Colosseum. Sfide all'ultima pagina discussion

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Aspettando Godot
La Sfida dei desideri
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GdL Marzo - Aspettando Godot
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by
Milluminodimmenso
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rated it 3 stars
Mar 14, 2024 04:34AM

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Ma, non sono un critico teatrale, né letterario quindi mi sono limitata a riflettere sul senso filosofico di quello che l'Autore ha comunicato a me, e cioè che l'Uomo non è nato per vivere in solitaria, ha sempre bisogno di qualcun altro con cui confrontarsi, con cui battersi, con cui riflettere, nel bene e nel male, anche solo per far passare il tempo. Lo dicono bene i protagonisti, "insieme il tempo passa più in fretta"
E' stato bello leggerlo seppur complicato da classificare, è un testo che lascia molto riflettere.

Per me è una rilettura, l'ho letto e ne sto anche guardando la rappresentazione teatrale in cui Giulio Bosetti interpreta Pozzo.
Mi fa stringere il cuore il passaggio in cui Vladimiro ed Estragone dicono di andarsene, ma infine restano sempre, mentre il tempo si sfarina e i ricordi si sfilacciano.
L'impressione che mi lascia è quella del disagio, un po' come mi succede dopo la lettura di quei racconti folgoranti di fantascienza che spiazzano. Disagio perché penso alle tante giornate simili che capita di trascorrere (anche, ma non solo!) aspettando qualche variazione: un incontro, un viaggio, una novità, un progetto, a volte così sovrapponibili le une alle altre da far perdere la cognizione del tempo, nella rassicurante ripetizione. Demandare a Godot (un'entità imprecisa, ma salvatrice), affidargli il futuro.

A me ha impressionato molto anche l'immagine di Lucky tenuto e condotto a guinzaglio, come certe persone che non possono fare a meno l'uno dell'altro in un rapporto che logora, sfianca ma anche sostiene anche solo moralmente



Il personaggio che interpreta Lucky in scena non ha vita facile. Gli altri parlano mentre lui si agita, cade, avanza e indietreggia. E poi l'unica volta che parla, monologo da first reaction shock che Amleto levate proprio 。゚( ゚^∀^゚)゚。
Ricordo ancora la professoressa che spiegava come questa pièce non avesse avuto granché fortuna all'epoca, tranne in Francia. I francesi, con i territori occupati militarmente durante la seconda guerra mondiale, disse, capivano perfettamente il senso di attesa che l'autore voleva trasmettere.
A mio parere la frase più significativa dell'opera è di Estragone quando Pozzo gli dice che non riesce... a partire, e lui gli risponde "è la vita".