gratuita, anzi lo pone volutamente di fronte a un fenomeno terribile che i giapponesi hanno negato per lungo tempo.
Mary Lynn Bracht si rivela un'abile narratrice, che riesce a intrecciare più piani temporali per regalarci anche una storia familiare in cui le vere protagoniste sono donni forti e combattive, sostenute dalla forza dei legami affettivi, che tentano di opporsi in ogni modo alla sopraffazione degli uomini, e degli oppressori in generale.

L'omicidio di un “signorotto” nel suo castello attira in campagna Sherlock Holmes e il dr. Watson. In realtà quest'uomo è americano e si è comprato una tenuta con tanto di castello e ponte levatoio che viene sollevato ogni sera. Le indagini, pertanto, vanno improntate con un ampio spettro, tra l'Inghilterra e l'America e considerando un periodo di tempo ampio più di dieci anni. La parte investigativa è come al solito ottima, mentre la digressione nel passato del signore in questione risulta particolarmente noiosa. E non mi ha soddisfatta nemmeno il finale! Tre stelline!

12/24
Ritratto di famiglia di Danielle Steel
Pag 424
Un libro che sembra un insieme di tanti romanzi, per la sua lunghezza.
Un amore nato e vissuto tutta la vita con tante peripezie personali e familiari.
Una donna che era una star per scelte familiari lascia tutto ma il marito non ha mai lavorato e credeva di non doverlo mai fare, un bambinone.
Mi ha fatto innervosire moltissimo per il suo comportamento diverse volte.
Un romanzetto per ogni figlio, situazioni normali? No, troppo semplice.
Sono rimasta scioccata per la figlioletta più piccola.
Il libro è stato scritto sicuramente molti anni fa e lo si nota per il linguaggio decisamente non consone nei confronti del figlio che amava un altro ragazzo.
A parte la lunghezza e le esagerazioni per ciò che succede alla famiglia, mi sono affezionata ai personaggi.
3,5⭐️
29.11.2023
https://www.goodreads.com/book/show/4...

Ieri ho terminato Vita su un pianeta nervoso di Matt Haig, una lettura che come altre di quest'autore si è rivelata per me un conforto, un abbraccio e allo stesso tempo uno stimolo (e aiuto) a staccare di più la spina per ricentrarsi su ciò che davvero conta quando il mondo spesso fa di tutto per renderci nervosi. È importante ricordare che noi possiamo fare molto in questo, per noi stessi e per gli altri.
Una bella lettura, a cui ritornare anche in futuro.

"Al di qua del fiume" è un romanzo di Alessandra Selmi, edito da Editrice Nord nel 2022.
Nel romanzo l'autrice ricostruisce le vicende della famiglia Crespi, fondatrice di un importante cotonificio nei pressi del fiume Adda, che consentì a Cristoforo Crespi, il lungimirante imprenditore, figlio di un modesto tengitt, una grandiosa ascesa sociale.
«Da là partirà il canale artificiale che porterà l'acqua fino alla centrale, proprio qui sotto. La centrale sarà il motore della fabbrica, che farà muovere i macchinari del cotonificio: cinquemila fusi, per cominciare. Ma lo stabilimento sarà così grande che potrà contenerne almeno il doppio, con finestre sul tetto che faranno piovere la luce dall'alto, così potremo lavorare fino a tardi. Una cosa all'avanguardia, tutta su un piano, ariosa, salubre… ma soprattutto questo posto sarà bello: gli edifici saranno ingentiliti da fregi con stelle a otto punte e rosoni in cotto; gli uomini saranno circondati dalla bellezza e saranno lieti di venire a lavorare qui».
La storia della famiglia Crespi si intreccia con quella degli operai, gli umili, che lasciano il lavoro di contadini, il cui guadagno è incerto e soggetto ai capricci del tempo, per essere catapultati all'interno della fabbrica per svolgere un lavoro ripetitivo in mezzo al frastuono delle macchine, in cambio di un salario fisso e di un alloggio nei palasocc dell'annesso villaggio.
Non mancano, naturalmente, le vicende familiari, gli scontri, le gelosie, gli amori e le tragedie.
Seppur sia evidente la differenza di classe, le passioni umane e i dolori non risparmiano infatti, né i ricchi né le persone di condizione modesta. In tal senso, non c'è alcuna differenza tra padroni e lavoratori: si può essere infelici e insoddisfatti anche se si possiedono palazzi e fabbriche.
"Al di qua del fiume" è anche il racconto di un'amicizia, delle rinunce fatte per ambizione, delle rivendicazioni operaie e della ricerca di una pace interiore. È un romanzo ricco di personaggi ben tratteggiati, con un ritmo narrativo lento e una scrittura impeccabile, in cui ogni parola si interseca perfettamente con le altre. È un testo che va letto e apprezzato per la trama e lo stile, ma anche per conoscere chi ha contribuito allo sviluppo economico dell'Italia tra fine Ottocento e inizio Novecento, grazie alla propria intraprendenza nel mettere in atto e nel perfezionare passo passo un progetto visionario.

Santa Muerte racconta la morte, la miseria senza uscita e la violenza ai confini tra Messico e Stati Uniti. Lo stile è suggestivo, qualche frase è una vera coltellata, il ritmo non è sempre allo stesso livello. Arturo è un quindicenne, che poche volte mostra gli anni che ha, spesso sembra un vecchio consumato nell’atteggiamento, La sua lotta per emanciparsi dalla trappola in cui un cartello della droga lo ha imprigionato è crudele e claustrofobica.
I personaggi sono ben costruiti, il finale è coraggioso anche se un poco retorico. Mi ha convinto poco la parte dedicata a inserti di blog dei quali non si capisce origine e voce, li ho trovati un mezzo poco elegante per dare informazioni.

Il libro sarebbe veramente bello: un critico gastronomico in punto di morte deve decidere cosa mangiare come ultimo pasto e ripercorre i sapori di una vita. Gli fanno da contorno i punti di vista di chi gli è stato vicino (anche il gatto o la statuetta nel suo studio), che lui ha trascurato perchè il suo unico e immenso amore è stato il cibo.
Sarebbe, perchè purtroppo lo stile pomposo e ridondante lo penalizza molto. Peccato!

Finalmente ho letto anch'io un libro di questa sfida.
Stupendo, bellissimo mi ha lasciato senza parole. Sicuramente me lo porterò appresso per sempre perché mi ha toccato nel profondo e mi ha fatto ricordare un'amica
Parlo di questo Appunti sulla tua scomparsa improvvisa nel dettaglio ecco il mio pensiero qui


E' stata brava tua madre a regalarti un libro di questo tipo, è importante far capire questo messaggio a noi donne e il fatto che sia proprio tua mamma a trasmettertelo è bellissimo!
Lo metto in wl

Se non stiamo bene noi, non possiamo aiutare nessuno a stare bene!

Federico e Driss hanno bisogno di un amico. Federico ha una sofferenza grande con cui vivere e ha perso la fiducia negli altri. L'indagine su una casa che si dice infestata e la sparizione di un'anziana signora sono l'occasione per un'avventura che mette alla prova amicizia e nuove relazioni
Carino e spigliato, molto adatto al pubblico cui si rivolge. Non sempre mi ha convinto lo stile perché preferisco una focalizzazione più precisa e non amo quando l'autore salta da un personaggio all'altro. I pregi però sono maggiori: la storia si cala bene nel carattere e nel modo di pensare dei ragazzi di questa età, alla fine ci sono un colpo di scena carino e un po' di tensione

Te lo consiglio:così facendo, secondo me, li apprezzi di più!

-18/24:Marina di Carlos Ruiz Zafon: divorato in un paio di pomeriggi liberi...in linea con gli altri romanzi dello stesso scrittore. Da leggere per scoprire Zafon ed una Barcellona piena di misteri.
-19/24:Scrivimi ancora di Cecilia Ahern:l'ho adorato quando, quasi vent'anni fa, è stato pubblicato...rileggendolo mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmato come allora, purtroppo.
Mi è sembrato poco credibile in alcuni passaggi.
Sto leggendo il ventesimo libro in lista (Il giardino dei segreti) ed ho chiesto nella discussione del regolamento 4 cambi.
Attendo notizie dal Grande Capo Cic! 😉


5/24
Mary Lynn Bracht, "Figlie del mare", Tea p. 372
"Sono una haenyeo, disse lei, guardandolo con furore. Le sue parole le salirono alle labbra come una confessione. Come mia madre, e mia madre prima di lei. Come lo saranno un giorno mia sorella e le sue figlie… ero una donna del mare, nient’altro. Né tu né nessun altro potete togliermi questo."
Le haenyeo,ovvero “le donne del mare” o anche “sirene asiatiche", sono una comunità di pescatrici dell'isola Jeju, in Corea, che praticano da più di mille anni la pesca subacquea. A questa comunità appartengono le due sorelle protagoniste del libro, Hana ed Emi. Attraverso le loro vicissitudini, il romanzo ci fa conoscere una pagina di storia poco conosciuta della Corea del Sud durante la Seconda Guerra Mondiale, allora sotto il dominio del Giappone. Si tratta delle cosiddette "comfort women", ovvero di quelle giovani donne strappate alle loro famiglie e costrette a diventare oggetto di piacere dell'esercito nipponico. Solo poche torneranno a casa e sarà grazie a una di loro, dopo un lungo silenzio, che il mondo scoprirà questa drammatica e cruda vicenda.
Con prosa elegante e di forte impatto emotivo, l'autrice ci lascia un resoconto dettagliato e doloroso, che ancora una volta dimostra come l'atroce brutalità della guerra si abbatta sulle donne e di come la loro sofferenza finisca nell'oblio.
Voto: 4/5

Il romanzo punta lo sguardo su alcuni personaggi che vivono nella cittadina di Empire Falls. Sono persone normali, che tirano a campare, che nella vita sbagliano, si innamorano, si lasciano, a volte infrangono la legge.
Seguiamo la storia di alcuni di loro per un lungo periodo, con frequenti flashback nel passato, fino a costruire un quadro completo in cui verranno svelati alcuni misteri.
I personaggi sono delineati con maestria, risultano autentici, escono dalla pagina e sono loro il vero motore del romanzo, ma in maniera naturale, coerente e credibile, non risultano eterodiretti.
Per quanto molto diverso nello svolgimento, mi ha un po' ricordato Peyton Place: se avete amato quel romanzo non perdetevi "Il declino dell'impero Whiting".

2015. L'amicizia fra tre donne, una piccola isola greca, il mar Egeo coi suoi morti: uno è Stelios, marito e amore della vita di Pighì. E' veramente suo il corpo rimasto impigliato nella rete di un pescatore? E la morte di una ragazza avvenuta 40 anni prima dallo stesso scoglio è una coincidenza? La vita degli abitanti dell'isola, i dubbi di Pighì sulla morte del marito e l'amicizia forte con altre due donne, sullo sfondo la questione dei tanti migranti che giungono in Grecia. Non mi è dispiaciuto, la scrittura sa essere a tratti anche lirica e coinvolgente, purtroppo in altre parti è un pò respingente, quasi caotica e quindi non mi ha del tutto convinto.

Cronache marziane
Una raccolta di racconti solo in piccola parte autoconclusivi e slegati gli uni dagli altri, che immagina la storia di un'ipotetica colonizzazione di Marte. Capitolo dopo capitolo, analizza varie possibilità, vari aspetti, varie conseguenze... svariati temi, insomma, facendosi al tempo stesso racconto di una qualsiasi colonizzazione, passata o futura che sia (o di una conquista, o di un'emigrazione di massa). Ritroviamo i temi del confronto con l'altro (la curiosità verso l'altro, la paura dell'altro, i pregiudizi verso l'altro, lo scontro con l'altro); quello del rischio di portare con sé qualcosa di indesiderato (le malattie, ad esempio) e che può avere effetti devastanti sull'altro e sul suo territorio; quello dello scontro tra chi vuole rispettare il nuovo territorio e i suoi abitanti, e tra chi invece vuole semplicemente farlo proprio e adattarlo a sé; questo stesso tema applicato però alla religione e alla spiritualità; le storie di chi parte e di chi resta; il tema del quasi inevitabile "ordine d'arrivo": prima i pionieri, poi i disperati che non hanno nulla da lasciarsi indietro o semplicemente chi spera in nuove occasione, e poi alla fine chi di emigrare non ha bisogno ma "in fondo, perché no? andiamo a vedere com'è"; il tema del pensiero che poi, spesso, resta sempre inchiodato sul paese/pianeta d'origine, tranne che per pochi che non vogliono proprio più saperne.
A questi temi se ne intrecciano poi anche altri, più pertinenti alla fantascienza o alla distopia in sé più che alla colonizzazione in senso ampio, ma che sanno ugualmente offrire innumerevoli spunti di riflessione.
Il tutto con la prosa lirica e raffinata di Bradbury, in questo caso per fortuna più concreta di quella troppo vaga che non mi aveva fatto apprezzare Il popolo dell'autunno e molto più vicina alla pura bellezza di Fahrenheit 451.
Dodici
Degli Zerocalcare letti finora, è al tempo stesso il meno incisivo ma anche il più divertente.
In entrambi i casi la causa è probabilmente da ricercarsi nel fatto che è la storia che più di tutte si discosta dalla realtà del quotidiano.
Però, voglio dire... ci sta, non si può mica scrivere sempre le stesse storie! Quindi va bene così.
Un altro motivo è forse anche nell'assenza di quell'amarezza di fondo che caratterizza gli altri e li rende più "profondi". Un messaggio Zero ce lo lascia anche in questo caso, come sempre: l'amore per il luogo cui si sente di appartenere, il legame indissolubile che con esso resterà per sempre. Tuttavia, il modo in cui sceglie di lasciarcelo non riesce a scavare a fondo come al solito, per quanto divertente.
Nonostante le grasse risate che mi hanno regalato Secco e Cinghiale, nel complesso però Dodici non mi ha convinta del tutto, più che altro per il finale così... affrettato, che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Mi sarei aspettata qualcosina di più, ecco.
Ma piaciuto mi è piaciuto lo stesso, eh! Solo meno del solito.

6/24 - Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni
A freddo, finita la lettura, ho lasciato due stelline come valutazione del libro, anche se in tutta onestà potrei darne 3.
Mi ha ricordato Swift e Orwell in egual misura, è scritto bene, l'ho trovato molto particolare. Purtroppo, leggere questo libro non è stato emozionante, non mi ha entusiasmato più di tanto. Uno di quelle cose per cui l'artista è 'bravo', l'opera è 'bella', ma 'non fa per me'.
7/24 -La scuola dei maghi
Secondo capitolo della saga Black Magician Trilogy. (view spoiler) Il pov del libro è maggiormente diviso a sto giro. Sonea non dovrebbe essere la protagonista, ma tutto ciò che fa in questo secondo capitolo è diventare forte e subire le angherie di uno stupido bulletto. Interessante la figura di Dannyl, e la sua storia, anche se trattata in modo molto semplicistico.
Scrittura molto scorrevole - in realtà banale - e personaggi non proprio caratterizzati... sono comunque curiosa di finire la saga, ma non mi aspetto finirà tra i miei Fantasy preferiti.
8/24 - The Hunger Games Complete Trilogy
Rilettura. Bellissima serie. Devo essere una delle poche che non lo ha effettivamente letto durante l'adolescenza. Questo deve avermi fatto apprezzare il personaggio di Katniss - molto più preoccupata a sopravvivere che a flirtare con i due bellocci del triangolo amoroso di turno. La prima lettura della trilogia l'avevo fatta in lingua originale, mentre questa rilettura la sto facendo in italiano, bella traduzione.
Il secondo libro non è un disastro come spesso accade. La storia continua ad appassionare e il triangolo amoroso non risulta troppo insopportabile. Interessanti anche i nuovi personaggi introdotti (e qui devo dire che mentre per Finnick preferisco il personaggio cartaceo, Johanna è molto più incisiva e memorabile nella trasposizione cinematografica!)
Mentre i primi due libri si svolgono nell'arena, il terzo è decisamente più 'reale'. Il campo di battaglia è il mondo in cui vivono i protagonisti, la guerra e vera e le morti anche. Si sente molto di più la voce distrutta di Katniss tra le pagine e molto meno quella di tutti gli altri.
La rilettura non mi è assolutamente pesata, anzi, ho divorato i libri come avevo fatto la prima volta. Segno che la saga per i miei gusti è davvero valida. Sempre più difficile trovarne di veramente belle.

e buone letture : )

9/24 - Il segreto dei maghi
Ultimo capitolo della trilogia. La saga non migliora in termini di scrittura. Sono contenta di averla finita, anche se avrei ancora il prequel da leggere - anche perché ce l'ho proprio a scaffale, quindi da leggere sicuramente.
La storia sarebbe anche interessante, ma è sviluppata in fretta, superficialmente, a mio parere. Tutto sommato comunque una lettura piacevole.

Avevo amato "Ragazza, donna, altro" quindi mi è stato regalato questo: l'idea è molto carina, vedere lo schiavismo a parti inverse, ossia i bianki schiavi e i neeri sfruttatori, ma forse non ero io nello stato d'animo adatto e non sono riuscita ad apprezzarlo fino in fondo, probabilmente in questo periodo di feste, che è sempre un po' difficile per me, ho bisogno di più leggerezza.
Ho trovato intrigante il ribaltamento dei canoni estetici di femminili: la donna preferita è in carne, mentre le magre vengono considerate bruttine, indice che i canoni estetici sono solo dementi gabbie culturali.

1/24 Le memorie di Maigret di Georges Simenon
Inizio bene la mia sfida con questo Maigret che si confronta con Simenon e poi scrive le sue memorie. Scopriamo così di più sulla carriera lavorativa di Maigret, sulla sua famiglia, di come ha conosciuto la moglie. Molto molto carino.

7/24 Guernica. Il sepolcro infame di Pierre Magnan
Scrittore francese che ha creato il commissario Lavoilette, soprannominato “il Poirot provenzale”. In questo breve racconto, il commissario racconta a un amico un episodio della sua gioventù, dopo aver partecipato alla guerra e prima di arruolarsi in polizia. Durante un viaggio in un paese inequivocabilmente spagnolo sotto la dittatura di Francisco Franco, visita una chiesa particolarmente inquietante che ha al suo interno un dipinto probabilmente del “Parmigianino”. Subito quella chiesa gli dà impressioni oscure e le “decorazioni” e lo stesso dipinto che visita hanno dei soggetti e dei particolari che suscitano orrore e spavento. Si addormenta e durante la notte, nascosto sotto l'altare, assiste a un rito terribile e che lo atterrisce al punto da non riuscire a intervenire come avrebbe dovuto e potuto. Il ricordo doloroso di questo suo mancato intervento lo accompagnerà per tutta la sua vita. Bel racconto, autore da approfondire!

"La cacciatrice di storie perdute" è un romanzo di Sejal Badani, edito da Newton Compton editori nel 2019.
La voce narrante è quella di Jaya, una giovane donna americana che, dopo una serie di momenti dolorosi sfociati nella separazione dal marito, decide di intraprendere un viaggio in India per ripercorrere passo passo la sofferta storia della madre e della nonna.
In India Jaya è accolta da Ravi, il fedele servo della nonna Amisha, morta ormai da tanti anni, ma il cui ricordo è indelebile nella mente dell'uomo. Ravi è un intoccabile, un oggetto e non un uomo, a cui non era riconosciuto nemmeno il diritto di lavorare per sopravvivere, finché l'incontro con Amisha non cambiò tutto. L' uomo divenne per lei un supporto, un confidente, nonché l'unico custode di tutti i segreti familiari.
Nella terra d'origine dei suoi avi e grazie alle parole dell'anziano Ravi, Jaya è posta di fronte a tradizioni che non conosce, a situazioni penose e difficilmente risolvibili, ma soprattutto impara ad apprezzare la personalità della nonna Amisha, vissuta in un ambiente sociale che le calzava stretto, all'interno del quale ha lottato per emergere e imparare, ma che l'ha costretta comunque a rinunce dolorose.
Ammetto di essermi approcciata alla lettura de "La cacciatrice di storie perdute" con qualche pregiudizio, ma essa si è rivelata invece, estremamente piacevole e, a tratti, commovente, che si snoda su due piani temporali, ci trasporta in luoghi lontani da noi per cultura e tradizioni, consentendo al lettore di "ascoltare" direttamente da Ravi la descrizione di una passione d'amore, sbocciata tra due personaggi caratterialmente complessi, ma idealisti, puri e complementari.
Da non trascurare è il fatto che l'intensa storia di Amisha si inserisce in un contesto storico ben rappresentato, da cui emergono due visioni contrapposte: da un lato la volontà degli inglesi di cancellare la cultura indiana, dall'altro l'aspirazione legittima del popolo alla libertà.
E Amisha non può che desiderate questo per la piccola Lena:
"Se qui non cambia nulla, quello (l'America) sarà un posto in cui lei potrà avere la possibilità di diventare ciò che desidera. Chiunque decida di diventare".

"L'estate che sciolse ogni cosa" è un romanzo dell'autrice statunitense Tiffany McDaniel, edito da Atlantide edizioni nel 2017.
La vicenda è ambientata in Ohio nel 1984, anno in cui due eventi contemporanei ed eccezionali sconvolgono il paesino di Breathed: un caldo torrido e l'arrivo del diavolo.
Quest'ultimo, regolarmente invitato da uno dei più insigni membri della piccola comunità e padre di Fielding Bliss, la voce narrante, compare all'improvviso per le strade della cittadina chiedendo un gelato e mettendo in moto una serie di eventi che sfoceranno nella violenza e nella follia collettiva.
"Tornavo a casa con la spesa per la mamma fatta da Papà Juniper, il supermercato di Breathed, e passando davanti al tribunale, lo vidi sotto il grande albero di fronte alla facciata.
Era così nero e minuto con quella salopette di jeans addosso che mi parve quasi di scorgerla attraverso un telescopio rovesciato. [...] Un'improvvisa sensazione di aria cocente, un repentino mutamento di gradi nel mio termometro interno mi scoppiò nel cervello con un flop come quando affiorano le prime bolle nell'acqua sul fuoco. Da lontano potevo somigliare a un'auto con i fari accesi. Da vicino, bruciavo".
È difficile scrivere qualcosa sulla trama di questo libro senza rischiare di rivelare qualche particolare importante a chi non l'abbia ancora letto.
È senz'altro un romanzo originalissimo, che richiama alla mente lo stile di Kent Haruf e che affascina per l'incastro perfetto che l'autrice è riuscita a creare con i numerosi indizi seminati lungo le pagine.
È un romanzo che penso rileggerò al più presto con una consapevolezza diversa. Ho la sensazione di essermi persa molto, distratta dalla questione soprannaturale.

Sangue inquieto
Mi è piaciuto un sacco: un cold case legato a un serial killer, l'astrologia, i segreti e le bugie..
Cormoran e Robin colpiscono nel segno anche stavolta, ma su questo non avevo dubbi
Un cuore nero inchiostro
Se devo trovare un difetto, forse è un po'troppo lungo, ma bellissimo e avvincente come sempre.
Palese il parallelismo tra Edie e la Rowling che di 💩 ultimamente ne ha pestata un bel po' e quindi, qualche critica se la merita (ovviamente rimanendo nei limiti dell'educazione).

Un romanzo breve che racconta la storia della convivenza tra due fratelli, uno durante il giorno si prende cura dell'altro che ha problemi di salute mentale, la sera scrive, scrive per tenere memoria e per cercare di fare chiarezza.
E' un libro scritto meravigliosamente, delicato ma a suo modo "crudele", perché la situazione stessa è crudele, traspaiono l'amore ma anche la sofferenza che derivano da questo rapporto. L'ho sentito vicino.

Mi ha fatto male e mi ha fatto bene al tempo stesso: chi sta attraversando una perdita si riconoscerà tra queste pagine, per l'autore sono passati molti anni e riesce a trasmettere al tempo stesso speranza.
La scrittura è diretta, semplice, il libro è anche breve: la densità però è notevole, ve lo consiglio solo se sentite di averne bisogno, se sentite che potrebbe essere il momento giusto.


6/24
Domenico Dara, "Breve trattato sulle coincidenze", Nutrimenti, p. 365
In questo romanzo (il primo scritto dall'autore e finalista al Premio Calvino nel 2013), ritrovo lo stesso stile poetico, sensibile e lieve di "Malinverno".
Ambientato a Girifalco, un paesino calabrese, nel 1969, anno dell'uomo sulla Luna. Vede protagonista l'anonimo e riflessivo postino del paese. Un personaggio originale e volutamente solitario, osservatore attento e sensibile dell'animo e dei desideri dei suoi compaesani. Perciò, sentendosi come investito di una vera e propria missione divina, legge la corrispondenza dei cittadini di Girifalco, intercettando il loro destino, con la volontà di rimescolare le carte per raddrizzare l'esito finale e dare un senso alle loro esistenze.
Grazie alla prosa di straordinaria bellezza, che unisce italiano e dialetto in una combinazione vincente, si è immersi in un'atmosfera fiabesca e popolare al contempo, scandita dalle coincidenze che il postino vede accadere intorno a sé. Secondo lui, sono volute da un disegno preciso e spesso fuori dalla nostra comprensione, che indirizza le nostre azioni e i nostri incontri. Per questo, cataloga meticolosamente ogni piccola coincidenza, cercando di trarne degli insegnamenti (da qui il titolo del libro).
Ricco di riflessioni dal carattere filosofico sui sentimenti e il significato della vita, è senza un dubbio un piccolo gioiello da leggere.
"Appena vedeva un calzino bucato, lo rammendava subito e si sentiva più leggero per aver chiuso un buco nel mondo, così come, intervenendo nei fatti del paese attraverso le lettere, gli sembrava di riparare i buchi degli uomini."
Voto: 5/5
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Ho terminato la sfida con "I diari bollenti di Mary Astor" di Edward Sorel, che ahimè mi aspettavo più divertente e sagace, anche se vi sono qua e là delle punte di ottimo umorismo (es. Quando l'autore interrompe il racconto per parlare dei suoi disastri amorosi)..
Irene, 6 aprile 2023
Così, senza appesantire la discussione con liste e liste sempre uguali, possiamo mettere al corrente le altre dei nostri progressi e scambiare opinioni, giudizi, chiedere consigli... Chi fosse interessata a seguire l'evoluzione delle letture si trasferisce sul Foglio Google dove trova sia la situazione complessiva, che il dettaglio analitico sfidante per sfidante.
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