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GdL I Fratelli Karamazov -10a tappa - Libro decimo: RAGAZZI
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Il passaggio ex abrupto dalle due intere parti dedicate a Mitja a quella dedicata a Kolja temevo rischiasse di far perdere l'adrenalina, e invece secondo me una tappa notevolissima anche questa (l'ho già finita, mi scuso, sono già dentro alla 11).
Posso già commentare una cosa del penultimo capitolo di questa tappa o è meglio aspettare qualche giorno?
Posso già commentare una cosa del penultimo capitolo di questa tappa o è meglio aspettare qualche giorno?
nel primo capitolo ho temuto un momento Anni verdi, ma non ho tenuto conto che il nostro Kolya è un orso russo e non uno svenevole irlandese



Savasandir wrote: "Sono a metà tappa, e invece mi chiedo se e quanto Molnár abbia tratto spunto da questi capitoli per i suoi ragazzi; solo a me l'atmosfera generale pare molto simile?"
Sai che mi è venuta in mente la stessa cosa mentre lo leggevo?!
Sai che mi è venuta in mente la stessa cosa mentre lo leggevo?!

non si possono prendere tanti piccoli Alesa e mandarli in giro per il mondo reale?

Allora non sono solo io ad avere avuto questa sensazione! :-D

quello in cui..."
L'ho appena letto, concordo con la prima parte della tua analisi, mi domando invece se (view spoiler)
Sì, può essere, è chiaro che per Dostoevskij l'esempio è quello di Gesù. Sottolineavo il modo molto tipico della piscoterapia con cui Alëša è arrivato a far scoprire se stesso a Kolja, con un metodo di indagine lenta e ponderata dei propri sentimenti e dei propri desideri. In quello mi pareva freudiano prima di Freud.

mi ripeto, ma la lettura in gruppo sta aggiungendo enorme valore alla mia esperienza con questo romanzo.
con il mio acidume da quattro soldi invece ho detestato le ultime pagine, in cui Ilusja sembra Tiny Tim (stucchevole!)
lise.charmel wrote: "molto bello tutto il libro e grazie a Cato e Sav per le interessanti analisi.
mi ripeto, ma la lettura in gruppo sta aggiungendo enorme valore alla mia esperienza con questo romanzo.
con il mio ac..."
a me è sembrato più un Tom Sawyer che fa il saputello e si complica la vita (a se e agli altri) inutilmente. Bello il cambio di registro di Dosto con l'uso di parole che presumo fossero parte del gergo di un ragazzino russo del periodo (non ho minimamente gli strumenti per verificare :-).
Adoro come Dosto riesca a incastonare i personaggi terziari del libro, quelli che arrivano e ci stanno per poche righe (il dottorone con pelliccia di orso bruno e berretto di orso bianco)
La forza di quelli secondari (mammetta, con alzheimer o demenza che vuole il cannoncino).
Ps: ho sbirciato il prossimo capitolo e ci aspetta Ivan....
mi ripeto, ma la lettura in gruppo sta aggiungendo enorme valore alla mia esperienza con questo romanzo.
con il mio ac..."
a me è sembrato più un Tom Sawyer che fa il saputello e si complica la vita (a se e agli altri) inutilmente. Bello il cambio di registro di Dosto con l'uso di parole che presumo fossero parte del gergo di un ragazzino russo del periodo (non ho minimamente gli strumenti per verificare :-).
Adoro come Dosto riesca a incastonare i personaggi terziari del libro, quelli che arrivano e ci stanno per poche righe (il dottorone con pelliccia di orso bruno e berretto di orso bianco)
La forza di quelli secondari (mammetta, con alzheimer o demenza che vuole il cannoncino).
Ps: ho sbirciato il prossimo capitolo e ci aspetta Ivan....

Sono d'accordo con Cato sul riferimento a Freud, lo psicoanalista austriaco fu grande ammiratore di Dostojevskij al quale riconosce la scoperta dell'inconscio ante litteram forse non è così evidente nei Fratelli ma sicuramente lo è in "Memorie del sottosuolo" dove i meandri della mente dell'uomo ridicolo (Dostojevskij stesso?) vengono messi impietosamente a nudo. E anche il tema del parricidio e del rapporto conflittuale con il padre è tipicamente freudiano , in appendice alla mia edizione ho il breve saggio di Freud "Dostojevskij e il parricidio" che però non ho ancora letto.
Inoltre vorrei fare notare, se non ho preso un abbaglio, che in questo capitolo Dostojevskij fa un mega spoiler riguardo Smerdov (il figlio illegittimo) ovviamente il lettore è all'oscuro di quello spazio di eventi tra l'omicidio di Fedor Karamazov e il capitolo che stiamo leggendo, e vi scorgo un po' di sadismo da parte dell'autore che per ora ancora nulla ci ha detto sulle reazioni dei due altri figli Alescia e Ivan alla notizia della morte del padre.
Conferma che questo romanzo oltre ad essere un Grandissimo romanzo ha un'architettura ben studiata.

mi ripeto, ma la lettura in gruppo sta aggiungendo enorme valore alla mia esperienza con questo ro..."
il capitolo successivo l'ho già abbondantemente iniziato, ma non dico nulla. invece volevo un chiarimento: nella suddivisione in tappe iniziale si parla di capitolo 13 ed epilogo, nella mia edizione invece dal capitolo 12 si passa direttamente all'epilogo. mi chiedo come mai.

Dal momento che l'ordine degli accadimenti temporali è una strada a senso unico che non può essere percorsa contromano, nella Storia non esistono precursori, perché non si può materialmente anticipare ciò che ancora non esiste e non si sa se esisterà.
Il fascismo non anticipò il nazismo, fu Hitler a ispirarsi a Mussolini.
Quando scrisse quel passo, Dosto non aveva di certo in mente l'inconscio e la futura psicanalisi, non può di conseguenza essere considerato un precursore di Freud; è Freud, semmai, che per formulare le sue teorie si ispirò a molteplici opere esistenti, letterarie e filosofiche, fra le quali i racconti di Hoffmann e i romanzi di Dostoevskij.
Non è perciò Dostoevskij a essere freudiano ante litteram, è Freud a essere dostoevskjiano post litteram.
Tutto qua. :-)
sull'interpretazione freudiana di Dosto vi riporto una nota di Brokken: attenzione, Freud era fortemente influenzato dalla bio di Dosto scritta dalla figliastra (che a un certo punto si eroe a sola depositaria delle memorie)

Fatta salva l'immensa capacità di Dostoevskij di creare personaggi quasi dal nulla e renderli cosi importanti nell'economia del romanzo da regalarti la sensazione che siano sempre stati lì, soltanto non te ne eri reso conto, ho avuto qualche difficoltà ad elaborare il tutto.
Mi è parso un capitolo di varia umanità dove peraltro in parecchi sembrano essere in condizioni fisiche non esattamente smaglianti, in poche pagine ho contato nell'ordine Il’jusa sul lettuccio, la sorella Ninocka paralizzata alle gambe, la madre una povera demente.
Insomma daje a ride come direbbero a Courmayeur.
Eppure questa fase apparentemente interlocutoria si fregia del confronto fra Alesa e Kolja che da solo vale l'intera lettura, col primo sempre più capace di rendere migliore ogni cosa o persona che gli si pone davanti…verrebbe voglia di mandarlo a Riad a sovrintendere i colloqui per la pace.
Che dire a parte la sensazione iniziale di trovarmi fuori dal contesto lettura che procede in modo fluido unitamente alla convinzione che alla fine tutto riuscirà a collegarsi.

anche se al decimo "mammetta" volevo urlare.
anche se Dosto conferma il suo disprezzo per la scienza medica ("Medicina carogna!" fa dire a Kolja).
eh si, il dialogo Kolja- Alesa è sublime.
vecchiaphoebe wrote: "e comunque più che la Medicina può un soggiorno a Siracusa :-)"
non riesco neanche a immaginare quanto ci voglia ad andarci :-)
non riesco neanche a immaginare quanto ci voglia ad andarci :-)

So di navigare controcorrente ma l'ho leggermente patita.
Un po' tanto "Dickensiana" a mio sentire.
Evidentemente sono suggestioni, io in alcuni momenti ho avuto la sensazione di trovarmi dalle parti de I Miserabili :-)

vero, però Ilusja che fa la lagnetta sembra proprio Tiny Tim di Canto di Natale (l'ho scritto anche sopra).
e anche tutti i bambini che "si redimono" andando a trovare il loro compagnetto malato sono un po' Dickensiani (e forse anche un po' Deamicisiani)

A mia memoria, direi che il primo ad aver capito l'errore e ad aver creato un ragazzino che pensa e agisce da ragazzino, sia stato Stevenson.

Anche Mark Twain, più o meno nello stesso periodo di Stevenson 🤔
10a tappa - 18 marzo - 10° libro - RAGAZZI